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Autore: Keyra96    27/08/2013    5 recensioni
- Stai bene? – mi chiese lei. Annuii con vemenza, abbassando poi il capo poiché la vista mi si era offuscata.
- Oh Amy vieni qui – mi strinse di nuovo a se.
- Piccola, non ne vale la pena, lui non ti merita, non sa nemmeno cosa si sta perdendo – mi disse Ivan carezzandomi la schiena.
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- Da quando Ivan si divide in cinque persone? – chiese Giorgia impaurita. Cercai di capire chi erano quei cinque che stavano vicino alla finestra della casa. Poi li riconobbi.
- Non può essere – sussurrai
- Che diavolo ci fate voi qui? – alzai il tono di voce attirando l’attenzione dei ragazzi.
- Amy – disse lui abbozzando un sorriso.
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- Va tutto bene? – sussurrò. Annuii solamente, spostando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Deglutii cercando di reprimere la voglia di baciarlo.
- Amy – mi chiamò. Rialzai lo sguardo puntandolo sui suoi occhi. Mi guardò un attimo prendendomi il mento fra le mani. Si avvicinò ancora un po’.
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Bene sono tornata e vi posso assicurare che questa storia la completerò, è sicuro al 200% =) Spero vi piaccia grazie ad una ragazza sono riuscita ad avere anche il trailer http://www.youtube.com/watch?v=fds_3cYFSjg&feature=youtu.be spero leggerete e guarderete il trailer =)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TRE MESI PRIMA
 
Amy alzati che fai tardi all’aereoporto – urlò mia madre dalla cucina. Quella mattina ero particolarmente eccitata, non avevo dormito per tutta la notte. Ero felicissima, sarei partita per Londra ed avrei passato l’intera estate lì con il mio adorato cugino. Scesi dal letto in fretta e in furia e corsi in cucina sedendomi al mio posto.
- Non ti vedo particolarmente dispiaciuta di dover partire senza di noi – disse sarcastico mio padre.
- Scherzi papà, mi mancherete un casino – risposi alzandomi e schioccandoli un rumoroso bacio sulla guancia.
- Amy ricordati che a Londra non ci stai andando solo per divertirti, mi hai capita? –
- Si mamma sta tranquilla, prenderò informazioni per l’università e mi metterò alla ricerca di qualche appartamento non troppo costoso – le dissi. Lei mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
- Dai siediti e mangia che si fa tardi – mi diede una pacca sulla spalla. Mi sedetti feci colazione e dopo di che mi andai a cambiare. Una volta pronta presi le valige e aiutata da papà le portai in macchina. Andammo all’aereoporto arrivando due ore prima dell’imbarco, ci sedemmo ad aspettare la chiamata dell’aereo e l’arrivo dei miei due pazzi migliori amici che erano in ritardo. Mancava poco ormai. Mi alzai dalla sedia e presi la mia borsa.
- Fa attenzione lì a Londra e non ti divertire troppo – mi strinse mia madre a se con le lacrime agli occhi.
- Sta tranquilla mamma, e poi mica parto per la guerra – dissi sarcastica. Mi staccai da lei e salutai mio padre. Mi voltai verso il check-in quando una voce inconfondibile mi fece voltare.
Amy – urlò quella pazza di Giorgia facendo voltare l’intero aereoporto
- Ce l’avete fatta finalmente – dissi avvicinandomi a lei e a Ivan.
- Scusa colpa del coglione qui accanto – mi rispose lei
- Se una certa persona non avesse perso tempo a scegliere quali scarpe adatte mettersi saremmo arrivati in tempo – mise il broncio lui.
- Ehi la smettete per un secondo di litigare? – chiesi sorridendo.
- Hai ragione – mi abbracciò Ivan
- Fa attenzione piccola – mi sussurrò all’orecchio.
- Non combinare guai – disse Giorgia abbracciandomi di nuovo. I miei migliori amici erano come gatto e cane ma in realtà si volevano un mondo di bene. Li salutai ancora una volta e poi mi diressi al gate pronta a partire per Londra. Una volta nell’aereo aspettai il decollo e poi infilai le cuffie iniziando ad ascoltare il mio adorato Tiziano Ferro. La stanchezza della notte insonne si fece sentire così sulle note di “salutandoti affogo” chiusi gli occhi e sprofondai nel sonno.
 
- Signorina, signorina si svegli – qualcuno mi continuava a scuotere la spalla gentilmente. Stropicciai gli occhi prima di aprirli completamente. Mi voltai verso la donna seduta accanto a me, che mi sorrise.
- Mi dispiace averla svegliata, ma il pilota ha detto che stanno per avviare le procedure di atterraggio, per cui si deve allacciare la cintura di sicurezza – m’informò gentilmente la donna
- La ringrazio – dissi con la voce ancora impastata dal sonno. Feci come la donna aveva detto e mi allacciai la cintura. Vidi dal finestrino che l’aereo stava iniziando ad inclinarsi, così mi aggrappai forte al sedile. Quella era la cosa che odiavo di più del volare, l’atterraggio, avevo sempre paura che qualcosa andasse storto. Ad ogni modo, l’aereo atterrò senza troppi intoppi ed io schizzai letteralmente fuori. Corsi al nastro trasportatore per recuperare le mie valige e poi mi misi a cercare con lo sguardo mio cugino. Non riuscivo a vederlo, forze si era dovuto travestire per non farsi riconoscere. Provai a chiamarlo ma il telefono risultava spento. Provai ancora sperando di aver sbagliato il numero, ma niente era staccato.
- Cavolo Lou non ti sarai dimenticato del mio arrivo? – dissi contro il telefono. Mi guardai ancora una volta in giro, ma non c’era nessuno che dava cenno di conoscermi. Sbuffai, scoprendo che mio cugino non era cambiato per niente dall’ultima volta che lo avevo visto. È rimasto il solito deficiente! Pensai tra me e me mentre uscivo dall’aereoporto. Neanche a farla apposta un tuono squarciò il cielo dando l’inizio ad un tremendo acquazzone.Perfetto! Sbuffai ancora.
- Come arrivo a Londra, non è uno dei migliori – borbottai da sola.
Taxi – urlai sbracciandomi attirando l’attenzione dei passanti. Due tentativi dopo, un taxi si fermò d’avanti a me.
- Aspetti le do’ una mano – disse l’autista scendendo dall’auto.
- Oh la ringrazio molto – sorrisi all’uomo. Dopo aver sistemato i bagagli salii sul taxi.
- Mi scusi se le bagno i sedili – mi scusai con l’uomo che fece segno di non preoccuparmi.
- Dove la porto? – chiese poi mentre si allontanava dall’aereoporto.
- Sinceramente non lo so, io sono italiana e sarebbe dovuto venire mio cugino a prendermi, ma evidentemente se n’è dimenticato – mi confidai con l’uomo. Lui mi lanciò uno sguardo misto tra il divertito e l’apprensivo. Gli sorrisi cordiale e provai a richiamare quello stupido senza memoria. Il suo telefono dava segni di vita e dopo poco mi rispose la sua voce tranquilla.
Pronto? – rispose
- Oh finalmente rispondi – dissi sarcastica
Ah ciao Amy, ahahah dai Harry sono al telefono aspetta ahahah – lo sentii ridere assieme ai suoi amici.
- Oh vedo che ti diverti molto – continuai il mio gioco.
Si tu che fai? – mi chiese lui tranquillo
- Sono su un taxi londinese senza sapere nemmeno dove andare – risposi tranquillamente.
Su un taxi londi….. Oh cacchio non dirmi che era oggi che dovevi venire?– urlò dall’altro capo del telefono prima di sentire un tonfo.
- Si idiota era oggi che arrivavo – dissi alzando gli occhi al cielo.
Arrivo subito all’aereoporto – urlò ancora stonandomi l’orecchio
- Sta pure fermo, dimmi solamente dove ti trovi –
Fatti portare alla Syco, sono li assieme agli altri – disse
- D’accordo arrivo – riattaccai il telefono senza sentire nemmeno cosa mi stava dicendo.
- Abbiamo la meta, mi porti alla Syco per favore – dissi all’autista
- Signorina, per arrivare ora alla Syco ci vorrebbe un giro enorme, a causa dei diversi divieti che hanno messo a casaccio. Penso che ce la farebbe prima a piedi, vede basta che svolti quell’angolo, poi deve girare a sinistra vada sempre dritto e deve girare alla seconda a destra, ed è arrivata – m’indicò la strada
- Okay allora vado a piedi non si preoccupi – sorrisi
- Quanto le devo? –
- 10 sterline –
- Ecco a lei – diedi i soldi e poi scesi dal taxi, l’uomo mi aiutò con le valige e dopo averlo salutato m’incamminai per la Syco. Per fortuna aveva smesso di piovere. Stavo camminando quando il telefono incominciò a squillare. Vidi il display e lessi il nome Giorgia. Faticai un po’ per cercare di rispondere, non so come diavolo feci, ma scivolai trovandomi di colpo a terra, oh meglio in una pozzanghera.
Aaaaaah – urlai forse più per esasperazione che per lo spavento della caduta. Mi tirai su in piedi ammirando lo stato pietoso in cui ero poi mi voltai sentendo il clacson di una macchina, la vidi arrivare e spalancai subito gli occhi quando vidi quant’era vicina.
Attenta! – urlò qualcuno dietro di me. Di nuovo non ci capii niente e di colpo mi ritrovai aggrappata alla maglia di un tizio che mi teneva stretta a se. Dopo poco sembrò come se un maremoto ci avesse investito, ed entrambi ci ritrovammo zuppi.
Come se non fossi già abbastanza bagnata! – urlai contro l’autista di quell’auto che stava per investirmi.
- Tutto a posto? – mi chiese il ragazzo che mi stringeva ancora a se. Alzai il volto incontrando degli occhi color cioccolato semplicemente stupendi.
- Ehi tutto bene? – chiese ancora il ragazzo con voce divertita. Purtroppo non riuscivo a vederlo bene in viso anche perché era completamente coperto, si vedevano solo gli occhi. Cavolo e meno male che siamo in estate! Pensai vedendo l’abbigliamento del ragazzo. Portava un cappellino, un giubbotto ed una scarpa che lo copriva fino al naso.
- Ehm ehm – si schiarì la voce il ragazzo.
- Eh, uh s-si s-sto bene – risposi scostandomi un po’ dal ragazzo.
- Sicura? – chiese ancora. Annuii col capo continuandolo a fissare. Perché mi sembra così famigliare?
- Hai la pelle d’oca – mi fece notare
- Vorrei vedere te, tutto bagnato fradicio solo con dei pantaloncini di jeans ed un canotta – borbottai.
- Prendi questo – mi porse il suo giubbino
- No sta tranquillo – rifiutai
- Dai insisto –
- No, altrimenti non potrei mai restituirtelo, e poi sono quasi arrivata, fra poco incontrerò mio cugino per cui non preoccuparti –
- Sicura, non è una bugia per non accettare il giubbotto? – mi chiese.
- No, tranquillo – ridacchiai
- Beh allora ciao…. –
- Amy – gli suggerii
- Amy, io sono Liam – mi strinse la mano e sentii come una scarica elettrica invadermi tutto il corpo.
- Ciao Liam – lo salutai
- Ciao – mi sorrise e poi proseguì per la sua strada svoltando a sinistra.
- Allora dov’è che mi aveva detto che dovevo girare l’autista? – iniziai a guardarmi in giro cercando di ricordarmi dove andare, ma in mente avevo solo quegli occhi così profondi. Scossi la testa cercando di rimuovere i suoi occhi dalla mia mente. Recuperai le valige e fermai un passante e chiesi informazioni per la Synco. Il signore mi diede le indicazioni e dopo di che, mi incamminai continuando a pensare a quel ragazzo. Chissà se era carino!? Pensai fra a me e me. Dopo un po’ che camminavo vidi la scritta enorme della Syco, e sorrisi felice di esserci arrivata. Entrai nella hall di quell’enorme palazzo e mi avvicinai a quella che doveva essere la reception. Trovai lì una donna sulla trentina, con i capelli biondi raccolti in uno chignon perfetto e fasciata da un tailleur grigio.
- Ehm ehm – mi schiarii la voce per attirare l’attenzione.
- Posso esserle utile – mi chiese la donna con uno sguardo un po’ scioccato dovuto al mio aspetto di sicuro. Beh non potevo che biasimarla, se anch’io mi fossi trovata d’avanti una ragazza completamente zuppa dalla testa ai piedi e tutta scombinata con il trucco colato, penserei subito che abbia preso parte alla terza guerra mondiale.
- Scusi il disturbo ma dovrei vedere Louis Tomlinson – dissi con un sorriso
- Come prego? – fece una faccia strana quasi divertita.
- Ho detto che dovrei vedere Louis Tomlinson, sono sua cugina, può dirmi dov’è? – chiesi cordialmente.
- Si certo ed io sono la nipote della regina Elisabetta – rispose sarcastica
- Guardi che io sono seria – dissi un po’ stizzita. Odiavo quando la gente non mi prendeva sul serio.
- Signorina glielo dirò gentilmente esca di qui altrimenti sarò costretta a chiamare la sicurezza, molte altre fan hanno provato, ma la tattica non attacca –
- Senta, io sono veramente la cugina di Louis Tomlinson per cui le chiedo ancora una volta di dirmi dov’è – risposi guardandola in cagnesco, venendo ricambiata.
-Sicurezza – urlò la donna.
- Ma che diavolo….? – degli uomini enormi e vestiti di nero si stavano avvicinando a me quando le porte dell’ascensore si aprirono, facendo uscire cinque ragazzi e due uomini, fra questi mio cugino.
Louis – urlai attirando la sua attenzione
Amy – urlò anche lui venendomi incontro seguito dagli altri.
- Che succede? – chiese facendosi vicino
- Non credono che sono tua cugina - spiegai guardando male la donna
- Allison lei è veramente mia cugina – disse Lou sorridendo
- Oh signor Tomlinson io non lo sapevo le chiedo scusa – rispose lei
- Non si preoccupi è stato solo un malinteso – sorrise lui. Parla per te cugino a me succede sempre. Gli uomini della sicurezza tornarono al loro posto e la signorina Allison si scusò ancora una volta.
- Amy che bello vederti, anche se non ti aspettavo proprio in queste condizioni, ma che ti è successo? – chiese Lou sorridendomi.
- Non ti azzardare sai, tutto questo è colpa tua, se tu non ti fossi dimenticato che arrivavo oggi, forse io sarei in condizioni più accettabili, non mi sarei bagnata fuori dall’aereoporto, non sarei scivolata su una pozzanghera e non avrei rischiato di essere investita, per fortuna che mi ha salvato un ragazzo, e soprattutto non sarei stata quasi sbattuta fuori di qui a calci nel sedere – dissi tutto d’un fiato.
- Scusa – rispose lui semplicemente facendomi saltare ancora di più i nervi
Io rischio la vita e tutto quello che sai dire tu è scusa? – urlai quasi. Lou mi guardò terrorizzato e poi mi stritolò tra le sue braccia.
- Scusa, scusa, scusa, perdonami e che sono molto impegnato con la band e me ne sono completamente dimenticato – si scusò. Sospirai alzando gli occhi al cielo e poi ricambiai l’abbraccio.
- Sei il solito deficiente di sempre, ma io ti preferisco così – dissi poi scoccandogli un bacio sulla guancia facendolo sorridere.
- Ehm ehm – si schiarì la voce qualcuno. Ci voltammo trovandovi quattro ragazzi e due uomini che ci fissavano un po’ imbarazzati.
- Ah si giusto, ragazzi vi presento mia cugina Amy – mi presentò tutto sorridente Lou.
- Ciao – sorrisi cordiale.
- Ma tu sei la ragazza di prima – disse quello che se non ricordo male doveva essere Liam. Ora che lo guardavo meglio, aveva l’abbigliamento dello stesso ragazzo di prima solo che non aveva la sciarpa e poi era bagnato fradicio anche lui.
- Tu sei quello che mi ha salvata? – chiesi sbalordita.
- A quanto pare si – sorrise. Cavolo quant’è bello. Arrossii di botto per quello che avevo appena pensato.
- Vedo che Liam lo conosci già – disse Louis felice
- Beh, allora ti presento gli altri, loro sono Harry, Niall e Zayn i miei compagni di band. Lui è Paul il nostro bodyguard, e lui è… -
- Simon Cowell si lo conosco – sorrisi all’uomo.
- Io sono Amanda Grimaldi ma potete chiamarmi Amy, scusate per le mie impresentabili condizioni, ma ho avuto qualche problemino –
- Abbiamo sentito – disse Zayn con un sorriso
- Io credo che l’intero palazzo abbia sentito – lo corresse Harry facendomi arrossire di più.
- Dai ragazzi non mettetela in imbarazzo – li diede delle gomitate Niall. Gli sorrisi venendo subito ricambiata.
- Etchu – starnutii di colpo. No vi prego il raffreddore a giugno no!
- Forse è meglio se andiamo a casa – disse Lou.
 
Una volta che Lou e gli altri finirono di parlare, molto velocemente, con Simon e Paul, andammo a casa. Salii sull’auto di mio cugino assieme e Liam e a Zayn, mentre Harry e Niall andarono con la macchina di quest’ultimo. I vestiti stavano incominciando ad asciugarsi, ed io incominciavo a sentire più freddo, con le mani iniziai a sfregare contro le braccia, per far un po’ di calore.
- Scommetto che hai freddo – disse Liam con un sorrisetto.
- No, giura? – feci sarcastica.
- Tieni – mi porse di nuovo la sua giacca. Ero indecisa se accettarla o no e lui vedendo la mia decisione, me la posò sulle spalle sorridendomi semplicemente. Com’è dolce! Arrossii continuandolo a fissare e osservando ogni suoi particolare. Era veramente un bel ragazzo, i capelli castani erano rasati ai lati ed alzati in una piccola cresta. Gli occhi erano color del cioccolato. Occhi comuni direste, ma io penso che nessuno abbia occhi comuni perché sono sempre diversi per ogni persona. I suoi brillavano ed erano fantastici. Il naso era dritto un po’ all’insù, le labbra erano carnose e rosee, la mascella squadrata e sul collo aveva una graziosa voglia. Il suo viso era il ritratto della dolcezza.
- Se continui a fissarmi finisce che mi consumi – sussurrò per poi voltarsi verso di me e sorridermi.
- Scusami – abbassai il volto puntando i miei occhi sulle mie gambe nude color del latte, mentre un eccessivo rossore si diffondeva dalle mie gote per tutto il viso, facendomi assomigliare ad un pomodoro maturo. La macchina si arrestò di colpo e mi convinsi ad alzare lo sguardo voltandomi, però, verso il finestrino beandomi della vista di una magnifica villa inglese, che troneggiava su un enorme distesa verde.
- Eccoci arrivati alla nostra umile dimora cugina – disse Louis con tono divertito probabilmente vedendo la mia faccia che aveva assunto un’espressione a dir poco esterrefatta.
- Tu… tu questa la chiami umile dimora? – chiesi a mio cugino mentre mi apprestavo a scendere dall’auto. Lui non mi rispose, continuando ad avere un’espressione divertita, accompagnato naturalmente dai suoi amici.
- Vogliamo entrare oppure rimanere qui a fissare la casa? – domandò Louis avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla. Annuii senza riuscire ad articolare una frase corretta. Seguii Louis e gli altri continuandomi a guardare intorno. Il giardino era verdissimo e curatissimo c’erano dei magnifici fiori che lo riempivano di colori, rose, gigli, fresie e chi più ne ha più ne metta.
- Wow questo si che è un giardino – dissi
- Tutto merito di Call e Isabelle sono loro che se ne occupano – mi spiegò Harry sorridente. Salimmo le scale arrestandoci di fronte alla porta di ingresso. Louis estrasse le chiavi ed aprì la porta.
- Prego, prima le signore – fece finta d’inchinarsi. Non me lo feci ripetere due volte ed entrai in casa, rimanendo ancora più stupita. Di fronte a me c’era un’enorme ingresso, di fronte delle scale in marmo che portavano al piano di sopra. Alla mia destra c’era un salone magnifico ed enorme tutto in stile moderno, con due divani a “L” un tavolino al centro, qualche mobile per adornare la stanza ed un enorme schermo al plasma. Mi voltai a sinistra trovando invece la sala da pranzo. Anch’essa enorme con un tavolo da dieci posti in vetro, con al centro un magnifico vaso contenente un mazzo di fiori appena colti, se ne poteva sentire il profumo. Al centro della sala c’era un’enorme lampadario di cristalli. E anche lì c’era uno schermo al plasma appeso alla parete. Nella stanza c’erano anche due porte, una era quella per accedere al giardino, mentre l’altra penso fosse quella per la cucina. Entrai anche in quella stanza, scoprendo una cucina enorme, modernissima e con l’isola, la stanza era ben illuminata, grazie anche alla presenza di molte finestre e della portafinestra che faceva accedere al retro della casa. Aprii quella porta uscendo all’aria aperta, svoltai a destra seguendo il vialetto e mi trovai d’avanti ad un’enorme piscina, comprendente anche l’idromassaggio.
- Oh mio Dio, ma è magnifica – dissi con gli occhi fuori dalle orbite.
- E non è finita qui c’è ancora il piano superiore da visitare – disse Niall. Gli sorrisi e mi feci portare di sopra.
- Pronta per vedere la tua stanza? – chiese Louis
- Spero non l’abbia preparata tu Louis – sperai. Lui fece una smorfia e si apprestò ad aprire la porta della camera, ed io chiusi gli occhi fingendo un’espressione terrorizzata.
- E invece, per tua fortuna la tua stanza l’ho preparata io – disse una voce femminile che riconobbi subito. Aprii gli occhi rimanendo a bocca aperta. Al centro della stanza c’era una ragazza alta magra, con i capelli mossi e lunghi fino al fondo schiena che mi sorrideva e teneva le braccia aperte per invitarmi ad abbracciarla.
Eleanor – urlai correndo ad abbracciarla
- Ciao Amy – mi strinse a lei.
- È bello vederti – disse dopo esserci separate.
- Già è vero – sorrisi
- Beh che ne dici della tua stanza? – mi chiese. Mi guardai intorno constatando, che era più grande del salotto di casa mia. Alla parete alla mia destra c’era un magnifico letto matrimoniale ricoperto da cuscini e un copriletto color glicine. Le pareti erano di un rosa molto chiaro, di fronte al letto c’era un enorme armadio bianco che faceva angolo e accanto ad esso un porta bianca.
- Quello è il bagno – mi spiegò Louis. Annuii andando ad aprire la porta. Il bagno era abbastanza grande con la doccia. Le mattonelle alle pareti erano color glicine, il mio colore preferito.
- Mio Dio Louis la vostra casa è magnifica - dissi dopo essere uscita dal bagno.
- Grazie – ringraziarono in coro i ragazzi.
- E El grazie per esserti occupata della mia stanza –
- Tranquilla è stato un piacere e indovina un po’? Per farti compagnia con questi cinque scimmioni vengo a vivere qui – disse sorridendomi.
- Davvero? – chiesi sbalordita. Lei annuì ed io le saltai addosso.
- Amy, credo che tu abbia bisogno di una doccia – disse Lou
- Altro che e sto pure morendo di fame – risposi, mettendomi una mano sullo stomaco che brontolava.
- Va bene allora noi ti lasciamo sola se è qualcosa siamo giù –
- Okay grazie –
- Di niente, a dopo – mi salutarono e sparirono chiudendosi la porta alle spalle. Dopo essermi guardata ancora una volta intorno mi avvicinai alle valigie e le aprii prendendo un cambio di robe pulite. Controllai il cellulare trovandovi 5 messaggi da parte di Giorgia, 3 da Ivan, 7 da mia madre e mio padre, 8 chiamate perse da mio padre, e 10 da parte dei miei amici. Inviai un messaggio a tutti dicendo che li avrei chiamati dopo e che li avrei spiegato tutto con calma dopo essermi fatta una doccia. Misi il cellulare sotto carica e mi chiusi in bagno aprendo il getto dell’acqua calda. Mi tolsi la giacca da dosso. Mi ero dimenticata di portarla. La annusai facendomi invadere dal suo fantastico profumo. Non riuscivo a capire quale fosse, ma sapevo solo che era stupendo, aveva un non so che di dolce. Ritornai in camera posandolo con cura sul letto e poi tornai in bagno spogliandomi e mettendo le robe nel cesto per poi infilarmi sotto il getto bollente.


Angolo autrice....

Eccomi qui con il secondo capitolo.... il primo ha ricevuto solo 3 recensioni... ma non mi lamento anche perchè in realtà il primo capitolo non diceva niente di che..... spero che questo riceva più recensioni.... Ho visto che ià qualcuno ha inserito la storia tra le seguite e le ricordate, grazie mille a chi lo ha fatto :)
Beh che dire di questo cap.... conosciamo un po' tutti i personaggi... che ne dite del traumatico arrivo di Amy a Londra? E di Louis? E dell'incontro con Liam?.... se vi va di dirmi cosa ne pensate lasciatemi una recensione (se volete) accetto anche le critiche purchè siano costruttive.... ora vado ci sentiamo al prossimo capitolo vi lascio con le immagini dei nostri protagonisti :D

      


Ora scappo.... questo è il trailer della storia se volesse vederlo.... http://www.youtube.com/watch?v=fds_3cYFSjg
  
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