Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Assasymphonie    26/08/2013    1 recensioni
E constatare come il letto a baldacchino fosse resistente fece schizzare alle stelle il suo bilancio.
{ KassAli }
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alibaba Saluja, Cassim
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Come closer.

Personaggi: Alibaba / Kassim

Rating: Giallo

Note dell'autore: AU / Sentimentale / Slice of Life

Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

 

 

.Come closer.

 

« ... E quindi sarebbe questa? » Nessun essere umano, nemmeno il più paziente e il meno scettico del mondo intero, sarebbe riuscito ad evitare che il proprio sopracciglio destro si sollevasse lentamente a quella vista; figuriamoci qualcuno come Kassim, decisamente poco portato ad essere paziente e con un bagaglio quasi più alto di sé dietro le spalle, stretto solo dalla mano destra tirata indietro con tutto il braccio. Le sue parole avrebbero dovuto raggiungere assai bene il ragazzo biondo, più basso, svettante accanto a lui e con un sorriso da un orecchio ad un altro che brillava sul suo viso. Alibaba aveva sempre, sempre avuto il dono dell'ingenuità -o sfortuna? Era ancora tutto da considerare in quel frangente- e quello che Kassim si ritrovava ad ammirare ne era, forse, la prova più lampante e veritiera in quattordici lunghi anni di amicizia. « E' stato un vero affare, Kassim! Non potevo non prenderla! »

L'idea che entrambi avevano avuto non suonava così male, inizialmente. Sia Kassim che Alibaba erano riusciti a trovarsi un lavoro abbastanza remunerativo per iniziare gli studi universitari sia per affittare in due una piccola casa per allontanarsi dai ricordi che le loro precedenti abitazioni rigettavano loro contro ogni mattina, sia per compiere meno strada possibile per frequentare le lezioni. Kassim aveva osato lasciare Alibaba a pensare alla suddetta casa mentre lui si sarebbe occupato di vendere le case precedenti e di organizzare il trasloco -non che avessero chissà quante cose, infatti due trolley e un borsone enorme a testa erano bastati, più un carrello per i libri-; il risultato... lasciava assai a desiderare, ed era addirittura peggiore dei peggiori incubi di Kassim.

Non rispose, quindi, al vanto di Alibaba -per altro immotivato e immotivabile-, e compì pochi passi in direzione dell'abitazione. La fortuna di essere figli di immigrati in America era che tutte le case sembravano nascere come villette a due piani, altro che appartamenti costosissimi nel bel mezzo della città: dal retrogusto tipicamente vittoriano, colonnine sottili a reggere la verandina, una decina di scalini per arrivare al portone e persino un giardino sul retro, grande abbastanza da poterci addiritura installare una piscina in estate, il comignolo che lasciava presagire un bel camino interno... « Baba. » Fu la voce più cupa e raschiante del solito di Kassim ad interrompere la contemplazione estatica del biondino i cui occhi castani andarono a cercare quelli dorati altrui pieni di domande inespresse. Ma l'altro non aveva ancora finito e i ciottoli vennero morsi dalle suole dei pesanti anfibi, il vento fu intrappolato tra gli intrecci dei rasta che rimbalzarono sulla schiena fino a quando non si trovò faccia a faccia con Alibaba. Poteva mandare raggi laser dagli occhi. « Non c'è la porta, il giardino è una giungla, le finestre sono rotte, il comignolo è un buco nel tetto insieme a tanti altri, mezza veranda è crollata e il muro ha più fori di uno scolapasta. Quanto precisamente l'avresti pagata, eh? »

Dicevamo prima sull'ingenuità? Alibaba si era lasciato abbagliare dal prezzo terribilmente più basso della media di mercato, convintissimo che- « I lavori li facciamo noi Kassim, tu sei bravo! »
Ecco, appunto. Un sospiro sonoro rotolò dalle labbra dell'appena nominato mentre il capo veniva abbassato contro il petto di Alibaba: di fronte a quell'ingenuità non si sarebbe mai potuto arrabbiare veramente, per questo gli sfilò le chiavi dalla contratta mano destra e si diresse verso il buco al posto della porta. Erano visibili i segni dei chiodi e delle assi che prima avevano tenuto sbarrata l'entrata ma ora niente e nessuno impediva alla polvere di alzarsi ad ogni passo di Kassim e Alibaba, impegnato a trascinare dentro ogni singolo bagaglio. La casa non era poi così terribile, convenne l'altro osservando criticamente il soggiorno con i mobili coperti da teli bianchi, la cucina che sembrava risalire al 1920 e il piccolo studio ormai grigio di polvere. « Vieni, saliamo. »

Le scale scricchiolavano ad ogni singolo passo dei loro anfibi e stivali, ed il piano superiore era talmente cupo da costringere Kassim ad accendere il telefono per illuminare la strada. Ma era impossibile non accorgersi di due braccia che ormai gli avevano avvolto la vita e il respiro scattante e leggermente spaventato di un certo biondino dietro le sue spalle. « Baba, è solo polvere. Vieni, cerchiamo le camer- no, la camera da letto. » Il piano superiore contava solo due stanze: un bagno e una sola camera da letto, come Kassim scoprì con relativa accettazione. Se avevano fatto trenta, dovevano anche fare trentuno no? La porta cigolò sui cardini e rivelò qualcosa che non sarebbe certo sfigurato un secolo prima: un enorme, gigantesco, impolverato letto a baldacchino. Non si riusciva nemmeno a capire bene se ciò che pendeva dalla struttura fossero ragnatele o resti di tessuto, ma Kassim sorrise nel sentire Alibaba stringersi e contrarsi contro la sua schiena, come se avesse paura di quel letto. « Posso perdonarti la casa solo per questo letto. Non dirmi che hai paura di dormire sempre insieme, pensavo l'avessi superata quando mi hai chiesto di convivere. »

La tonalità di rosso che Alibaba assunse prima e dopo il bacio ripagò Kassim di ogni grammo di delusione avuto nel vedere quella casa ormai loro. E constatare come il letto a baldacchino fosse resistente fece schizzare alle stelle il suo bilancio.

 

.The end.

   
 
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