SPERANZA DI FELICITA'
Ok solo un paio di precisazioni:
gli stralci dei racconti che troverete tra questi due
segni *…* indicano che l’azione si sta svolgendo nel passato… è quindi una
specie di flashback che colpisce i personaggi, o meglio Felicity perché è di
solito lei che ricorda, in un preciso momento della storia. A causa di frasi o
avvenimenti collegati fra loro i ricordi le tornano in mente in questo modo.
All’inizio potranno sembrarvi un po’ sconclusionati, ma col l’andare della
storia assumeranno sempre di più un senso per capire meglio gli avvenimenti che
stanno succedendo.
Ora dopo queste precisazioni spero che qualcuno lascerà
un misero commento a questa storia che per me significa molto visto che è da
moltissimo tempo che non scrivo più a causa di vari avvenimenti.
Spero che vi trasmetta i miei stessi sentimenti che
provo mentre la scrivo.
Grazie mille per averla letta.
Rox.
*Anche l'inverno era giunto a Hogwarts. Ogni mattina era sempre più difficile per ogni allievo d’ogni casa alzarsi dal letto e mettere fuori il naso del caldo letto per affrontare una nuova giornata di scuola. Per quattro persone era veramente un supplizio scendere dal letto e iniziare ogni giorno simile al precedente, anche se per loro quattro il termine "simile" non era proprio azzeccato.
Come quattro zombie Peter Minus, Sirius Black, James
Potter e Remus Lupin scesero nella sala comune per la colazione sostanziosa che
ogni giorno era preparata degli elfi domestici rinchiusi nelle cucine di
Hogwarts, ma con loro soma sorpresa, quella giornata iniziò in un modo
particolare soprattutto per uno di loro quattro.
Arrivati nella sala comune si sedettero come loro
solito ai loro posti e stavano per addentare il primo cornetto di una lunga
serie quanto la loro attenzione fu catturata quando un omone grande e grosso
con una folta barba ispida e dei capelli lunghi, entrò scortando con sé una
ragazza vestita senza la divisa della scuola.
Ogni singola persona sembrò zittirsi di fronte a quella
piccola ragazza che con passo fiero avanzava sotto lo sguardo di tutti verso il
tavolo dei professori.
Stava passando vicina al tavolo dei Grifondoro, quando
la sua attenzione fu attratta da qualcosa posto lì vicino. Voltando la testa
annusò l'aria e volse la sua testa verso i quattro amici seduti appena dietro
di lei. Un triste sorriso le comparì
sulle labbra mentre avanzava sempre sorretta da Hagrid verso il tavolo dove
Silente la stava aspettando.
Sorridendo poiché per una volta non avesse dovuto
richiedere il silenzio e l’attenzione di tutta la sala gremita di ragazzi con
età molto variabile, il preside della scuola di magia più rinomata di tutta
l’Inghilterra, si alzo e guardò i ragazzi:
“innanzi tutto buon giorno a tutti voi. Questa mattina,
come potete notare abbiamo un ospite molto particolare alla nostra mensa e
nella nostra scuola. Si chiama Felicity Hope e proviene dell’Irlanda. È
risultata come la migliore allieva della scuola di Dublino, la “Celtic school of
magic” e come da accordi in precedenza presi con quella scuola per favorire uno
scambio interculturale tra due paesi che hanno una storia molto simile,
Felicity rimarrà in visita da noi fino alla fine degli esami che sosterrà qui
in questa scuola. Come da regolamento sarà assegnata ad una casa nella quale
sarà scelto un suo accompagnatore ufficiale che avrà il compito di farle da
cicerone rispondendo esaustivamente a qualunque dubbio e richiesta postagli.
Per quanto riguarda la casa cui sarà assegnata, sarà
quella dei Corvonero perché l’allievo di questa scuola partito per l’Irlanda è
stato Fredrich Torne. E il suo accompagnatore sarà…” ma non poté finire la
frase perché la giovane lo toccò sulla spalla sussurrandogli qualcosa
all’orecchio. Silente sembrò stupito da ciò che la giovane gli sussurrò a bassa
voce, ma una volta alzatosi di nuovo in piedi guardò la sala:
“come vi stavo dicendo, siccome Felicity da questo
momento appartiene a Corvonero, il suo accompagnatore avrebbe dovuto essere un
membro di quella casa, ma il suo
accompagnatore sarà… Remus Lupin!”
E all’interpellato andò di traverso tutto il caffè che
stava bevendo… come poteva essere lui?
Il ragazzo si alzò lentamente dal suo posto e come in
trance si avvicinò al tavolo dei professori dove guardò di sfuggita la ragazza
seduta vicino a Silente.
“mi scusi professore, ma perché io? Lo sa bene di che
razza sono fatto, no? E poi non sono sicuramente il meglio di questa scuola!
Tendo solo ed esclusivamente a fare casino in ogni luogo dove vado, non crede
che sarebbe meglio affidarla a qualcuno … come dire… più tranquillo di me?”
Silente scoppiò a ridere e guardò divertito il ragazzo:
“la verità ti si addice Remus! ma non ti preoccupare,
sono sicuro che sarai all’altezza e con uno schiocco delle dita fece scomparire
la generosa colazione e accompagnato da tutti gli altri insegnati, lasciò il
ragazzo assieme all’irlandese.
“Ah, Remus, dimenticavo! Accompagna pure la tua
assistita a fare un giro della scuola. Oggi sei dispensato dalle lezioni!”*
Felicity guardava con aria distratta la sua scrivania piena di scartoffie… Anche se Voldemort non era ancora tornato, i mangiamorte erano tutti in fermento... sembrava che niente potesse fermali e lei invece doveva trovare una modo per fermali.
Stava per alzarsi per andarsi a prendere una tazza di caffè quando sentì un rumore. Il ministero era completamente vuoto , ma lei era ben sicura di averlo sentito quel rumore… aveva affinato l’udito per tantissimi anni nei quali non poteva usare gli occhi che era certa che qualcuno stava camminando verso il suo ufficio… prese in mano la bacchetta e stava per lanciare il suo incantesimo di disarmo quando riconobbe la sagoma sulla porta…
“professore Silente! Mi ha fatto prendere un colpo!”
“Felicity Hope! È da molto che non ci si vede eppure tu ricordi ancora il mio nome! È più di quanto osassi sperare!”
Felicity sorrise e si sedette invitando l’ospite a fare lo stesso:
“come posso dimenticarla professore? Lei mi ha ridato la vista e io le avevo promesso che se un giorno avesse avuto bisogno di me, io ci sarei stata…. È arrivato quel momento non è vero?”
Silente annuì con quel suo fare enigmatico e le consegnò solo un foglietto.
“si, Felicity, è arrivato quel momento… eppure quello che ti chiederò è superiore ad ogni tua aspettativa… vai in quel luogo tra tre giorni. Ti verrà spiegato tutto a tempo debito. Sappi però solo una cosa: se farai ciò il prezzo da pagare potrebbe essere la morte o Azkaban” e scomparì dalla sua vista.
Azkaban… forse qualcosa peggio della morte – pensò Felicity e in quel momento la fotografia di un famoso ricercato a cui dava la caccia da due anni ormai, le comparì davanti agli occhi:
“Sirius Black…. Ti troverò un giorno e quel giorno pagherai tutto”.