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Autore: Chiara_696    26/08/2013    2 recensioni
'[...] non devi avere paura perchè in questa vita servono solo due cose: il coraggio e la libertà'
'Ma io non sono libero'
'Allora ribellati, perchè la libertà è il senso della vita e la ribellione l'urlo della liberà negata [..]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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One; My life star from here.
 
Nella vita ha tutto un senso, anche una minima cosa che noi pensiamo che sia inutile. E' vero, ve l'assicuro.Io, per esempio, non pensavo che la mia vita potesse migliorare così anche dopo la morte di mamma e papà. Pensavo sarebbe tutto finito, invece poi lui mi ha salvato la vita mantenendo la sua promessa. Mi sono abbattuta, sono caduta e lui mi ha rimesso in piedi come se nulla fosse accaduto, come se la mia vita inziasse da lì e tutto il resto era andato a frantumi, tutto il resto non era mai esistito. Molte persone sono quelle infelici, quelle chiuse e cupe che tutti disprezzano e quando le vedono pensano: "Mamma mia, che depresso"! Però loro non sanno che è proprio per questo atteggiamento che le persone diventano così, è una reazione a catena: una persona è solo triste all'inzio e si isola, le altre dopo di ciò le evitano perchè loro devono "godersi la vita", questo peggiora sempre di più fin quando poi quella persona diventa quello che gli psicologi chiamano depressa. Anche io ero così, molte persone lo sono e lo diventeranno, bisogna solo trovare qualcuno che alla fine del tunnel ti dica "Guarda tesoro, quella è la luce della fine". Trovare quella persona non è difficile, è solo troppo facile trovare degli stronzi che ti dicono "Idiota, sei ancora troppo indietro"! Se dalla mia storia ho imparato qualcosa è che bisogna solo aspettare e darsi da fare, aspettare perchè non puoi avere tutto subito e darsi da fare perchè non puoi solo aspettare, devi anche provarci. Il mio nome è Beatrice e questa è la mia storia.
 


/Bea./


 
 
'Mamma, dov'è il mio Mp3?'
'Nella cassetto del tuo comodino, tesoro'
'L'ho trovato, grazie!'

 
Mancava solo questo per iniziare il mio bellissimo viaggio in Pakistan. Il Pakistan è un paese che tutti disprezzano ma nessuno sa come realmente sia, è meraviglioso. I suoi paesaggi sono incantevoli e la gente è sempre gentile, una cosa molto buona. Il mio sogno da sempre è visitarlo, ho visto i paesaggi per la prima volta nel film 'Il cacciatore d'aquiloni', quando ho visto quel cielo limpido come l'acqua di un fiume e quell'azzurro così intenso me ne sono innamorata.  Voglio visitarlo e guardare la cosa più bella: il cielo notturno. Il cielo notturno è la cosa più bella del Pakistan, le stelle sono così brillanti, sembrano diamanti, e il cielo nero e questo contrasto lo fa sembrare un divano ricamato con pezzi dei diamanti più fini e preziosi del mondo. Ho anche un debole per la loro gente, sono così diversi da noi. Gli abitanti del Pakistan sono tutti mediterranei, sono scuri e non c'è nessuno con i soliti capelli biondo platino oppure gli occhi azzurri, lì hanno gli occhi cioccolato fondente. Io amo quel colore negli occhi di una persona e quelli loro sono talmente scuri, veramente belli. 

 
'Forza, Beatrice, possiamo andare.'

 
Ero euforica per tutto il tragitto in macchina, ma i miei cari no. Vedevo mia madre era molto nervosa e giocherellava con le ciocche dei suo capelli ricci, lo fa sempre per non piangere e non scoppiare in lacrime, lo faceva in continuazione al funerale di nonno. Papà era rigido e guardava fermamente la strada, ma in qualche momento si distraeva e guardava lo specchietto vedendo il mio riflesso e sorrideva. Mio padre aveva uno dei sorrisi più incantevoli mai visti, forse è per questo che mia madre se n'è innamorata perdutamente. Si sono conosciuti a diciasette anni in una festa, mamma me lo racconta sempre di come per sbaglio gli ha buttato quel Bacardi a dosso e di come papà abbia riso. Al mio fianco vedo mio fratello, l'unico uomo così sentimentale mai incontrato, Liam. Liam è mio fratello maggiore di un anno, lui ne ha quindici mentre io quattordici. Vedo i suoi lineamenti del profilo, dolci, e i suoi occhi troppo impegnati a guardare il messaggio appena ricevuto. Odio ammetterlo, ma mi sarebbe mancato da morire. 

 
'Avanti piccola, siamo arrivati devi fare il check-in'
La voce roca di papà interruppe i miei pensieri, pensavo perchè c'era molto silenzio. Un' hostess mi avrebbe tenuto d'occhio durante tutto il viaggio e si sarebbe assicurata che la famiglia mi avrebbe ricevuto all'arrivo, ma io non ascoltavo ero annegata nei miei pensieri.
'Okay, amore, dobbiamo salutarci ora'
Non volevo lasciare papà, quindi lo abbracciai forte come quando una bambino sta andando a scuola per la prima volta ma non vuole.
'Mi mancherai papà'
'E a me non mi abbracci?'
'Certo mamy'

 
Abbracciai mia madre delicatamente invece, lei strinse fortissimo. Sentivo le sue lacrime e il suo respiro affannoso e duro, lei aveva il vizio di piangere in silenzio e di non farsi sentire. Le sue mani mi accarezzavano i capelli, lei sapeva che avevo quattordici anni ma per adesso ne avevo solo quattro per lei. Mi sarebbe mancata da morire.

 
'Dài, idiota, abbraccio anche te!'
'Tanto non mi mancherai'
'Così tanto che stasera farai una festa per non pensarmi e piangere'
'Non è vero'
'Allora ciao'
'Ciao'
Liam riflette due secondi e quando mi giro, lui a sua volta lo rifà prendendomi la mano e tirandomi a sè. Mi teneva ancora più stretta di mamma, e sentivo il suo petto sobbalzare. Mi allontanai da lui.
'Stai piangendo!'
'Non è vero!'
'Si, invece!'
'Non sono lacrime per te, sono allergico alla polvere'
'Si certo..'
'Mi mancherai, Bea'
'Anche tu mi mancherai, Liam'
Ci abbracciamo un'ultima volta e poi l'hostess mi appoggiò la mano nella spalla.
'Avanti, singorina, dobbiamo andare'
'Mi mancherete mamma e papà'
'Amore anche a me e a mamma mancherai'
'Ti mancherò, Liam?'
'Mi mancherai, Bea'
'Andiamo, su'
'Ciao, ciao'
Salutai per l'ultima volta la mia famiglia, non sapevo che quella sarebbe stata una delle ultime volte che li avrei visti, che avrei visto la mia mamma e il mio papà.                                                       
 
 
 
Guardavo dall'aereo i paesaggi di alcune campagne lunghe e distese come il tappeto rosso degli oscar.

 
'Dove siamo?'
'Siamo in Italia piccola, quasi al confine con la Slovenia'
'Wow'

 
Questa era l'unica risposta che seppi dare. Vedevo l'aereo e c'erano tante persone: c'era una mamma con i suoi due bambini che giocavano con una console elettronica, c'era il ciccione che dormiva con la testa sulle spalle di una persona, c'era anche l'uomo che lavorava al pc, c'era poi anche la classica coppietta che và a farsi dei viaggi all'estero per divertimento e c'erano anche dei militari che forse andavano a fare la pace. Io penso che se c'è l'esercito c'è guerra e non credo ci potrà mai essere la pace dove lo spirito è quello dell'arma. Mi chiedevo cosa mi aspettasse e quali belle esperienze mi sarei portata, chi avrei incontrato e quali foto di paesaggi avrei mai sviluppato. Ero anche curiosa di sapere chi mi avrebbe ospitata, si chiamavano Malik. Sò che in arabo Malik significa Re e fantasticavo su come questa gente avesse questo cognome inventandomi storie magnifiche di Pascià che magari conobbero una bella serva e s'innamorarono fuggendo insieme. 
 
 
'Ehy signorina, sveglia. Siamo in Pakistan!'
 
Mi addormentai pesando alla mia ultima storia che trattava di un re che fuggì insieme alla contadina. Ora ero lì, ora ero nel paese dai magnifici paesaggi, nel paese dove magari i miei ricordi non si sarebbero mai infranti. 
 
'Tieni, questo è il velo, ti dovrai coprire quando sarai in pubblico e se la famiglia permette te lo potrai levare in casa, dipende se sono musulmani sciiti o no. Magari sono cristiani e chi lo sa? Mettilo comunque, ti proteggerà dal sole.'
 
L'hostess mi porse un velo viola, era molto leggero. Me lo mise lei, con tanto di delicatezza e alla fine anche una carezza nel volto. Quando scendemmo dall'aereo l'hostess stava attenta a me come se fossi la principessa del regno unito e in un angolo ben preciso dell'aereoporto di Islamabad -capitale pakistana- aspettando il capo famiglia dei Malik.
 
 
  
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