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Autore: Thiare    27/08/2013    1 recensioni
"Siamo al 114 di Sineski Pla, terzo piano" disse una voce decisa ma allo stesso tempo molto dolce "E' qui dove è iniziato tutto!" Dopo la battaglia di New York i Vendicatori sono a piede libero. Anche i due assassini si sono concessi una vacanza e la Vedova Nera ne approfitta per mostrare a Clint un luogo di rilevante importanza per lei.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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    "Siamo al 114 di Sineski Pla, terzo piano" disse una voce decisa ma allo stesso tempo molto dolce "E' qui dove è iniziato tutto!" terminò quella stessa voce femminile. Se quell'edificio fosse saltato in aria quel catastrofico giorno, in quel momento Clint e Natasha non sarebbero stati lì e neanche lei sarebbe esistita per mostrarglielo. Stando alle minacce di Coulson, se quell'imbecille non le avesse passato il telefono, quel giorno non avrebbe più potuto darsi da fare per salvare il suo falco.                     
"Bella trovata Coulson!" aveva pensato in quel momento la Vedova Nera. "E' qui che sono stata avvisata che tu eri stato compromesso" i suoi occhi si svuotarono ricordando la fitta che aveva avuto non appena ebbe ricevuto la notizia. "Dal caro e vecchio agente Coulson! Aveva fatto anche quella volta un ottimo lavoro!"                                                                                                                          
     "Ed è per questo che mi hai portato qui? Per ricordare quello che è successo? Non è abbastanza doloroso averlo vissuto?" ribatté un pò accigliato Clint.    
"Per dimostrarti che in quel periodo anche io sono stata compromessa! Ciò che si è messo a giocare con la mia mente è stata solo una cognizione, la cognizione di quello che ti è successo, la stessa che per giorni me l'ha occupata interamente, azzerando quasi del tutto le sue funzioni. E una sola notizia mi ha annientata."                                                              
     "Oh, non avevo capito come..."                                                                                                        
    "Ora ti rendi conto di cosa riesci a fare alle donne?!" lo interruppe lei ridendo spensieratamente. Poi si mise a gesticolare intenta a spiegare che cosa fosse successo durante la sua "assenza". Loki, per fortuna, era stato sconfitto qualche settimana prima e ora i Vendicatori si meritavano qualche tempo di riposo. Natasha aveva insistito nel tornare in quel luogo, Clint non seppe obiettare più di tanto, sapeva che non poteva vincere contro di lei! Erano partiti dopo una settimana, avevano preso il primo aereo disponibile, volevano scappare da New York, anche se la minaccia era terminata. Arrivarono dopo molte ore in Russia, alloggiavano in un albergo a cinque stelle: stanza singola, letto matrimoniale come nella maggior parte delle loro missioni, un bagno particolarmente grande e una vista splendida sulla città. Viaggiavano insieme, entusiasti di farlo, consapevoli di stare per compiere un passo importante ma non erano ufficialmente una coppia, anche se entrambi erano coscienti di essere innamorati l'uno dell'altra. Chiunque li vedesse insieme affermava il contrario, nonostante non ci fosse mai stata una dichiarazione esplicita da parte di nessuno di due ma entrambi ne erano consapevoli. La spia continuò a parlare:"Erano in tre, io ero stata legata ad una sedia, proprio lì!" e indicò il punto in cui il pavimento in cemento lasciava il posto ad un grosso buco a forma di quadrato che collegava, più o meno, il terzo al secondo piano. "Coulson mi ha stupita: ha chiamato nel momento più opportuno, oserei dire che mi ha salvata in calcio d'angolo, anche se me la sarei cavata benissimo da sola!" se ne vantò sarcastica l'assassina di fama mondiale.                                                                                                                                              
    "Ah si? E se non ti avesse chiamata? Se Loki non ci fosse stato? Te la saresti cavata comunque?"                                                                                                                                          
    "Se Loki non fosse esistito saremmo stati tutti quanti meglio, io avrei completato la mia missione e, ritornata alla base, ti avrei trovato lì. Saresti stato freddo e avresti mantenuto un rapporto neutro davanti a Fury, facendomi le congratulazioni una volta congedati. Avresti ripreso a fare il falco asociale e chissà, forse poi mi avresti invitata a cena! E poi Coulson non sarebbe morto, sarebbe ancora qui a salutarci con i suoi cordiali sorrisi e ad apparire nel momento giusto, sempre. Ma comunque si, me la sarei cavata ugualmente!" Barton si guardò intorno studiando bene quello stabile, sembrava lo stesse disprezzando per un momento, ma poi si girò a guardare la ragazza di cui era innamorato con il sorrisetto di chi ha appena avuto una brillante idea.                                                                                                                      
    "Facciamo una gara."                                                                                                                      
    "Cosa?"                                                                                                                                              
    "Io ti sfido, Romanoff, ti sfido a rimanere in piedi, anziché con il viso schiacciato al suolo, in una lotta in cui riprodurremo cosa sarebbe successo se la buon anima di Phil non ti avesse chiamata. Vincerà chi rimarrà in piedi, poi il vincitore potrà scegliere la penitenza del suo avversario. Ci stai?" Natasha sembrò rifletterci un momento, erano appena andati in vacanza che lui voleva immediatamente cominciare a combattere. Come poter negarlo, erano agenti dello S.H.I.E.L.D. combattere era la loro vita. Eppure anche se l'angolo della sua mente targato con la scritta PRENDITI UN PO' DI PACE, BAMBINA, si stesse ribellando con tutte le sue forze, il resto del suo volere andava alla sfida che le aveva appena lanciato il suo compagno di avventure, e per quanto sfiziosa e intrigante, non poteva rinunciare.                                                                                                
    "Ci sto, Barton!" gli porse la mano in modo deciso e con la convinzione che le era propria. Si misero in posizione: Black Widow si trovava nel punto in cui era stata posizionata e legata alla sedia, questa volta però era in piedi e cosciente sul da farsi; lui si trovava dalla parte opposta alla spia e la fissava sicuro di sé prima di aggiungere:"Io non c'ero, Vedova, non so che cosa è successo e che mosse hai usato, ti lascio piede libero riponendo in te la mia fiducia!"
"Già, tu non c'eri, Clint!" si ritrovò a pensare sconsolata Natasha, certa che quel periodaccio della sua vita sarebbe difficilmente riuscito a cancellarlo dalla sua memoria. "Significa che inizio io?"                                                                                  
"Esattamente!"                                                                                                                                
 "Va bene, come vuoi tu!" Si diresse a passo lento verso di lui, arrivatagli di fronte si fermò e attese qualche secondo, il tempo necessario di sprofondare nei suoi occhi e di dire a sé stessa di farlo a pezzi. Era pur sempre la migliore degli assassini in circolazione e con il grado di reputazione più elevato, non poteva permettersi di essere battuta da un falco, anche se amava quel falco. Passarono veloci tre secondi, Natasha gli tirò un forte calcio sullo stinco destro e, dopo averlo visto cadere in ginocchio, gli tirò una forte testata. Dal canto suo, Clint, non poteva che essere scioccato: non poteva neanche immaginare che l'assassina russa per eccellenza si sarebbe ridotta a tecniche così banali, anche se la banalità, quella volta, lo mise al tappeto. Natasha Romanoff ripeté i colpi come se li avesse eseguiti mille volte, come in un film visto e rivisto finché non si sa ripetere a memoria tutte le battute. Ma la ragazza non ebbe il tempo di proseguire che subito Clint le fece lo sgambetto facendo strisciare la sua gamba sul pavimento polveroso e spingendo quella di lei in modo tale da farle perdere l'equilibrio e cadere. Sembravano due foche che si litigano un chicco d'uva*, due ragazzine che si contendevano lo stesso ragazzo, due principianti alle prime armi con le arti marziali. E, proprio come una principiante, Nat cadde sotto gli occhi stupiti di Barton. Ma non si diede per vinta, fece una capriola all'indietro e ritornò in posizione eretta di fronte al suo partner. Lo scrutò per pochi secondi e poi disse:"Smettiamola di comportarci come reclute, questo è pur sempre un addestramento!"                                                        
"Così sia mia signora!" Barton si diresse a passo deciso verso di lei, intrecciò le mani a quelle della ragazza e la fissò intensamente, sembrava non voler attaccare ma le Vedova Nera sa ogni cosa, sapeva anche che in 1,63 secondi avrebbe iniziato e non abbassò la guardia, non lo faceva mai, perché avrebbe dovuto cominciare durante una lotta?! Clint strinse entrambe le sue mani in una sola e, dandole le spalle, le prese la vita con la mano libera, la scaraventò a terra facendo poggiare il suo bacino sulla spalla muscolosa e la gettò dall'altro lato facendole fare una capriola. Si era fatta atterrare come una ragazzina, chissà che cosa avesse in mente. Infatti il motivo per cui si era fatta battere in quel modo non tardò ad arrivare. La donna, ancora distesa per terra, si agganciò con la gambe al bacino di Clint e si lasciò cadere all'indietro sempre aggrappata alla vita dell'uomo appoggiando le mani a terra. Natasha si tenne saldamente all'addome del giovane quanto ancorata a terra, ad un certo punto si sganciò dal suo corpo e fece una ruota all'indietro, tenendo dritte le gambe e tirando un calcio dritto sulla faccia di Clint che finì sull'asfalto di cemento. "Avanti Nat, stiamo entrambi bleffando!"                                                          
"L'hai capito, eh! Forse perchè non..."                                                                                            
"...voglio farti male!" terminarono in coro.                                                                                        
"Nat.."                                                                                                                                              
"No, sta zitto!"                                                                                                                                                          
"..."                                                                                                                                                
    Lei.                                                                                                                                                                              
    Solo lei sapeva come farlo zittire, perché, a suo parere solo a lei era concesso trattarlo in quel modo. Fatto sta che Natasha aveva qualcosa di importante da dirgli e non avrebbe aspettato un secondo di più! Intanto l'avversario si era rimesso in piedi e la fissava in modo interrogativo.                                                                                                                                  
    "Hai capito perché ti ho portato qui? Così lontano da casa?"                                                        
    "No!"                                                                                                                                                    
    "Mi stupisci falco, credevo fossi più sveglio!" lo stuzzicò lei.                                                              
    "In realtà credo di averlo capito, ma vorrei sentirlo dire da te!"                                                          
    "Perché questo è un capitolo, un capitolo da aggiungere alla mia serie preferita. E' una delle parti che preferisco di più, che vorrei leggere e rileggere pur sapendo che non è particolarmente allegra ma lo diventerà perché adesso ci sei tu. E vorrei specificare un grazie per non avermi lasciata morire, sarei morta comunque quel giorno, quando eri tu a braccarmi, non c'era molta scelta: uccisa, infilzata dalla freccia di un nemico o soffocata dalla propria vita, non saprei quale delle due sarebbe stata più onorevole. E invece mi hai salvata, e io sono in debito con te, è anche per questo che ti ho portato qui. хотя я знаю, я не должен сказать: Я люблю тебя глупо!**"
"Che cosa hai detto?"                                                                                                                      
    "Solo che Banner aveva ragione, se solo decidi di dire ciò che da una vita sogni di dire, basta nasconderti dietro le proprie paure e le risposte verranno da te."                                                                                                                                                                                                            
"Ma, rossa, noi non abbiamo ancora finito di combattere, chi ha vinto?"                            
    "Ovviamente io, Hawkeye!"                                                                                                                                                                          
 "Non credo proprio! Una vittoria ottenuta facendo finta di combatter non è altro che una finta vittoria! Pari?"                                                                  
"Si, per ora!" Così dicendo gli tirò un calcio sull'addome con entrambi i piedi e si lasciò cadere all'indietro, cadendo per terra e piegando così tanto le gambe da riuscire a toccarsi la fronte con le ginocchia. Poi si diede la spinta necessaria e si rialzò con uno scatto correndo verso l'uomo. Arrivatagli vicino fece aggrapparsi al suo collo con le gambe facendo un bel salto ma lui le prese saldamente il bacino, la fece roteare in una capriola e se la ritrovò davanti mostrandogli uno dei suoi più beffardi sorrisi. Non le lasciò il tempo di contrattaccare che il braccio di Clint le cinse il collo, non strinse particolarmente ma abbastanza da intrappolarla. Natasha non si lasciò battere così facilmente: si lanciò all'indietro e intrappolò la testa dell'avverso tra le gambe e si liberò dalla presa del braccio muscoloso del compagno. Scese dalle spalle di Clint ridendo e poi disse:"Uno a zero per me!" Lui non le rispose, le sorrise solamente.                                                                                                                                          
     Le bloccò le braccia, stringendole forte i polsi nella sua mano destra e la avvicinò velocemente a sé. La guardò: era bellissima, non poteva negarlo. La scrutò con tutto l'amore e l'ammirazione che solo lui poteva dimostrare, a modo suo. Erano così vicini, Natasha non poté che esserne felice, si sentiva così sicura solo quando si trovava tra le sue braccia. Ma la Vedova Nera è sempre la Vedova Nera, e lei non è seconda a nessuno, e non si fa battere da nessuno! Si sbrigò ad agganciare la sua gamba sinistra alla destra di lui e poi la strattonò con forza, costringendolo a sbilanciarsi, come poi accadde. Si ritrovarono l'uno sull'altra, molto vicini, a fissarsi negli occhi, i loro splendidi occhi colore del ghiaccio. Lui le sostava sopra e, immediatamente, si sbrigò a bloccarle le braccia un'altra volta sopra la testa con le mani. D'istinto Occhio di Falco avrebbe voluto baciarla, trasmetterle tutto l'amore che provava nei suoi confronti da molto tempo, da che ne aveva memoria, da quando quel sentimento ha avuto origine e l'ha risparmiata, volendo farglielo conoscere, volendo tenerla con sé salvandola dalla sua vita. Per quanto la voglia di posare le proprie labbra su quelle della donna fosse grande, si limitò a chiederle:

    "Di cosa hai paura?"                                                                                                                      
     "Di...niente!" e lo stesso sguardo poco convinto di una persona che sta mentendo le si disegnò in faccia. Clint lo conosceva bene, poche settimane prima ci aveva avuto a che fare, quando lei non voleva ammettere di essere nei guai a causa di quel Dio gracile.                                                
    "Natasha..." come nel flashback, le parole gli ritornarono vivide in bocca e l'astuto falco ebbe per l'ennesima volta la reazione desiderata.                            
"Ho paura che questo posto ritorni nella mia vita, ho paura che i brutti ricordi riaffiorino nella mia mente facendomi soffrire. Ho paura che qualcuno ti porti via un'altra volta da me." Clint sorrise bonario: aveva colpito nel segno un'altra volta!                                                                        
    "E se ti dicessi che queste sono anche le mie paure?"                                                                            
   "In questo caso non mi sentirei meglio!"                                                                                        
    "Nat..."                                                                                                                                              
    "Si?"                                                                                                                                                        
    "E se ti dicessi che non ti lascerò mai perchè ho troppa paura di non riuscire a trovare qualcuno che riesca a battermi?"                                                    
"In questo caso mi sentirei meglio, perchè mai nessuno riuscirà a batterti! E tu non potrai lasciarmi mai!" sorrise lievemente, desiderava perdutamente le sue labbra, come se fossero qualcosa di proibito e lei dovesse infrangere le regole, come se fossero solo la prossima preda, la prossima vittima, in questo caso vorrebbe solo poterle attraversare, trafiggere dalla marea di insicurezze e turbamenti che affliggevano costantemente la sua vita, certa che sarebbero riuscite a placarli.          
"Dicevi che l'amore è per i bambini..."                                                                                          
"In parte restiamo tutti dei bambini, altrimenti non potremmo amare!"                                            
 "E quello che cos'era?"                                                                                                                                
"La mia promessa. Ti prometto di rimanere per sempre una bambina, per essere in grado di amare ancora." Poi sorrisero, spensieratamente e uscirono da quel luogo colmo di ricordi così come vi erano entrati: con la voglia di conoscere e di far conoscere, con la stessa voglia di amare e sentirsi amati. Perchè nessuno cresce mai veramente, o almeno, tutti si convincono del contrario, la vera crescita è l'aver sviluppato emozioni in grado di riuscire a stroncare il pensiero di essere rimasti piccoli, di guardare le stelle in compagnia di una tazza di cioccolata calda e della bambina che tanto ti fa impazzire quando ride e tanto ti fa soffrire quando sta male. Ritornando a vivere delle emozioni innocenti, come se il rosso di cui le loro mani erano macchiate non fosse altro che pastello, un color porpora per dipingere un tramonto ricco di speranze.

*E' la frase che disse il colonnello James Rhodes "Rhodey" a Tony e Pepper quando quest'ultima da le sue dimissioni da amministratore delegato e, in seguito ad una discussione, i due si baciano sul tetto di un edificio. Ottimo luogo in cui avere il primo bacio, a mio parere, un palazzo con vista sulla distruzione della Stark Expo. Tratto da Iron Man 2

  **anche se so che non dovrei dirlo: io ti amo sciocco! 

 
   
 
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