Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: Raydor    27/08/2013    0 recensioni
«fa parte del copione?» sorrido. Annuisce lentamente:
«ti mostro quello che devi fare.» dice timidamente. Si porta la mia mano alle labbra, sfiorandola con quest'ultime. Sento il calore emanato dal suo respiro, finché finalmente si toccano. Il cuore mi batte all'impazzata e sono sicuro che anche il suo fa lo stesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2

La fisso mentre assaporo il mio caffè amaro. Lei ha optato per un tè inglese, non deve essere amante del caffè, nonostante l'idea di venire qui sia stata sua. Verso qualche goccia di latte nella mia tazzina e lo vedo formare strane forme sul nero profondo, prima che la schiuma possa andare via, mi affretto a catturarla con le labbra, in modo da sporcarle. Quando sono certo di avere gli occhi di Gaga puntati addosso, me le lecco lentamente, pulendole. Vedo un lampo guizzare nelle sue pupille. È meraviglioso stuzzicarla, chissà a cosa sta pensando...
«allora, mrs Gaga...»
«la prego... Mi chiami Stef...» si interrompe mordendosi la lingua. Voglio farlo io, voglio assaggiarla. «voglio dire... Solo Gaga.»
"no, voglio chiamarti Stef. Mi piace, è dolce."
«Gaga.» sorrido ignorando la mia voglia di accarezzare il suo vero nome con la lingua. «sono finiti i provini?»
«si.» arrossisce ed abbassa lo sguardo, leggermente dispiaciuta. Si, lo sono anche io: ci siamo divertiti parecchio oggi. «si, lo sono Mr Kinney.»
«oh, la prego, mi chiami Taylor. E mi dia del tu.» sorrido. Voglio sentirla pronunciare il mio nome. Adesso.
«allora anche tu... Taylor.» ride teneramente e lo dice come per provare a sentire come suona detto dalla sua straordinaria voce.
Mio dio, è tutto un muoversi di lingua. Il modo in cui pronuncia la "T", mordendosene la punta con i suoi pronunciati denti anteriori... È così piccola ma allo stesso tempo così irresistibile... e la cosa piu' bella è che non se ne rende neppure conto.
«voleremo in Nebraska dopo domani.» dice con un sorriso timido.
«perché in Nebraska?» arriccio il naso in un'espressione a metà tra il confuso e il disgustato. Non nutro un particolare amore per la campagna, tutta quell'erba e quegl'insetti... Sono terribili, preferisco di gran lunga il mio mare.
«beh ecco...» avvampa all'improvviso «la canzone è... È dedicata a qualcuno di là.» è rossa come non mai mentre giocherella con le dita delle mani, torturandosi nervosamente le unghie.
"Oh."
«capisco.» sorrido e, spontaneamente, senza rifletterci un solo secondo di più, le prendo la mano e la accarezzo. Che cosa diamine sto facendo!?
Gaga alza lo sguardo e lo porta nei miei occhi azzurri. È così timida, non lo credevo affatto. Accenna un debole sorriso ed arrossisce di nuovo.
«non è un problema per lei.. Cioè... Per te, andare in Nebraska, vero?» "oh, con te, ora come ora, andrei anche in capo al mondo".
«no, affatto, adoro la campagna.» voglio provare a mentire, non voglio farla sentire in colpa, ma il mio viso non è d'accordo con la mia idea: le sopracciglia si inarcano e lasciano che la mia fronte vi formi una "v" nel mezzo.
Gaga fa una cosa inaspettata: scoppia a ridermi in faccia.
«sei un pessimo bugiardo!» dice tra le risa «e sei anche un attore! Secondo me hai bisogno di un po' di pratica.» continua a ridere, sembra una bambina. Parte di me vorrebbe ridere con lei, l'altra parte vorrebbe sbatterla su questo tavolo, facendole passare qualsiasi altra voglia se non quella di me.
"che cosa mi stai facendo, Stef?"
Sono spaventato da me stesso, da ciò che provo, dalle mie fantasie. Non ho mai provato una simile attrazione per una donna, voglio dire: è chiaro che mi piacciano, è chiaro che sia attratto. Ma lei... Dio mio, la conosco da così poco e voglio già sentirla mia.
Mentre il suono delle sue risate svanisce nell'aria, la guardo con un sorriso.
«già, forse è così. Sai, la verità è che la campagna non mi piace proprio.» arriccio il naso e lei sorride ancora. È un piacere immenso guardarla mentre lo fa.
«già, nemmeno a me.» torna ad abbassare lo sguardo, mesta. «preferisco altre cose: per esempio, il mare.»
«ti piace il mare?»
Annuisce.
«sai, ho una casa sulla spiaggia a San Diego. La condivido con due miei amici, loro coltivano la mia stessa passione.» dico riprendendo a sorseggiare il mio caffè sporco di latte.
«e qual'è la tua passione?» "tu. Sei tu, Lady Gaga."
Arrossisce, come se mi avesse letto nella mente, così mi schiarisco la gola:
«il surf.» sorrido.
«deve essere bello.» i suoi occhi brillano. Dio, che meraviglia.
«posso insegnarti a farlo se vuoi!» dico raggiante. Il pensiero di mettere le mani sul suo corpo e guidarla in un universo completamente nuovo mi fa impazzire. Riesco quasi a sentire la sua morbida pelle scorrermi sotto le dita, mentre le accarezzo i fianchi e li metto nella giusta posizione. Spontaneamente, mi accarezzo i polpastrelli con il pollice.
«veramente io... Io non credo che sarei adatta.» abbassa lo sguardo
«non dire sciocchezze, saresti perfetta. Ti ci vedo a cavalcare le onde, sai?» "si, e non solo quelle".
«davvero?» ride teneramente.
«oh sì.» lascio che nel mio tono scorra una leggera punta di malizia. Voglio vederla arrossire, esattamente come sta facendo, mi piace vederla intimidita da me, anche se parte del mio essere vorrebbe sentirla di nuovo usare la sua lingua biforcuta.
Avvicino il mio viso al suo. Solo pochi centimetri mi separano dal mio paradiso. Voglio assaggiarla ancora. Voglio che le mie labbra facciano l'amore con le sue.
«beh... È meglio che adesso io vada.» sorride timida e si alza, lentamente, senza scattare all'improvviso. È chiaro che ci ha riflettuto bene prima di farlo: anche lei ha voglia di baciarmi. Ma per qualche motivo... Non da' sfogo a questo suo desiderio. Forse ha paura, ma di che cosa?
«allora ci vediamo dopo domani in aeroporto.» mormora «non devi preoccuparti del volo, useremo il mio jet.» accenna un ultimo sorriso timido prima di girare i tacchi ed andarsene, senza darmi la possibilità di dire o fare altro.
Vederla andare via da me in questo modo, con gli occhi vuoti, senza sapere il perché mi distrugge. Voglio averla accanto, mi piace, voglio perdermi nei suoi occhi ed ascoltare il suo respiro come stavo facendo fino a pochi minuti fa. Voglio vederla mordersi le labbra ed arrossire dimostrandomi che su di lei ho un certo effetto, cosa che mi fa sorridere. Voglio stare ancora con lei, anche solo per una manciata di secondi.
Senza pensarci due volte mi alzo ed inizio a correre per il locale, attraverso i tavoli, tra la gente, solo per rivederla. È da pazzi, mi sento un adolescente. Cosa farò quando l'avrò di nuovo davanti agli occhi? Come giustificherò il fatto che ho il fiatone e che ho corso fino a qui in preda alla pazzia?
La vedo, è lì, fuori dal locale, in attesa che qualche macchina le lasci il via libera per attraversare.
"è così piccola..."
All'improvviso si butta nel traffico, incurante delle macchine che passano davanti a lei. Cerca di schivarle, si porta le mani al viso. Non capisco più niente. Che cazzo sta facendo?! Corro da lei, la paura che possa succederle qualcosa va oltre l'immaginabile, è impazzita? Perchè non guarda le macchine?
«Gaga!» grido in preda al panico cercando di farmi sentire. Niente.
«Stef!» riesco finalmente ad afferrarla per un braccio ma lei oppone resistenza. "non scappare da me, piccola". Le circondo la vita con le mie braccia e la attiro contro il mio corpo, sana e salva sul marciapiede.
«ma che cazzo ti salta in mente, sei impazzita?» urlo in preda alla rabbia, a pochi centimetri dal suo viso. Vedo un lampo di paura accarezzare gli smeraldi che ha al posto degli occhi, un luccichio che non preannuncia niente di buono.
«ehi...» sussurro piu' dolcemente mentre le accarezzo il viso. "non piangere, piccola". «che succede?»
«niente Taylor. Lasciami, ti prego.»
«perchè tu possa continuare a giocare a mosca cieca in autostrada?! Non ci penso minimamente.»
Le sue labbra si piegano in un morbido e delicato sorriso che si smorza appena un secondo dopo.
«ti prego, Taylor... Lasciami.» con le sue piccole manine prova a spingermi via ma la presa delle mie braccia non accenna a cedere. Mi piace sentire il suo corpo contro il mio, provoca in me sensazioni straordinarie, ho la pelle d'oca, il battito a mille -non so se sia per il suo quasi incidente, non lo escludo affatto- e le labbra che fremono dalla voglia di incontrare le sue.
«non scappare da me, Stef.» si, stavolta lo dico a voce alta. E' sorpresa, dilata le pupille e il suo battito accelera -lo sento contro il mio. Le nostre labbra sono a millimetri di distanza ormai. Quasi le sento. Dio mio, le desidero da morire... Anche lei lo vuole. Lo sento.
«Taylor, tu non capisci. Io non sono chi tu credi. Io non posso essere chi vuoi che io sia.» poggia nuovamente le mani sulle mie braccia e, con una forza -uscita da chissà dove- straordinaria per una piccina come lei, mi spinge via, scappando dalla mia presa.
«credimi, è meglio così.»
Sono confuso, non capisco piu' niente. Cosa è appena successo? Tutto ciò che ho in testa, in questo momento, sono le sue parole.
«ci vediamo dopo domani.» e se ne va, questa volta attraversando con successo e arrivando sana e salva autonomamente.
   
 
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