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Autore: rossymatta96    27/08/2013    2 recensioni
L'investigatore lo guardò confuso, stavolta non riuscì ad interpretare cosa stesse per dirgli John, o almeno voleva nasconderlo a se stesso.
Ovviamente Johnlock
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIOGGIA, UN OMBRELLO, DUE PERSONE

Era una giornata come tante, John era in ambulatorio e Sherlock a casa che aspettava che un caso gli capitasse tra le mani. Infatti Lestrade lo chiamò. L’investigatore notò che a quell’ora John finiva il turno quindi decise di passare a prenderlo. Il dottor Watson era appena uscito quando vide il taxi che parcheggiato e Sherlock che lo aspettava. Aveva intuito che erano stati chiamati per un caso. “Proprio all’ora di pranzo!” pensò John con una certa fame. Quando furono a metà strada il cellulare di Sherlock squillò, era Lestrade, quindi il detective rispose. L’ispettore gli disse che non c’era più bisogno di lui perché l’assassino, si assassino perché si trattava di un caso di omicidio, si era consegnato spontaneamente, forse assalito dai sensi di colpa. Sherlock chiuse la chiamata ed informò John dell’accaduto. Allora il medico chiese al tassista di cambiare destinazione e di dirigersi ad una tavola calda che si trovava in quella zona. Appena arrivati, scesero, pagarono il tassista ed entrarono nel locale. Sherlock non ordinò da mangiare, invece Watson chiese un panino. Holmes come suo solito non metteva il cervello a riposo, pensava e ripensava, si chiedeva come mai le ragazze di John, dopo che il medico gliele aveva presentate, il giorno successivo o qualche giorno più avanti lasciassero Watson. Non era tipo da farsi queste domande ma ci stava pensando perché il fatto era capitato qualche giorno prima. Il fatto è che una cosa gli sfuggiva, già, al grande Sherlock Holmes qualcosa sfuggiva, ma che invece le ragazze di John notavano subito, e che forse Sherlock non voleva vedere. Era il modo in cui Watson guardava il coinquilino che faceva cambiare loro il giudizio sulla sua eterosessualità, capivano che c’era qualcosa che andava oltre l’amicizia tra i due. Ma quei due non lo capivano ancora, o almeno Sherlock non lo capiva. John invece ne era sempre più convinto perché, appunto, la sua, da poco ex, ragazza glielo aveva detto chiaro e tondo. Lui ci aveva rimuginato su parecchio e arrivava sempre alla stessa conclusione: si stava innamorando, o lo era gia da molto tempo, di quel sociopatico di Sherlock Holmes. Finì il panino tra questi pensieri, quindi si alzò, seguito a ruota dall’investigatore, pagò il conto ma quando fecero per uscire un acquazzone li accolse.

 

<< Piove >> disse John.

<< Non affermare l’ovvio, John >> replicò Sherlock.

 

John lo guardò male ma appena incontrò quelle iridi di ghiaccio, il poco fastidio che aveva provato, scomparve. Tirò quindi fuori l’ombrello che aveva nella borsa del lavoro.

 

<< Ecco >>

 

Sherlock lo osservò, poi John gli fece segno di andare sotto di esso con lui, allora Holmes lo prese in mano.

 

<< Io sono più alto, è più logico che lo tenga io >>
 

John roteò gli occhi ma non disse nulla. Cercarono invano un taxi, ma essi erano tutti occupati da gente colta d’improvviso dalla pioggia. Decisero quindi di tornare a casa a piedi. Quei pensieri che stavano poco prima non li avevano abbandonati e ora essendo a stretto contatto, non potevano che evolversi e peggiorare, soprattutto per John. Ad un certo punto il dottore prese coraggio e decise di affrontare quell’argomento, fermandosi in mezzo alla strada iniziò a farfugliare:

 

<< Sherlock..io..ecco..stavo pensando.. >>

 

L’investigatore lo guardò confuso, stavolta non interpretò cosa stava per dirgli John, o almeno voleva nasconderlo a se stesso.
 

<< stavo pensando a quello che mi aveva detto la mia ex. Ha detto che mi ha lasciato per il modo in cui ti guardo, Sherlock … come ti guardo? >>

 

Sherlock sapeva che glielo avrebbe chiesto quindi ripose:
 

<< da un po’ di tempo ti vedo diverso, hai capito qualcosa che prima neanche immaginavi e ora mi vedi sotto un’altra luce. Quando parlo non mi stacchi gli occhi di dosso, come ora, vedi, so bene che questo discorso per te è nuovo, insomma, neanche io mi riconosco. Ma sono sicuro di una cosa, tu hai cambiato la tua opinione su di me. >>

 
 John ascoltò attentamente il suo discorso e si rivide nelle sue parole. Iniziò a formulare una domanda:

 

<< Quindi io cosa … >>  [ quindi io cosa sono? ]
<< Tu, John, sei attratto da me, il tuo battito cardiaco è aumentato da quando siamo sotto questo ombrello, costretti a stare vicini, l’ho notato dal tuo respiro più frequente. >>

 

John non seppe cosa più dire, era rimasto spiazzato, guardava continuamente i suoi occhi, e poi le sue labbra.
 
<< So cosa vuoi John >>
 
Ormai Sherlock lo aveva letto per intero, e non poteva più nascondersi. Quindi buttò li un’altra domanda:
 
<< E allora … >>
  [ e allora non vuoi soddisfare il mio desiderio? ]
 

Ma venne interrotto dal viso di Sherlock estremamente vicino al suo.
 
<< Si >>
 
Soffiò il detective sulle sue labbra, dove poi diede un leggero bacio. John rimase impietrito, continuando a fissarlo mentre sentiva le labbra ora più calde. Sherlock proferì parola per primo:

 

<< Avrei scommesso che saresti rimasto cosi, immobile. >>
 
John si sentì una cavia da laboratorio e iniziò una frase:
 
<< Era un espe … >> 
[ era un esperimento ]
<< No >>

<< Quindi era ... >>  [ quindi era sincero il bacio? ]

<< Si >>

 

Sherlock capiva al volo le domande e mise a tacere John con un altro bacio. Si incamminarono verso casa. Holmes aveva sempre il volto tranquillo, rilassato, invece Watson aveva un’ espressione da ebete in viso che non gli avrebbe tolto nessuno per un po’ di tempo.

 

N.A. : Johnlock forever and ever!! Spero vi sia piaciuta e spero vivamente di non aver reso Sherlock  ooc. E’ un personaggio molto complesso da interpretare. Beh detto questo vi saluto!! A presto, Rossy
 

 
 

  
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