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Autore: Camilocchi    27/08/2013    0 recensioni
Quegli occhi erano di ghiaccio, ma a differenza di questo, era impossibile vedergli attraverso, e lui era così affascinato e intrigato dal mistero che vi si nascondeva.
'Cosa c'è dentro di te?' Aveva domandato Harry, più a se stesso che alla ragazza sdraiata accanto a lui.
'Mmh?' Si era limitata a rispondere lei, sollevandosi sui gomiti.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

 
Allison si stiracchiò al suono della sveglia e decise di rimanere altri cinque minuti, sdraiata sotto le coperte, ripensando alle parole di sua madre, come del resto non aveva smesso di fare per tutta la notte.
 
-Sono stanca di te, delle tue stronzate e di vederti ridotta in questo stato! Guardati, è la seconda volta in tre mesi che devo pagare una cauzione per farti uscire di qui, piantala Ali, alla terza volta non ti tirerò fuori dai guai!-
 
 
Erano passati sei mesi ormai, dopo quella brutta discussione fuori dal commissariato Allison aveva lasciato che la madre tornasse a casa da sola, prendendo un taxi, ma quando era arrivata nella piccola villetta fuori città, non aveva visto nessuno.
Aveva pagato la quota richiesta dall'autista, e poi si era seduta sbuffando sullo zerbino, accendendosi una Marlboro. 
 
-E' lei la signorina Allison Rhodes?-  Una voce maschile l'aveva svegliata. 
 
Quando Ali aveva aperto gli occhi si era ritrovata accasciata sulla porta d'ingresso di casa sua, con ancora la sigaretta fra le dita. 
 
-Che razza di ore sono?- Aveva chiesto poi, acida, all'uomo che le stava difronte, senza neanche rispondergli.
Lui le aveva porto la mano grande, senza spazientirsi vedendo la ragazza rifiutare l'aiuto e alzarsi da sola, incrociando le braccia al petto.
 
-E lei chi diavolo è?- Aveva sputato, rivolta all'alto uomo che le si trovava dinanzi.
 
-Sono l'agente Colbey, e.. Sono qui per portarla all'ospedale St.Louis, signorina Rhodes- Aveva detto tutto d'un fiato, fissandola negli occhi.
 
Mantenendo il contatto con le nere e piccole pupille dell'uomo, Allison aveva risposto, con una punta di sarcasmo 
 
-Non ne ho bisogno, io sto benissimo, sono sana come un pesce!-
 
L'agente si era tolto il cappello, e sospirando si era accarezzato la nuca.
 
-Ma non sua madre, signorina..-
 
 
*
 
Durante tutto il tragitto Allison non aveva spiccicato parola, si era limitata a rispondere con cenni alle domande del poliziotto, continuando a fissare fuori dal finestrino.
Erano le quattro del mattino a Londra, pioveva ininterrottamente da cinque giorni e ciò rendeva Ali estremamente rilassata. Aveva sempre amato la pioggia, sdraiarsi sul divano con sua mamma a bere un thè al latte, chiacchierando del più e del meno o guardando la Tv, finchè suo padre non era andato via. Per quanto ne sapeva lei, che lo sentiva una volta l'anno il giorno del suo compleanno, ora viveva in Italia, a Roma o giù di li, non le importava più di tanto. Si era costruito una nuova famiglia, aveva un paio di marmocchi puzzolenti e rompi scatole e non si era più interessato della sua ex moglie e della sua 'bambina', che ormai era diventata un'adolescente scorbutica e problematica, come molte altre.
Sua madre da quel momento non era stata più la stessa, era sempre a lavoro, e se non era a lavoro era a casa chiusa nel computer, e se non era nel computer o la rimproverava o dormiva.
Da quanto aveva capito l'auto che guidava aveva sbandato a causa delle strade bagnate, e sua madre, alquanto incapace di guidare, era andata contro un palo della luce, distruggendo la macchina e distruggendo se stessa.
Giunti in ospedale, l'agente Colbey aveva portato Ali in obitorio, per farle riconoscere il corpo.
 
'Allison, ti apetto qui, fai pure con calma' Si era limitato a dire, indicandole una porta bianca e sedendosi nella sala d'aspetto.
 
Entrando, si era accorta di due infermieri che piegavano i vestiti e ciò che erano riusciti a recuperare dall'auto di sua madre. Aveva accarezzato il maglione di cachemire lilla, che la mamma indossava quasi tutti i giorni, che era di suo papà, e in quel momento provò un odio incondizionato nei suoi confronti. Poi aveva visto la piccola collanina che portava sempre al collo la donna, che ora era coperta da un lenzuolo bianco, sdraiata su un lettino infondo alla sala. 
Era una catenina d'argento, con un ciondolo minuscolo a forma di quadrifoglio. 
Aveva sorriso, prendendola e infilandola nella tasca della sua giacca di nascosto, poi era andata verso il lettino, e qui gli infermieri l'aveva lasciata sola, uscendo dalla stanza.
Aveva sollevato il lenzuolo bianco, scoprendo il volto di sua madre, pallido e con qualche ferita sulla testa, ma rilassato come non lo vedeva da circa quattro anni ormai. 
Le aveva posato un lieve bacio sulla fronte, che dopo pochi secondi fu bagnata di lacrime salate.
 
-Scusa mamma, scusa per tutto- Aveva mormorato tra i singhiozzi, ad una donna che ormai non poteva più sentirla.
 
 
 
***
 
 
 
Buongiorno a tutte, mi chiamo Camilla e questa è la seconda FF che scrivo. 
La prima era su una pagina di Facebook, ma non importa ora, parliamo di questa, che personalmente mi piace parecchio.
 
Inizio col dirvi che so quanto sia triste questo primo capitolo, ma era fondamentale perchè da questo momento in poi la vita di Allison cambierà, e come potete immaginare si innamorerà, ma non sarà così facile per lei da ammettere.
Spero vi sia piaciuto, vi prego di lasciarmi una minuscola recensione, anche semplicemente un ''Fa schifo'' o un ''Mi piace'', non mi importa che scriviate chissà che, solo per capire se è meglio continuare oppure non interessa a nessuno.
 
Grazie a chi lo farà, e anche a chi semplicemente mi regalerà due minuti del suo tempo leggendo ciò che scrivo, è quello che più amo fare al mondo.
 
Un bacio a tutti! xx
  
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