Libri > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: mizuki95    26/08/2013    0 recensioni
[Una barca nel bosco]
[GasparexFurio]
Il libro narra le vicende dal punto di vista di Gaspare. Ma, dal loro incontro, che cosa ha pensato Furio? Cos'è che nasconde da anni all'amico?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona sera a tutti. So bene che, per chi avrà letto questo libro della Mastrocola, la mia fan fiction sembrerà una cavolata, ma per me non lo è. Ho voluto vedere la storia dal punto di vista di Furio, ma non ho approfondito perché non è ben caratterizzato dall'autrice, che ha lasciato molti punti oscuri nella storia e nel carattere di questo personaggio. Furio è un ragazzino asociale, strambo, intelligente e curioso, ha passato gli anni del liceo in compagnia di un unica persona, e non riesco a credere che dopo tutto quello che ha fatto per lui, dopo tutto quello che Gaspare rappresenta per lui, Furio non abbia provato un sentimento diverso dall'amicizia per il ragazzo. Ho cercato di non stravolgere troppo il personaggio con questa mia visuale, ma ho messo l'avviso dell'OOC per sicurezza. L'unica parte con la conversazione è tratta dal libro, non sono un'invenzione mia. Spero che la storia non vi scandalizzi troppo, vi auguro una buona lettura e vi chiedo che cosa ne pensiate. 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Furio odiava il liceo. Odiava come tutti, a partire dai coetanei fino a quelli più grandi di lui, venerassero la moda e la usassero come mezzo per creare gruppi e discriminare chi non ne faceva parte. A lui non importava nulla della moda e dei suoi dettami, la sua mente era occupata da altro: gli occhi.

Adorava gli occhi, che fossero quelli con cui progettava in futuro di creare pelucchi o che fossero quelli delle persone che vedeva ogni giorno. Occhi grandi, occhi piccoli, di tutte le tonalità, verdi, azzurri, marroni. Li trovava tutti bellissimi, particolari, diversi, unici. Purtroppo nessuno comprendeva questa sua passione – anzi, una compagna di classe lo credeva un po’strano perché lo aveva beccato mentre la fissava, e ciò o isolava ulteriormente dagli altri. Non gli importava essere soprannominato “alvulso”, perché non aggiungeva né toglieva nulla alla sua persona, gli bastavano se stesso e la sua passione per gli occhi per essere felice. O almeno fino a quando non vide gli occhi più belli che mai scorse nella sua vita: gli occhi di Gaspare.

Li vide per la prima volta in una delle tante ricreazioni che passava appoggiato al termosifone del corridoio di quel piano. Non si era mai accorto prima che ce ne fosse un altro dalla parte opposta del corridoio, ma ciò che lo stupì di più fu scoprire l’esistenza di un altro ragazzo spaesato e isolato come lui, un’altra “barca nel bosco”, usando un’espressione che in futuro Gaspare gli avrebbe rivelato in confidenza, che sua zia usava per descriverlo nella sua posizione di ragazzo di un’isoletta del Sud improvvisamente finito nella giungla di ragazzi conformisti dell’affollata Torino. I suoi occhi erano animati da tantissime emozioni: agitazione, timore, confusione, tristezza, ma con il passare del tempo anche da sicurezza, felicità e voglia di essere accettato.

Fu proprio quando lo vide cambiare che Furio decise di avvicinarlo, sia perché voleva conoscere il segreto di quel cambiamento, sia perché ormai non faceva altro che pensare agli occhi del ragazzo. Si fece forza per superare la timidezza che lo attanagliava e con un passo straordinariamente sicuro e spedito gli si parò davanti, fermandosi a soli venti centimetri dal suo viso e, prima di perdersi in quegli occhi castano noce, spalancò la mano e la prima frase che gli rivolse fu «Quale preferisci?».

Vide molto chiaramente lo stupore negli occhi dell’altro, che indicò uno degli occhi di vetro (in realtà erano semplici biglie colorate, ma preferiva dargli una maggiore importanza) «Questa» «Va bene, allora gli farò gli occhi così» «Gli occhi a chi?» «A Lap».

Da questa strana conversazione iniziò l’amicizia più importante della vita di Furio, e tutto era partito da dei semplici occhi. Occhi di vetro che, era sicuro che Gaspare non avesse riconosciuto, mise al pelucchio meglio riuscito che aveva battezzato con il nome di Ruggiero e che, seppur con aria di indifferenza, anni dopo aveva regalato al moro. Occhi di un ragazzo del Sud, che lo conquistarono e gli fecero provare il sentimento più chiacchierato al mondo, che fino a quel momento non aveva mai provato: l’amore.

Fu una cosa molto graduale, l’inizio dell’amicizia, il suo sviluppo durante il periodo del liceo, l’inizio di un amore… solo una cosa fu netta, ovvero il suo trasferimento nella lontana Barkeley per frequentarne la prestigiosa università. Non aveva importanza il suo sospetto verso il padre, che credeva avesse intuito i sentimenti che provava per l’amico, né importava il suo disperato desiderio di rimanere, di perdere tempo, di poter trascorrere più tempo possibile con il ragazzo che aveva sempre sostenuto, spalleggiato e di cui era sempre stato al fianco, come per la faccenda della francesina dello scambio culturale o del suo desiderio di essere chiamato “Felix”… nulla di tutto questo importava più, giunti a quel punto.

Per la futura carriera lavorativa, per volere dei genitori, per il suo sogno, per il suo stesso futuro, per queste e altre ragioni Furio partì, con la speranza di rivedere un giorno il suo primo e più grande amico, il suo primo e più grande amore.

Passarono gli anni e le vicende, e finalmente tornò a Torino. Ma col tempo molte cose erano cambiate, a partire dal quartiere dove abitava Gaspare, dove era stato aperto un bar. Quel giorno pioveva a dirotto, per cui decise di rifugiarvisi e prendere un caffè senza schiuma, dato che era molto stanco (aveva passato l’intero pomeriggio alla ricerca della casa di Gaspare) e non era passato ancora neanche un giorno dal suo ritorno in Italia.

Come avrebbe mai potuto immaginare che il padrone di quel bar fosse proprio la persona che cercava? Furio era coscienza di essere cambiato fisicamente e mentalmente nel corso degli anni, ma anche l’altro non era stato da meno: era diventato molto più alto, il viso era più scarno e si era fatto crescere un po’ di barba. Ma erano gli occhi la prima cosa che lo avevano colpito, quegli occhi pieni di delusione, aspettative infrante, sensi di colpa, solitudine, ma che nel profondo celavano una scintilla di speranza e sicurezza in sé, le stesse che lo avevano colpito quand’era un liceale.

A malincuore, mentre riallacciava i rapporti con l’amico ritrovato, scoprì che la fissazione che questi aveva per le piante, la stessa fissazione di cui da giovane era stato follemente geloso e che aveva iniziato a raffreddare il loro legame prima della sua partenza, ancora persisteva e per giunta era peggiorata, al punto che la casa di Gaspare sembrava più una foresta che una casa vera e propria.

Da qui il tempo riprese a scorrere per Furio, e accaddero molte cose: propose all’uomo il suo progetto “Bosco mondo”, gli fece conoscere la “quasi sorella adottiva” Gemma e gli propose di lavorare nella sua fabbrica di pelucchi. Furio ormai era consapevole di desiderare il bene di Gaspare in un modo non consono tra due uomini, e proprio per questa consapevolezza diede tutto se stesso per la costruzione di un ambiente dove l’amico latinista potesse vivere con le sue piante senza doversi trasferire nella foresta Amazzonica, riassunse il suo ruolo di sostenitore e amico, e zittì in ogni modo il proprio cuore sofferente quando Gaspare chiese la mano di Gemma.

Non si sarebbe abbattuto, né avrebbe rovinato le cose rivelandogli i propri sentimenti all’ultimo minuto, perché l’unica cosa che gli importava era il bene dell’amico, lo stesso motivo per cui aveva dato anima e corpo per far sì che una barca come Gaspare potesse vivere nel bosco che erano Torino, la società, il vero bosco che teneva in casa.

Furio considerava il proprio amore come il più strano del mondo, un amore nato dall’ammirazione per degli occhi non era certo una cosa da tutti i giorni, pensava ad ogni momento della giornata; ma questo non sviliva affatto il sentimento più grande che lo aveva accompagnato nel coso della sua vita, né lo rendeva meno vero.

Furio amava tutto di Gaspare, ed era per questo che lo avrebbe lasciato andare verso il futuro che l’amato aveva scelto. Era questo ciò che desiderava di più, e Furio lo avrebbe aiutato a seguire quel cammino.

Perché il pelucchio s’era innamorato del pioppo, era nato un amore impossibile che tuttavia avrebbe sostenuto un’amicizia vera.
 


THE END

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: mizuki95