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Autore: Adler90    27/08/2013    0 recensioni
Ci terrei a specificare che la Hella di cui parlerò in questa storia è la figlia della coppia Thor - Loki che ruolo e non la temuta dea degli Inferi figlia di Loki di cui la mitologia parla. E’ la secondogenita, una vera e propria peste che ha ereditato la malizia del dio degli Inganni e la tendenza tipica a creare disastri su immensa scala di Thor! Ah, ma ovviamente lei fa tutto questo in buona fede, andandosi poi a scusare per la “marachella” con due enormi occhioni azzurri, ereditati dal dio del Tuono, sapendo perfettamente di riuscire a passarla liscia.
Ulteriore specifica, questa oneshot è ambientata in un futuro in cui Thor e Loki, uniti dal matrimonio, siedono entrambi sul trono di Asgard! Non voglio commenti su ciò dato che non compariranno molto in questa storia e, comunque, spiegare come son arrivati a quel punto sarebbe troppo lungo dato che dovrei riassumere oltre un anno di ruolate… quindi godetevi semplicemente questo scorcio di vita quotidiana della piccola erede al trono asgardiana e compatite pure i genitori; aver a che dare tutti i giorni con questa peste, vi assicuro, non è cosa da tutti!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Frigga, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si stropiccia gli occhietti, sbadigliando sonnacchiosa prima di mettersi seduta sullo sfarzoso e morbido letto in cui dormiva la principessa di Asgard. Come ogni mattina le ci vuole qualche minuto prima di svegliarsi e correre a perdifiato nella stanza dei genitori reclamando colazione e coccole; si, perchè la piccola era riuscita a far cacciare tutte le balie a cui era stata affidata ed ora, della sua educazione, se ne prendevan cura i genitori. Per lo più Loki, a dire il vero, dato che Thor aveva preso l’abitudine di sparire misteriosamente quando si trattava dei capricci della figlia. Salvare i Regni era una cosa, ma riuscire a trattare con una bimba di cinque anni uscendone indenne era tutto un altro paio di maniche!
La piccina scende dal letto, trascinandosi dietro un peluche grande quando lei che rappresentava un cane infernale con cui divideva il letto /unica versione di cane infernale che le era permesso di avere nonostante le sue insistenze, per il momento/, e scatta in direzione della camera dei genitori fin troppo velocemente per qualsiasi persona normale appena sveglia, ma non per lei. Spalanca la porta della camera e, dopo aver preso la rincorsa, letteralmente si lancia addosso ai due poveri dei.
Ci vuole più di qualche minuto prima che Loki, stufo di dover essere sempre lui a badare alla piccola, cacci a suon di calci il marito fuori dal letto che, caricatosi la figlia in braccio, praticamente striscia ad occhi quasi chiusi fino in cucina.
Tempo di sistemare la dolce e tenera bimba sulla sedia, dopo aver dato il buongiorno con un bacino sulla fronte sia a lei che alle tre teste del peluche che aveva dovuto incastrare nella sedia accanto alla figlia, e si mette a preparare la colazione per la famiglia; in fondo di lì a poco si sarebbero svegliati sia Loki che Fenrir.
Il lungo periodo passato su Midgard aveva insegnato a Thor non solo la responsabilità, ma anche a badare a se stesso; per questo, una volta tornato a casa, aveva scelto di vivere la sua vita privata al di fuori del palazzo reale in cui sia lui che il marito esercitavano il loro potere da sovrani. Era stata una scelta difficile da far accettare a loro padre ma era stato meglio così! Volevano proteggere i bimbi dalla vita di palazzo e tenerli lontani, almeno per ora, dagli obblighi di corte abituandoli piuttosto ad una vita semplice, sia su Asgard che Midgard.
Finita la colazione, cominciano le discussioni su chi dei due sovrani dovesse preparare la principessa. Non è che nessuno dei due volesse far le veci di mammina, era solo che la tecnica di Hel era quella di sfiancare il “nemico” fino a che non cedeva lasciando a lei la vittoria.
Lei doveva vincere, sempre.
Questo atteggiamento era problematico già di suo, ma lo era ancora di più se la bimba in questione stava “combattendo” la sua lotta contro un bagnetto, da fare dopo quella che aveva portato a termine contro la colazione da cui era uscita vittoriosa. Sporca… ma vittoriosa!
Solitamente, in questi piccoli intoppi, accorreva in aiuto nonna Frigga la quale, grazie a pazienza ed ingegno maturati negli anni in cui si era occupata di Thor, riusciva spesso a spuntarla con la nipote. Per fortuna oggi era uno di quei giorni.
Dopo che i due re avevano lasciato la figlia nelle abili mani della nonna ed il figlio all’insegnante privata, raggiungono Odino nel palazzo principale.
Bene o male la routine mattutina era sempre la stessa a parte qualche piccolo imprevisto in cui, solitamente, Hel spariva nel nulla per ore.
E quella mattina non faceva eccezione.

Finito il bagnetto e tutti i preparativi per renderla almeno simile ad vera principessa, nonostante l'atteggiamento da maschiaccio che aveva, Frigga porta la nipote nel palazzo principale per lasciare a Fenrir abbastanza tranquillità per applicarsi negli studi. Hel mancava di concentrazione, pazienza ed attenzione, ragione per la quale era stato deciso di farla applicare allo studio solo quando si sarebbe data una leggera calmata /altra caratteristica ereditata da Thor questa/.
Neppure il tempo di percorrere il lungo corridoio che portava agli alloggi della dea, nei quali avrebbe intrattenuto la nipote grazie anche all’aiuto delle sue ancelle, che Frigga incontra Sif. Si ferma a chiacchierare per qualche minuto con la ragazza, neppure troppo a dire il vero, ma sufficiente per far scomparire nel nulla la nipote.
Hel, che aveva una soglia di attenzione pari praticamente a zero, odiava con tutta se stessa i noiosi discorsi dei grandi e non li reputava degni neppure di esser ascoltati; figuriamoci allora se sarebbe mai rimasta ferma ad ascoltare la nonna mentre chiacchierava con l’amichetta di papà!
E’ questo il motivo principale che la spinge a girovagare senza meta in quell’immenso palazzo, magari così avrebbe trovato qualcosa di più divertente da fare che stare tutto il giorno con la nonna e quelle petulanti pettegole noiose che aveva come ancelle.

Evitando con attenzione tutti i luoghi in cui notava degli adulti, persone da cui nascondersi dato che sapeva per esperienza che venir scoperti significava la fine dei giochi, arriva in un piccolo atrio chiuso con pesanti drappi.
Zompetta fino a raggiungere le tende che chiudevano l’uscita di quella piccola stanzetta e, stendendosi a terra, sbuca solo con una parte di viso dall’altra parte per riuscire a vedere che cosa nascondessero quei pesanti tessuti.

-ooooh...-

Sussurra con quegli occhioni spalancati, facendo attenzione nel non farsi sentire dato che la stanza misteriosa era l’enorme sala del trono in cui i suoi papà e il nonno erano indaffarati in quella che sembrava una seria discussione. Discorsi da grandi ovviamente, cose che a lei non interessavano.
Resta ad osservarli, non sapendo bene che fare; magari poteva uscire e chiedere, anzi no... supplicare con lo sguardo da cucciola, che aveva imparato a fare con l’esperienza, papà Loki di farla restare lì assieme a loro ma, proprio quando si era decisa ad uscire appare la nonna.
Ora, però, il suo piano non era più attuabile! Gli occhioni e lo sguardo da cucciola funzionavano solo sui papà e sul nonno… con la nonna non poteva fare quello che voleva.
Sbuffa ancora più delusa nel notare che subito dopo l’arrivo della dea, scappano tutti in fretta e furia, come se fosse successo qualcosa. Perchè la nonna doveva sempre fare la guastafeste?
Sbuffa nuovamente, rotolando su se stessa annoiata, portandosi però dietro pure la tenda dato che vi era aggrappata con entrambe le manine. Fortunosamente riesce ad uscirvi senza neppure essersi fatta male e, una volta in piedi, nota l’incredibile somiglianza di quel drappo ad un mantello… praticamente identico a quello che portavano i grandi!
Inutile dire che le si illuminano gli occhi per l’entusiasmo quando se lo prova e vede come le calzava a pennello. Beh... circa le calzava a pennello dato che due metri abbondanti di tessuto le facevano da strascico, ma nella sua piccola testolina da bimba era tutto perfetto.
Scende i pochi scalini che collegavano l’atrio alla sala del trono, gonfiando il petto a testa alta, come aveva visto fare innumerevoli volte sia dai genitori che dal nonno; ma non si ferma di certo a questo!
Percorre la lunga navata centrale della stanza, sempre con lo stesso portamento regale e “maestoso”... per quanto maestoso potesse essere quello di una dolce bimba di cinque anni con visibili manie di grandezza. Non si risparmia neppure l’alzata di mani come incoraggiamento al clamore della folla che riempiva la sala, folla che esisteva unicamente grazie alla sua spiccata immaginazione ovviamente, ma ciò non le impedisce di ripetere l'azione più volte fino a raggiungere la scalinata che l’avrebbe fatta arrivare fino a due troni che dominavano tutta la stanza, fatti apposta per due re di eguali poteri ed importanza.
Alza il nasino all’insù per ammirare quelle che per lei non erano altro che sedie di un bel colore dorato quando, però, la sua attenzione viene attirata da ben altro: un elmo alato era abbandonato su uno dei due troni, assieme allo scettro da re del suo possessore. Come al solito Thor non aveva perso la brutta abitudine di dimenticarsi in giro i propri averi e non aveva ancora imparato che, a differenza della sua precedente arma, lo scettro non lo raggiungeva a comando.
Questa semplice dimenticanza, però, rende ancora di più entusiasta la piccola che, dopo aver salito gli scalini a due a due, raggiunge in men che non si dica i due preziosi oggetti, appropriandosene.
Si sistema l’elmo sulla testa, fregandosene del fatto che fosse fin troppo grande per lei e continuasse a caderle in avanti coprendole la vista, e prende lo scettro in mano. Pure quello era troppo grande ma, la piccola, si impegna con tutte le sue forze per non farlo cadere e tenerlo in bilico mentre si volta verso l’ampia sala vuota, ovviamente gremita di gente secondo la sua immaginazione.
Non senza qualche difficoltà, si issa sul trono che si trovava dietro di lei, senza mai dare le spalle al popolo immaginario che stava assistendo a quella scena però! Gonfia orgogliosa il petto guardando negli occhi uno per uno con un sorrisino soddisfatto dipinto sul viso; nessuno poteva notarlo ma, quell’espressione, ricordava fin troppo quella di uno dei suoi genitori…
E non è di Thor che sto parlando…
Prende con entrambe le mani lo scettro per non farlo cadere e, imitando una delle tante storie che il papà le aveva raccontato, lo alza sopra la sua testa urlando con voce ferma

-In ginocchio!-

Poi passa con un’occhiata severa tutti coloro che nella sala si erano appena prostrati davanti a lei ed annuisce soddisfatta incrociando le braccia al petto. Facendo questo, però, lascia cadere con un sonoro tonfo l’oggetto del potere che poco prima brandiva e, preoccupata per la fine che avrebbe fatto se solo si fosse rotto, ruzzola giù anche lei nel tentativo di recuperarlo.
Si rialza dolorante, sistemandosi meglio l’elmo che ora le copriva completamente la visuale e recupera lo scettro da terra.
Stare lì, da sola, non era poi così divertente… doveva trovare qualcuno con cui giocare! Magari Fenrir avrebbe potuto fare il suo fedele suddito, ergo... schiavetto personale; non era male come idea.

Sistema per bene il mantello, legandoselo meglio al collo, prima di incamminarsi verso l’uscita con passo lento e regale nonostante il peso dello scettro e l’ingombro dell’elmo; stava ancora camminando in mezzo al suo popolo dopotutto, come poteva lasciare che si facessero un'idea sbagliata su di lei? Avrebbe mostrato a tutti com’era una vera regina, la futura dominatrice di tutta Asgard!
Grande, possente, regale... anche con quel passetto affrettato, incespicando a volte a causa del mantello troppo lungo per lei, affrettandosi perchè impaziente di mostrarsi al fratello in tutta la sua bellezza.
Che ci si poteva fare, in fondo Hel restava sempre Hel...

   
 
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