Sono passati ormai due anni da quando sono ritornata dalla Corea del Sud.
Mi ricordo quando ho fatto i miei primi passi in un giardino con dei laghetti spettacolari e degli alberi pieni di foglie e fiori, un giardino con tantissime panchineed altri posti dive sedersi.
Ed eccomi qui alla stazione del mio adorato paese d'infanzia che mi porta alla mente tantissimi bei ricordi,tra cui quello di un ragazzo che mi è stato molto a cuore "di nome Temin". Un ragazzo con capelli mossi sempre scapigliati dal vento, la faccia ovale e gli occhi a mandorla di un marrone intenso in contrasto con il colore dei capelli,il suo naso era simile al mio però un pochino a
patata, le sue labbra erano carnose "Me le ricordo bene!", era un ragazzo molto curioso e simpatico, un pochino timido e più alto di me. Mi ricordo quando ci incontravamo nel parco e lui mi prendeva per mano e mi portava in posi dove potevamo stare
da soli.
Mi piaceva stare con lui, anche quando ci incontravamo in classe a scuola. La classe era dipinta di un rosa chiaro con delle parti bianche e blu, una lavagna enorme con dei gessi che non mancavano mai, un armadietto scuro, sempre chiuso. La cattedra dei professori era minuscola, c'era solo ol spazio neccessario per posare il registro. I nostri banchi erano posizionati in fila indiana e formavano più di quattro file . Infine in fondo alla stanza c'erano degli armadietti grigi dove mettevamo la tuta.
Eravamo una classe molto educata anche se molto vivace. Tutti portavamo divise uguali, infatti i maschi ci andavano sempre dietro ovviamente dietro alle ragazze più snelle e con una corporatura più bella.
Taemin era sempre davanti a me, potevo guardarlo ogni volta, mi ritenevo molto fortunata ad avere un amico come lui. Dopo le lezioni mi fermavo con le amiche a quardare i nostri compagni come giocavano a calcio, erano bravi non posso negarlo però
io avevo occhi solo per lui,il modo in cui riprendeva la palla e faceva gol, come cadeva su quell'erba verde e poi tornava a casa con lividi sulle gambe e sulle braccia. Erano bei momenti anche quando la madre mi invitava a casa loro per un té, per poi sibito correre in camera di lui per iniziare i compiti che non finivamo mai per colpa delle sue barzallette
che inventava sul momento. Riusciva sempre a farmi sentire importante e felice, non avevo mai avuto un motivo valido per litigare con lui infatti mi difendeva sempre. Mi piaceva stare con lui,ma sapevo che non sarebbe dirata a lungo la mia permaneza lì,infatti dovetti partire per motivi famigliari.
Piangevo tutte le notti, ero sempre arrabbiata con qualcuno, era normale: ero troppo affezionata a lui, e non supportavo l'idea di lasciarlo. Anche lui era molto triste.. ogni volta che ci vedevamo mi diceva sempre di stare tranquilla, perche sarei ritornata e che lui mi avrebbe aspettata.