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Autore: revengekc    26/08/2013    3 recensioni
Fanfiction Klaroline. Parte dalla 4x14:
Caroline ha dovuto dire addio a Tyler. Lui ha promesso che l'avrebbe dimenticata, che avrebbe avuto una vita felice senza mai pensare a lei. Klaus ha promesso che gli avrebbe dato la caccia, finché non fosse riuscito ad ucciderlo. Ha concesso a Tyler solo un piccolo vantaggio, su preghiera di Caroline. "L'ho fatto solo per te" le aveva detto, prima di scomparire nell'oscurità, ed iniziare la sua caccia. Era questa la sua compassione, non poteva offrire di più.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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 Si svegliò di soprassalto. Era madida di sudore, una lacrima sfuggì dai suoi occhi. L'aveva sognato di nuovo. Il cuore di lui stretto nel pugno dell'ibrido, mentre i suoi occhi mori si spegnevano guardando il suo assassino, una macchia di sangue a terra, che piano piano si allargava, come l'inchiostro sulla stoffa. E lei lontana, a casa sua, senza poter fare niente, senza poterlo salvare, senza poter frenare l'ira omicida dell'originale. Senza neanche sapere, quando, dove. Era passata quasi una settimana da quando Tyler aveva dovuto lasciare Mystic Falls, Elena e gli altri erano tornati dalla ricerca della cura, portando nient'altro che brutte, pessime notizie. La cura era stata rubata, Silas era tornato in vita. E Jeremy era morto. Elena era a pezzi, spenta, e Damon l'aveva costretta a spengere anche la sua umanità. Non poteva davvero andare peggio di così. Caroline non aveva detto quasi niente su Tyler e Klaus ai suoi amici, aveva paura di sembrare inappropriata, insignificante, davanti al dolore di Elena, al dolore di tutti quanti. Come sempre, si era sentita inferiore, e si era rifugiata nella solitudine delle sue angosce. Solitudine. Sì, in quel momento si sentiva infinitamente e irrimediabilmente sola, abbandonata da tutto e da tutti. Ed era tutta colpa sua. Aveva sfidato Klaus per troppe volte, troppe volte aveva superato il limite, aveva esagerato. Lei e Tyler, e tutti gli altri, avevano esagerato. Ed adesso Klaus si era rivoltato contro Tyler, aveva sete di vendetta. E la sete è la tentazione peggiore per un vampiro. Niente sarebbe stato in grado fermarlo, lei lo sapeva, lo capiva. Ma non poteva continuare a stare chiusa in casa, a fare incubi terribili, incubi che sarebbero presto divenuti realtà. A meno che lei non facesse qualcosa per impedirlo. Doveva fare qualcosa. O si sarebbe sentita in colpa per tutta la vita. E sola, completamente sola. L'unico modo per superare le proprie paure era affrontarle, doveva andare a cercare Tyler e trovare il modo di salvarlo. Perché Tyler era ancora vivo, lo sapeva, non poteva essere… No, non voleva neanche pensare ad una cosa del genere. I suoi incubi le bastavano.
Scese dal letto, e nell'oscurità della notte i suoi occhi brillarono di determinazione. Sarebbe andata a cercarlo.



 
 
 
***



 
 
Si stava rigirando il braccialetto tra le dita, accarezzando le tre piccole pietre intrecciate nel cuoio: erano corniole*, simbolo dell'energia del sangue, cremisi come quella linfa vitale di cui adesso aveva ossessivamente bisogno. Non era proprio un bisogno, lo voleva, ad ogni costo, voleva il suo sangue, il sangue del proprietario di quel maledetto braccialetto. Lo aveva trovato nel salotto di quella prigione d'aria in cui era stato intrappolato da quella stupida strega. Il salotto infernale in cui era stato costretto ad assistere alla morte del fratello, in cui aveva visto il suo corpo carbonizzarsi, fino a diventare quasi irriconoscibile. Il salotto gelido in cui era tornata a galla la sua debolezza, l'umanità che credeva ormai affondata per sempre in qualche secolo passato, lì aveva versato la sua prima vera lacrima: per Kol. Per Caroline. Ancora non riusciva a capire come era potuto accadere, come poteva quella giovane vampira influenzarlo così tanto. Gli era sembrata insignificante e fastidiosa come tutti gli altri abitanti di quella città, doveva essere come gli altri. Eppure non lo era. Quando parlava con lei desiderava dimenticare chi era, tutto il dolore che aveva causato. La conosceva così poco, ma sentiva che voleva cambiare sé stesso per lei; e quando lo guardava, con quegli occhi così azzurri, si sentiva vulnerabile, in qualche modo vincibile. Ma gli piaceva passare il tempo vicino a lei. Quando l'aveva morsa, e l'aveva resa morente, l'aveva fatto per ricordare a tutti che era invincibile, senza scrupoli. O l'aveva fatto per ricordarlo a sé stesso? Lui non aveva un cuore, non provava nient'altro che rabbia e rancore. E allora perché non riusciva a smettere di pensare ai suoi occhi pieni di lacrime, alle sue urla, al suo volto pieno di sofferenza? Le parole della ragazza rimbombavano nella sua testa: So che sei innamorato di me. Innamorato? Che cos'era l'amore, se non un'insignificante sentimento pieno di debolezze? Lui non conosceva l'amore. Non più. Ma mentre lei era lì, davanti a lui, a un passo dalla morte, gli era nata una strana sensazione alla bocca dello stomaco, che non l'aveva più abbandonato; anche in quel momento, guardando quel braccialetto, poteva percepirla. Che cos'era? Non poteva certo sentirsi in colpa. Eppure, per la prima volta, far soffrire gli altri non lo aveva fatto stare meglio, non aveva placato la sua perpetua bramosia di sangue. Anzi, si sentiva ancora peggio. Per questo doveva trovare lui, ed ucciderlo. Per questo era tornato a Chicago. Lì c'era la persona che poteva aiutarlo. Avrebbe usato il braccialetto per localizzarlo. Sapeva che era suo, l'aveva visto cadere dal polso di Tyler, quando aveva cercato di minacciarlo. Pessima mossa, quella di minacciarlo: adesso avrebbe pagato. Ma non era l'unico motivo per cui voleva ucciderlo. Aveva spezzato il legame di asservimento, e poi aveva spinto anche tutti gli altri suoi ibridi a farlo. Aveva fatto sì che rimanesse solo. E poi aveva lei, aveva il suo cuore. E Klaus non poteva sopportarlo.



























 

*Corniolali antichi egiziani ritenevano che la pietra fosse sacra ad Iside, la dea che ricompose il corpo di Osiride riportandolo in vita. Quindi la corniola è sempre stata ritenuta come l'energia del sangue, ovvero come quella pietra che dà coraggio ed elimina ogni paura, anche quella della morte. (fonte:http://www.intrage.it/intrattenimento/oroscopo/linguaggio_delle_pietre.shtml)





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Note dell'autrice:
Ecco qua. Questo è un breve capitolo di introduzione della mia opera. È un'idea che mi è venuta qualche mese fa, e adesso mi sono decisa a pubblicarla. Ovviamente la mia grande ispirazione sono stati i bellissi Klaus e Caroline, coppia che amo con tutto il cuore, e la storia è proprio incentrata su di loro. È la prima fanfiction che scrivo quindi accetto molto volentieri qualsiasi tipo di consiglio, commento o nota. Spero di avervi incuriositi abbastanza :)
  
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