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Autore: LadyPalma    27/08/2013    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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14.

 

I giardini del Palazzo reale erano ebbri di profumi e colori, segno che l’estate era finalmente arrivata. I paesaggi inglesi non erano certo paragonabili a quelli italiani di cui conservava preziosi ricordi, ma Lucia stava cominciando ad apprezzare quel Paese e la bellezza del posto non era la sola scusa; la verità era che il principale motivo di quel suo rinnovato benessere era la presenza di Gregory. Passeggiate, balli e lunghe conversazioni: non sapeva se tutto questo poteva essere effettivamente considerato un corteggiamento e non ancora era perfettamente sicura delle intenzioni del ragazzo, ma erano stati mesi difficili e l’unica cosa bella che le era capitata era stata l’averlo incontrato.

“Siete sicura di stare bene?” le chiese d’un tratto durante una delle solite passeggiate, con un’espressione preoccupata sul volto.

“Beh, Maria teme che il Re non approvi la sua relazione con Suffolk e la Regina sembra così triste…” rispose, lasciando la sua devozione per le due donne prendere il controllo dei suoi pensieri.

“Ma io ho chiesto come state voi” precisò il ragazzo concedendole un sorriso.

“Io sto bene… Nonostante mio padre sia scappato in Francia con Anna Bolena e io sono sola”

“Potete arrabbiarvi e intristirvi, ma sappiate che voi non siete sola… perché io sono qui” le disse Gregory prendendole una mano, mentre le sue guance si coloravano timidamente di rosso per quell’ammissione.

“Lo so, per questo ho detto che sto bene!” esclamò Lucia regalandogli un enorme sorriso.

“Bene, perché non ho intenzione di lasciarvi nemmeno un sec…”

Le parole del ragazzo gli morirono sulle labbra, quando una mano si posò sulla sua spalla e un’espressione di sorpresa si dipinse sul suo volto.

“Temo invece che dovrai farlo, figliolo” disse suo padre con un sorriso affabile “Spero vogliate scusarci, Lady Lucia” disse poi rivolgendosi alla ragazza con un cenno del capo.

“Certamente, My Lord” rispose lei  annuendo “Vi aspetto qui allora, Gregory” aggiunse mentre i due prendevano congedo.

La ragazza  li osservò allontanarsi lentamente per l’immenso giardino, mentre, ancora più felice dopo quella sorta di dichiarazione del giovane Cromwell, aveva iniziato a raccogliere qualche fiore dal prato. I due uomini parlavano tra loro, ma lei non riusciva a captare che qualche parola sconclusionata, senza prestarvi del resto la dovuta attenzione. Ma l’attenzione si destò quando la voce del figlio si alzò improvvisamente e le figure non erano ancora abbastanza lontane da precluderle un chiaro ascolto.

“Non posso crederci… Da un mese avete dato le vostre camere per gli incontri proibiti del Re con Jane Seymour?”

Shh, abbassa la voce!” lo rimproverò Thomas, guardandosi intorno e notando con sollievo che nessuno era nei paraggi.

Nessuno, eccetto Lucia. I fiori le caddero dalle mani, così come il suo buonumore. Sapeva che quella notizia avrebbe finito per spezzare il cuore della Regina, ma lei aveva il dovere morale di riferirgliela.

**

Il prezioso vaso di vetro proveniente dalla lontana Venezia, si frantumò in mille pezzi dopo il brusco movimento della principessa che camminava avanti e dietro senza posa per il grande corridoio antecedente alla sala delle udienze del Re. Un servitore si avvicinò immediatamente e la fece scansare da quel disastro che suo malgrado aveva causato; a suo padre piaceva molto quell’oggetto ma la ragazza ripetendosi a mente il discorso che aveva preparato, sapeva che di certo quel banale incidente sarebbe passato in secondo piano e forse, al termine del colloquio, sarebbe potuto essere Enrico stesso in uno scoppio di ira, a distruggere l’arredo dei suoi appartamenti. Maria sospirò pesantemente a quel pensiero, mentre un brivido di puro terrore le attraversò la schiena: non sarebbe stato facile spiegargli come la sua erede al trono avesse intenzione di sposare il duca di Suffolk, il suo migliore amico, dalla reputazione non proprio limpida.

“Principessa, Sua Maestà vi attende”

La giovane donna si voltò leggermente confusa a quell’invito: poteva sentire ancora delle voci dall’interno della sala, segno che qualcuno era in riunione con il Re; ad ogni modo, prese un respiro e superò rapidamente il servitore, correndo incontro al suo destino.

“Padre” disse, facendogli un profondo inchino.

“Figlia adorata” rispose Enrico con un gran sorriso sulle labbra “Come state?” chiese cordialmente facendola alzare in piedi.

Era di buonumore, constatò Maria, e un piccolo sospiro di sollievo le uscì dalle labbra, mentre mormorava una laconica risposta, ansiosa di arrivare al punto.

“Ho urgenza di parlarvi, padre…” iniziò leggermente titubante “Riguarda il mio futuro…” continuò interpretando il silenzio paterno come un invito a esporre il problema.

“Molto bene, sono contento che vogliate parlarne…  E’ una questione che mi sta molto a cuore” rispose lui annuendo con aria pensierosa.

“Sono successe molte cose in questi mesi e io… ho avuto modo di considerare molte cose a proposito della possibilità di sposarmi, con qualcuno cui stiano a cuore i miei interessi e…

“Non dovete preoccuparvi, so già tutto” la interruppe posandole affettuosamente un braccio attorno alle spalle.

“Davvero?” chiese la ragazza perplessa da quelle parole.

Possibile che suo padre avesse scoperto la relazione tra lei e Charles, e soprattutto possibile che avesse deciso di accettarla così apparentemente di buon grado? Certo che non era possibile, perché Enrico VIII aveva sempre un modo personale di interpretare la realtà: questo pensava Maria e i suoi pensieri trovarono conferma alla vista dell’ambasciatore francese, cui il Re aveva appena fatto cenno di avvicinarsi.

“Principessa” disse lui semplicemente con un forte accento parigino, rivolgendole un inchino.

“Tesoro, quest’uomo è Etienne Chevalier ed è il mezzo per cui diventerete Regina di Francia” esclamò il sovrano inglese, incapace di trattenere ulteriormente il suo entusiasmo.

Regina… di Francia?” chiese la ragazza in un semplice sussurro velato di puro terrore.

 “Sì, ho appena concesso la vostra mano al principe Francesco, il primogenito del nostro cugino francese… Vi sposerete entro un mese a Calais” spiegò Enrico continuando a sorridere compiaciuto “Vedete, vostro padre si preoccupa dei vostri interessi” aggiunse poi, prendendole una mano.

Maria fece istintivamente un passo indietro e fissò suo padre con un’espressione smarrita, mentre la concretezza di quella notizia la colpiva come uno schiaffo.

E il pensiero le tornò al vaso di Venezia. Era finita in mille pezzi esattamente come il vetro, solo che nessuno se n’era accorto, perché il rumore del suo cuore sul pavimento non aveva fatto rumore.

**

Caterina richiuse con cura la lettera e un piccolo sorriso apparve sulle sue labbra. Anna Bolena non le aveva chiesto scusa per le sue azioni ma lei non si era neppure aspettata tanto; del resto la parola grazie ripetuta ben due volte, una delle quali seguita dall’appellativo “Vostra Maestà”, si era rivelata più che sufficiente per smettere di preoccuparsi della donna come sua nemica, e forse al tempo stesso per capire di non aver preso una decisione sbagliata salvandole la vita.

“Avete fatto davvero un bel gesto” le disse con ammirazione Lady Elizabeth Darrell, quando aveva deciso di rendere partecipi le sue dame della lettera.

La Regina alzò gli occhi su di lei concedendole un sorriso, per poi far scorrere lo sguardo su tutte le dame presenti nella stanza, concentrate nel cucito. Ce n’era una in meno, Lady Jane; ce n’era una in più, Lady Lucia. Serrò tra le labbra la domanda relativa alla giovane Seymour, temendo di conoscere già la risposta, e si concentrò invece sull’altro particolare.

“Lady Lucia, come mai non siete con la principessa Maria?” le chiese chiaramente confusa.

“Dovrei parlarvi, Vostra maestà…” rispose l’interrogata torturandosi nervosamente le mani “In privato” aggiunse poi lanciando un’occhiata alle altre donne che incuriosite avevano già teso le orecchie per ascoltare.

“Va bene…” concordò Caterina assumendo un’espressione preoccupata, mentre con un cenno del capo congedava le altre dame di compagnia.

Io… non so come dirlo” iniziò la ragazza esitante, avvicinandosi lentamente.

“Riguarda vostro padre? So che il Conte è partito con Anna Bolena ed è stata una sorpresa per tutti noi, ma non preoccupatevi, troverò il modo per favorirvi il più possibile… Non siete sola”

Lucia alzò lo sguardo su di lei e sentì gli occhi riempirsi di lacrime di commozione nell’udire la benevolenza che dimostrava nei suoi confronti. E di dolore, per la consapevolezza dello sgradito compito che doveva portare a termine.

“Jane Seymour è da circa un mese la nuova amante ufficiale del Re” rivelò in un sussurro, tornando a fissare il pavimento.

La Regina deglutì come per assimilare la notizia e poi annuì semplicemente, abbozzando un sorriso triste. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo: certe promesse non sono fatte per essere mantenute, certe storie sono fatte per ripetersi continuamente. E certe persone non cambiano mai.

“Lo immaginavo…” disse semplicemente “C’è dell’altro?”

“Veramente sì” rispose Lucia incerta se continuare o meno, ma per quanto amasse i Cromwell, non voleva nasconderle la verità: almeno quella le era dovuta. “Il Re e Lady Jane si incontrano tutte le notti nelle stanze di Lord Thomas Cromwell” rivelò infine, sentendosi improvvisamente libera di un peso.

Caterina sgranò gli occhi e poi lentamente li chiuse per qualche istante; anche l’ironico sorriso che aveva ostentato alla notizia del tradimento del marito era sparito adesso, perché questo si era rivelato un tradimento ben più grande e del tutto inaspettato. Ma lei del resto lo sapeva: certe persone non cambiano, perché avrebbe dovuto farlo Cromwell?

 

   
 
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