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Autore: LORIGETA    02/03/2008    13 recensioni
Questa fic è ambientata un anno e mezzo prima de "La scelta del cuore" e racconta una movimentata vicenda dei nostri amici :Karim, Goten, Trunks.
“E’ decisamente bella come un cielo azzurro, limpida come un lago di montagna e odora di rosa selvatica”. Pensò il ragazzo, cercando di non far trapelare nulla, di respingere quello che era un desiderio allo stato puro. Trunks avrebbe dovuto distogliere lo sguardo, per non metterla in ulteriore imbarazzo e invece si era lasciato ipnotizzare dal suo splendido sorriso; la “mangiava” con gli occhi affamati dell’amore. Si vergognava ad ammetterlo, ma aveva una voglia travolgente di fare l’amore con lei. Guardarla in quel modo era come toccarla, si sentiva stordito e attraversato da un turbine di sensazioni. Che cosa c’era in lei? Perché era l’unica donna che voleva? Forse per i suoi occhi incredibilmente verdi?
Genere: Commedia, Avventura, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una miss e tanti guai.

 

Parte prima.

 

 

Era la fine di marzo; la brezza agitava i prati e i primi boccioli spuntavano tra i fili d’erba, bramosi della carezza del sole primaverile. 
Non era abitudine di Karim aprire la porta ed entrare all’improvviso nella dimora dei Son senza bussare, ma quel giorno non riuscì a trattenersi. 
“Scusate, ho una grande notizia!” disse precipitandosi verso il tavolo, dove padre e figlio sedevano per consumare l’abbondante pranzo. 
Si fermò davanti a loro delineando un sorriso e cercò di riprendere fiato, sfinita dalla corsa.    
I due uomini sobbalzarono e rimasero a bocca aperta. Per un istante trascurarono cibo e bevande: era chiaro che fosse accaduto qualcosa di molto importante.
“Ka-Karim?” Goten deglutì a fatica e la sua mente cominciò a vagliare varie ipotesi che giustificassero l’entusiasmo dell’amica.
Lei infilò una mano nella tasca dei blue jeans per estrarre un volantino, che poi gli sventolò sotto il naso.
“Non ci crederai mai, ma sabato ci sarà il finimondo giù in paese!” spiegò con trasporto, osservando il giovane grattarsi la nuca leggermente confuso. 
“Spara, che succederà sabato giù in paese?” chiese addentando con gusto una coscia di agnello, facendole cenno di sedersi accanto a lui.
La ragazza sospirò, sedette e poi lo travolse con un fiume di parole. 
“Stanno organizzato un ballo di beneficenza. Allestiranno il grande capannone vicino alla scuola. Pensa, ci sarà anche la Z Tv! E poi sai chi presenterà la manifestazione?
Steven Barten, il famoso indossatore e modello.” spiegò liberando uno sbuffo d’emozione che le sollevò la frangetta. 
Il saiyan fece una smorfia e i suoi occhi scintillarono d’irritazione.  
“Steven Barten?” quel tipo non gli piaceva e nemmeno l’enfasi con cui lei ne aveva pronunciato il nome.
Sicuramente, se Goten avesse deciso di partecipare, si sarebbe sentito un pesce fuor d’acqua in mezzo a quelli elegantoni. 
Tutta l’energia di cui disponeva l'impiegò per imprecare mentalmente contro il promotore della serata.
Goku ridacchiò e allungò la mano verso un pezzo di crostata di more. L’idea che per un giorno quel piccolo villaggio alpino sarebbe divenuto teatro di un evento così mondano lo divertiva.  
Il delizioso profumo che arrivava dalla cucina invadeva tutta la casa, Chichi si stava dilettando ai fornelli, ma ad un tratto apparve sulla soglia e, sorridente, salutò la giovane amica del figlio.
Aveva ascoltato parte della conversazione ed ora era incuriosita. 
Si fece avanti stringendo fra le mani un vassoio zeppo di frittelle spruzzate di zucchero a velo e ne porse una alla gradita ospite, chiedendole altre delucidazioni.
“Ne stanno parlando tutti; il nonno mi ha detto che ci sarà persino l’elezione di miss Paoz!” era un po’ troppo su di giri per i gusti del mezzosangue, che cominciò ad inquietarsi.
“Mmm…che idiozia! Miss Paoz! Chi vuoi che partecipi? Non faranno di certo reginetta una di quelle racchie che abitano giù in paese.” la guardò bene in faccia e, intuendo cosa stava per confessargli, strinse i pugni diventando improvvisamente teso. 
“Bè io mi sono iscritta al concorso. Al limite mi farò due risate e poi in premio c’è una Air Car dell’ultimo tipo: quella con motore a doppia propulsione. Mi farebbe comodo per gli spostamenti in città.” si giustificò alzando le spalle. 
“E’ una cosa stupida, mi meraviglio di te. Per caso dovrai sfilare in costume?”
Karim cercò di non badare a quel tono così severo, stava reagendo peggio di suo nonno. Le guance gli erano divenute paonazze.
“Hai fatto benissimo e sono sicura che vincerai. Nessuno potrà reggere il confronto con la tua bellezza.” era stava la signora Son a zittire il figlio, senza dagli la possibilità di replicare, mentre la ragazza si gongolava di quell’approvazione. 
“Mi accompagnerai al ballo, vero Goten?” chiese timidamente e l’impattò di quelle parole furono per lui come un pugno allo stomaco.
Era negato per la danza, un orso sicuramente sarebbe sembrato più aggraziato.
Quasi soffocò con un grosso boccone di carne e lo sputacchiò in ogni dove, poi, con uno sforzo che gli parve indicibile, afferrò un tovagliolo e lo portò alla bocca.
“Scu-scusa, ma lo sai che non sono capace. Ti ricordi l’ultima volta che figuraccia?” 
La risata cristallina di lei  lo fece rabbrividire.
Era sicuro che si fosse divertita un mondo nel vederlo muoversi goffamente in mezzo alla pista durante l’ultima festa campestre, mentre le altre coppie gli inveivano contro, trovandoselo continuamente addosso.
Goku rimase in silenzio, pensando che nemmeno lui era un ballerino provetto ed era meglio non rammentarlo alla moglie. 
Chichi sorrise, certa di aver trovato la giusta soluzione la loro problema. Con un gesto affettuoso spettinò i capelli del figlio e cercò di mascherare il divertimento nel guardare la sua espressione buffa. 
“Potresti chiedere a Trunks di insegnarti qualche passo. Lui è decisamente in gamba e sono certa che lo farà volentieri .”
La giovane esultò congiungendo le mani. 
“Certo! Vedrai che imparerai, ne sono sicura.” entusiasta, gli gettò le braccia al collo e lui sospirò: non avrebbe mai potuto deluderla, le voleva troppo bene.
“D’accordo, ma gli telefono più tardi. E' molto preso con lo studio ultimamente. Adesso voglio andare fino al laghetto, pescherò un bel pesce per cena. ” disse impulsivamente. Appartarsi in quel recondito angolo della natura lo avrebbe fatto rilassare, ne aveva proprio bisogno. 
Si era alzato in piedi, sovrastandola con la sua statura. Indossava una tuta di colore arancione simile a quella del padre. Strinse la cintura in vita e si mosse verso la porta, facendole cenno di seguirlo.  
“Arrivo, tanto ho già avvisato il nonno che venivo da te e che farò tardi.” sorrise e tirò fino in cima la cerniera della felpa.
Non c’era niente di meglio che vivere quella giornata all’aria aperta, cullati dal piacevole tepore del venticello primaverile.
Karim si fermò sulla porta d’ingresso per voltarsi e salutare affettuosamente il resto della famiglia Son, poi trotterellò fuori affiancandosi all’amico.
Che magnifica sensazione passeggiare in quella natura incontaminata, parlare di un’infinità di cose tra cespugli in fiore, sotto l’intrico dei rami. 
Goten la prese per mano e insieme imboccarono uno stretto sentiero, che si snodava nel cuore della foresta e giungeva in un’estesa radura.
Era di un verde abbagliante, circondata da una fila di alberi giganteschi che protendevano verso l’alto le loro chiome rigogliose.
In quella terra fertile nascevano le più belle varietà di fiori di tutta la vallata e il confine con il bosco era spezzato da un lago limpidissimo, alimentato da una piccola sorgente.  
“Hai voglia di fare un bagno? Mi sono accaldato.” il saiyan tolse la casacca della tuta, scoprendo i pettorali bronzei, e la gettò nell’erba lanciandole uno sguardo interrogativo. 
“No, tu sei un vulcano, ma io ho ancora freddo. Ti aspetto qui seduta, non preoccuparti.” abbassò gli occhi, mentre lui si sfilava i pantaloni senza alcun pudore, come se ignorasse che da tempo non erano più dei bambini. Diventò rossa nel vederlo in boxer.
“Sei arrossata, stai attenta al sole.” le consigliò ingenuamente, prima di prendere la rincorsa per esibirsi in un tuffo acrobatico.
Lanciò un urlo al contatto con l’acqua gelata.
“Ahhh, hai fatto bene a rimanere lì! Brrr, sto battendo i denti.” tartagliò e cominciò a nuotare,  poi dopo un attimo scomparve giù in profondità per cercare la possibile preda.
Le piaceva moltissimo quel suo modo di fare ancora un po’ infantile; era uno spasso averlo accanto, riusciva sempre a farla sorridere.
Rimase seduta con le gambe incrociate e s'incantò a guardare due uccellini svolazzare da un ramo all’altro, inconsapevole che alle spalle qualcuno si stava avvinando con passo felpato.
Due mani robuste le cinsero la rotondità dei fianchi e la sollevarono da terra. Si ritrovò stretta da braccia possenti e d’istinto lanciò un urlo, scalciando per cercare di liberarsi.
“Ssshhh…” sibilò una voce soffiandole il respiro sul collo e, soltanto quando riuscì a voltarsi, si rassicurò appurando chi fosse l’aggressore.  
“Ciao, sorpresa!” Trunks aveva un'espressione divertita e felice, anche se temeva di averla davvero spaventata.
La strinse ancora più forte contro di sé, poggiandole la punta del mento sulla spalla: gli piaceva tutto di lei.
“Scusa.” mormorò. 
“Dovevo immaginarlo! Quando la smetterete, voi due, con questi scherzi? Ero sovrappensiero e non lo trovo spiritoso! A proposito: mettimi giù!” si lamentò scrollando con decisione la testa.
Lui si accorse che si era irrigidita e all’istante le fece posare i piedi sull’erba.
“Non credevo di farti paura.”  indietreggiò di un passo e restò a guardarla, mentre si risistemava la T-shirt turchese nei pantaloni e raccoglieva all’indietro i folti capelli corvini, legandoli con un elastico. 
Poi la vide sorridere e si sentì rincuorato.
“Goten non mi aveva detto che saresti venuto. Pensavo avessi un sacco da studiare, non hai un'interrogazione per domani?”
Lui guardò verso la boscaglia ponderando la risposta. 
L’idea di spiegarle che per riuscire a vederla aveva studiato ininterrottamente per tutta la notte non era delle migliori.
“Sono a buon punto e poi avevo voglia di prendere una boccata d’aria. Questo è il posto migliore, mi sento già meglio: qui è come essere in paradiso.”
Aveva già detto troppo e frenò la lingua. 
Mancava poco al compimento del suo diciassettesimo compleanno e stava vivendo il pieno tormento di un amore non corrisposto. 
Era davvero molto triste al pensiero che lei lo considerasse solo un caro amico e il suo interesse fosse invece rivolto a Goten.
Era una ragazza straordinaria: vivace, allegra, coraggiosa; l’idea di averla accanto come compagna di vita si faceva sempre più spazio dentro di lui, malgrado sapesse di avere poche speranze. Sarebbe rimasta solo un illusione.
“Trunks, perché sei così serio?” chiese lei, vedendolo assorto e tornando a sedere sul terriccio umido.
“Ehm …pensavo a una cosa, ma non è il caso che ti intristisca. Dai, racconta cos’hai fatto nei giorni che non ci siamo sentiti.” la verità era che amava ascoltarla, il suono della sua voce gli ricordava una soave melodia paragonabile al canto di un angelo.
Aveva pensato più di una volta a come sarebbe stato fare l’amore con lei.
Karim non si fece pregare e gli illustrò ogni momento delle giornate trascorse sotto quel cielo limpido.
Era molto orgogliosa di aver aiutato il nonno ad accatastare della legna sotto la copertura del  loro deposito.  
“Quanto sei dolce piccola. Vorrei tanto fare mie le tue labbra, stringerti per farti sentire tutto l’amore di cui sono capace.” pensò il giovane con una punta d'amarezza, guardando davanti a sé le sfumature azzurrognole del lago, ma dopo poco ebbe un fremito.
Non riusciva a crederci quando vide riemergere l’amico in quello stato: era completamente nudo e stringeva con entrambe le mani la coda di un gigantesco pesce, che tentava di contorcersi per sfuggire alla sua presa.
Sbarrò gli occhi e balzò in piedi.
“GOTEN!” urlò a denti stretti temendo la reazione di lei che, immobile, stava sbiancando incapace di proferire parola. 
Per poco non caddero a terra svenuti.
“Wew Trunks! Non pensavo venissi oggi, sono contento di vederti. Che sfiga però, i boxer firmati che mi  aveva regalato Gohan mi sono scivolati via. Sono rimasto impigliato in un anfratto di rocce.” avanzò verso di loro come se niente fosse, con la parte intima in bella mostra, ridendo a gran voce.
“Copriti immediatamente!” l’ammonì in tono severo l’atro mezzosangue.
Avrebbe voluto strangolarlo: Karim si era voltata e, imbarazzata, aveva nascosto il viso fra le mani.
“Eh? Come dici?” non smetteva mai di stupirlo; possibile che non tenesse in considerazione la presenza femminile?
Trunks si affrettò a raggiungerlo e gli si parò davanti, ringhiandogli contro.
“Sei nudo! NUDO!!! Non ti vergogni a mostrarti così davanti ad una ragazza?” urlò avvicinando il viso al suo.
“Eh…ma chi, che ragazza? Karim?” domandò come se fosse cascato dalle nuvole, lasciando scivolare il pesce a terra, ormai immobile.
“Certo! E chi, altrimenti?” sbottò l’amico dandogli una secca gomitata nello stomaco, abbastanza forte da farlo rimanere senza fiato.
“Ahhh…ma sei diventato matto?!” esclamò piegandosi in avanti per il dolore.
Non era mai stato confuso come in quel momento e nemmeno aveva mai visto Trunks così furente.
“Mi ha già visto nudo, non è mica una novità!” si difese volgendosi verso di lei e chiamandola in causa.
Il Brief sollevò un sopraciglio mettendosi sull’allerta, era dunque già successo ciò che temeva, tra loro due?
Il sole gettava i raggi sulla loro pelle, ma lei aveva freddo.
I suoi occhi verdissimi erano ben nascosti sotto i palmi della mani, aspettando che si rivestisse.
“Ehm …avevamo solo sette anni Goten: siamo molto cambiati da allora.” sussurrò, rossa di vergogna, con il cuore che le batteva come un tamburo. 
Restò a distanza di sicurezza sentendoli discutere animatamente.
Il figlio di Vegeta, con uno scatto incontrollato, si chinò, afferrò i pantaloni e li gettò contro Goten. Aspettò che li infilasse per passargli anche la casacca, sbuffando a causa di tutto quello stress mentale. 
“Ecco fatto, ma non capisco perché ti sei scaldato tanto!” se fosse stato saggio il Son avrebbe evitato di porre quella domanda, come poteva non accorgersi che l’amico era arso dalla gelosia?
“Lascia perdere: è meglio e la prossima volta rifletti. Comportati come un adulto e non come un irresponsabile!”  sgarbatamente gli diede le spalle per dirigersi verso di lei: era tentato di afferrare la sua mano per allontanarla da quel troglodita.
“Tutto bene?” chiese notando che si teneva ancora il viso coperto.
“Sì.” rispose con un filo di voce.
“Puoi guardare ora: si è rivestito.”  sottolineò l’ultima parola e le sorrise per rassicurarla, guardando il suo volto che incarnava la pura bellezza.
Goten era stralunato, mosse qualche passo e si ritrovò di fronte a loro, ma non sapeva cosa fare per sciogliere la tensione. 
Appena socchiudeva le labbra, Karim arrossiva e distoglieva lo sguardo, mentre Trunks stava leggermente in disparte a braccia conserte.
“E’ meglio che vada. Mi sono ricordata di dover aiutare il nonno.” la giovane sfoderò un sorriso, notando che entrambi fossero rammaricati e, prima di allontanarsi, scoccò loro un bacio soffiando sulla mano. 
“A domani Goten, ciao Trunks.” la sua voce risuonò diverse volte, sempre più distante, fino a scomparire.
“Complimenti!” disse il Brief sarcastico, mentre l’altro si limitò a sospirare scrollando la testa, al che si sdraiò sull’erba e rivolse lo sguardo verso alcune nuvole che erano sopraggiunte a velare il cielo. 
“Non pensavo di suscitare tanto scalpore, in fondo è una cosa naturale.” soggiunse con schiettezza. 
“L’hai sconvolta, che razza di incivile sei: è ancora una bambina.”  l'assolo drammatico di Trunks non ebbe riscontro, l’amico trattenne a stento una risata.
“Mah …prima hai detto che siamo adulti: cerca di deciderti e poi non mi sembra più tanto bambina. Hai notato il gonfiore della maglietta?”
I begli occhi dell’amico s'incupirono. 
Per ovvi motivi non poté spiegargli che da tempo si era accorto di quel cambiamento, era sbocciata in uno splendido fiore.
“Cambiamo argomento, tanto è inutile discutere con te: a volte sei più ottuso di tuo padre.” si mise sdraiato sul prato accanto a lui, come quando erano bambini e cercavano di dare una forma bizzarra alle nubi sospinte dal vento.
Trascorsero parecchi minuti prima che Goten spezzasse quel piacevole silenzio.
“Ho bisogno di un favore.” disse con espressione da martire, sentendosi trafiggere dai suoi occhi di ghiaccio.
“Un favore? Di che tipo?” domandò sospettoso.
“M'insegni a ballare? Ti prego, ti prego, ti prego!” non fu poi così difficile chiederglielo, benché la risata che ne seguì gli avesse quasi perforato un timpano.
“Vuoi diventare un ballerino? A volte sei proprio imprevedibile.” il saiyan dai capelli color lavanda continuò a ridere, immaginandoselo, con un costumino aderente addosso, compiere goffamente anche i passi più elementari.
“Sabato dovrò accompagnare Karim al ballo in paese. Non hai saputo la notizia? Mi pare ne abbia parlato anche il telegiornale.” disse d’un fiato.
Il sorriso era scemato dalle labbra di Trunks, che lo guardava torvo: aveva solo voglia di andarsene a casa.
“Ebbene, quando cominciamo?” domandò ancora il più giovane vedendolo così assente.
“Non posso: sono pieno di impegni, mi dispiace.” scattò a sedere e fece per alzarsi in piedi, ma la mano robusta dell’amico lo trattene.
“Ma rischio di farle fare una figuraccia! Ti chiedo solo qualche ora da qui a sabato.” lo implorò.
Erano sempre stati molto legati e non capiva il motivo di quel categorico rifiuto.
“Ho detto di no! Mi devo allenare con mio padre!” era una scusa poco convincente.
Gli occhi del Son divennero lucidi, aprì la bocca e la richiuse, si sentiva soffocare.
“Io vado, ci sentiamo.” Trunks guardò verso il cielo, pronto a levitare, ma prima abbassò lo sguardo un’ultima volte e lo vide tenersi la testa fra le mani, distrutto.
Sentì una stretta al cuore e il rimorso lo indusse a ripensaci. 
“Ehi Goten, forse ho un’idea.”  disse con voce più cordiale.
L’altro balzò in piedi e gli fu davanti con le mani giunte e un sorriso larghissimo.
“Se mi aiuti ti sarò riconoscente per tutta la vita! Sai quanto lei sia importante per me e non voglio deluderla, anzi mi piacerebbe stupirla. Chissà, magari a fine serata riuscirei a darle anche un bacio: ho pensato tante volte a come sarebbe bello assaggiare le sue labbra.” non si rendeva assolutamente conto di aver innescato una reazione a catena. 
L’amico faticò a trattenere l’impulso di urlargli in faccia ciò che pensava, aveva male dappertutto e i pugni talmente serrati da lacerargli la pelle.
Voleva baciarla, ecco cosa voleva fare quel maledetto!
Uno sguardo inquietante aveva illuminato il volto di Trunks prima che posasse le mani sulle spalle di Goten, per cercare di rassicurarlo falsamente.
“Ehm, io non posso aiutarti: è la verità, ma c’è un conoscente di mia madre, un bravissimo insegnante di danza, che da lezioni private a casa sua. Se sei d’accordo, gli telefono e ti fisso un appuntamento. Per il compenso non preoccuparti, ci penserò io.”
“E’ magnifico, perfetto. Non so come ringraziarti, sei un vero amico.” il Son esitò un attimo, poi lo abbracciò con affetto e l’altro si sentì molto sleale pensando a ciò che gli frullava nella mente. 
Si scostò quasi avesse timore che lui potesse captare i suoi pensieri.
“Appena arrivo a casa ti faccio sapere. Vedrai, farai un figurone con Karim.” disse sogghignando.
Goten era raggiante: i capelli nerissimi e arruffati gli scesero sugli occhi, sembrava identico a quando era bambino.
“Ciao Trunks, a presto e grazie.” urlò vedendolo sollevarsi e l’altro rispose con un cenno della mano, poi si voltò e puntò dritto verso l’azzurro del cielo,
p
er volare a perdifiato verso la grande capitale dell’Ovest.  

 

Continua …

 

Ciao ^^ come sapete (chi segue La scelta del cuore) io adoro Karim e non ho resistito a scrivere questa nuova idea.

Cosa ne pensate? Vi anticipo che i prossimi capitoli saranno movimentati e non mancheranno le sorprese.

Vi interessa il seguito?

Aspetto i vostri commenti che mi fanno un piacere immenso. 

Per miacaracara-  Ciao, pensavo non la seguissi...perchè non ho mai trovato la tua rece. Meglio così ^^  

Per quanto riguarda la fic del mio amore, cioè il meraviglioso Son Golden *_* proseguo a rilento, ho scritto solo una paginetta, ma cercherò di portarla avanti. 

Ciao …un bacione. 

LORIGETA ^^

 

  
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