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Autore: Taiga89    25/08/2013    2 recensioni
Alexia è una ragazza con un segreto, un segreto che l'ha costretta a fare una scelta e che ora, pretende che ne faccia un'altra. Ma è difficile, e la giovane vaga per la spiaggia, tormentandosi senza sosta. E in una fredda giornata invernale, dove non c'è più spazio per i sogni, ma solo per la malinconia, c'è ben poco da aspettarsi. Oppure no?
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose che restano
 

Alexia camminava tranquilla, affondando leggermente nella sabbia ad ogni passo, per poi riemergere a quello successivo. Non c'era nessuno sulla spiaggia, a parte lei: era troppo presto e, soprattutto, faceva troppo freddo. Spostò lo sguardo dal cielo nuvoloso, che prometteva pioggia, alla distesa d'acqua salata, che prometteva una tempesta ben peggiore di quella che di lì a poco si sarebbe scatenata nel regno delle nuvole. Alla giovane sembrava che il mare urlasse la sua rabbia antica di padre offeso dal grande Ulisse, o forse il suo recente odio per gli esseri umani che distruggevano il suo dominio. Ma, e di questo ne era certa, Poseidone non era arrabbiato con lei, e si limitava ad accompagnare i pensieri della ragazza con la sua voce possente. Il vento le scompigliava i capelli, impregnandoli di salsedine, ma la cosa non sembrava turbare minimamente Alexia, dato che era completamente immersa nelle sue riflessioni e nella contemplazione del paesaggio. Si fermò a pochi passi dal mare, infine, e si mise di fronte a lui, come se volesse sfidarlo. Solo dopo un po' di tempo, trascorsi diversi minuti da quella battaglia silenziosa, si decise ad abbassare lo sguardo sull'oggetto che si stava rigirando fra le dita della mano sinistra da ore. Era un semplice anello in argento, privo di incisioni o di decori, una fedina da fidanzati, anche se di un certo valore. Gli occhi grigi della giovane sembravano riflettere il colore del metallo, in una muta gara a chi riusciva ad adattarsi meglio a quel paesaggio invernale. Piccoli sbuffi di aria calda le uscivano dalle labbra, evidenti per via della bassa temperatura stagionale. Sentì una fitta al cuore, un tuono nel corpo, e smise di giocherellare con l'anello, lo sguardo deciso a tornare alla distesa d'acqua. Ma ora il mare sembrava aver smesso di occuparsi di ciò che lo faceva arrabbiare per andare incontro alla microscopica ragazza dai capelli rossi che lo fissava. E lei quella chiamata non poteva tollerarla, non in quel suo momento di fragilità. Volse allora il capo, il busto e gli occhi grigi, alle montagne innevate alle sue spalle. Come lei fronteggiava il mare, loro fronteggiavano il cielo, stagliandosi contro di lui.
Lì, in quel posto dimenticato da qualunque dio, due nature profondamente diverse come quella marina e quella montana, si riunivano per volere della loro comune madre, la Terra. Lì, Alexia e Devon, si erano incontrati. La ragazza fece un paio di profondi respiri, lasciando che l'aria fredda le congelasse i polmoni. Ancora non si era abituata alla cosa, eppure trovava quel semplice gesto, forse un po' masochista, un ottimo modo per rilassarsi. Riportò gli occhi argentati sull'anello, che ancora la guardava, senza pietà, spingendola sui cocci taglienti dei ricordi.
Devon abitava lì da ben prima che Alexia si decidesse a metterci piede. Era un ragazzo sulla ventina, non particolarmente bello, ma gentile ed intelligente. E, cosa ancor più importante, aveva qualcosa che la giovane non aveva mai visto in nessuno: uno sguardo buono. Gli occhi di Devon erano verdi come la foresta in cui era nato e cresciuto e, seppur non privi di un lato selvaggio che lo legava ai monti, erano gli occhi di una persona buona. Ecco perché Alexia aveva finito per innamorarsi di lui, inevitabilmente. Ma innamorarsi, non era il verbo adatto per descrivere ciò che era capitato a loro due; infatti, non si erano “semplicemente” innamorati, si erano dati l'uno all'altra senza riserve, si erano fusi in solo essere: loro erano il punto dove mare e montagna si incontravano, e quel punto esisteva da ben prima che loro nascessero. Erano nati per stare insieme e il fatto che avessero deciso di avere una relazione, non significava nulla: avrebbero potuto essere anche amici, fratelli,cugini, qualunque cosa. Anche ora che i loro cuori si erano allontanati, non c'era odio o rancore. Alexia sospirò, tornando con la mente a ricordi ancor più dolorosi, il momento della loro separazione. No, non aveva rimpianti, ma la malinconia, il dolore del distacco, era ancora lì nel cuore e batteva più forte del muscolo cardiaco, mosso da impulsi elettrici creati dal suo animo.
Dovette fare un altro respiro profondo, per evitare che i suoi stessi sentimenti la inghiottissero, facendola sentire abbandonata. Lo sapeva bene perché non potevano più stare insieme, lo sapeva e lo capiva. Ma si sa, la razionalità non è abbastanza quando nel cuore ci si ritrova un deserto arido e qualcosa al centro, che batte dolorosamente, ricordandoci che siamo di più che esseri fatti di carne e sangue. Era il momento di andare e lo sapeva. Eppure, qualcosa ancora la tratteneva in quel luogo, quella sofferenza antica e incolmabile, quell'anello d'argento fra le mani, quei monti che chiamavano il suo nome come avrebbero potuto fare dei fratelli. Si trovava ad un bivio, e conosceva perfettamente la strada da percorrere, la famosa giusta via, ma era divisa fra le montagne e il mare, fra l'uomo che aveva amato e ciò che era giusto per lui.
Ancora una volta, tornò a guardare il gioiello, ora immobile sul palmo della sua mano. Le venne una gran voglia di buttarlo in acqua, e poi di buttarsi a sua volta; le venne voglia di stringere l'anello e di correre urlando verso le montagne; le venne voglia di spogliarsi, in quel freddo invernale, sdraiarsi sulla sabbia e attendere che il cielo, il mare e i monti scegliessero per lei. Divisa fra il desiderio bruciante di tornare da Devon e dalle montagne che lui amava, e quello di ricongiungersi con il mare e annegare in esso, si sentiva straziata come non mai dai suoi stessi desideri. Quella volta, la potente e forte Alexia era semplicemente una ragazza sola e triste, incapace di scegliere.
Per tutta la vita aveva sempre fatto la cosa giusta, pagandone sempre le conseguenze con fierezza. Aveva sopportato sulle sue esili spalle ogni genere di peso e dolore, per il bene degli altri, per fare la cosa giusta, per avere cura del prossimo. Ma ora, ora che aveva conosciuto Devon, ora che aveva diviso la sua anima con un altro essere e portava ancora dentro di sé metà dell'essenza del suo compagno, non voleva più fare la cosa giusta.
Stette ferma per diversi minuti, la mente congelata in quel freddo eterno che aveva molto in comune con quello che sentiva all'esterno. Attese, semplicemente, una risposta, un segno qualunque che le risolvesse quel dilemma che lei non aveva il cuore, e non la forza, di sciogliere.

 

Rare sono le volte in cui la vita ci fornisce le risposte; ancor più rare sono le volte in cui la vita ci fornisce le risposte esatte e nel momento in cui ci servono. Eppure questi eventi accadono e Alexia ebbe la fortuna di ottenerne uno, nel momento in cui più ne aveva bisogno. Dall'alto, lentamente, iniziarono a cadere piccoli e delicati fiocchi di neve. Ancora incerti, come bambini appena nati, danzavano nell'aria, troppo deboli per fermarsi sulla spiaggia e sui capelli e gli abiti della ragazza. Meravigliata per quell'inatteso piccolo miracolo, la giovane non pensò più a nulla, e si perse nell'osservare quello spettacolo magnifico che il cielo aveva deciso di regalarle. Attese in silenzio che i fiocchi si facessero più audaci e sicuri, tanto da decorarle i capelli e da fermarsi per terra. Non seppe dire quanto tempo passò lì, sotto quella pioggia candida e ghiacciata, ma quando si riprese da quello stato di torpore e totale beatitudine, la neve aveva steso il suo manto elegante e candido sulla spiaggia. Alzò allora gli occhi al cielo e scrutò fra le nubi bianche, un sorriso dipinto su quel volto da bambola.
«Va bene» disse Alexia con voce morbida e non più dipinta con le sfumature della sofferenza.
Con quell'espressione sul viso tornò a guardare l'anello, mentre i piedi si muovevano in automatico verso il mare, sicuri della strada intrapresa senza bisogno che gli occhi li supportassero in quel cammino. A pochi millimetri dall'acqua, si fermò. Con lei, sembrò fermarsi tutto il mondo, in attesa della risposta di Alexia, che sembrava dubitare, proprio ora che aveva ottenuto ciò che aveva chiesto. Ma no, era solo un'illusione, e presto il mondo e la ragazza tornarono a muoversi. Con lentezza, la giovane si mise l'anello sull'anulare della mano destra e lo baciò. Con altrettanta calma, iniziò a togliersi ogni abito di dosso, come se stesse percorrendo nella mente e nei gesti un rito sacro e antico. Una volta nuda, di fronte al mare che ancora la chiamava, ora con dolcezza, si mosse verso questo. Quando i piedi toccarono l'acqua che per tutto quel tempo aveva bramato, il mare si calmò subito, accordandosi con l'atmosfera ovattata e accogliente che il cielo aveva creato. Alexia fece un respiro profondo e liberatorio e poi si addentrò nell'acqua, come se non sentisse minimamente il freddo. Si immerse piano, con delicatezza, e quando finalmente anche il rosso crine venne interamente bagnato dal liquido, la giovane riprese le sue vere sembianze. Un ultimo respiro nella forma umana che aveva scelto per amare, e poi si immerse, per non fare più ritorno nel mondo umano. Con lei, scomparve l'anello che portava al dito. Anche l'immortalità ha un prezzo, ed è quello di condividere con gli umani la caducità dell'amore e della felicità.

In quello stesso momento, fra le cime dei monti di quel posto desolato, un uomo anziano, sdraiato nel letto, vide comparire sulle lenzuola un anello d'argento. Lo strinse fra le dita, per nulla stupito, e pianse tutto il suo dolore di uomo mortale che aveva voluto amare una creatura immortale.

Rare sono le volte in cui la vita ci regala qualcosa; ancor più rare sono le volte in cui la vita ci regala esattamente ciò che desideriamo. Eppure questi eventi accadono e Devon ebbe la fortuna di ottenerne uno, nel momento in cui più ne aveva bisogno. Le sue lacrime si fecero di ghiaccio e così il resto del suo corpo. Dopo pochi minuti, dell'anziano non vi fu più traccia.
 

Ogni anno, quando l'inverno arriva e nevica in quel posto sconosciuto ai più, dove la montagna e il mare si incontrano, Alexia e Devon si uniscono ancora una volta: lei, nel mare, può vedere e toccare il suo amato, per un solo singolo istante, mentre egli scende in fiocchi di ghiaccio; lui, nel cielo, può vedere e toccare la sua amata, per un solo singolo istante, mentre ella sale in superficie.

 

Ci sono legami che non si possono spezzare, nemmeno a queste condizioni. Il filo rosso del destino, lo chiamano. Per me, sarà sempre un anello d'argento a simboleggiare che anche dove l'amore finisce, i legami restano.


Spazio autrice:

Questa storia ha partecipato al contest: Le quattro stagioni. E' arrivata al quarto posto. La versione che ho pubblicato è quella rivista e corretta dalle gentili giudici del contest. Quindi, un ringraziamento speciale va a loro: Aurora_Boreale_ e 9dolina0

 

  
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