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Autore: HisLovelyVoice    25/08/2013    2 recensioni
Era un comune ragazzo, ma colpì subito Jane. Il suo tenero sorriso le scaldò l'anima, da troppo tempo fredda e sofferente. Il suo era un sorriso vero, di quelli che Jane non mostrava più da molto tempo. Era un sorriso che la lasciò meravigliata per quanto fosse luminoso. Le sembrava di non aver mai visto nulla del genere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontro al profumo di cannella

 

Quel giorno Jane aprì il suo negozio di dolci "Zucchero e Cannella" un paio d'ore prima del solito. Doveva ancora finire di preparare i dolci che avrebbe dovuto sistemare nella vetrina quasi completamente vuota da ormai due settimane. I clienti non erano tantissimi, ma abbastanza da permetterle di pagare l'affitto della casa dove abitava da sola, e aveva il terrore che potessero diminuire.
Si mise subito all'opera, legandosi i lunghi capelli neri e infilandosi il grembiule di suo padre. Da quando se ne era andato per sempre, a Jane era caduto il mondo addosso, e non aveva nessuno a cui potersi appoggiare per far sembrare minore il suo peso. Il suo corpo poi era così esile che non riusciva a reggere la pesantezza della cattiveria della gente, e suo padre le mancava così tanto che a volte non riusciva quasi ad andare avanti. Scoppiava a piangere all'improvviso, e solo gli antidepressivi riuscivano a calmarla. Lui era l'unico familiare che le era rimasto, dato che la madre era morta di parto e sua sorella con lei. I nonni non li aveva mai conosciuti, e i suoi genitori non avevano fratelli. Improvvisamente si era ritrovata in questo mondo pieno di crudeltà da sola, senza nemmeno un amico pronto ad aiutarla. Spesso si ritrovava a indossare le cose del padre, sperando di vederlo rientrare dalla porta di casa dicendole che al supermercato la fila era stata davvero lunga, e arrabbiandosi scherzosamente subito dopo perché lei aveva indossato le sue cose.
Sospirò. Doveva provare a superare queste sue inutili fantasie, o non sarebbe andata da nessuna parte.
Prese la ricetta che sua madre le aveva insegnato quando era piccola e, anche se la sapeva a memoria, la mise sul tavolo, come ad indicare che lei c'era ancora, che non se ne era mai andata. Prese tutti gli ingredienti e li mise sul piano da lavoro, poi si tirò su le maniche e iniziò a preparare l'impasto.
 
Micky vide da in fondo alla strada il negozio che faceva i dolci più buoni di tutto il paese. Lui non c'era mai entrato, di solito andava la madre a prenderli, ma quel giorno era il suo compleanno e voleva farle una sorpresa.
Si guardò un po' intorno, ritrovando la sua infanzia in quel paesino dove si trovava in vacanza. I vicoli stretti dove giocava a nascondino, le fontane dall'acqua freschissima dove si fermava sempre a bere, la ricca flora meravigliosa che caratterizzava quel paese e che lo proteggeva dal sole battente quando affaticato e accaldato tornava a casa.
Inspirò a fondo l'aria pulita del posto, riuscendo a distinguere vari profumi. Sentiva l'odore del pane appena sfornato, quello della frutta e della verdura di stagione, quello del pesce pescato probabilmente quella stessa notte.
Passeggiava lentamente, aveva tutto il tempo per godersi al meglio quel posto meraviglioso. Ogni tanto girava il volto all’indietro per guardare ciò che si lasciava alle spalle, e se magari intravedeva qualche volto conosciuto alzava la mano sorridendo per salutarlo. Stava bene lì, non sarebbe mai voluto andare via.
Intorno a lui la gente piano piano aumentava, così come aumentavano i vari rumori. Zoccoli dei cavalli, ruote dei carri, voci di uomini e donne, risate dei bambini. La varietà era immensa e si sentì fortunato ad avere ancora una casa lì. Ogni volta che tornava rimaneva estasiato da quelle visioni così diverse da ciò che vedeva nella città dove abitava. Pensò che forse sarebbe potuto tornare ad abitare nuovamente lì, doveva solo trovare un valido motivo.
 
Erano passate circa due ore, e Jane aveva finalmente finito di preparare tutti i dolci di cui aveva bisogno per rendere più attraente la vetrina. C'erano torte, pasticcini, crostate, ciambelloni, biscotti e tante altre delizie insegnatele con amore sempre dalla madre. Ogni volta che cucinava quei dolci le sembrava di tornare indietro nel tempo e si rivedeva nella cucina della sua piccola casa con le mani e il volto sporco di farina, mentre la madre le mostrava come rendere più morbido l'impasto. Quei ricordi di solito facevano spuntare un accenno di sorriso sul suo volto, ma in quel momento non se la sentiva. La pesantezza della sua vita si fece sentire più che mai quel giorno, e non riusciva a capire il perché. Forse aveva solo bisogno di riposare un po’, ma lei non aveva tempo per se stessa, cercava in continuazione nuove ricette per non deludere mai i clienti.
Sospirò. Doveva iniziare assolutamente a sistemare la vetrina, o i clienti sarebbero arrivati e, trovandola a lavoro, non sarebbero entrati per non disturbarla, come era già successo più di una volta.
 
Micky si avvicinò lentamente al negozio di dolci, ogni tanto fermandosi o davanti qualche vetrina che attirava la sua attenzione o a parlare con i signori che gli venivano incontro.
Quando fu davanti la vetrina che veramente gli interessava, vide una piccola ragazza di circa vent'anni intenta a sistemare dei dolci molto invitanti su dei tavolinetti tondi. C'erano così tante cose diverse che avrebbe voluto assaggiarle e comprarle tutte. Non voleva disturbarla, così si sedette su una panchina lì di fronte e iniziò ad osservarla, cercando di non dare troppo nell'occhio.  Aveva dei capelli neri legati in una coda di cavallo fatta al volo, senza prestarci troppa attenzione. Indossava un grembiule un po’ sporco di farina e di crema che le stava molto grande, probabilmente non era il suo. Le sua fronte alta era aggrottata per la concentrazione, e tenendo le mani puntate sui fianchi valutava il modo in cui aveva disposto i dolci. Non alzò mai lo sguardo verso il ragazzo, e Micky non potè vedere i suoi occhi. Iniziò così a immaginare il loro colore, perdendosi nei suoi stessi pensieri.
Potevano essere marroni come i suoi, o forse più tendenti alla nocciola dei suoi dolci. Potevano essere neri come il cioccolato fondente che spesso usava nei suoi deliziosi biscotti. Oppure potevano essere azzurri come le creme al burro che preparava per i cup-cake. Ma Micky non riusciva a spiegarsi perché sentisse che i suoi occhi fossero verdi, come l'insegna elegante e per nulla imponente del suo grazioso negozio.
Scosse la testa: non avrebbe mai capito il suo cervello.
Quando vide che la ragazza aveva finito di sistemare i dolci aspettò un paio di minuti, giusto per non dare l'impressione di averla osservata, poi si alzò ed entrò nel negozio.
 
Lo scampanellio della campanella messa sulla porta richiamò immediatamente l'attenzione di Jane, che stava finendo di sistemare gli ultimi cup-cake sull'alzatina. Subito si avvicinò al bancone con lo sguardo basso, portando con se la sua composizione appena sfornata e posandola sul piano in legno. Nel negozio si stava lentamente diffondendo il buon profumo di cannella che le ricordava tanto la madre. Quando tornò alzare il volto con un sorriso finto stampato sulle sue labbra carnose, si ritrovò di fronte un ragazzo sulla ventina abbastanza alto, con occhi e capelli marroni. Era un comune ragazzo, ma colpì subito Jane. Il suo tenero sorriso le scaldò l'anima, da troppo tempo fredda e sofferente. Il suo era un sorriso vero, di quelli che Jane non mostrava più da molto tempo. Era un sorriso che la lasciò meravigliata per quanto fosse luminoso. Le sembrava di non aver mai visto nulla del genere.
Micky rimase sorpreso nel notare che gli occhi della ragazza fossero davvero verdi, con anche qualche venatura marrone. Le sorrise gentilmente, sentendo nell'aria un delizioso profumo.
- Ciao. - la salutò come se si conoscessero. Alla fine avevano circa la stessa età, e trovava completamente inutili le formalità.
Jane rimase colpita da quel suo modo così diretto di salutarla, e si sentì, dopo molti anni, di nuovo amica di qualcuno.
- Ciao. - disse lei, timorosa che fosse tutta solo un’illusione. - Che cosa posso fare per te?
Micky pensò che le avrebbe voluto chiedere di sorridere veramente. Avrebbe tanto voluto vedere un suo sorriso sincero, e non finto per nascondere probabilmente molta sofferenza come lo era in quel momento.
- Cos'è questo buon odore? - chiese invece comunque molto curioso, continuando ad annusare l'aria.
Jane indicò subito i biscotti che aveva posato sul bancone vicino ai cup-cake. - Biscotti alla cannella. - spiegò. - Li ho sfornati da nemmeno cinque minuti, vuoi assaggiarne uno? - chiese come faceva con tutti i clienti quando aveva appena preparato qualcosa. Eppure le sembrava diverso dalle altre volte. Le sembrava di star parlando davvero con un amico. Si sentiva così bene che avrebbe potuto anche sorridere davvero, come faceva quel ragazzo.
- Molto volentieri. - accettò lui, avvicinando la mano al vassoio.
Appena addentò il biscotto, un aroma non troppo forte di cannella si sprigionò nella sua bocca, lasciandolo meravigliato per quanto fosse squisito. Era croccante al punto giusto, e il fatto che fosse ancora caldo lo rendeva ancora più buono.
- È davvero delizioso. - si complimentò non appena lo ebbe finito.
Jane sorrise, e Micky notò una piccola fossetta sulla sua guancia destra.
- Grazie. - mormorò lei. - Vuoi che te ne metta un po' in una scatola?
Micky annuì con molto entusiasmo, facendo sorridere ancora di più Jane. Da quanto tempo non si sentiva così bene? Tanto, troppo. Era da così tanto che non sorrideva in quel modo che, prima di farlo, pensò di non esserne più capace.
- Quanti me ne puoi dare? - chiese lui.
Jane alzò le spalle. - Quanti ne vuoi. - rispose semplicemente.
Micky si portò una mano dietro la testa, pensando. - Devo prenderli per il compleanno di mia madre. Lei adora la cannella, quindi sono perfetti, anche perché non voleva una torta. Quanti pensi dovrei prenderne?
- Ti faccio un vassoio. - disse Jane abbassandosi sotto il bancone e prendendo un vassoio di cartone, della carta di un verde chiaro per incartarlo e un nastro, anch'esso verde, ma più scuro.
Riempì il vassoio sotto lo sguardo attento di Micky, che come ammaliato osservava le dita affusolate della ragazza che velocemente piegavano la carta e facevano un fiocco con il nastro.
- Ecco qua. - disse quando ebbe finito. - Sono cinque sterline.
Micky tirò fuori dal portafoglio due banconote da cinque sterline e gliele porse, ma Jane non le prese. - Emmm... sono dieci, ed io ho detto cinque. - gli fece notare.
- Lo so. - rispose Micky. - Prendile.
Jane scosse immediatamente la testa. - No, sono troppe. - disse.
- Allora dimmi come ti chiami. - rispose Micky. Voleva sapere assolutamente il nome di quella ragazza. Voleva sapere il nome della ragazza che con solo uno sguardo l’aveva incantato.
Jane sentì le sue guance imporporarsi leggermente, meravigliata di quella domanda che da tanto tempo nessuno più le porgeva. Da molto non parlava più con qualcuno che non considerasse solo un cliente, e si sentì di nuovo viva.
- Jane. - mormorò un po' imbarazzata.
Jane, ripeté a mente Micky, pensando che fosse un nome bellissimo e che le si addicesse molto.
- Il mio nome è Michael, ma puoi chiamarmi Micky. - disse lui sorridendo.
Jane ripeté a mente il nome del ragazzo, pensando che se le diceva di poterlo chiamare Micky voleva dire che forse la considerava una possibile amica.
- Bene, allora queste sono le cinque sterline. - disse il ragazzo posandole sul tavolo. Jane porse il vassoio a Micky per poi prendere le sterline. Il tempo di metterle dentro la cassa che Micky aveva posato di nascosto le altre cinque vicino al piatto di biscotti alla cannella senza che lei se ne accorgesse. Si avvicinò all'uscita sorridendo. - Ci vediamo Jane. - disse prima di uscire.
- Ciao. - mormorò lei guardandolo andare via.
Jane si sentiva felice. Non stava così bene da veramente troppo tempo, quel semplice ragazzo le aveva stravolto la giornata, se non la vita. Si sentì molto fortunata ad averlo incontrato, e avrebbe voluto vederlo ancora. Stare quei pochi minuti con lui l'aveva fatta stare bene come quando suo padre era ancora vivo. Forse anche per lei c'era la speranza di tornare a vivere.
In quel momento si sentì però anche un po’ vuota, come se le mancasse qualcosa. Dentro di lei era entrato il sorriso del ragazzo e ne aveva ancora bisogno per dissetare la sua anima da troppo tempo rimasta senza dolcezza.
Iniziò a sperare, mentre sistemava la carta sotto il banco, che lui tornasse nel suo negozio con quel sorriso. Quel sorriso che sembrava aver fatto diminuire il peso del mondo che lei sentiva sulle sue spalle da ormai troppo tempo.
- Jane? - si sentì chiamare improvvisamente. La ragazza alzò il volto, meravigliata che Micky si fosse riaffacciato nel negozio.
- Si?
- Sorridi più spesso, quando lo fai sei ancora più bella. - disse semplicemente per poi uscire di nuovo senza aspettare una risposta. Le guance della ragazza avvamparono nuovamente e, senza che se ne accorgesse, un timido sorriso sincero spuntò sul suo volto.
 
Una volta nuovamente fuori dal negozio, Micky sorrise felice: aveva trovato un motivo valido per restare.
 
 
 
 
Ciaaaaao *saluta lentamente con la manina*
Beh, questo è il risultato di un ferragosto passato in casa senza nulla da fare ;)
Non è un capolavoro, lo so, ma penso sia decente. :)
Spero vi sia piaciuta, anche se non è molto particolare e forse è anche un po’ banale.
Se non si fosse capito, amo Micky, soprattutto quando sorride o ride :3
Approfitto e gli faccio gli auguri, dato che oggi è il suo compleanno. Taaaaaaaanti auguri deficiente <3
Se vi va, sarei felice di leggere le vostre opinioni. Non siate timidi, mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate. Se ci sono degli errori/orrori, per favore, fatemeli notare! :D
Penso, rispetto all’altra storia pubblicata in questa sezione, di aver fatto qualche passo avanti. Poi spetta a voi dirlo. c:
Questo, se vi interessa, è il profilo di facebook che ho creato solo per Efp:
https://www.facebook.com/hope.efp.9 La foto in alto è stata modificata da mia sorella, Merigold. Non so se ha già pubblicato qualcosa, ma vi assicuro che è bravissima (non lo dico solo perché sono la sorella), quindi vi consiglio di tenere d’occhio il suo profilo.
Be’, non ho nient’altro da dire. Spero solo di non avervi annoiato :)
Ci sentiamo! :D
Un bacio
Giulia xxx

  
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