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Autore: fefidanger    27/08/2013    3 recensioni
La nascita di una creatura.
L'attesa è tra noi, ma per ora... fantastichiamo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You will be my princess, I'll be your king.





Ogni minuto che passa, l'ansia aumenta.
Siamo in ospedale. L'odore della medicina mi fa girare la testa, o forse è solo la tensione.
Sono con i miei due fratelli in sala d'attesa. Vedo Joe seduto alla mia destra che massaggia il mio ginocchio, e Nick alla mia sinistra con il suo sguardo cupo. Tipico di lui.
Mi sto torturando le dita da troppo tempo che credo di averle consumate.
"Andrà tutto bene, Kev." mi rassicura mio fratello minore Joe.
"E se non dovesse farcela?" chiedo sentendomi il magone alla gola.
"Non si muore più di parto, Kevin. Smettila." risponde secco mio fratello Nick.
E' vero. Che stupido che sono.
E' che ho paura che qualcosa accada. Che qualcosa vada storto.
Odio vederla soffrire.
Ma lei non ce la faceva più a reggere quell'enorme pancione. Eggià, sono già passati nove mesi da quella notizia. Quella notizia che segnò la mia vita.  
Sto per diventare papà. Sto per diventare una persona più responsabile e matura di quel che ero già.
Insieme a mia moglie, dovrò crescere una creatura splendida, il frutto del nostro immenso amore.
Mi ricordo ancora il giorno in cui me lo disse.
 
Ero appena ritornato dalla palestra, stanco più che mai. Volevo mettermi sul mio comodo divano e guardarmi la partita di football in attesa della cena preparata da Danielle. Non volevo sentire nessuno, ero troppo stanco.
"Puoi venire un attimo sù in camera?" mi chiese Danielle. Perché? Lei sapeva benissimo che quando ero stanco, non dovevo sentire e vedere nessuno. Lei lo sapeva bene. Lei conosceva ogni cosa di me. "Devo proprio, amore? Sono stanco." risposi sbuffando.
La vidi incrociare le braccia e assumere quel viso da comandatrice che, anche se dava fastidio, mi faceva impazzire.
Non mi opposi, mi alzai dal mio comodissimo divano in pelle e salimmo le scale.
Ma cosa voleva farmi vedere di così importante?
Forse, un nuovo quadro che aveva acquistato? Ma poteva farmelo vedere benissimamente dopo la mia bellissima cena!
Vedevo con la coda dell'occhio lei, che accennava un sorriso. I suoi occhi color cioccolato stavano brillando.
Forse era un pò più di uno stupido quadro.
Ma cos'era allora?!
Arrivammo in stanza e non vedevo niente di nuovo.
"Allora?" chiesi inarcando un sopracciglio. "Cosa c'è nel letto?" mi chiese mia moglie.
Nel nostro grande letto rosso matrimoniale, sopra al mio cuscino ci stava un fogliettino. Era per me. La guardai interrogativa, ma lei mi mimò un 'Vai' , così un pò confuso mi avvicinai cautamente.
Non poteva dirmi tutto direttamente a parole?
Presi quel fogliettino di carta consumato e lo aprii.


"Comincia a preparare la mia culla. Fra nove mesi arrivo. Ti amo tanto, papà."

Quella frase. Quelle parole. 'Papà' ...
Stava succedendo davvero?
Io padre? L'amore della mia vita dentro di sè aveva una creatura. La nostra creatura.
Il nostro amore era riuscito a fare questo.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, le mani tremavano. Alzai lo sguardo e la vidi con il test in mano.
Era la prova definitiva: stavamo diventando genitori.
Vidi sempre più opaco, fino a quando mi cadde una lacrima, che ben presto ne uscirono di più.
"Sono incinta di due settimane. Amore, ce l'abbiamo fatta." disse l'amore della mia vita in lacrime.
No, non erano lacrime di tristezza, ma di felicità.
Non sapevo cosa dire. Mia moglie era felice. E anche io lo ero. Era la notizia più bella che potessero mai darmi.
Al diavolo la stanchezza, la partita di football e la cena. Avrei ripetuto quel momento tutta la vita se fosse stato necessario.
L'abbracciai colpendola di sorpresa. Stavamo piangendo insieme, come due bambini.
Sì, in quel momento ero diventato un bambino. La paura era grande, ma la felicità e la sorpresa riuscivano a colorare tutto. Riuscivano a farmi pensare a quanto l'amavo, a quanto la desiderassi ogni giorno.
Dentro al suo piccolo pancino, c'era una piccolissima e minuscola creatura che col passare del tempo sarebbe cresciuta e sarebbe venuta al mondo.
Mi chinai verso la sua pancia. Appoggiai le mani delicatamente cominciando a carezzargliela. Con le mie labbra ci andai deciso e sfiorai la pancia. "Domani ti vado a prendere la culla, piccola creatura." dissi sorridendo con le lacrime che si poggiavano delicatamente sulle mie labbra.
Ero in paradiso.
Riuscivo solo a vedere cose belle, come la mia Danielle.
 

In quei nove mesi era successo di tutto.
La pancia cresceva, la creatura a sua volta cresceva.
Ogni settimane andavamo a prendere dei vestitini nuovi, pannolini, scarpettine, e giocattolini.
La stanza per la creatura era pronta, tutto era pronto. Mancava solo il nostro frutto.
Danielle non perdeva mai il sorriso, anzi stava diventando molto più bella.
Joe mi insegnava come mettere i pannolini, dato che da piccolo glieli metteva sempre a Frankie, e Nick comprava tutine inutili per la creatura.
Ed io, mi stavo preparando per essere un vero padre.



Ho sentito delle voci. Mi giro, e vedo i miei e i genitori di Danielle correrci incontro.
Il volto di mia mamma e quello della signora Deleasa è preoccupato e agitato.
Abbraccio mia madre. L'abbraccio di una madre è il migliore fra tutti.
"Dov'è mia figlia?" mi chiede la signora Deleasa.
"E' in sala parto. Fra un po' mi chiamano." rispondo.
"Amore, sei sicuro di farcela? Di solito quando vedi il sangue, diventi debole." aggiunge mia madre.
"E' tutto okay, mamma. Ce la faccio."
L'attesa mi sta uccidendo. Voglio andare da mia moglie per vedere come sta. Perché ci stanno mettendo così tanto tempo?
Arriva il dottore. "Chi è il marito?" chiede.
"Sono io." dico mettendomi davanti a lui.
"Bene, mi segua. Sua moglie è pronta."  Okay, ora la mia agitazione sta arrivando alle stelle.
E' giunto il momento.
Cammino in quella lunga sala azzurrina vicino al dottore. Mi sta spiegando cosa devo fare. Posso farcela, il lavoro peggiore spetta a mia moglie, purtroppo.
Dovrò tagliare il cordone, tutto qui. Ce la posso fare.
Quando vedrò il sangue non dovrò perdere la ragione.
Entriamo in sala. Vedo mia moglie sdraiata sul lettino avvolta da un telo bianco.
La vedo sorridere. Com'è bella. Lei è sempre bella.
Mi avvicino a lei e le stringo la sua mano delicata. Le bacio la fronte sudata. E' pronta, come lo sono io.
Mi stringe la mano più forte possibile. Sta spingendo.
La rassicuro, le sto dicendo che ci sono e ci sarò sempre.
Lei non risponde. Lei spinge e basta. Vuole far uscire questa piccola creatura. Anche io lo voglio.
E' la donna più forte che conosca. In tutto e per tutto riesce a rimanere forte.
Lei è la mia migliore amica, la mia fidanzata, mia moglie, la mia amante, la mia complice. Mi ha sempre aiutata e continuerà a farlo, e ovviamente io ci sarò sempre per lei.
Non potrei vivere senza di lei. Lei è sempre stata l'unica.
Abbiamo fatto tanti progetti insieme, e si stanno realizzando tutti: il fidanzamento, il matrimonio, la nostra creatura... tutto si sta avverando, e ora sono l'uomo più felice del mondo.
"Ecco, vediamo la testa!" la fatidiche parole. Sento il cuore scoppiare. Vedo mia moglie sorridere con fatica.
"Amore hai sentito? E' quasi fuori... forza." sussurro.
La vedo annuire e dare l'ultimo sforzo.
Sento urla. Ma non un semplice urlo. Quell'urlo...
La mia creatura è nata.
Piange. E' stupenda. La mia piccola principessa.
Non realizzo.
"Ce l'hai fatta." dico sorpreso. "Ce l'abbiamo fatta, amore." risponde Danielle.
I medici portano il bambino nell'altra stanza per lavarlo.
Continuo a baciare mia moglie, fiero. Sono fiero di lei, per aver portato la nostra creatura nel grembo. La ringrazierò a vita.
"Ti amo, ti amo, ti amo.." continuo a dire. Riesco a dire solo questo.
Sto esprimendo il mio amore verso lei.
Lei ride. La sua stupenda risata, che per me è musica. La amo.
Vedo i dottori portarci il bambino. Lo mettono in braccio a Danielle. Lei non fa altro che sorridere e baciare la bambina.
Ha il suo stesso naso. Voglio che prenda la sua bellezza, perché Danielle è bella. Sia dentro, che fuori.
"Vuoi tenerla in braccio?" mi chiede mia moglie.
Ho paura. Ho paura a toccarla.
E' così gracile e indifesa. Ha smesso di piangere e sembra che stia dormendo.
Non faccio storie e la prendo delicatamente in braccio. E' piccola, la sua testa è quanto la mia mano.
La carezzo in guancia e le do i baci.
E' bellissima, come sua madre.
"Ciao principessa, sono il tuo re." le sussurro dolcemente.
La amo già.
E la amerò per sempre.
Tutte le volte che piangerà di notte, anche stanco morto, prenderò la chitarra e le suonerò qualcosa per farla addormentare;
Le cambierò il pannolino;
E per lei, sarò l'unico uomo. Sì insomma, sarò geloso e ci saranno litigi su litigi, ma ci stanno. Dovrò essere così, lei è mia e lo sarà sempre.
Lei crescerà ed io invecchierò.
E' la mia principessa.
Solo mia, e nessuno le farà del male.
Vedo Danielle sorridere. Gliela rimetto in braccio. Vedo Danielle che tira fuori il suo seno per cominciarla a lattare.
Sono bellissime insieme.
Ora sono più felice di prima.
La famiglia sta crescendo e i miei sogni si stanno realizzando.
E sapete che c'è? Non potrei chiedere di meglio.



  
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