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Autore: Miss Dumbledore    27/08/2013    3 recensioni
Era stato un attimo, un istante per devastare una giornata normale. Aveva preso la solita passaporta, una spilla delle Harpies scolorita, ed era arrivata in Norvegia, all'accampamento dove lavorava, era andata a fare i controlli di routine e aveva scherzato con suo zio Charlie su come aveva passato la notte con suo marito, un modo che avrebbe fatto impallidire il povero Harry, aveva sottolineato lo zio mentre controllavano un nido. E poi, mentre controllavano un esemplare maschio sotto custodia per delle brutte ferite era apparso il patronus di Kim, e un colibrì con la voce ridotta ad un sussurro spento della sua migliore amica le aveva annunciato l'inizio della fine.
“She was the sun
Shining upon
The tomb of your hopes and dreams so frail
He was the moon
Painting you
With it's glow so vulnerable and pale”

C'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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THE SCORPION'S END.
what if..?

La massima eleganza, quella che può riscattare tutte le mancanze di un uomo, è saper morire con dignità.
-maurice denuzière

Era stato un attimo, un istante per devastare una giornata normale. Aveva preso la solita passaporta, una spilla delle Harpies scolorita, ed era arrivata in Norvegia, all'accampamento dove lavorava, era andata a fare i controlli di routine e aveva scherzato con suo zio Charlie su come aveva passato la notte con suo marito, un modo che avrebbe fatto impallidire il povero Harry, aveva sottolineato lo zio mentre controllavano un nido. E poi, mentre controllavano un esemplare maschio sotto custodia per delle brutte ferite era apparso il patronus di Kim, e un colibrì con la voce ridotta ad un sussurro spento della sua migliore amica le aveva annunciato l'inizio della fine.
La passaporta con cui era tornata in inghilterra neanche se la ricordava, ricordava solo il vuoto e di aver corso, corso per i corridoi del St. Mungo con gli stivaletti da lavoro sporchi di terra e quello che con tutta probabilità era sterco di drago che volavano e la portavano a quella stanza, da quella persona. Aveva spalancato la porta senza tante cerimonie e lì, con sua sorella che gli stringeva la mano guardandolo come se non lo vedesse davvero c'era lui, con la fronte pallida corrugata e gli occhi chiusi. Quegli occhi, quei maledetti occhi per cui era corsa fin lì, quegli occhi erano chiusi e non potevano vederla, mentre lo guardava intensamente e dentro di sé gridava 'svegliati, pezzo d'idiota svegliati! Ti prego.. fa che si svegli..' ancora impalata sulla porta.
Una mano le si posò sulla spalla con dolcezza, -hey,- neanche la voce di Al riusciva a scaldarle il gelo che le si era formato dentro, sentiva le gambe cederle, -vieni a sederti.-
Sentì la presa del fratello stringersi e sentì che la sospinse con delicatezza all'interno della stanza, dirigendola verso una sedia accanto al letto, dalla parte opposta in cui Kim stava ancora silenziosa. Le sembrò che fosse solo grazie a quella mano che non era crollata a terra, tremante.

Love's the funeral of heart
And an ode for cruelty
When angels cry blood
On flowers of evil in bloom”
#L'amore è il funerale dei cuori.
è un'ode per la crudeltà
Quando gli angeli piangono sangue
Sui fiori sboccianti del male#

-Come..- mormorò debolmente con lo sguardo fisso verso l'uomo, aveva paura anche a toccarlo, come se potesse romperlo.
-Mrs e Mr Malfoy stanno parlando col medimago, sembra sia stabile..-
-No,- lo bloccò decisa, senza distogliere lo sguardo sulla mano pallida abbandonata sulle lenzuola, -voglio sapere com'è potuto succedere? Cosa sta cercando di.. di.. di portarmelo..- tutta la decisione che aveva messo nella prima sillaba si spense nel corso della frase, come un fuoco fatuo.
-Non lo sappiamo con certezza, era in laboratorio ed è scoppiato il calderone del suo collega.. non ha riportato ferite esterne gravi, ma pare che non fosse una pozione comune e i fumi possano averlo danneggiato internamente.-
Aveva esposto tutto così ermeticamente , con tale professionalità da sembrare in servizio, forse faceva parte del mestiere, non sembrare troppo addolorati, coinvolti.
-Capito.- Avrebbe voluto chiedere tante altre cose, ma aveva paura. Paura che avrebbe potuto morire se solo l'avessero detto ad alta voce e lei con lui. No, lui non le avrebbe fatto una cosa del genere, non l'avrebbe lasciata sola, poi con chi avrebbe litigato su che cerali mangiare la mattina? Chi si sarebbe offesso se un ragazzo l'avesse guardata per più di due secondi? Con chi avrebbe fatto pace facendo l'amore? Con chi avrebbe condiviso la sua vita? Chi avrebbe amato? Da chi sarebbe stata amata, se non da lui?
Chi?
No, lui non l'avrebbe lasciata, lui l'amava, se lo sentiva scorrere nelle vene quell'amore, nonostante il carattere brusco e complicato da donna mestruata che si ritrovava, Scorpius Malfoy la amava con tutte le sue forze. Non se ne sarebbe andato, mai. Sarebbe rimasto, come faceva sempre, per litigare e per fare l'amore.
E lei sarebbe rimasta lì per essere la prima cosa che avrebbe visto una volta riaperti quei due pezzi di ghiaccio che si ritrovava al posto degli occhi e l'avrebbe sgridato per averla fatta preoccupare, poi l'avrebbe baciato e poi l'avrebbe sgridato e poi l'avrebbe sgridato ancora e poi l'avrebbe baciato e così per mille e mille volte ancora.
Fece un respiro profondo.
-Puoi avvertire lo zio Charlie che mi prendo delle ferie fino a data da definirsi?- disse in tono piatto, ancora senza alzare lo sguardo dal marito. Erano così giovani, la loro storia non sarebbe finita così, loro avevano un futuro, una vita davanti.
-Va bene,- rispose il fratello e dopo un'altra lieve stretta le lasciò la spalla ed uscì dalla stanza per mandare il patronus. Il silenzio calò inesorabile.
-Kim, non è vero,- esordì la rossa, ancora immobile nella posizione in cui l'aveva lasciata il fratello, ancora senza osare toccare la mano che le stava davanti.
-Cosa?- la voce, come prima attraverso il patronus, sembrava provenire dall'oltretomba, come se stesse lentamente morendo assieme a suo fratello. Ma lui non stava morendo e anche lei doveva riprendersi, lui sarebbe sopravvissuto, lui non l'avrebbe lasciata.
-Quello che hai detto prima,- disse atona, -attraverso il patronus.. che lui, lui.. lui potrebbe morire, non è vero. Lui si sveglierà, lui starà bene.-
Era così aggrappata a quella convinzione, mentre alzava lo sguardo per vedere l'amica, ancora con gli occhi chiari fissi su di lui.
-No, non è vero,- mormorò lei di rimando e poi si zittirono di nuovo.
Le ore dopo passarono come dilatate, sembravano giorni.
C'era Albus che parlava con i Malfoy accertandosi delle informazioni e che poi andava dai colleghi per avere notizie più precise, Harry e Ginny che avevano raggiunto l'ospedale. E che entrava in servizio cinque ore prima del suo turno per essere più d'aiuto, esclusivamente per Scor.
C'era Kim che rimaneva nella sua immobilità, tale che sembrava sotto l'incantesimo delle Pastoie Total-Body.
C'era Draco, che sembrava lo specchio della figlia, immobile, accanto a lei, muto che osservava il figlio dopo uno scatto d'ira perchè dopo ore ancora non si riusciva a saper nulla di certo, perchè il suo primogenito giaceva nel letto e basta.
C'era Asteria, donna forte e imperterrita che piangeva silenziosamente con Ginny che l'abbracciava massaggiandole dolcemente la schiena mentre le diceva che tutti i migliori medimaghi stavano lavorando a pieno ritmo per far star meglio suo figlio. Che suo figlio sarebbe tornato.
C'era Harry, che batteva nervosamente il piede, un Harry che odiava l'immobilità e la sensazione di impotenza vedendo sua figlia che rimaneva immobile, vicino al letto dell'uomo che, a malincuore aveva accettato, amava di più al mondo e aveva preso il suo posto nella sua vita. Sua figlia che senza quell'uomo che avrebbe dovuto proteggerla, amarla, prenderla in giro e accarezzarle i capelli quando era triste sarebbe caduta in pezzi.
C'era James, che era passato nella sua pausa pranzo per portare qualcosa da mangiare a tutti da parte di nonna Molly. La maggior parte del cibo era rimasta ancora nei sacchetti in un angolo. E che poi era scappato subito via, incapace di reggere la cappa di dolore che stringeva il cuore solo a mettere un piede oltre la soglia di quella stanza.
C'era Zabini, che appena aveva potuto aveva staccato da lavoro e li aveva raggiunti in quella stanza per cui ogni medimago che entrava si lamentava, data la folla che si era riunita attorno al malato. Zabini che si era seduto accanto a lei e l'aveva stretta a sé, silenzioso dandole un bacio sulla fronte, cullandola dolcemente.
Se li avesse visti così Scorpius avrebbe corrugato la fronte e si sarebbe inacidito, dicendo che la sua donna non poteva toccarla nessuno che non fosse un parente stretto.
E allora svegliati, sgridami, arrabbiati.
Appoggiò stancamente la testa alla spalla dell'amico e rimase a fissare Scorpius che continuava a dormire. A giacere inerte mentre il tempo scorreva inesorabile.
C'era Albus, c'era Kim, c'era Draco, c'era Asteria, c'era Harry, c'era James, c'era Zabini, c'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.

The funeral of hearts
And a plea for mercy
When love is a gun
Separating me from you”
#Il funerale dei cuori
E una scusa per pietà
Quando l'amore è una pistola
Che separa me da te#

Albus era entrato e aveva preso da parte il padre con una faccia tetra per bisbigliare con lui qualcosa in corridoio. Poi erano rientrati e Al aveva detto che uno dei colleghi di Scorpius era morto, quello che era addetto al calderone esploso.
Ebbe paura, sentì distintamente il brivido che le percorse la spina dorsale e Zabini che la stringeva di più.
-Questo non vuol dire niente, era più esposto e neanche minimamente forte quanto Scorpius,- le sussurrò mentre la teneva stressa, perchè si sentiva sull'orlo di un precipizio da cui non sarebbe riemersa.
Ebbe soltanto la forza di annuire e finalmente allungare la mano verso di lui, per posargliela sul viso, spezzando quell'immobilità che aveva assunto quella stanza sembrando una mostra di statue di c'era.
Fece scivolare le dita con leggerezza dalla tempia alla mascella marcata che aveva visto serrarsi tante volte per il disappunto prima di baciarla. Gli sfiorò il naso, le palpebre chiuse, le labbra con dolcezza e infinita lentezza in un gesto che sembrava così assurdamente intimo da obbligare a distogliere lo sguardo.
-Lui si sveglierà, tornerà da me, lo so, dobbiamo ancora litigare se prendere cinese o italiano al takeway stasera,- mormorò, più a sé stessa che a chiunque altro, -tu tornerai da me, io lo so.-
Un'altra ora. Erano le cinque.Risuonò uno strano allarme e subito due medimaghi corsero nella stanza, mentre un'infermiera forzava ad uscire la gente per farli lavorare. Non ci fu nulla da fare con Kim, che nel suo mutismo e nella sua immobilità fu solo in grado di lasciargli la mano e allontanarsi di poco e con Lils che sbraitò che era la moglie e che se l'avessero cacciata avrebbe raso al suolo l'intera struttura.
Non poteva andarsene fuori e lasciare che lui morisse senza averla accanto, lei doveva rimanere lì, mentre li vedeva lanciare ordini su dosi di pozioni mai sentite e puntargli bacchette addosso mormorando o quasi urlare incantesimi irripetibili per quanto erano complicati. Albus era entrato pochi secondi dopo e si era unito a loro, mentre lei, impalata ai piedi del letto li vedeva affannarsi attorno a lui incapace di spiccicare parola.
-Vivi, ti prego, vivi..- mormorò tremante mentre stringeva la sbarra in fondo al letto fino a farsi diventare le nocche bianche.
Vivi, vivi, non andartene..
-Merlino, non mi puoi lasciare proprio ora, non puoi farmi questo, devi vivere capito? Vivi per me razza di stronzo, vivi!- mormorò sputando una parola dopo l'altra a velocità spaventosa, sembrava un urlo ridotto in miniatura, come se il suo corpo non avrebbe retto ad un impatto anche solo vocale, come se riversare tutta la disperazione che aveva dentro la avesse potuta svuotare e far afflosciare come un palloncino.
-Scorpius, ti prego..- mormorò mentre sentiva le gambe cederle, un lungo e acuto suono che non avrebbe mai potuto identificare annunciò che era salvo. Era vivo, respirava.
-Per ora è di nuovo stabile,- si avvicinò a sua sorella Albus dandole un leggero bacio sulla fronte e stringendola a sé, come una bambolina rotta. Lily quasi dovette fare leva completamente sulla sbarra per non crollare a terra.
Si trascinò di nuovo al lato del letto e si sedette pesantemente, stringendogli la mano fra le sue. Era così fredda da far paura quando poggiò delicatamente le labbra sulle nocche pallide.
Rientrarono tutti e ricominciò il teatrino.

She was the sun
Shining upon
The tomb of your hopes and dreams so frail
He was the moon
Painting you
With it's glow so vulnerable and pale”
#Lei era il sole
Sopra la tomba delle tue speranze
e dei tuoi sogni così fragili
Lui era la luna
Che ti dipinge
Con il suo bagliore così vulnerabile e pallido#

C'era Albus, c'era Kim, c'era Draco, c'era Asteria, c'era Harry, c'era Zabini, c'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.
Col capo chino sulla sua mano inerte, quasi pregasse, la sorella gli stringeva l'altra senza ancora una particolare espressione sul viso e intanto il sole tramontava lasciando la stanza nella penombra.
-Tesoro,- la voce dolce della madre e l'odore di lillà la immersero quando lei si chinò su lei, -vieni a casa, fatti almeno una doccia, prendi un cambio di vestiti più comodi.-
Lily alzò appena il viso e i capelli che prima fungevano quasi da tenda fra lei e il mondo le scivolarono sulle spalle, sembrava di stare in un mondo ovattato dove anche il minimo frusciò risaltava come un urlo.
-No, mamma.. io resto,- rispose in tono incolore, con la voce resa un po' rauca dal lungo silenzio.
-Ma tesoro, devi riposare almeno un po',- riprovò di nuovo la donna con tutta la tenerezza che si poteva imprimere in una voce. La sentiva, la preoccupazione, vibrare in ogni sillaba. Non perchè non aveva mangiato o aveva i capelli sporchi, sentiva il terrore della madre al solo pensiero di cosa sarebbe potuto succederle se lui.. Aveva paura che la figlia potesse perdersi completamente, vederla così devastata la straziava.
-Tranquilla, tu va a casa e porta con te papà, il mio posto e qui,- scosse la testa.
-Va bene, ma mangia almeno qualcosa..- mormorò arrendendosi la signora Potter baciandole la tempia e rialzandosi.
Lo sapeva, sapeva che l'uomo steso inerte su quel letto e sua figlia erano un'anima sola e aveva paura, paura per cosa sarebbe potuto succedere se metà fosse stata strappata via.
Lily sospirò seguendo con lo sguardo i genitori che uscivano e poi si rivoltò verso Scorpius, ancora rinchiuso nella sua immobilità. Era così bello da far male, anche in quelle condizioni. Era il suo angelo caduto, quello un po' dannato un po' puro di cuore, quello che alla fin dei conti aveva deciso di affondare con lei fino alle porte dell'inferno.

Love's the funeral of hearts
And an ode for cruelty
When angels cry blood
On flowers of evil in bloom”
#L'amore è il funerale dei cuori
E un'ode per la crudeltà
Quando gli angeli piangono sangue
Sui fiori sboccianti del male#

-Io- iniziò guardandolo dritto negli occhi , come facevano spesso, incatenando il cielo sereno in quelli di lei e quello tempestoso in quelli di lui, -non posso prometterti molto, benché questi stupidi anelli simboleggino più promesse di quelle che è umanamente possibile mantenere,- qui si sentì uno sbuffo della maggior parte degli ospiti e qualche cenno d'assenso, soprattutto fra i Malfoy, tranne quello davanti a lei che si limitò a continuare a guardarla alzando un sopracciglio, magari chiedendosi dove volesse andare a parare -non posso prometterti che andrà sempre tutto bene, che sarà, come dire, per sempre così, assieme.. ma posso dirti con certezza alcune cose: come assicurarti che ci prenderemo in giro più o meno affettuosamente fino al letto di morte, che ogni istante ti amerò come se fosse il primo anche se in certi momenti ci vorremo ammazzare l'un l'altro, ma poi faremo pace facendo l'amore,- qui Harry Potter rischiò di morire strozzato dalla sua stessa saliva e Scorpius mise su un ghigno che dimostrava quanto approvasse il progetto, -posso prometterti- continuò ignorando ostinatamente il padre e a stritolando sempre di più le mani del serpeverde di fronte a lei -che sarò con te con o senza galeoni, con o senza difficoltà, con o senza dolore, con o senza fortuna, con o senza pazienza.. perché sei tu, sono io, siamo noi, ed è così da sempre, dagli anni di Hogwarts quando ci scannavamo a quelli in cui ci baciavamo sulla riva del Lago Nero, a quelli in cui tu eri fuori e io dentro e ogni secondo perso non sembrava degno di essere vissuto, a quando abbiamo iniziato la nostra vita adulta, assieme. Eravamo, siamo e saremo sempre e solo noi due, Malfoy e Potter, nero e bianco, ghiaccio e fuoco..- la ragazza trasse un lungo il respiro cercando di non far capire come si sentisse nuda dando sfogo a tutte quelle dichiarazioni, poi, con lentezza adatta ad assaporare ogni istante, cominciò a mettergli l'anello al dito mentre finiva la sua tirata, -complementari.-
Nessuno dei due abbassò lo sguardo sulle loro mani mentre la ragazza infilava la fede al dito di Scorpius, facendolo diventare, a suo dire, il signor Potter, dato che lei si rifiutava di cambiare cognome e rinunciare alla sua identità. Già si figuravano come sarebbe stata la lotta per dare il cognome ai figli, ma siccome al momento di marmocchi non se ne parlava proprio, entrambi ignoravano bellamente la cosa.
Scorpius le sorrise, con quel sorriso sghembo che riservava solo a lei, a metà fra una presa in giro e una preghiera di restare, poi le scostò i capelli che la brezza marina le aveva fatto ricadere davanti al viso, con un gesto che annullò del tutto la presenza di chiunque intorno a loro.
-Sai , la prima volta che ti ho vista l'impressione che ho avuto è stata che tu fossi davvero irritante e beh, adesso che ti sto per sposare, posso dire senza ombra di dubbio che mai prima impressione fu più veritiera. Sei un piccolo tedio di poco più di un metro e cinquanta, con tutte le tue manie di grandezza e i guai che combini ogni volta che ti impegni in qualcosa,- benché da una parte il discorso sembrava più una critica che una promessa di matrimonio, come non mancò di fargli notare più tardi Lily (Almeno io mi sono trattenuta dall'elencare i tuoi difetti!) , il suo tono di voce era curiosamente a cavallo fra il possessivo e il tenero, -ma tutto questo è normale per te, piccola testarda Potter, ovunque vai, qualunque cosa tocchi.. lasci una tua impronta indelebile, sei sempre te stessa, senza bisogno di dimostrare chi sei o cosa sai fare a niente e nessuno. Sei forte Lily Potter, un vero cataclisma di emozioni e epiteti poco carini verso chi osa contraddirti, ma sei tu ed io qui, davanti a tutti, posso prometterti che ti difenderò, difenderò questo tuo essere catastroficamente unica. Ed è vero, non basteranno un paio di anelli e una firma a farci smettere di scontrarci, è vero che siamo così diversi da continuare a indispettirci a vicenda solo per il gusto di farlo, forse è vero anche che non sarà tutto facile, che il futuro è un'incognita, ma siamo noi.
Io ti prometto che questo non cambierà, cresceremo, matureremo, invecchieremo, l'abbiamo già fatto in un certo senso, ma saremo sempre quella piccola peste di undici anni dagli enormi occhi blu che obbligò quel ragazzino di tredici a portarle il baule nello scompartimento perché lei doveva fare amicizia con sua sorella.
Ti prometto che affronterò qualunque problema, estirperò qualunque ostacolo ci sarà sul nostro cammino, spazzerò via qualunque cosa cerchi di dividerci, ti seguirò alle porte dell'inferno se sarà necessario, perché tu sei mia, io sono tuo e questa è l'unica realtà in cui voglio credere.
Ti prenderò in giro per le tue piccole stranezze ti sosterrò nelle tue grandi imprese strampalate. Non ti prometto il 'per sempre',- le prese le mani facendo una breve pausa, sicuramente ad effetto, sbruffone com'era, pensò lei per trattenere l'emozione che scorreva fra le loro mani, che, a dire il vero, tremavano un po', -ti prometto di più.- e le mise l'anello al dito.
-Ora sei mio,- gli sussurrò con gli occhi che brillavano la rossa.
-Sai che novità,- le sorrise lui inarcando un sopracciglio divertito.
Senza aspettare che le dessero il permesso si saltarono l'uno al collo dell'altro, lui la strinse a sè sollevandola da terra baciandosi con passione, per esprimere tutto quello che c'era da dire e che nemmeno le promesse avevano potuto esprimere e l'officiante alzò gli occhi al cielo.
-Inutile dirlo, ma li dichiaro marito e moglie- ridacchiò mentre borbottava un 'ah , i giovani d'oggi' e Harry e Draco avevano un'espressione da 'ossanto Salazar/Godric, sono imparentato con un Malfoy/Potter' . Forse speravano ancora inconsciamente in una fuga dell'ultimo minuto.

The funeral of hearts
And a plea for mercy
When love is a gun
Separating me from you”
#Il funerale dei cuori
E una scusa per pietà
Quando l'amore è una pistola
Che separa me da te#

L'allarme di qualche ora prima inondò di nuovo la stanza.
No, non di nuovo, lui doveva sopravvivere, non poteva avere un altro attacco.
Venne spostata dalle infermiere di poco mentre non staccava gli occhi dal viso di lui. Non aveva cambiato espressione di una virgola, notò con orrore, era come se fosse indifferente anche alla sua stessa morte. Come poteva farle questo?
-Scorpius..- mormorò senza forze sovrastata dalla voce dei medimaghi che ripetevano la scena di prima. Era una sua impressione o ci stava mettendo più di prima? Sentiva come se il cuore volesse uscirle dalla gola, le pulsava la testa e riusciva a pensare ad un solo nome, una sola voce, a due occhi.
-Scorpius, torna da me.-
Aveva promesso e avrebbe mantenuto la sua promessa.
Lui sarebbe tornato da lei.
Di nuovo quel suono acuto e lungo le annunciò che anche quella volta suo marito aveva ripreso a respirare. Che era tornato da lei. Sentì le gambe cederle del tutto e si appoggiò al muro con la schiena, inspirando ed espirando forte mentre i medici informavano sulla porta i coniugi Malfoy sulle condizioni del figlio.
E fu così anche una terza volta, con lo stesso copione, con le stesse voci e le stesse bacchette, con gli stessi risultati. Continuava a cercare di morire e poi veniva riportato alla vita con la forza.
-Lily?-
Le si avvicinavano tutti in punta di piedi, come se fosse già vedova. Non si ricordava nemmeno di aver chiuso gli occhi, con la testa china e la mano gelata di Scorpius stretta fra le sue.
-Lily?- la voce di Zabini continuava a chiamarla, ma sembrava così lontana da raggiungere e lei era così stanca, per due volte nel giro di poche ore aveva rischiato di perdere Scorpius.
Silenzio.
-Ci mette sempre di più,- mormorò all'amico di cui sentiva la presenza accanto a sé.
-Cosa?- chiese l'amico disorientato.
-A riprendere a battere, il suo cuore..- non riusciva a finire la frase, ma era stata così la seconda e anche la terza volta. Stava collassando fra le sue mani, davanti ai suoi occhi.
-Io..- provò a dire qualcosa, ma si fermò quasi subito, -lui ti ama.-
-Lo so.-
Era l'unica cosa che potessero dirle con tutta sincerità, lo sapeva bene anche lei, eppure faceva così male sentirselo dire, saperlo già da sé e che questo non potesse cambiare le cose in nessun modo.
Draco e Asteria lasciarono il St. Mungo a notte fonda, dicendo che sarebbero tornati la mattina presto, era stato Albus a consigliarglielo, dicendogli che ormai la possibilità di un nuovo attacco per quella notte era minima e che in caso li avrebbe informati subito di qualsiasi cambiamento, insistendo sul fatto che di Malfoy ricoverati ne bastava e avanzava uno.
C'era Albus, c'era Kim, c'era Zabini, c'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.

She was the wind, carrying in
All the troubles and fears here for years tried to forget
He was the fire, restless and wild
And you were like a moth to that flame”
#Lei era il vento, che porta qui
Tutte le preoccupazioni e paure per anni provate a dimenticare
Lui era il fuoco, irrequieto e feroce
E tu eri come una falena di quella fiamma#

-Che succede Potter?- la voce alle sue spalle la fece sussultare, o forse era solo un singhiozzo represso, non lo sapeva nemmeno piu' lei a quel punto.
-Niente Malfoy,- rispose dura senza nemmeno voltarsi con la voce leggermente rotta nonostante provasse con tutte le sue forze a dissimularla.
-Bene, quindi non ti dispiacerà se ti faccio compagnia qua, il parco è di tutti,- disse lui con il suo solito tono fottutamente calmo in qualsiasi fottutissima situazione.
-Devi proprio scassarmi i coglioni pure di domenica mattina?- gli disse brusca lei, mentre lo sentiva sedersi per terra poco distante da lei, alle sue spalle.
-Acide fin dall'alba a quanto vedo, hai il ciclo Potter o è solo la tua innata simpatia?- la provocò di nuovo lui, come faceva sempre in quel tira e molla continuo che li contraddistingueva dal suo primo anno. Ma lei in quel momento, seduta alle sei e mezza del mattino nel bel mezzo di mattina, in pigiama avvolta solo dal mantello invernale con gli occhi umidi non era nella situazione adatta per sopportarlo.
-Bene, visto che sono così acida tolgo il disturbo,- ribatté ancora con la voce roca, ma non fu quello ad allertare i sensi della serpe, ma la sua resa immediata. Non era da lei, lui sapeva bene dato che ci combatteva da ben cinque anni, forse la conosceva meglio lui di tutti quei perbenisti che si dicevano suoi amici, compreso il suo adorato ragazzo del momento.
La ragazza sentì la presa ferrea delle sue mani gelide attorno al suo polso, ma non si voltò, non voleva che la vedesse con gli occhi rossi e il viso arrossato dalle lacrime. Mai nessuno avrebbe dovuto vederla così fragile, era un oltraggio al suo orgoglio.
-Lasciami,- gli intimò rabbiosa cercando di divincolare il braccio , senza risultati. In fondo, per quanto potesse essere forte per la sua altezza di 1.56 e la sua corporatura non poteva competere con un ragazzo ormai quasi uomo che superava abbondantemente il metro e ottanta.
-Voltati Potter,- le intimò in tono incolore.
-Ho detto lasciami!- esclamò con la voce che passava dal roco all'acuto in meno di un'ottavo.
-Potter, voltati,- ripetè lui imperterrito .
-Si può sapere cosa cazzo vuoi Malfoy?! Ecco , mi sono voltata, contento razza di viscido idiota?- perchè doveva umiliarla così? Perchè doveva trovarla nell'unico momento in cui era dannatamente fragile, per un chissà quale motivo che solo Merlino poteva sapere? Non poteva lasciarla leccarsi le ferite in pace?

-Lily..- esordì estremamente calmo nonostante la scarica d'insulti della giovane Corvonero, -perchè piangi?- Che domanda insulsa pensò lei, come se lo sapesse anche lei.. era così confusa già da se, non bastava? Cosa aveva fatto di male perchè il karma si accanisse così su di lei? E lui.. da lui una domanda del genere.. perchè?
-N..no, sto solo.. sudando dagli occhi, ecco!- farfugliò lei, sentendosi mentre parlava si dava dell'idiota, ma lo sguardo di lui, così intenso e calmo, come quando consolava Kim, di nascosto.. così rassicurante. Il suo nome nominato da lui sembrava così rassicurante e allo stesso tempo destabilizzante; perchè capovolgeva tutto, capovolgeva il suo mondo.
-Stai sudando.. dagli occhi?- le chiese lui con uno strano tono, quasi ilare, senza lasciarle ancora il braccio. All'improvviso scoppiò a ridere senza ritegno, senza cattiveria, malizia o altro, solo .. rideva di gusto.
Perfetto, ora che Malfoy si era presa gioco di lui la sua giornata era completa, poteva anche a dormire per i prossimi 6 mesi. Magari in coma.
-Bene, contenta che ti sia divertito, ora mollami!- gli intimò rabbiosa cercando di liberarsi, ma senza rendersene conto lui invece di lasciarla andare come si aspettava la attirò a se e.. l'avvolse in un abbraccio. Era furiosa con lui, stava bene lì con lui. Voleva scappare, ma non riusciva a muoversi, non voleva slegarsi da quell'abbraccio così caldo che non si sarebbe mai immaginata da lui.
Rimase immobile , con le braccia lungo i fianchi molli e le sue labbra che solleticavano la testa, fra i suoi capelli mentre le sussurrava sempre divertito.
-Certo, Potter, che solo tu potevi sparare una stronzata del genere.-

The heretic seal beyond divine
a pray to a god who's deaf and blind
The last rites for souls on fire
Three little words and a question why”
#L'eretico sigilla oltre il divino
Prega Dio chi è sordo e cieco
L'anima nel fuoco dell'ultima notte
Tre piccole parole e la domanda perchè#

Si diceva, che prima di morire la tua vita ti scorra davanti. Lei non sapeva esattamente cosa Scorpius sognasse o pensasse, ma dal canto suo i ricordi la stavano soffocando, uno dopo l'altro. La loro vita assieme, da quando a undici anni aveva preso l'espresso per Hogwarts lentamente riemergeva graffiandole il cuore. Non sapeva esattamente che ora fosse, Albus era uscito per fare l'ultimo giro di visite ai suoi pazienti visto che il suo turno stava per finire, era parso così stanco quando le aveva fatto un mezzo sorriso, di quelli che non coinvolgevano i suoi begl'occhi verdi e l'aveva rassicurata che sarebbe tornato. Sarebbe dovuto andare a casa, dormire un po', altrimenti non avrebbe retto molto di più. Zabini era ancora lì, accanto a lei, in silenzio religioso almeno quanto Kim, tutti intorno a quel letto sembravano fedeli che, spersi, chiedevano un miracolo ad un dio cieco e sordo. Non si rendeva conto più nemmeno se sognava o era sveglia, accovacciata sulla mano di Scorpius per non doverlo guardare in viso, così spento e silenzioso.
Ogni tanto gli baciava le nocche, come se quel piccolo gesto potesse spezzarne l'immobilità.
Chinò di nuovo il capo appoggiando la fronte alle loro mani unite e respiro tremante, sentiva come se non ci fosse nulla dentro di lei e allo stesso tempo una stretta lancinante minacciava di stracciarle il cuore; ma non poteva, non poteva farsi prendere dal panico, doveva avere fede in lui, che sarebbe tornato, perchè gliel'aveva promesso. Aveva promesso di seguirla sin fino alle porte dell'inferno e ci si sentiva così vicina, rinchiusa in quel purgatorio che non era altro che attesa. Lancinante, impotente attesa del nulla.

Lei, così forte nella vita di tutti i giorni e così fragile, malleabile, nelle sue mani dalle lunghe dita affusolate che ora erano immerse nei suoi capelli rosso fuoco creando uno strano contrasto; come sangue sulla neve. Era tutto così confuso, talmente presi dalle loro emozioni da non rendersi più conto dove iniziava uno e finiva l'altra, una cosa sola, avvinghiati sempre di più l'uno all'altro, come se nel caso avessero lasciato andare la presa l'altro sarebbe potuto sparire, scappare.
In fondo che ragione aveva di restare Lui? Pensò Lei.
In fondo che ragione aveva di restare Lei? Pensò Lui.
Era tutto così nitido e allo stesso tempo fottutamente
confuso, perchè si erano persi ognuno nei meandri più oscuri dell'altro, qui più profondi, lì più superficiali. Era sparito tutto. I colori delle divise che portavano, il sangue che gli scorreva nelle vene a ritmo vertiginoso dettato dai loro cuori che battevano all'unisono, forte, veloci, come se corressero anche loro lontani da quella realtà che faceva male, male da morire.
Essere felici era una fregatura, perchè la felicità stessa esisteva perchè la tristezza si annidava ovunque, senza la seconda la prima non sarebbe stata così agognata, speciale e brillante.
Sospiri, lievi e sconnessi, come un cuore innamorato che perdeva un battito la prima che ti chiamano
amore dando pieno significato a quella parola così bistrattata e usata con fin troppa leggerezza da tutti, fino a perdere totalmente di significato per tutti. Eppure, lei, aveva una specie di timore reverenziale per quelle tre sillabe perchè significavano la completa e totale dipendenza da un'altra persona e dalla felicità che sapeva donarti, ogni singolo istante di ogni singolo giorno.
Le loro labbra si separarono dopo quello che sembrò un tempo interminabile e allo stesso tempo decisamente troppo poco. E finalmente si guardarono negli occhi, lei seduta sulla scrivania con una mano affondata nei capelli biondi di lui e gli occhi color del cielo limpido in quelli color tempesta davanti a lei. Silenzio, carico di significati e parole che nessuno dei due aveva il coraggio di dire.
In una frazione di secondo le tornò in mente la domanda che le aveva fatto qualche giorno prima,quasi innocentemente, Calipso.
"Sei mai stata innamorata Lily?" Nessun'altra parola superflua, nessuna divagazione, ma un semplice punto interrogativo che la lasciò quasi senza fiato. L'entità di quella risposta non era solo una semplice chiacchierata fra amiche, ma una specie di tacita dichiarazione a se stessa. E se in quel momento, ad una ragazza piuttosto pensierosa, aveva risposto con un semplice 'non lo so' ora la risposta la sapeva, era salita dal suo intimo cantuccio dove si era nascosta, sopita e imprigionata dalla logica di ferro secondo cui lei non si sarebbe mai innamorata di lui.
-Sì,- bisbigliò piano lei e lui alzò il sopracciglio, con i suoi soliti modi di fare posati che contrastavano un po' con le gote un po' arrossate e il respiro lievemente accelerato di entrambi.
-Sì?- le chiese perplesso e lei annuì, decisa senza aggiungere altro. Per quanto fosse stupido ammetterlo era così. Punto e basta e lei di certo non poteva cambiarlo.
Ora sì che era fottuta, pensò lei non senza un piccolo sorrisino mentre il ragazzo dalla divisa verde-argento piombava di nuovo sulle sue labbra incurante dell'importanza della sillaba appena pronunciata dalla ragazza davanti a lui.

Love's the funeral of hearts
And an ode for cruelty
When angels cry blood
On flowers of evil in bloom”
#L'amore è il funerale dei cuori
E un'ode per la crudeltà
Quando gli angeli piangono sangue
Sui fiori sboccianti del male#

Si risvegliò di soprassalto dal dormiveglia sentendo che il dolore che cercava di impadronirsi di lei, attraverso tutti quegli sprazzi di memoria così nitidi che le sembrava di riviverli.
Alzò lentamente la testa e trovò Kim accovacciata sulla poltroncina di fronte a lei addormentata, con una mano che le penzolava fuori dal bracciolo ancora stretta a quella del fratello. Sembrava una bambina così spaurita, con le labbra socchiuse e il respiro leggero, mentre anche nel sonno stringeva spasmodicamente la persona che fin da piccola si era presa cura di lei, con le sue paure e insicurezze. Perchè erano così simili quei due, emozionalmente dislessici e con talmente tanto amore dentro di loro da scoppiare, ma così spauriti dall'aprirsi che per gran parte del tempo l'avevano riversato l'uno sull'altro.
Raddrizzò la schiena dolorante e sentì qualcosa scivolarle via dalle spalle, si voltò e vide la giacca di Ares; lui non c'era, doveva essere andato a sgranchirsi le gambe.
L'orologio segnava le 3.17, non aveva dormito che dieci minuti alla fine.
Riportò dolorosamente lo sguardo sull'ex-Serpeverde immobile di fronte a lei. Molti dicevano delle persone in coma che sembrava dormissero, ma non era vero. Lui sembrava morto, un dannato cadavere, immobile, senza le sue espressioni strane quando sognava qualcosa, senza il suo respiro pesante o il suo rigirarsi nel letto finchè non la trovava e le si stendeva letteralmente sopra, lasciandole una spanna di letto libero. Lui non stava dormendo.

-E allora perchè te la prendi tanto?- domandò irriverente la ragazza e ci fu un'altra persona oltre a lei che quel giorno maledì la perspicacia di una Corvonero.
-Tu parli troppo,- lo sentì mormorare prima di lasciarla del tutto spiazzata quando con una falcata sola il biondo colmava la distanza fra loro e la spingeva contro il muro , baciandola con irruenza. Non pensò di respingerlo, non ebbe il tempo di rimanere stupita. Non pensò e basta. Semplicemente chiuse gli occhi e dischiuse le labbra con naturalezza.
E fu tempesta, sulle sue labbra, nel suo cuore, dietro ai suoi occhi blu serrati.
Fu un bacio totalmente diverso da quello con Lorc, c'era passione, c'era desiderio, si ritrovò le sue mani ovunque, nei capelli, dietro la schiena, sui fianchi, sul viso, lo sentiva ovunque, con quell'odore dolce amaro che le invadeva le narici, mentre la schiacciava contro alla pietra fredda e lei bruciava. Non controllava più il suo corpo, si ritrovò le sue mani che s'immergevano nei capelli di lui, quand'è che le aveva mosse poi?, che gli graffiavano la cute per poi aggrapparsi al suo collo, infilando le mani nel suo colletto della camicia spiegazzata. Lo attirava a sé spasmodicamente. Ma lei non lo odiava quel ragazzo di cui ora il suo corpo chiedeva spasmodicamente sempre di più, sempre più? Come se fosse aria. Come se ne avesse bisogno per respirare.
E le sue labbra, oh le sue labbra, erano morbide quando erano feroci i denti che le mordevano il labbro inferiore, erano dolci e amare, sapeva di fumo e di whiskey incendiario, quel bacio, di fumo, whiskey e, non seppe spiegarsi perchè lo sapeva, di lui. Ma in fondo non sapeva più nulla, le disse una vocina in fondo alla sua testa mentre lei stringeva le ciocche biondo chiaro fra le dita schiacciandoselo contro. Si era praticamente annullata nel suo odore, nel suo sapore, nelle sue mani.

C'era Kim, c'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.
-Ti odio,- parlare le grattava la gola riarsa e le faceva male ovunque per la posizione che aveva mantenuto per ore, -sei un fottuto stronzo figlio di Mangiamorte.-
Le faceva male ovunque, persino il cuore.
-Come puoi pensare di lasciarmi qui? Non puoi andartene, non in un posto in cui non posso raggiungerti, se volevi.. se volevi liberarti di me c'erano tanti altri modi sai? Ma ti prego, non morire, non puoi fare questo ai tuoi genitori, a mio fratello a tua sorella, a Zab.. ci sono tante persone che senza le tue battute acide, le tue soppracciglia che si inarcano quando trovi qualcosa curioso o semplicemente cerchi di trattenere un sorriso e le labbra ti si piegano in un mezzo ghigno che fa venir voglia di prenderti a pugni non ce la possono fare. Tu.. tu non puoi andartene così, tanti saluti e grazie. Parlami, svegliati, vivi..- la voce le tremava inverosimilmente quasi quanto le mani appoggiate sul letto che stringevano spasmodicamente il lenzuolo.
-Ti supplico, vivi..-

Un'ombra le coprì la luce del sole con cui stava leggendo così alzò lo sguardo e vide Malfoy che da in piedi la fissava attentamente.
-Ultimamente ci incontriamo un po' troppo spesso Malfoy,- lo apostrò mettendosi una mano sugli occhi per guardarlo meglio controluce, mentre si tirava su sui gomiti, -per caso sei uno stalker?-
Lui si chinò accovacciandosi davanti a lei e sorrise. Non ghignò con quel suo solito modo di fare strafottente e affini, semplicemente sorrise, mostrando i denti, notò stupidamente. Un sorrisetto strano, un po' sghembo. Rimase a fissarlo stranita mentre le tornava alla mente lo strano sogno che, purtroppo, era realtà, realizzò, in cui lui e lei parlavano con frasi sconnesse e lei che gli confessava che lui aveva complicato tutto.
-Potrebbe essere Potter, a questo punto tutto e possibile,- disse lui sempre sorridendo in quel modo strano che l'aveva completamente bloccata, poggiata sui gomiti a pancia in giù, a fissarlo stranita. Con tutta la tranquillità del mondo Scorpius si sedette allungando una gamba che arrivava vicina alla spalla della rossa, mentre tenne l'altra piegata e si poggiò con le mani al terreno, leggermente reclinato all'indietro con la schiena, perfettamente tranquillo, mentre Lily ancora cercava di racapezzarsi del fatto che Scorpius FottutoIdiota Malfoy aveva sorriso.
Sembrava essere arrivato a una strana accettazione di qualcosa, come chi è afflitto da un problema e riesce finalmente a risolverlo e in quel momento, da bravo essere a sangue freddo qual'era si godeva i primi raggi di sole. Anche se in quel momento, sembrava più un gatto, di quelli furbi e strani che ti mettevano ansia quando li guardavi troppo a lungo negli occhi.
-Allora siamo nella merda,- concluse la ragazza senza mezzi termini senza sapere cosa rispondere.

The funeral of hearts
And a plea for mercy
When love is a gun
Separating me from you”
#Il funerale dei cuor
E una scusa per pietà
Quando l'amore è una pistola
Che separa me da te #

 

-Con chi credi che litigherò per dei dannati cereali la mattina? Chi appenderà gli stendardi Serpeverde sopra il nostro letto solo per farmi dispetto? Chi mi ruberà tutto il letto e mi stringerà la notte? Chi mi amerà? Dimmelo! Merlino parlami!-
Man mano che andava avanti col suo monologo appena sussurrato la sua voce riprendeva sicurezza, era arrabbiata, furiosa. Non poteva lasciarla sola, non poteva e basta.

-Io non fisso insistentemente nessuno,- ribattè istantaneamente guardandolo storto. Sì, okay, lo stava fissando, ma che pretendeva che facesse se arrivava lì e con tutta la calma del mondo spargeva sorrisi come una fatina platinata? Represse un brivido a quella immagine mentale.
-E allora perchè mi sembra che tu mi stia trapassando da parte a parte Potter?- chiese sornione mentre si metteva un po' più dritto.
-Mi hanno insegnato che è buona educazione guardare le persone con cui si parla,- che benedetta fosse la sua parlantina o a quel punto non avrebbe più saputo come rispondere. Non era il loro solito botta e risposta, di prese in giro malcelate e nemmeno quello nuovo, quella specie di melancolinico monologo che era spuntato in entrambe le due occasioni in cui lui dopo.. beh, aveva fatto quello che aveva fatto. No, lì era sembrato cupo, agitato, confuso e in quel momento invece sembrava solo.. tranquillo, non la solita tranquillità, ma qualcosa di diverso. Non sapeva trovare nemmeno un aggettivo adatto per descriverlo.
-Guardare, non squadrare come se la persona in questione fosse uno Schiopodo Sparacoda con le trecce,- inarcò un sopracciglio chiaro sempre con quell'aria divertita.
-Che brutta immagine Malfoy, cosa sono, i tuoi incubi notturni?- lo guardò in tralice dopo quella similitudine parecchio infelice.
-Oh no, i miei incubi sono ben altri,- sorrise di nuovo, come aveva fatto all'inizio di quella strana conversazione, non un accenno, ma il secondo vero e proprio sorriso della giornata e a quel punto fu Lils a credere di aver battuto forte la testa, ripetutamente.

-Dannato Malfoy..- sbattè rabbiosamente il pugno contro il materasso.
-Se solo osa morire giuro che lo faccio diventare un Inferius solo per ammazzarlo di nuovo con le mie stesse mani,- la vocina di Kimberly, sottile come se venisse dall'oltretomba ruppe il silenzio e attirò lo sguardo della migliore amica. Ovviamente l'aveva svegliata con il suo assurdo monologo.
-Sarebbe troppo poco,- rispose Lily con un tono talmente piatto da far sembrare un'illusione rispetto a quello di prima, così vivo, arrabbiato. Come se si fosse spenta al pari della fiammella di una candela. Lui era sempre riuscito a renderla più suscettibile di quanto in realtà non fosse, con quei suoi modi così freddi, controllati.

Successe tutto in un attimo, come lo scatto di Lily che aveva tirato fuori la bacchetta, quando di solito preferiva venire alle mani, ora Scorpius la prese per i polsi tenendoli in alto sbattendola contro il muro, sembrava si fossero invertiti i ruoli e le azioni che ognuno si sarebbe aspettato dall'altro.
-Non.Mi.Sfidare.- sillabò rabbioso, rischiando di mandare in frantumi la sua maschera da perfetto menefreghista, se non l'aveva già fatto.
Lily scoppiò in una risata senza allegria.
-Non mi fai paura. Ti odio e basta,- disse decisa guardandolo negli occhi mentre sentiva la sua presa stretta sui suoi polsi; era un odio diverso da quello di quei cinque anni. Era un odio più profondo, ribollente, che la scaldava dentro e le faceva venire voglia di prendere a pugni qualcuno; qualcosa di passionale, talmente forte che anche in quel momento stentava a rimanere calma e ad apparire intoccata dal suo sguardo, voleva rimanere forte, mentre guardandolo negli occhi si sentiva invincibile.
-Oh povera piccola Potter..- commentò lui, incurvando le labbra in un ghigno sarcastico recuperando un contegno e lì comprese: glielo si leggeva negli occhi il vulcano in eruzione che c'era dentro di lei, non c'era via di scampo, era un come un libro aperto nelle sue mani e questa cosa la irritava sempre di più, la rendeva così nervosa da farle venire voglia di schiantarlo e se solo avesse avuto le mani libere l'avrebbe fatto.
Una torcia accanto a loro dardeggiò, come spinta da una forza improvvisa, solo per un attimo. Le possibilità erano due, o lei stava perdendo del tutto la calma, e la testa, o era stato un riflesso del tutto incondizionato. In fondo, quand'era bambina, ogni volta che si infuriava tanto da sentirsi quella tempesta dentro c'era sempre qualcosa che scoppiava o finiva in mille pezzi, per fortuna non succedeva spesso.
Come poteva ridurla a perdere il controllo in quel modo? E soprattutto, lo dava davvero così tanto a vedere? Eppure era lì, immobile, a fissarlo negli occhi decisa, come una vera Potter.

-Tornerà,- rispose decisa la bionda sedendosi meglio, -tornerà da me, da te, da mamma, papà, Al, Zab.. da tutti quegli che gli vogliono bene.-
-Ma lui è qui, capisci?- rispose avvilita la rossa con la testa china. -È qui e allo stesso tempo sembra lontano anni luce, ma è così vicino che posso toccarlo.-
Kimberly abbassò lo sguardo, nessuna delle due sapeva più che dire, perchè alla fine ogni parola aveva un suono sbagliato, storto, come un accento straniero su un'altra lingua, completamente fuori luogo, lontano da casa.
E casa non era forse il luogo dove risiedeva il tuo cuore? Pensò Lily con amarezza guardando quell'inerte involucro che conteneva il suo, la sua definizione di Casa.
Zabini entrò piano e guardò le due ragazze con lo sguardo sperso in mille pensieri che faceva paura solo accennare con un fil di voce.
-Kim.. Albus mi ha tassativamente ordinato di riportarti a casa,- annunciò avvicinandosi alla bionda.
-Io voglio rimanere con mio fratello,- rispose neutra senza nemmeno alzare lo sguardo.
-Kimberly..- le si avvicinò il moro accovacciandosi vicino alla sua poltroncina, -ha bisogno di te, cerca di non darlo a vedere, ma è anche il suo migliore amico in quel letto.. e stare da solo lo strazia.-
-Ma..- provò a dire qualcosa senza nemmeno trovare un appiglio.
-Rimango io con Scor, non lo lascerò nemmeno un secondo,- s'intromise Lily e in fondo dove sarebbe potuta andare? Casa sua era distesa in quel letto, -va da Al, ha bisogno della donna che ama.-
Kim annuì e si alzò lentamente, poi si chinò su Scorpius e gli diede un lieve bacio sulla guancia. Era un gesto così insolito per la fredda e chiusa ex-Serpeverde che spezzo ancor di più il cuore a Lils, come se quello decretasse che la fine era vicina.
-L'accompagno e poi torno, okay?- Si rivolse verso di lei Ares.
-No, tranquillo, va a dormire anche tu,- scosse la testa debolmente la rossa e dopo un ultimo abbraccio si separarono lasciandoli lì.
C'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.
Non distoglieva nemmeno per un attimo lo sguardo, non sarebbe addormentata o distratta proprio nel momento in cui lui avrebbe potuto aprire gli occhi, non l'avrebbe permesso.Ancora Ancora un'ora e niente di niente. Passò di lì un'infermiera che le disse che il Medimago Potter le aveva dato istruzioni di portarle perlomeno un caffè se l'avesse trovata lì ancora a quell'ora dato che era preoccupato per la sua salute. Sembrava abbastanza scocciata quando era entrata, ed effettivamente essere scambiata per cameriera non credeva fosse il suo sogno, ma uno sguardo alla stanza era bastato per far distendere le rughe sulla fronte. Lily l'aveva a malapena guardata, la ringraziò con un sussurro con lo sguardo blu fisso su Scorpius.
Ci fu un'altra crisi e anche quella passò.
Ce ne furono altre due e passarono anche quelle.
Ma ad ogni rianimazione e fermento in quella stanza il tempo in cui il cuore del biondo impiegava a partire si dilatava sempre di più. Questo faceva paura, perchè voleva dire che non reggeva più, nonostante tutte le pozioni sembrava quasi che una maledizione lo divorasse dall'interno.
Per primo era arrivato Albus, alle 5.30 del mattino, trovando la sorella distrutta dopo che aveva visto la persona che amava riemergere dalla morte per un soffio troppe volte per farci ancora l'abitudine. Aveva visto quel cuore che tanto amava fermarsi e ripartire faticosamente cinque volte, era allo stremo.
-Al..- incominciò mentre il fratello passava la bacchetta sul suo migliore amico per controllare la situazione generale cercando di rimanere il più professionale possibile, -sta soffrendo, vero?-
-Se.. se soffrisse sarebbe già un buon segno, è come se fosse completamente assente,- rispose poco professionalmente, ma era di quello che avevano bisogno, di schiettezza.
-Ti ricordi la fiaba di Beda che ci raccontava sempre papà da piccoli? Quella dei Doni..- cominciò pensierosa, -non ha senso legare i morti ai vivi per egoismo.-
-Lui non è morto, non secondo i termini della Medimagia,- rispose con il tono più neutro che riuscì a usare il moro, sapeva dove la sorella voleva andare a parare.
-Respira grazie ad un incantesimo che gli allarga e restringe i polmoni, il suo cuore è andato in arresto cinque volte, cinque non una, da ieri sera.. stiamo solo allungano la sua agonia, ci sono incantesimi che potrebbero rallentare l'erosione del suo corpo, ma.. Al, sono una Corvonero, ti ho aiutato a studiare, ho letto anche io i tuoi libri.-
Era un fiume di parole, mentre stringeva la mano dell'uomo che amava di cui non rimaneva che un corpo vuoto, l'aveva capito al quinto arresto o forse anche prima, che di Scorpius Hyperion Malfoy rimaneva ben poco.
-Stiamo solo prorogando l'inevitabile,- aggiunse per rompere l'ostinato mutismo di suo fratello.
-La sua famiglia potrebbe non pensarla così..- riuscì solo a dire, perchè glielo leggeva negli occhi che era d'accordo con lui, che nemmeno lui riusciva a collegare quel corpo inerte steso sul letto con quello del suo migliore amico, di suo cognato.
-Io sono sua moglie, ho pieno diritto di decisione, lui ha troppa dignita per andarsene in questo modo, non avrebbe mai voluto diventare un vegetale,- rispose decisa.
-Non sarebbe nemmeno un vegetale, morirebbe entro 72 ore massimo dopo che tutti i suoi organi interni avranno ceduto del tutto,- mormorò l'uomo senza più usare mezzi termini.
-Voglio che mantenga la sua dignità,- si alzò in piedi aggrappandosi alla mano di Scorpius come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
-Allora lo faremo salutare da tutti e poi.. poi lo disincanteremo,- concluse Albus guardandola dritta negli occhi e leggendovi un amore così puro che era macchiato indelebilmente dal dolore. La vedeva, la sua sorellina, farsi carico di una decisione che nessuno aveva il coraggio nemmeno di accennare ad alta voce. La piccola Lily Luna Potter non era più tanto piccina, ma oltre la sicurezza che traspariva dalle spalle dritte e lo sguardo fisso in quello del fratello c'era anche la patina di estrema fragilità che l'avvolgeva, perchè stava rinunciando all'amore della sua vita, perchè l'aveva visto morire e venire riportato alla vita a forza troppe volte in una notte per sopportare ancora un accanimento su un corpo che l'aveva avvolta in abbracci caldi, che l'aveva accarezzata e amata. Non poteva più sopportare la tortura egoistica a cui lo stavano sottoponendo solo perchè non riuscivano a lasciarlo andare, lei per prima, che ancora stringeva la sua mano e non aveva intenzione di lasciarla per nessuna ragione al mondo.
-Entro le 17.00 di questo pomeriggio, dopo che siano venuti tutti o no alle 18.00 sarà disincantato,- tentennò un po' e poi fece scivolare via le dita da quelle di lui, -vado a prendere le pergamene, resta tu con lui.-
Ed uscì, superando il fratello che si lasciava cadere sulla poltroncina su cui aveva bivaccato Kim il giorno prima e immergeva il viso fra le mani stancamente.
La signora Potter in Malfoy percorse i corridoio silenziosi con una strana calma, non c'era assolutamente nulla attorno a lei, era completamente isolata dal mondo.
Quando tornò nella stanza, con i documenti firmati e sistemati in una cartellina trovò Kimberly, Asteria e Draco ad aspettarla.
-Non puoi farlo, si potrebbe svegliare..- fu la prima cosa che le disse il Mr Malfoy non appena entrò nella stanza, lei in tutta risposta, ancora ferma praticamente sulla soglia lo fisso dritto negli occhi, frenando il tuffo al cuore perchè quegli occhi erano così identici a quelli del figlio disteso dietro di lui. Le mancavano, anche se non li vedeva da solo un giorno, le mancavano terribilmente, forse perchè sapeva che non li avrebbe rivisti mai più.
-Lui è già morto, va avanti solo per un paio di stupidi incantesimi e pozioni,- rispose con tanta freddezza che sorprese anche lei stessa, -fatevelo spiegare da Albus.-
-Quindi sei stato tu a darle quest'idea assurda? Mio figlio sta fermo in un letto per un giorno e siete già pronti ad arrendervi e ucciderlo?!-
Draco Malfoy si era rivoltato come un cane rabbioso verso il mediano dei Potter, che, come la sorella, rimase in una strana calma. Forse era semplice accettazione dell'inevitabile.
-No, Mr Malfoy, è stata una mia idea, ma lui come medico può spiegarsi meglio di me,- intervenne Lily ancora immobile sulla porta.
-Non importa di chi sia stata “l'idea”, non è fattibile, io sono suo padre, mi oppongo!-
-Io sono sua moglie, tutti i documenti che abbiamo firmato prima del matrimonio servivano ad affidare la vita dell'uno nelle mani dell'altro, mi odi pure se vuole, ma non continuerò ad accanirmi su un cadavere,- sentiva il gelo dentro di sé almeno quanto doveva essercene all'esterno, era come una maschera dietro ad una maschera. Si sentiva come se avesse perso il suo vero volto, stava per perdere tutto.
-Non ti lascerò uccidere mio figlio!- Stava ormai urlando, fuori di sé, non sopportava l'idea di doverlo perdere.
-È già morto, non capisce? È l'amore della mia vita, se ci fosse un modo per farlo vivere non crede che non staremmo nemmeno parlando di questo? Non si risveglierà, mai più.-
Lily aveva il fiatone, era la prima volta che alzava la voce davvero, sentiva tutta la frustrazione crescerle dentro, inesorabile.
-Ci deve essere per forza un'altra soluzione, non ci possiamo arrendere così..- intervenì Astoria debolmente che si era seduta sul bordo del letto del figlio.
-Da ieri sera il suo cuore ha smesso di battere ben cinque volte, ed ogni volta è stato uno strazio vederli accanirsi su di lui, ogni volta ci mettevano di più per farlo ripartire.. si sta consumando dall'interno, non c'è più un'altra soluzione che dargli un po' di dignità.-
Le tremava la voce, sentiva che tutta la freddezza e la sicurezza di prima la stavano abbandonando. Non c'era soluzione, avevan detto i medimaghi, avevan cercato qualunque tipo di antidoto, ma non c'era cura e anche se l'avessero trovata sarebbe stato troppo tardi.
-Non c'è più, vero?- mormorò debolmente allora Kim che fino a quel momento era rimasta aggrappata ad Albus tremante e in silenzio.
-No, è solo un involucro vuoto,- si rivolse alla migliore amica e sentì distintamente la propria voce tremare. Faceva male, male da morire dirlo ad alta voce.
-Non è vero, lui.. lui,- cominciò lei sempre aggrappata a suo marito, si erano sposati sei mesi dopo che Lily e Scorpius avevano fatto il grande passo, -lui, no!-
-Invece.. invece sì, lui..- sentiva che se avesse detto un'altra parola la bolla che le proteggeva il cuore sarebbe esplosa, ma ormai, cosa poteva fare se non spiegare che quell'uomo non era chi amavano? -Lui è già morto.-
-NO!- L'urlo straziato della sorella risuonò nella stanza, aumentò le schegge nel cuore della rossa che a stento ormai si teneva in piedi, -lui non è morto, lui starà bene! Si sveglierà, deve tornare!-
-NON INFIERIRO' SULL'UOMO CHE AMO PERCHE' NON RIESCO A LASCIARLO ANDARE!-
Urlò talmente forte da sentire male alla gola, non ce la faceva, non capivano, non riuscivano a capire, -Mi rifiuto e se tu l'avessi visto collassare e riemergere dall'abisso tutte le volte stanotte capiresti.. io non posso fargli questo, mi sembrerebbe di tradirlo!-
-Non puoi ammazzare mio fratello, non ne hai il diritto,- aveva di nuovo abbassato la voce, sembrava aver perso tutte le forze in un colpo.
-Lui è l'amore della mia vita.. è il mio passato, il mio presente, doveva essere il mio futuro. Io sto perdendo la mia vita Kimberly,- le rispose tremante Lily appoggiandosi allo stipite della porta.
-Lui è mio fratello! Sangue del mio sangue, lo conosco da quando sono nata, non puoi portarmelo via,- rispose la bionda con un tono a cavallo fra lo straziato e l'esausto.
Lily fece un lungo respiro e poi si voltò verso il corridoio dando le spalle a tutti, -avete tempo fino alle 17.00 di oggi per dirgli addio, chiamate chi dovete chiamare, fate quello che volete, dopodichè verrà disincantato e gli dirò addio anche io.-
Detto questo uscì con tutta la stabilità che le rimaneva e s'infilò nella prima stanza vuota che trovò, sembrava uno sgabuzzino per le scope.
Si lasciò scivolare contro la porta chiusa e appoggiò la testa alla porta dietro di sé, senza più forze.

-E, di grazia, perchè dovrei accontentarti Malfoy?- sbuffò Lily, più per mera abitudine che per vera ostilità.
-Tu mi ami,- disse tranquillo lui in risposta,senza la malizia o strana luce così Malfoy, che lo rendeva così lui, era sparita all'improvviso per lasciare un'intensità mai vista negli occhi di lui. Era serio, maledettamente serio. Non era una domanda, nè la sua espressione o tono potevano insinuare il dubbio in chiunque che non fosse altro che un'affermazione, strafottente, boriosa e piena di sè quanto il padrone delle labbra da cui era uscita.
Ma Lily non era chiunque, lei lo conosceva. Conosceva il modo in cui dissimulava le sue emozioni con tanta maestria, lasciando intendere quello che voleva lui a chiunque.
Ma Lily non era chiunque, perchè in tanti anni di inimicizia e qualche sprazzo di complicità lei l'aveva conosciuto come nessun'altro, in fondo, per distruggere il tuo nemico devi scoprirne i punti deboli, no? E lei l'aveva fatto, senza accorgersene, anche quando passava le afose estati nella piscina di Malfoy Manor con Kim lo osservava, lo studiava , senza nemmeno accorgersene quando per chiunque non si degnavano di un sguardo. Ma Lily non era Chiunque. E lei finalmente l'aveva capito. Era una muta domanda, una piccola insicurezza che lui non poteva esprimere ad alta voce senza porgerle un fianco, anzi, il petto.. e in quel momento lei seppe che avrebbe potuto distruggerlo come lo sapeva lui, che nonostante il loro essere così forti all'esterno avevano un cuore di cristallo, soprattutto lui. Lui che nel suo piccolo mondo non faceva entrare nessuno, lei che faceva entrare tutti apparentemente, ma alla fine chi la conosceva davvero si contava sulla punta delle dita. Loro, così forti all'esterno e così vulnerabili non appena valicata l'imponente muraglia che avevano eretto attorno a sé per tenere fuori l'altro. Solo che col tempo si era crepata ed ora erano lì, a guardarsi negli occhi da circa trenta secondi che però sembravano anni. Lei sorrise , con quel ghignetto privo di malizia, ma solo pieno di.. felicita.
-E tu ami me,- rispose tranquilla. La loro prima dichiarazione fu così , al contrario. Come se ammettere con l'altro una debolezza del genere li avrebbe potuti uccidere, ma impossibilitati dal privarsi delle loro emozioni a vicenda. Ognuno era la voce dell'altro. E loro lo sapevano. In seguito il commento di Kim saputo l'accaduto non fu una visione così poetica della cosa, in effetti somigliava più ad un 'coglioni' coperto da un improvviso eccesso di tosse di Al.

Rimase lì, mentre i ricordi la assalivano e gli occhi erano dannatamente asciutti, come se anche le lacrime fossero troppo poche, come se le stesse conservando per il vero addio. Scorpius stava per morire, esattamente alle 18.00 di quella sera, al tramonto che, con l'inoltrarsi dell'inverno, arrivava sempre prima. E lei sarebbe morta con lui.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE.
Consiglio di leggere la storia con la musica inserità dentro più queste due, secondo me rendono meravigliosamente, a voi la scelta, io mi son fatta la playlist privata su youtube per scrivere. ;)
Dakishimeru Hoka Ni Nani Ga Dekirundarou? (Piano ver.) // Dakishimeru Hoka Ni Nani Ga Dekirundarou? - Lucifer
Okay, mi sto odiando da sola, perchè, perchè.. perchè amo questi personaggi e mi strazia doverne scrivere così, ma è un'ideuccia stupida che doveva essere una One-Shot e mi sa che diventerà di due capitoli data la mole di quello che ho scritto.
Partiamo col dire, per chi non mi conosce che questa è una specie di What if? della mia long "Maybe.." , ma si può leggere anche a sé senza che perda senso. I ricordi sono un po' inediti, un po' presi dalla long, perchè io Lily e Scorpius, la loro storia, la loro vita, me la immagino più o meno così.
Dal prossimo capitolo posso anticipare solo questo:

C'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.”
È partito tutto da un discorso sclerato e poi sono finita qui a praticamente piangere e odiarmi da sola, dunque, spero che qualcuno legga e magari lasci una piccola recensione, anche piccina picciò.
With love. :)

   
 
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