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Autore: Bodo_995    27/08/2013    2 recensioni
"..però accadde qualcosa che nemmeno il più fantasioso dei poeti epici poteva immaginare.."
Genere: Azione, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caio trovò un bell'albero sotto cui riposare sfruttando la sua ombra ed urlò al nonno che era rimasto indietro "Nonno presto vieni,ho trovato un bell'albero dove possiamo stenderci." Il nonno giunse finalmente e si rivolse al nipotino "Presto bambino mio dammi una mano." Caio prese il nonno sotto spalla e lo aiutò a sedersi sotto la magnifica quercia e gli ripose affianco il bastone,l'amico della sua vecchiaia. Il bambino si stese sotto l'albero e chiese al nonno "Nonno forza,raccontami la storia di Tinia." Il nonno "Bambino mio te l'avrò raccontata più di cento volte!" Caio si rattristò pensando che il nonno non volesse raccontargli la sua storia preferita,ma il vecchio riprese "Ma devo confidarti che anche io trovo quella storia fantastica." Ed il bambino ritrovò il sorriso ed esclamò "Forza nonno che aspetti?! Incomincia!" Il nonno si schiarì la voce,perché sapeva che per quella storia aveva bisogno di molto fiato,poi finalmente iniziò. "Più di settanta primavere fa una sacerdotessa etrusca diede alla luce un bellissimo bambino di nome Tinia. Il padre del bambino era un soldato romano che viveva a Roma e per amore la sacerdotessa decise di intraprendere insieme al neonato un viaggio verso la Capitale del Mondo per ricongiungersi con il milite che purtroppo non riuscì mai a trovare. Gli anni avanzavano e Tinia cresceva insieme alla madre a Roma,i due erano poveri non avevano da mangiare tutti i giorni e a tenerli in vita era solo l'amore che provavano l'uno per l'altra. Una disgrazia però incombette sulla Capitale,una viverna demoniaca giunse a Roma e chiedeva come tributo dieci fanciulli maschi e dieci fanciulle femmine affinchè non distruggesse la città. L'Imperatore ordinò ai suoi soldati di prendere i primi dieci fanciulli e fanciulle tra i poveri e gli schiavi e darli in pasto al drago,un soldato strappò proprio Tinia dalle braccia della madre e lo trascinò fino al punto del massacro,dove i venti bambini inondavano il cuore dei soldati e dei loro cari,inermi,di dolore per le loro lacrime. Il più strano di tutti era Tinia che aveva lo sguardo basso ed era immobile come fosse di pietra,il bambino iniziò a ridere,una risata agghiacciante circondava la zona del sacrificio,pensavano i soldati fosse una risata di pazzia,ormai il bambino era condannato ad una fine straziante,però accadde qualcosa che nemmeno il più fantasioso dei poeti epici poteva immaginare,Tinia rubò la spada ad uno dei soldati e prendendo la viverna di sorpresa gli tranciò la testa sotto gli occhi increduli di chi ha assistito alla scena,dopodichè il bambino si iginocchiò e cambiò il suo sguardo da belva feroce a dolce bambino il quale è sempre stato. Ciò che era impressionante era la completa amnesia di Tinia riguardo l'uccisione del drago,il fanciullo è sempre stato un bambino povero e buono,non ha mai mostrato lo spirito di guerriero dentro se,però quando egli viene posto in un campo di battaglia il suo animo muta e diventa una bestia feroce con il compito di vincere ogni guerra in cui venga posto. Ora un bambino di sette anni era conosciuto dall'intera Roma e persino dall'Imperatore che decise di aiutare Tinia e la madre in cambio però il bambino compiuta la maggiore età doveva diventare un soldato della Capitale. Entrambe le parti mantennero la propria parola e Tinia divenne un milite,il ragazzo ben presto per le sue doti animalesche in battaglia acqusì in pochi anni la carica di comandante dell'esercito romano,si racconta che Tinia fu braccato da un esercito nemico di Roma,ma che da solo riuscì a sterminare tutti i soldati avversari e a donare le centinaia di teste decapitate all'Imperatore. La fama di Tinia era persino superiore a quella di Giove,il comandante era visto come al di sopra degli Dei tanto da scatenare proprio l'ira del padre di tutte le Divinità. Una notte oscura Giove travestito da uomo si presentò dinanzi a Tinia e chiese di affrontarlo in battaglia,la bestia rinchiusa dentro Tinia si scatenò e l'unica cosa che voleva era il sangue del Dio. La leggenda racconta che i due si affrontarono per tre giorni e tre notti e che intorno a loro si creò un oceano di persone,l'intera popolazione romana voleva assistere alla battaglia tra un Dio ed un uomo. Tinia riuscì a ferire gravemente Giove che si ritirò dalla battaglia e scappò via come un codardo. L'uomo era riuscito a battere un Dio,i ricordi di Tinia si fermavano però all'incontro col Dio,la bestia dentro di se convervava i ricordi della battaglia ed i fasti della vittoria. Negli anni successivi Tinia continuò a servire Roma e ad ingrandire sempre più la Capitale del Mondo,fino però alla sua vecchiaia,dopodichè si ritirò dalle battaglie e dalla guerra e si dedicò solo alla sua famiglia." Il vecchio fece un grosso sospiro ed esclamò "Ho finito bambino mio." Caio sorrise al nonno e come sempre rimase senza parole dinanzi alla sua storia preferita,però ogni volta che ascoltava questa leggenda si poneva sempre lo stesso dilemma "Ormai sono grande,ho sette anni e so che quasta storia è solo una leggenda,però è strano che mio nonno abbia lo stesso nome del protagonista Tinia!"
  
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