Roger's Breakfast
 

-Di chi è questo latte?-

-Mio-

-Posso berlo?-

-Cosa? No- la voce imperiosa del bassista non ammetteva repliche. Wright avvicinò il bicchiere alle labbra e ne bevve un sorso.

-Solo un sorso-

Gli occhi azzurri di Waters si ridussero minacciosamente a una fessura. Il suo sguardo assassino personalizzato. A volte si chiudeva in bagno per ore e ore a provarlo davanti lo specchio. Scelta saggia, quella di tenersi in allenamento. Peccato che il piccolo dolce e angelico Wright non lo stesse neppure guardando in quel momento, intento com'era a bere latte caldo zuccherato proprio alla maniera preferita del suo amicone bruno. Sbuffò rassegnandosi all'idea che quella mattina non avrebbe bevuto latte.

Perfetto, come potrebbe andare peggio di così?

Una vocina dentro di lui gli suggerì di rivedere le sue priorità, c'era almeno un milione di questioni più gravi della sua colazione, ma si risolse presto a zittirla con una pacifica pugnalata.

Abbassò lo sguardo sul suo piatto, o almeno quella piccola parte di tavolo dove poco prima era posato il suo piatto, e una strana mania omicida iniziò a farsi largo della sua testolina.

-Fcufa Vo-gev!-

Gilmour. Stupido panzotto del cazzo!

-Avevo fame…- mugolò il chitarrista quando si ritrovò incenerito dal sopracitato sguardo assassino. Oh sì, davvero un gran bello sguardo! D'improvviso iniziò a ripensare a tutti gli errori della sua vita, chiedendo mentalmente perdono a Dio dei suoi peccati.

-Era la mia fetta di crostata, David- rispose Roger con voce dominata. Troppo dominata. Roba da far accapponare la pelle persino a se stesso, il che gli diede modo di farsi i complimenti ancora una volta nonostante la rabbia sempre crescente. Il coltello presente sulla tovaglia era scivolato nella sua mano, mosso da un'entità divina favorevole a quello spargimento di sangue, quando una vocina scontenta quanto reale lo riportò con nella dimesione giusta.

-Oh andiamo!-

Roger ci penso un po' prima di arrivare alla conclusione che uccidere il biondone-panzottone durante le riprese poteva rivelarsi alquanto sconveniente per la sua reputazione, quindi con un profondo sospiro decise di lasciar perdere l'idea

Per il momento.




Note della scellerata: partendo dal presupposto che non sentirete mai più parlare di me perché dopo aver cliccato su questa bellissima scritta che mi invita a pubblicare la storia scapperò sulle montagne del Tibet a pascolare capre per il resto della mia vita, vi ringrazio.
Non so scrivere, ve ne do atto. Questa cosa è nata per errore mentre cercavo di fare colazione e quella terribile locusta che ho per fratello mi ha fregato la  torta da sotto il naso. L'ho fatta leggere alla mia amata Rossella (*fa ciao con la manina*) e lei mi ha minacciata motivata a pubblicare. Non odiatemi, sono innocente.