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Autore: Charlotte1D    25/08/2013    4 recensioni
“Aspetta!” Malik la richiamò all’attenzione. Lei si girò disorientata, non pronta psicologicamente alla figura del ragazzo che le stava venendo incontro.
“Non ci siamo ancora presentati” allungò la mano verso la bruna “Zayn”.
“Charlotte” la strinse sorridendo.. ma lui sembrava non staccarsi. Dondolarono la mano su e giù una decina di volte, finché lei si decise a rompere quel contatto. Lui sembrava essersi imbambolato.
“Ehm.. ci si vede, allora” tagliò corto lei.
“Ok.. Ciao!”la salutò, mostrando una fila di denti bianchi che risaltavano in contrasto con l’incarnato ambrato.
“Ciao” Lei ricambiò il sorriso. Si girò verso la casa mentre sentiva la macchina di Zayn sgommare via dal vialetto.
Lui popolare, lei nella media.
L'insicurezza si trasforma in certezza e la confusione in Amore.
Adesso tutto ha senso per me.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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The First “Hello”

The First Touch, The First Kiss
   The First Girl Who Make Me Feel 
Like This
One Direction – Loved You First

 
 
La sveglia suonava incessantemente e la mente di Charlotte in quel momento voleva solo sentire silenzio invece del rumore che la tormentava alle sette della mattina.
Strizzò gli occhi colpiti dalla lieve luce solare che filtrava dalle tende chiare e con il colpo secco del braccio spense quell’aggeggio. Si scoprì il corpo rimanendo ancora stesa sul soffice e caldo letto che l’avrebbe accompagnata per i prossimi nove mesi.
Fissò per alcuni minuti il soffitto bianco poi risvegliandosi dalla trans diede un’occhiata alla sveglia (7:10) e facendo un paio di conti sui tempi era già in ritardo sulla “tabella di marcia”.
Si alzò dirigendosi in bagno per lavarsi la faccia venendo colpita piacevolmente da un leggero freddo che la sveglio un po’.
Ritornò in camera per vestirsi ;parte che le avrebbe impiegato la maggior parte del tempo.

Ok.. siamo solo io e te armadio.


Pensò, passando in rassegna tutti gli abbinamenti possibili ed inimmaginabili.
Troppo scuro.
Troppo chiaro.
Troppo colorato.
Troppo.. troppo!
Sua mamma le ripeteva sempre che dai tanti vestiti che aveva, ormai non entravano più nell’armadio, ma ovviamente lei non trovava mai niente da mettersi..  o almeno quel giorno!
Il primo giorno di scuola si vuole sempre apparire al meglio, forse per dimostrare agli altri che durante l’estate si è cambiati; più sicuri, più coscienti, più simpatici e perché no? Più belli.
I suoi pensieri scorrevano veloci spinti da un’ondata di emozione mentre si guardava allo specchio stirandosi i pantaloni sulle cosce e tirandosi giù la maglia indossata.
Alla fine si era decisa: http://weheartit.com/entry/67753792/via/SmileBreatheBelieve
Per calmare la tensione decise di andare a fare colazione e appena scesi i primi gradini della scalinata, sentendo un buon odorino, non se ne pentì e saltellò felice al pian terreno dirigendosi in cucina.
“Buongiorno Mamma!” la salutò con un bacio sulla guancia per poi andare a sedersi al tavolo già apparecchiato.
Si lasciò servire almeno per quella mattina sapendo bene che molto presto si sarebbe dovuta accontentare di una tazza di latte riscaldata al mocroonde con biscotti o cereali. Sua mamma la mattina andava via presto e non la vedeva molto neanche il pomeriggio.. dipendeva dai turni.
“Come mai così di buon umore?” gli chiese mentre le posizionava davanti la colazione.
“Sicuramente le tue favolose crepes alla nutella aiutano! Poi dopo tutto oggi è il primo giorno di scuola, è sempre bello rivedere gli altri” si lecco i baffi e afferrò la nutella iniziando a spalmarla con un coltello sulla prima crepe.
Finita la colazione guardò che ore erano dall’orologio della cucina e corse di sopra per finire di prepararsi.
Si diede una pettinata ai lunghi capelli marroni che stavano perdendo quelle sfumature bionde che le piacevano tanto, che avevano acquisito durante l’estate. Si diede un filo di matita sugli occhi e aggiunse del mascara per far diventare le ciglia più lunghe di quello che gia erano. Ultima occhiata allo specchio vicino alla porta d’ingresso, un saluto caloroso alla mammina con tanto di abbracci e baci e senza neanche accorgersene stava già percorrendo la solita stradina che la portava a scuola.
Quella volta decise di non ascoltare musica ,sapendo bene che le mattine in cui si sarebbe rinchiusa nel suo mondo sarebbero state tante, forse anche troppe.
 Il sole colpiva le strade di Bradford senza però riscaldare più di tanto l’ambiente o almeno non quanto l’aveva riscaldato le settimane prima, quando la sottoscritta se ne stava sdraiata su un lettino in spiaggia o a fare un bagno in piscina.
L’emozione la stava letteralmente divorando. Non si considerava la secchiona di turno ma neanche quella che per arrivare al quarto anno aveva iniziato a studiare l’ultimo mese con un calcio nel culo dai professori. Era nella media.
Già la media.
Non sempre era triste di stare in quella “classe”. La gente più grande non ti prende in giro e passi per i corridoi inosservata beccandoti solo qualche sguardo superiore dai più grandi se facevi figuracce.
Quando però ci pensava le sarebbe piaciuto rimanere nella storia della scuola o semplicemente conoscere gente più grande di lei che le facesse avere una vita sociale più ampia.
Non so se mi spiego: feste. Di ogni genere!
Si limitava ad andare alcuni sabati sera in discoteca con delle ragazze che aveva conosciuto durante le ora di scuola, mentre gli altri li passava con le sue ragazze preferite: le sue migliori amiche.
Le uniche che erano riuscite a distruggere le barriere; quelle che si era costruita dopo una brutta rottura dell’unico fidanzato serio che avevo avuto. Aveva dato fiducia ad una persona e quest’ultima l’aveva tradita… ma questa è un’altra storia.
Tornando alle mie tre ragazze: le adoro.
 
 
Le macchine di fianco a lei iniziavano ad aumentare e le faceva piacere sapere che magari nella maggior parte di quelle auto c’era qualche studente scocciato o emozionato dell’inizio della scuola.
Finalmente vide comparire sulla sua visuale l’edificio con mattoni arancione scuro elevarsi in tutti i suoi tre piani più il terrazzo. Lì, nel terrazzo, c’era stata tante volte. Ci andava solo qualche bidella per pulire ogni tanto ma per il resto era costantemente deserto.
Era l’unico posto della scuola in cui andava se stava male o doveva parlare seriamente con qualcuno o semplicemente voleva starsene da sola.
Attraversò la strada e il piccolo tratto di piazzale che separava lei dal suo gruppo di amiche.
Stavano parlando tutte animatamente forse delle vacanze passate quindi si accorsero di lei solo quando piombò alle spalle di Felicitie coprendogli con le mani gli occhi da dietro.
“Chi mancherà mai all’appello delle mie migliori amiche?” chiese lei retoricamente girandosi verso di me.
“Quanto mi sei mancata Fizzy!” la strinsi in un caloroso abbraccio. Come avrei fatto senza di lei?
“Anche tu Charlie!” rispose lei ricambiando l’abbraccio.
“Come è andata la vacanza a NewYork?” Voi direte se siete cosi amiche perché non vi vedete anche d’estate? Bhe la risposta è mooolto semplice: Felicitie non c’è d’estate.
O almeno non per tutti i tre mesi.
I suoi genitori sono ‘una coppia di capricciosi ricchi egoisti ’ ; così li definiva lei.
Stava il periodo della scuola da sua madre qui a Bradford e riusciva a sopravvivere con suo fratello Louis, mentre l’estate la passava a NY da suo padre. Là però era da sola perché essendo più che maggiorenne il ragazzo passava l’estate in giro per i mari dell’Inghilterra. Se la contendevano come un premio e pensavano che comprandole ogni cosa lei chiedesse e rendendola la ragazza più libera del mondo l’avrebbero resa felice.
Lei li odiava per questo ma si cercava sempre di scherzarci su.
“Meglio di quanto pensi! Fidati” intanto ci voltammo verso le altre.
Salutai tutte, alcune di più alcune di meno considerando che la maggior parte le avevo viste da poco.
Ok.
Felicitie,Nicole, Io.. e Lizzie dov’era?
Diedi voce ai miei pensieri , confusa “Scusate ragazze ma dov’è Elizabeth?”
Parli del diavolo e spuntano e corna.
“Charlieee!” mi voltai verso la direzione in cui mi sentivo chiamare, non sapendo ancora chi fosse; ma appena vidi la scia di capelli biondi muoversi mi venne da sorridere spontaneamente.
“Lizzieee!” gli corsi incontro, e ciò faceva un po’ film romantico a rallentatore, ma sinceramente il pensiero dei primini presenti non mi interessava più di tanto.
Ci abbracciammo. Non era da tantissimo che non ci vedevamo ma per noi due settimane sono anche troppe!
Tornammo a braccetto dalle altre mentre ridevamo e scherzavamo fra di noi.
Dopo poco la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni suonò e l’intera massa di studenti  si diresse verso l’entrata provocando rumore e fracasso. Le ragazze si diressero subito in segreteria per prendere i loro orari e il numero di armadietto sperando vivamente di essere vicine o di avere professori in comune.
 
 
 
 
Le prime tre ore passarono velocemente: nell’ora di italiano si era parlato molto delle vacanze passate; il prof di matematica ,più serio, aveva preferito fare un riassunto del programma che si farà durante l’anno mentre grafica era passato subito al sodo facendo un ripasso dei disegni fatti l’anno precedente. Notai con piacere che con Nicole e Lizzie aveva qualche lezione insieme e la giornata non era ancora finita. Magari riusciva a vedere durante la scuola anche Felicitie.
Dopo aver sistemato i libri che non servivano nell’armadietto diede un’occhiata all’orario e ,prendendo quelli necessari, si concesse una scappatella alle macchinette.
Aveva un certo languorino da soddisfare.
Estrasse i soldi e si prese un pacchetto di cracker, o almeno se ne sarebbe presa un pacchetto ma l’antiquata macchina delle merendine si era bloccata a meta del lavoro e con quattro anni di esperienza sapeva che i bidelli non restituivano i soldi
Diede una botterella al vetro poi presa da un colpo di ira tirò un calcio non troppo forte ma abbastanza da far oscillare leggermente la macchinetta. Sentì subito il piede dolere e tirò un gridolino proprio mentre un gruppo di ragazzi del quinto anno passavano per il corridoio.
Figura di merda. Pensò, ma subito si accorse che fra quei tre ragazzetti c’era anche una sua vecchia cotta: Zayn Malik.
Era in prima e lui in seconda ma aveva già una certa fama e lei ne era perdutamente innamorata, ma si sa, gli adolescenti cambiano spesso gusti soprattutto se non vengono ricambiati e l’anno dopo se l’era già dimenticato.
Non aveva però mai spesso di pensare che era un bel ragazzo; come d’altronde i suoi migliori amici il riccioluto Harry Styles e il muscoloso Liam Payne.
Poggiò per terra il misero quaderno e la penna infilata dentro che aveva preso per la lezione e incrociò le braccia al petto pensando un rimedio.
Una botta alla macchinetta non data da lei la fece svegliare dai suoi pensieri e i cracker tanto bramati caddero con un colpo secco. Una mano scura aprì lo sportello basso e li estrasse.
Charlotte aveva osservato il tutto con le labbra socchiuse e un’espressione sorpresa sul volto che cercò di togliersi quando vide che a porgergli la merenda era Zayn in tutto il suo splendore.
Colma di gratitudine si aprì in un sorriso a trentadue denti.
“Ehm..G-grazie” disse afferrando i cracker che il ragazzo gli porgeva. Oddio! Aveva balbettato di fronte a Zayn Malik?!
“Prego” rispose semplicemente lui sempre con quel bellissimo sorriso in volto che poteva illuminare tutto il corridoio.
La ragazza abbassò la testa guardandosi per un secondo i piedi, l’alzò ritrovandosi ancora lo sguardo divertito del ragazzo. Aprirono entrambi la bocca per dirsi qualcosa ma furono interrottì da una voce femminile che intonava un richiamo a un cane più che a un ragazzo.
“Zaaaayn?” il sorriso di lui si spense per un attimo, che però lei riuscì a notare, per poi riaccendersi in un altro falso rispetto a quello rivoltomi. All’imbocco delle scale c’era Kate Morris la fidanzata di lui con un delizioso vestitino che le arrivava a metà coscia, un po’ troppo corto secondo i suoi gusti. Stavano insieme da più di un anno ed erano la coppia più conosciuta e bella della scuola. Solo in quel momento però notò dallo sguardo del giovane che non era tutto rosa e fiori.
Era … Scocciato?
“Si Kate?” la bionda ci raggiunse con la coda che dondolava da un parte all’altra mentre lui si girava anche col corpo verso di lei
“Non vieni giù? Ti stiamo aspettando” con due occhi da cucciolo lo guardò e lui le regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi. In quel momento mi sentivo decisamente il terzo in comodo.
“Certo, stavo arrivando” si girò verso di me e mise un braccio intorno alle sue spalle mentre lei gli circondava la schiena.
“E lei sarebbe..” lo sguardo dolce di prima si trasformò in indagatore e mi fece desiderare di sparire.
“Una ragazza che aveva bisogno d’aiuto” disse accennando alla macchinetta ancora posta vicino a noi, per poi farmi un occhiolino e sorridere.
“Ok..” la bionda non sembrava convinta nonostante i suoi occhi  fossero saettati dalla merenda che aveva ancora in mano alla faccia timida della castana.
“Ci si vede!” Zayn le fece un cenno con la testa mo’ di saluto. Molto meglio del “ciao” biascicato che avrebbe detto prima lei, se Kate non l’avesse interrotta.
Ancora emozionata dalla conversazione , se così si poteva chiamare, appena avuta, si diresse verso la sua classe attraversando il lungo corridoio color marmo.
Insomma Zayn Malik le aveva fatto l’occhiolino! Le sembrava di essere una adolescente con gli ormoni impazziti. Ma infondo lei era un’adolescente con gli ormoni impazziti ;sopratutto davanti a rappresentanti del sesso maschile come quello appena incontrato.
Alzò lo sguardo e vide una classe che stava uscendo da un’aula e si ricordò solo in quel momento che anche lei aveva lezione. Accellerò il passo fino a correre giù per le scale e raggiungere l’aula d’inglese il più in fretta possibile.
Aprì di scatto la porta dopo aver lanciato uno sguardo all’ora nel telefono notando ben dieci minuti di ritardo. Le prese il panico subito vedendo la faccia seria della prof china ancora sul registro, ma il macigno che aveva sullo stomaco si affievolì percettibilmente quando notòil volto della sua amata professoressa aprirsi in un sorriso.
“Buongiorno signorina Evans!” sembrava veramente felice di vederla e non aveva accennato per niente al grosso ritardo che aveva avuto.
“Buongiorno anche a lei professoressa Will Simpson” le sorrise cordialmente facendo un po’ la ruffiana (con i prof andava sempre bene!).
Scrutò la classe per cercare un posto libero e appena vide Fizzy sorridergli ampiamente si dirigette a passi svelti verso il banco tenuto libero da lei.
“Sei proprio la sua preferita, eh?” disse Fiz stendendosi sulla sedia per stare più comoda e mettendosi tutti i capelli castani chiarissimi su una spalla, incominciando ad esaminare le punte.
Sorrise tra sé e sé sapendo che era la stessa cosa che faceva anche lei quando si annoiava.
“Bhè.. si” rispose lei con un filo d’orgoglio nella voce “ma direi che la media costante dell’otto e del nove mi abbia aiutato un sacco!” aprì il quaderno iniziando a copiare quello che la prof stava scrivendo alla lavagna, insinuando ai quattro secchi che aveva preso l’amica negli anni precedenti. L’aveva sempre aiutata a recuperarli incontrandosi di pomeriggio per delle ripetizioni.
Le piaceva aiutare le persone. La rendeva felice.
Dopo inglese le altre ore passarono lente; forse per il fatto che non vedeva l’ora di raccontare alle altre chi aveva incontrato o semplicemente perché, essendo il primo giorno di scuola, non era abituata a stare attenta cinque o sei ora quasi di fila.
Quando mise piede fuori da quell’edificio voleva solo mettere qualcosa sotto i denti. Percorse il corto vialetto che l’avrebbe condotta fuori del tutto e si appoggio al muretto che circondava la scuola. Appena  senti la voce delle sue amiche salutarla si rialzò con un movimento di schiena dalla sua “postazione” ricambiando il saluto e si diresse verso casa sua. Si era resa conto solo in quel momento che non aveva la forza di dire niente.. avrebbe rivelato tutto il giorno seguente.
Adesso era troppo stanca; troppo stanca anche per tirare fuori dallo zaino le cuffiette per la musica.
Si perse nei suoi pensieri ripercorrendo tutta la giornata trascorsa dal suo risveglio, fino ad arrivare all’incontro con Malik.
L’aveva solo aiutata con quella stupida macchinetta ma ,con il seguente occhiolino per i suoi ormoni impazziti le aveva quasi dichiarato tutto il suo amore.
Sorrise pensando che giochi può fare la prima giornata di scuola la sua mente, anche se quello che aveva in faccia non poteva definirsi un sorriso, insomma.. chiunque l’avesse vista avrebbe creduto che fosse fatta. O come avrebbe detto Liz “Fatta come una pigna”. Non sto neanche a spiegarvi il perché usi questa terminologia quella ragazza!
Quel giorno la fortuna la colpiva nei momenti sbagliati, infatti sentii una macchina accostarsi vicino al marciapiede dove lei camminava, preceduta da un “ragazza della macchinetta!”.
Solo una persona poteva affibbiarle un nome simile: Zayn Malik.
Si volto sperando fino all’ultimo secondo che si fosse sbagliata, ma non fu così.
“Ehi” sibilò lei vedendo la faccia sorridente del ragazzo , attraverso il finestrino abbassato. Oltre al sorriso, un po’ più in basso però scorse qualcos’altro. Lui si era leggermente allungato verso il sedile del passeggero per vederla meglio ma si era piegato abbastanza da far intravedere un po’ di pettorali dalla maglia con lo scollo a V che la felpa nel loro primo “incontro” aveva coperto.
Deglutii a vuoto per distogliere lo sguardo e puntarlo in quei pozzi neri che Zayn si ritrovava.
“Vuoi un passaggio? Ti vedo stanca e la tua casa è abbastanza distante da qui…” disse lui premuroso (?) puntando lo sguardo verso la strada come per calcolare veramente la distanza.
“Ehm, no grazie” sorrise riconoscente per la proposta. In effetti era stanca e avrebbe accettato volentieri il passaggio ma un abitacolo così piccolo non era ancora pronta per condividerlo con lui. Poi non le tornò una cosa.
“Scusa ma tu come fai a sapere dove abito??”
“Ti ho vista uscire stamattina.. sai ci siamo trasferiti in questo quartiere perché mio padre è stato trasferito in un altro ufficio e la casa di prima era troppo lontana, quindi..” le spiegò lui mentre continuava a sorridere. Aveva un sorriso meraviglioso.
“Ok..” Lei annuì,  poi abbassò lo sguardo non sapendo più che dire. Iniziò a strofinare la punta delle converse sul marciapiede ruvido, che in quel momento era la cosa più interessante da guardare.
“Dai salta su!” lo sguardo del moro era convincente e non si azzardò a rifiutare… aveva pur sempre un anno in più di lei.
Era imbarazzata al massimo mentre con la maggiore grazia possibile si sfilava lo zaino e prendeva posto nel sedile di fianco a quello di Malik. In quella situazione anche chiudere lo sportello poteva risultare difficile!
Il ragazzo spinse il gas cambiando contemporaneamente la marcia, con una facilità di movimento che possiedono in pochi.
Nella macchina piombò il silenzio. Lei guardava fuori, lui guardava la strada.
Uno dei 100 motivi per cui non voleva salire su quella macchina era proprio perché sapeva che non ci sarebbe stato nessun argomento da affrontare per una conversazione.
Dopo pochi minuti che a lei sembrarono ore, Zayn prese la parola.
“Puoi anche avvicinarti, non ti mangio!” Ecco, avrebbe preferito il silenzio a quella sua affermazione! Arrossi lievemente e abbassando lo sguardo notò che , in effetti le sue gambe erano del tutto spostate dalla parte dello sportello e, con un movimento molto lento si riposizionò meglio sul sedile. Lanciò una frecciata veloce al moro che per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo puntato sulla strada, nascondendo però sotto i baffi un sorrisino.
 
Perfetto! Adesso pensa che ho paura di lui!

 
“E’ questa casa tua, vero?” chiese lui accostando al vialetto.
“Si” soffio lei, troppo imbarazzata per rispondere con piena voce.
Scese velocemente dalla macchina rimettendosi la borsa sulle spalle e si giro per andare alla porta dopo un “grazie” anch’esso sibilato. Si tastò le tasche per controllare dove aveva messo il cellulare.. ma il cellulare non c’era! Dov’era il suo amato I-Phone?? Senza era persa.
“Aspetta!” Malik la richiamò all’attenzione. Lei si girò disorientata, non pronta psicologicamente alla figura del ragazzo che le stava venendo incontro.
“Non ci siamo ancora presentati” allungò la mano verso la bruna “Zayn”.
“Charlotte” la strinse sorridendo.. ma lui sembrava non staccarsi. Dondolarono la mano su e giù una decina di volte, finché lei si decise a rompere quel contatto. Lui sembrava essersi imbambolato.
“Ehm.. ci si vede, allora” tagliò corto lei.
“Ok.. Ciao!”la salutò, mostrando una fila di denti bianchi che risaltavano in contrasto con l’incarnato ambrato.
“Ciao” Lei ricambiò il sorriso. Si girò verso la casa mentre sentiva la macchina di Zayn sgommare via dal vialetto.


Ci si vede allora??.. Andiamo Evans potevi fare di meglio!

Seppur per poco tempo, Malik gli aveva fatto dimenticare una cosa molto importante.
Entrata in casa si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò sopra. Poi scattò dritta in piedi.
Cazzo il cellulare.

 

Crasy Mofos!

Ciao Belle!
Questa è la mia prima FF e spero che vi attiri almeno un po’.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile, anche se con l’inizio della scuola mi sarà sempre più difficile.
Storia:
In questo capitolo si conoscono alcuni personaggi principali ma nei seguenti approfondirò anche gli altri.
Non vi preoccupate che anche Louis e Niall salteranno fuori anche perché a scrivere un capitolo senza di loro mi sono mancati.
Non c’è nient’ altro da dire credo..
Ah si! Non voglio fare quella che chiede solo le recensioni ma se anche voi avete un storia capite che sono mooolto importanti. Pensavo quindi di aggiornare dopo 2 o 3 recensioni.
Alla prossima Girls!
 
P.S.: -10 a This Is Us, Babe!

   
 
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