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Autore: Angemon_SS    01/03/2008    2 recensioni
Il remake della Fic L'ombra dell'anima, ora è di nuovo online. Ci ritroviamo in un futuro dopo una violenza subita da Onpu il gruppo di amiche dovrà affrontare ciò che è più grande di loro. Mistero, eros(lieve), tantissima azione e suspance con finale a sorpresa, chi ha letto la precedente versione spero che trovi questo remake interessante, vi prego commentate e aiuterete la storia a migliorare, si accetta tutto anche lamentele e ramanzine
Genere: Thriller, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 8

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Onpu si abbandonò.

Il suo corpo andava contro la sua volontà. Non aveva più voglia di combattere, di lottare contro quella forza che muoveva i suoi arti. Lasciò l’intera realtà. Si rilassò mentre braccia e gambe si muovevano da sole. Ebbe come la sensazione di cadere lentamente in un baratro infinito. Come una piuma libera e leggera mentre gli occhi osservavano la città illuminata dalle luci della notte. La luce artificiale si rifletteva sulla baia come un arcobaleno quando il temporale si calma dopo la furia; da lì sopra tutto sembrava calmo: le macchine nelle strade parevano quasi immobili, le persone non si vedevano se non quando erano in gruppo, allora assomigliavano a tanti granelli di sabbia uno accanto all’altro. La rossa struttura della torre sembrava incandescente ma lì, nel punto più alto, tutto poteva essere visto sotto un’altra luce. Il vento fresco primaverile faceva ondeggiare la punta dell’antenna scricchiolando le muoveva i capelli che seguivano il vento come se l’aria stesse giocando, come una bambina dispettosa con i capelli della madre.

Onpu si rilassò tanto da addormentarsi mentre il resto del corpo restava sveglio, la mente dormiva, vagava. Negli ultimi anni le capitava raramente di sognare, più che altro ricordava, riviveva attimi passati. La maggior parte delle volte riusciva a rivivere i momenti più felici della sua vita, la giovinezza, le elementari, le amiche, Doremi, Aiko, Momoko, Hanna, Hazuki, Poppu, le fatine, Majo Rika, la magia. Ricordava distintamente ogni singolo giorno passato alle elementari, al Maho, gli stage, le lezioni di danza, di recitazione, di canto, la madre, il padre, i registi, gli attori, Ruji. Poi il resto erano incubi.

Gli incubi non erano frutto della sua immaginazione ma erano brutti ricordi. Il più ricorrente era il ricordo della sua prima violenza subita a causa della primavera.

Aveva solo dodici anni e tutto ciò che sapeva sul sesso erano pochissimi dettagli. Una sola cosa gli aveva sempre detto la madre ed era che il proprio fiore doveva farlo vedere solo a chi le piaceva davvero, solo a chi amava follemente con tutto il cuore, così follemente da dare anche la vita. Non osava mai spogliarsi nemmeno davanti a suo padre fin da quando era bambina.

Una dodicenne che cammina lieta e felice sulla strada della scuola in pieno giorno, attorniata dai fotografi era in un certo senso una ragazzina al sicuro. Ma quando la ragazzina si ritrovava da sola nel cortile dietro la scuola, non era più al sicuro.

Un foglietto lasciato nel suo armadietto delle scarpe gli fissava un appuntamento sentimentale all’ora di pranzo in quel posto dove nessuno quasi mai andava se non per prendere eventuali palloni lanciato troppo lontano in mezzo alla vegetazione.

Si appoggiò al muro e attese osservando le nuvole in cielo. Scorrevano veloci sospinte dal vento, da quello stesso soffiare che faceva ondeggiare la gonna della divisa. Il vento che ferma il suo respirare continuo e le nuvole che s’immobilizzano come ghiacciate non si vede tutti i giorni. Non si vede nemmeno tutti i giorni un uomo che cammina minaccioso apparso dal nulla. Circondato da un alone di magia cupa, la più scura che esista. Ben presto Onpu capì che tutto ciò che era attorno a loro si era bloccato, come congelato.

L’uomo che si avvicinava così tanto da poterla toccare dove non deve, da schiaffeggiarla. La spingeva schiena al muro immobilizzandola mente con la mano libera metteva in mostra ai propri occhi ciò che la madre le aveva sempre detto a Onpu di celare agli sguardi. Le mani gelide dell’uomo. L’inizio dell’orrore. Le grida che nessuno può sentire. La fine dopo tantissime lacrime. La minaccia di morte. Le nuvole che riprendevano a muoversi nel cielo e l’uomo che spariva soddisfatto portandosi dietro l’innocenza di una ragazza colpevole solo della sua fama.

Gli anni passavano e anche gli uomini della primavera. Non c’era settimana che la lasciassero in pace, le dicevano sempre che la sua era una condanna e che non poteva rifiutarsi altrimenti le conseguenze sarebbero state tremende. Di lì a poco la decisione di troncare completamente i rapporti con tutte le persone che conosceva. Doremi e le altre comprese. Non le rivide più, tranne una volta.

Ci fu Ruji, in quel mese le sembrò di vivere per due volte.

Anni più tardi nel regno delle streghe c’era stata una rivolta propagatasi fin sulla terra e Doremi ed Aiko furono in grave pericolo. La regina decise di formare un gruppo speciale di streghe, in grado di vigilare il loro regno e la Terra per mantenere la pace. Doremi e Aiko vollero prendervi parte dopo essere diventate poliziotte sulla Terra. Onpu partecipò alla cerimonia al cospetto della regina. Una volta terminata Doremi intravide tra la folla il viso dell’amica e corse verso di lei ma ancora prima che potesse avvicinarsi Onpu era già sparita con le lacrime agli occhi. Avrebbe tanto voluto riabbracciarla, spiegare tutto, chiedere aiuto, ma era impossibile. Poi l’avrebbero uccisa o stuprata.

L’unica volta che Onpu provò a rifiutarsi uno della sette la ferì a morte lesionandole gravemente un braccio e il seno destro, di certo una cosa del genere non sarebbe passata inosservata alla stampa scandalistica così riuscì a convincere i paparazzi che si trattava di un incedente durante le riprese di una scena pericolosa.

La stampa non aveva fatto altro che perseguitarla a causa del suo nuovo carattere chiuso, nessuno poteva immaginare che stesse facendo tutto per salvare altre vite. La perseguitavano durante i viaggi di lavoro, gli spostamenti, gli stage e la assillarono quando registrò il suo primo disco rock metal. Era stanca, esasperata da anni ed anni di dolori e lacrime conobbe un giorno un gruppo metal che cenava in uno dei ristoranti delle città dopo un concerto. Onpu era già famosa a livello mondiale quanto loro e la invitarono al loro tavolo, si appassionò alla loro musica e trovò in essa un punto di sfogo, poteva gridare, muoversi, comporre liberamente, vestirsi come voleva. Perse molti fan ma almeno si sentiva più leggera.

Poi arrivò Akazuki, infiltrato, e per la prima volta Onpu fece l’amore con qualcuno. Per la prima volta provò piacere. Per la prima volta sorrise. Non pianse e si addormentò beatamente tra le braccia dell’unico ragazzo che l’aveva trattata bene. Al suo risveglio Akazuki era ancora li, dormiva accanto a lei. Fece in modo di andare da Onpu il più possibile e senza destare sospetti, una volta le aveva sussurrato all’orecchio che aveva deciso di salvarla dai dolori.

Onpu era felice di fare l’amore con lui.

La notte degli Asian Award, lo stupro non organizzato dai vertici della primavera, uno dei due che esagera, le regole infrante e il tentativo di porre rimedio accoltellandola. Ricordava perfettamente il dolore provato quando il coltello penetrò nel fianco e scavava nella sua carne, il sangue caldo sulla pelle, le lacrime e il ghigno dei due uomini.

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Onpu percepì un forte vento e una luce puntata sulla sua pelle nuda. Tornò in se e vide un grande elicottero nero con degli uomini pronti a far fuoco. Si chiese come avrebbe reagito il proprio corpo.

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«Qualcuno illustri la situazione!» Disse Momoko. La casa di Doremi era stata presa d’assalto dalle amiche. C’erano tutte tranne Onpu.

«C’è una setta che vuole distruggere il mondo e Onpu ne è inconsciamente uno dei pilastri.» Rispose Aiko mentre si massaggiava la mano fasciata. «Dobbiamo aiutare la polizia magica, Onpu è nostra amica, dobbiamo accettare il rischio e cercare di farla rinsavire. Non ci sono altre possibilità!»

«E’ troppo rischioso e noi non siamo adatte a questo compito.» Disse Doremi mentre sorseggiava la sua tazza di the fumante.

«Io, sono d’accordo con Doremi ma Onpu è pur sempre una nostra amica, mi sentirei in colpa a non fare almeno una minima parte.» Aggiunse Hadzuki. Trillò il telefonino di Poppu.

«Vorrei ricordarvi cosa è successo a me e ad Aiko quando abbiamo cercato di fare la nostra parte.» Rispose prontamente Doremi, voleva descrivere ciò che le era capitato ma le parole si fermarono in gola come un fastidioso singhiozzo. Abbassò la testa e si diresse alla finestra per guardare fuori.

«Presto, accendete la televisione!» Disse Poppu dopo aver risposto al cellulare.

Doremi attraversò il salotto con la vestaglia rosa che sventolava come un mantello. Accese la televisione e aumentò il volume.

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«…ci troviamo sotto la nuova torre di Tokyo dove la polizia sta effettuando un arresto ad alto rischio. Si tratta dell’arresto di Onpu Segawa, l’idol accusata della strage all’ospedale di Tokyo. Come si può vedere l’area sottostante alla torre è bloccata dalle forze dell’ordine e…» La giornalista fu interrotta da un elicottero che cadeva esplodendo con un grande boato su delle auto parcheggiate ai piedi della torre. Si scatenò il fuggi fuggi e la telecamera inquadrò la cima della torre dove si poteva ben vedere la sagoma di Onpu con in mano un pezzo dell’elica del velivolo. Si gettò dalla torre e la telecamera ne seguì la caduta.

Quando arrivò a terra si vide un fiotto di sangue e la giornalista che spariva dall’inquadratura. Il viso insanguinato ed impassibile di Onpu apparve nel teleschermo, fece un movimento veloce e l’immagine mutò in un fastidioso effetto nebbia. La rete mandò in onda la pubblicità.

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«La situazione è più grave del previsto.» Disse Poppu bianca in viso. «Come possiamo aiutarla? Se proviamo ad avvicinarci facciamo la fine di quei giornalisti.»

«Eppure dobbiamo farcela. Quando mi ha ferita riusciva a parlare e mi avvertiva di cosa stesse per fare, sembrava che riuscisse a controllare almeno in parte il suo corpo, forse è grazie a lei se il bisturi ha colpito la mano invece del … collo.»

«E’ molto pericoloso.» Sbottò Doremi spegnendo la televisione. Dobbiamo lasciar fare alla polizia magica, ed io ed Aiko non ci possiamo intromettere perché ci hanno tolto l’incarico.»

«Ma si tratta di Onpu, abbiamo passato l’infanzia con lei e non possiamo starcene qui senza far niente mentre uccide innocenti.» Momoko si alzò in piedi rossa in faccia.

«Vuoi morire tu al loro posto?» Gridò Doremi ed a tutte si gelò il sangue nelle vene. «Non voglio perdere altre amiche! Non fare la bambina capricciosa, non hai idea di cosa accade a chi s’intromette!»

Momoko non riuscì a ribattere e si sedette sprofondando nella poltrona.

«Oggi è il 19 marzo, festa del papà.» Esordì Hazuki controllando se le lenti degli occhiali fossero pulite. «Sta nevicando.»

Tutte si precipitarono alla finestra per costatare ciò che aveva appena detto Hazuki. Dal cielo grigio scendevano lenti migliaia di piccoli fiocchi di neve che lentamente si depositavano sulla strada e sulle auto. La strada vene invasa da decine di persone incuriosite dall’insolito avvenimento mentre i bambini correvano felici da una parte all’altra.

«Inutile dire che è tutto molto strano.» Disse Aiko allontanandosi dalla finestra. «E non avete notato che il 21 inizia la primavera e la setta ha proprio lo stesso nome?»

«Già, per questo vi ho fatto venire appena ho collegato le due cose.» Cominciò Doremi. «Non credo sia tutto un caso, Onpu veniva violentata da questa setta magica fin da quando era ragazza e mi sembra strano che venga posseduta proprio adesso, dopo così tanti anni, proprio vicino a questa data. E poi c’è un’altra cosa.» Doremi si scoprì l’inguine mostrando il segno che le venne tatuato sul corpo poco prima di essere violentata. Era visibile.

Poppu sospirò spaventata mentre Doremi mostrava quello strano segno.

«Ricordate? La primavera mi ha violentato e volente o nolente ora ne faccio parte anch’io. Di sicuro tutto ciò avrà ripercussioni anche su di me. Se divento come Onpu, non importa come farete, mi dovete fermare a tutti i costi.»

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«Non riesci a dormire?» Kotake stava scendendo le scale. Durante la notte la lieve nevicata era diventata una vera e propria tempesta di neve e la città era completamente imbiancata. Le compagne avevano deciso che finché non sarebbe finito tutto avrebbero dormito da Doremi. Aiko non era riuscita a chiudere occhio e gironzolava per il soggiorno dove le altre dormivano su divani e poltrone.

«A quanto pare nemmeno tu riesci a dormire. Doremi?» Sorrise Aiko.

«Russa come un treno e si dimena come un cavallo.»

Aiko sorrise di nuovo mentre seguiva Kotake in cucina. Lui accese la caffettiera elettrica. Lei si sedette al tavolo e dopo non molto tempo Kotake la raggiunse con due tazze fumanti di caffè.

«Ti ricordi quando sei arrivata per la prima volta nella nostra classe?» Cominciò Kotake riesumando i vecchi ricordi della scuola elementare frequentata a Misora.

«Indimenticabili: ricordo perfettamente ogni minimo particolare e quando ci penso rido ancora della maestra Seki che ci lanciava il gesso quando non la ascoltavamo.»

«Già, bei ricordi.» Kotake finì il suo caffè caldo in un unico sorso. «Ti prego: salva Doremi.»

Lo sguardo di Aiko cadde sulla propria mano ancora fasciata. In quello stato non poteva fare proprio niente, anche compiere delle magie più semplici era rischioso. Il cristallo vicino al corpo serve per risvegliare la magia, poiché la magia viaggia dal cuore ed usa gli arti superiori per diffondersi fuori dal corpo. La bacchetta e lo scettro sono solo dei catalizzatori con lo scopo di stabilizzare la potenza magica durante l’apprendista o per avere più portata.

«Per adesso Doremi è con te: non può essere più al sicuro di così.»

«Ma io non ho alcun potere magico, non ho alcun talento speciale, affido la sua vita nelle vostre mani.»

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Un vaso rotolò a terra infrangendosi al tocco con il pavimento. Lo udirono dal piano terra. La figura di Doremi apparve sulle scale e si fermò sul primo gradino guardandosi intorno.

«Parli del diavolo…»

«Resta seduto! Non ti muovere e parla sottovoce.» Disse Aiko mentre Kotake si rialzava per andare da Doremi.

«Ma che cosa succede?»

«Doremi non si alza mai di notte: inizia ad avere paura.»

Doremi avanzò silenziosa tra le amiche addormentate sul divano. Aiko fece cenno a Kotake di stare zitto e fermo. Entrò in cucina e si fermò sull’uscio. Aveva il respiro affannto, come se fosse una macchina a vapore, si guardò intorno ed avanzò verso il tavolo. Lo aggirò e si avvicinò ad Aiko. Il suo respiro era pesante e gli occhi parevano vuoti come quelli di un cieco. Allungò la mano verso il collo e lo tasto, la ritrasse ed avanzò verso Kotake che stava sudando. Doremi allungò la mano verso il suo collo e cominciò a stringere sempre di più mentre il marito gemeva e cercava di trattenere le grida.

La presa di Doremi si staccò dal collo mentre del sangue cominciò a colarle dal naso macchiando il pigiama con le note musicali. Si voltò e lentamente si diresse di nuovo verso il soggiorno nel quale le altre stavano dormendo. Sostò anche lì ma non allungò le mani, mosse semplicemente la testa disordinatamente, come fanno gli uccelli quando osservano qualcosa di nuovo. Alcune gocce di sangue caddero sul pavimento. Doremi uscì dalla casa lasciando la porta aperta dalla quale entravano dei fiocchi di neve.

«Kotake non uscire da casa per alcun motivo.» Disse Aiko alzandosi in fretta dalla sedia e gettandosi sopra le amiche per svegliarle. «Anche Doremi è stata posseduta! Svegliatevi dobbiamo inseguirla, lei ci porterà sicuramente dalla primavera!»

Anche se con qualche difficoltà tutte si misero in piedi e passarono dal caldo della casa al freddo della nevicata esterna. Poi si pietrificarono.

La neve cadeva di nuovo lenta sulla strada già innevata e sulle persone. Davanti alla casa di Doremi c’erano oltre alla padrona di case altre donne nude. Doremi si denudò e insieme alle altre persone prese il volo verso il centro della città e lontano dalla vista delle amiche.

«Dannazione.» Disse Aiko facendo apparire la scopa.«Inseguiamole.»

Inseguirono Doremi per l’intera città. Faceva freddo e le mani e la faccia si congelavano, era come se bruciassero, se si stessero per rompere in due. A Poppu e Momoko più di una volta si congelarono le palpebre e dovendosi fermare.

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Doremi decise di partecipare alla stessa audizione di Onpu. I registi stavano cercando il co-protagonista per una fiction tv. Incredibilmente Doremi era riuscita ad arrivare in finale e grazie alla magia si era travestita per interpretare un noto personaggio della letteratura giapponese. Non era andata male voleva vedere se Onpu riuscisse a fare di meglio, se davvero era così brava anche nella recitazione oltre che nel canto.

Contro tutte le aspettative Onpu si presentò sul palco nelle vesti di apprendista strega. Mossa rischiosissima. Si presentò e fece una magia contro la giuria costringendoli a votare lei come vincitrice alla fine delle audizioni. Naturalmente Onpu ebbe la parte.

Doremi sorrise nel profondo del suo cuore ricordando quell’episodio. Onpu aveva imbrogliato, anche se sapeva che l’avrebbero scelta di sicuro. O forse no, forse Onpu si sentiva insicura, c’era una possibilità che Doremi potesse essere scelta e che diventasse una nuova idol. Non lo seppe mai.

Doremi ora sapeva che si provava a essere come Onpu. Non riusciva a muoversi, gli unici movimenti che poteva fare era aprire e chiudere gli occhi. Il suo corpo si era destato durante la notte ed era avanzato lentamente per stringere le mani intorno al collo di Kotake.

La sua forza di volontà aveva fatto si che mollasse la presa. Aveva lottato come poteva. Era tremendo non riuscire a muovere i propri arti e allo stesso tempo sentire le proprie dita che affondano nel collo della persona amata. Aveva gridato interiormente. Il suo cuore batteva così forte che sembrava che stesse per esplodere. Il sangue colò dal naso e poi mollò la presa. Dovette lottare anche affinché il proprio corpo non mettesse le mani addosso a tutte le altre. Poi era uscita dalla casa e aveva iniziato a volare.

Non sentiva freddo nonostante stesse nevicando. Chiuse gli occhi e si arrese al proprio corpo, sentiva che la stavano seguendo, ora era nelle mani di Aiko e delle altre.

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Quando furono vicino alla nuova torre di Tokyo videro che, oltre a Doremi, si dirigevano in quella direzione decine e decine di altre donne nude. Chi a piedi e chi in volo andavano tutte ai piedi la torre.

Aiko udì un sibilo ed accanto a lei vide una strega ed un mago a bordo della scopa che intimavano loro di dirigersi verso dei gazebo bianchi lontani dalla torre. Scesero nel punto loro indicato e non appena Aiko mise i piedi a terra gli si parò davanti un furgone nero con scritto sul fianco Polizia. Le due persone che le avevano affiancate le condussero sotto i gazebo dove decine e di persone correvano da una parte all’altra. Incrociarono una persona dall’aria arrabbiata che imprecò contro Aiko.

«Che cazzo avevi intenzione di fare Senoo?» Era il suo capo della polizia istituita dalla regina delle streghe. «Quale parte della frase “L’incarico non è più tuo!” non ti è arrivata fino al cervello?»

Aiko sorrise: «Il punto esclamativo, credevo fosse una domanda.» Poppu rise ma uno sguardo della donna le fece raggelare il sangue. Era più giovane di Aiko, si vedeva benissimo ma sembrava la persona più autoritaria del mondo, una di quelle persone che è in grado di farti compiere qualunque cosa con appena uno sguardo.

«Ti ho detto: Riposati, da adesso ci pensiamo noi…»

«Ed io le ripeto che si tratta di una mia amica, anzi, ora sono due le amiche coinvolte.»

«Non mi interrompere!» La donna gridò così tanto che tutti interruppero ciò che stessero facendo impauriti. Era evidentemente una donna che faceva paura. «Si tratta di una donna che non ha esitato a tagliarti la mano e non credo che una prossima volta ti andrà tanto bene. Inoltre nonostante le molte informazioni di cui disponiamo, ti ho sempre detto che è molto pericoloso agire come fai tu.»

«Agire in che modo? Salvando le persone alle quali voglio bene e cercare di arrivare direttamente alla testa di tutto ciò invece di girarci attorno come fa lei.» Questa volta fu Aiko a gridare.

«Non ti permetto di alzare la voce in questo modo contro un tuo superiore, non stiamo giocando.» La donna puntò il dito contro il viso di Aiko e questa dovette indietreggiare. Poi anche lei alzò la voce. «Si tratta di vite umane. Non possiamo permetterci errori, non possiamo agire senza una strategia, non possiamo agire d’impulso come fai sempre tu.»

Aiko fece per parlare la donna la interruppe avvicinando ancora di più il dito al suo viso: «Avvicinandoti ancora saresti morta. Onpu uccide qualunque cosa si avvicini a meno di 150 metri dalla torre, ci ho già rimesso due streghe, cazzo! Due streghe, te ne rendi contro?»

«Non m’importa, sono sopravvissuta una volta, so cosa mi attende.»

«Non hai capito a dove voglio arrivare: sei sospesa fino a nuovo ordine, consegna il distintivo.»

«Me l’avete già requisito quando sono stata ferita in ospedale.»

«Allora che cazzo ci sei venuta a fare qui?»

«Comandate!» Un’altra donna urlò.

Tutti si voltarono e una ragazza dai lunghi capelli biondi come il sole avanzava a passo spedito. Tutti si inchinavo al suo passaggio ed anche Aiko, Momoko, Poppu e Hadzuki fecero lo stesso in contemporanea con il comandante.

«Maestà» Disse il comandante quando la regina Hanna le fu davanti.

«Grida un po’ più forte la prossima volta: forse in Europa non ti hanno sentito.» Poppu sorrise di nuovo ed alzando lo sguardo incrociò quello di Hanna che la fissava. Si voltò verso Aiko: «Venite con me.»

Si alzarono e seguirono Hanna. Al suo passaggio tutti s’inchinavano in segno di rispetto alla sovrana del regno delle streghe. Aiko sapeva che Hanna aveva cercato di eliminare quell’usanza ma ben presto capì che era l’unico modo per essere ascoltata dalle streghe molto più grandi di lei.

Hanna le condusse all’interno di una tenda circondata da maghi, poliziotti e streghe. Aiko sorrise. Era incredibile come si era incrementata in modo esponenziale la nascita di maghi e di come sulla Terra si registrarono aumenti di apprendisti maghi ed una così vertiginosa diminuzione delle apprendiste streghe. Forse era un bene.

«Appena ha cominciato a nevicare ho mobilitato tutti e siamo venuti.» Esordì Hanna. «La situazione è questa: C’è come un campo di forza attorno alla torre. Chiunque ci entri dentro e non fa parte della primavera viene attaccato immediatamente da Onpu e l’attacco non si ferma finché lei non ti uccide. Sotto la torre si stanno radunando decine e decine di donne nude, supponiamo siano le floreali. Attendiamo che si faccia vivo il capo della setta, poi attaccheremo.»

«Eh?» Poppu non sapeva niente.

«Lascia stare: noi dobbiamo solo salvare Doremi e Onpu.» Spiegò Aiko.

«No! Tu lascia stare.» Intervenne Hanna. «Ora che conoscete la situazione andatevene a casa, e subito!»

«Ma Hanna.» Protestò Aiko. «Noi vogliamo solo aiutare.»

«Ed io voglio aiutare voi, quindi dovete andare via e lasciar fare a noi, io non voglio che vi capiti qualcosa di male, rischio … di perdere Doremi e Onpu e non vorrei piangere su altre tombe.»

«Perché dici così?» Chiese Momoko.

«Io le do per morte! Il nostro informatore ci ha riferito che una volta che vengono impossessate in questo modo appena non servono più vengono uccise.» Hanna abbassò la testa. «Vi prego, andate via. Ve lo chiedo come regina, come amica e come … figlia.»

Momoko trascinò via le altre e si allontanarono a testa bassa dalla zona presidiata dalla polizia. Lì vicino c’era un piccolo parco ed Aiko si gettò sull’erba in lacrime e prendendo a pugni il terreno per la rabbia.

«Sei una stupida Hanna.» Gridò Aiko e poi riversò tutte le sue lacrime alla terra.

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“Ehi” una voce si fece largo nelle loro menti. “Sono Akazuki, parlatemi nel pensiero e non verremo scoperti dalla primavera, se volete aiutare Doremi ed Onpu dovete spogliarvi completamente. Nascondete tutto e raggiungetemi, non abbiamo molto tempo.”

Aiko fu la prima a denudarsi.

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