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Autore: Fanelia    27/08/2013    4 recensioni
Uno strano sogno e il dubbio che possa essere realtà.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento le palpebre davvero pesanti, fatico quasi ad aprire gli occhi.
In lontananza mi pare provenga il rumore di tuoni.
Fatico a capire dove mi trovo e l’unica cosa di cui in questo momento ho certezza, è che sono distesa su qualcosa di umido.
Ho quasi paura ad aprire gli occhi, così attendo ancora qualche istante, nel tentativo di captare qualche rumore che mi indichi cosa sta succedendo, dove mi trovo.
Sento uno strano frusciare, degli strani suoni che mi sembra di udire in maniera amplificata. Il cinguettio di un uccellino, che probabilmente si lamenta della pioggia, mi arriva alle orecchie come se fosse seduto sulla mia spalla. Potrei quasi distinguere le note sulle quali canta.
Un odore pungente, di sottobosco, muschio, terra bagnata e resina colpisce il mio olfatto e mi stordisce. Questo odore è quasi nauseabondo tanto è forte.
Un lieve vento accarezza la mia pelle e sono percorsa da un brivido, così mi rendo conto di essere nuda.
A pensarci bene, so su cosa mi trovo sdraiata. Sembrano foglie e terriccio, bagnati.
Mi faccio forza e tento di aprire gli occhi.
Una leggera nebbia iniziale offusca la mia visuale e penso che sto sognando. In realtà il tutto mi pare così reale che stento a credere di trovarmi tra le braccia di Morfeo, eppure non può essere diversamente.
Mi rilasso e inizio a scrutare ciò che mi circonda e, mano a mano che metto a fuoco il bosco che pare avermi fagocitato, noto dei particolari che non avevo mai visto prima.
Le foglie sugli alberi, poche, perché l’autunno è alle porte e il tappeto giallo su cui tento di muovere un passo ne è un chiaro segno, mi sembrano strane. Percepisco la loro forma, il loro colore, come non mi era mai accaduto prima.
Ridacchio perché l’immagine di mia madre che, con la scopa di saggina, cerca di ripulire il cortile di casa, mi salta alla mente, in un momento così bizzarro.
I miei sensi sembrano amplificati ma la cosa che più mi stupisce è l’assenza di paura. Non ne provo e ciò corrobora la mia tesi: deve essere un sogno.
Finalmente decido di muovere un passo, dopo essermi alzata a fatica.
Sì,  non è stato semplice perché per un momento mi sono sentita debole, come se non mangiassi da giorni.
Provo a camminare e, senza accorgermene, in realtà corro.
Quando realizzo che la velocità con cui scorre il panorama, non è normale, mi rendo conto che i miei passi, che credevo si susseguissero con una certa lentezza, in realtà hanno preso la forma di una corsa.
Corro così veloce che il vento mi agita i capelli. Arrivo in uno spiazzo dove la presenza degli alberi è meno fitta e la luce della luna colpisce la mia pelle nuda.
Mi guardo e rimango affascinata dal colore perlaceo che sembra avere. Sembra così dannatamente perfetto.
Dopo un momento di stupore iniziale, riprendo a correre, mi sto divertendo.
Solo nel momento in cui un delizioso profumo giunge alle mie narici, stregando i miei sensi, mi rendo conto della mia vulnerabilità.
Un dolore sordo, totalizzante, mi investe.
Improvvisamente ho fame, ma non quel tipo di fame.
Mi sento nuovamente vuota, come quando mi sono svegliata.
Sento il corpo bruciare, come se stessi prendendo fuoco, la gola brucia, secca ed arsa e… ho sete.
Corro alla ricerca di un ruscello, un rigagnolo,devo bere, devo placare questa orribile sensazione.
Sento le vene pulsarmi così forte nella testa che il rumore mi stordisce.
Acqua che scorre. La individuo e  bevo. Continuo a bere ma l’acqua, per quanto fresca e dolce, non sembra sortire alcun effetto e, dopo la corsa, mi sento ancora più assetata.
Una folata di vento improvvisa porta a me un dolcissimo ed ammaliante odore. Un profumo, un delizioso, stuzzicante e magnetico odore. Non credo di aver mai sentito prima una fragranza del genere e mi sento sospinta da una forza incontrollabile verso la fonte di cotanta dolcezza.
Riesco a percepire delle voci sommesse, risa e… un uomo ed una donna.
Mi chiedo che ci facciano nel bosco a quest’ora, poi mi ricordo che è solo un sogno, anche se dannatamente realistico.
Dimentica della mia nudità e guidata da un’attrazione incontrollabile per quel profumo, mi avvicino.
Improvvisamente, come se qualcuno si fosse impossessato del mio corpo, mi ritrovo a saltare vicino alla coppia che mi guarda orripilata, spaventata anzi terrorizzata.
Sento un ghigno rabbioso partirmi dalla stomaco e mi accorgo che la mia bocca ha assunto una strana smorfia e qualcosa cola da essa. E’ bava. Oddio, sto sbavando come un cane. La cosa potrebbe quasi farmi ridere se non fosse che la realtà di questo mio sogno inizia a colpirmi, a stupirmi e a spaventarmi.
Loro mi guardano e farfugliano qualcosa che all’inizio la mia mente si rifiuta di percepire.
“Vampiro. Non farmi del male. Risparmiaci.” È tutto ciò che immagazzino prima di fiondarmi, come un animale, sulla preda.
Mi avvento su di lui e affondo i denti nel suo collo.
Inizio a succhiare, per quanto parte della mia mente lo trovi strano, ma la parte preponderante sa che è giusto, che è quello di cui ho bisogno e così, prende il sopravvento e scaccia definitivamente il barlume di umanità che c’era ancora in me.
Mentre lui lentamente perde le forze e la vita lo abbandona, mi sento rinvigorita.
Il sangue, caldo, succoso, profumato, dal colore intenso e dalla consistenza vischiosa, è delizioso.
Mollo il corpo esanime, gettandolo a terra senza cura e mi lancio all’inseguimento di lei.
E’ lei la preda preziosa fra i due, motivo per cui l’ho lasciata per ultima.
La sua pelle emana una fragranza alla quale non posso resistere.
La rincorro e la sento piangere ma non mi dispiace. Ho fame, la desidero così tanto che quando la raggiungo sono tentata di bere da lei velocemente.
Poi mi avvicino lentamente e la afferro.
Lei piange, trema e mi dice qualcosa, ma sono talmente accecata dalla sete che non sento.
Mi trovo dietro di lei, alle sue spalle, le scosto i capelli e nel momento in cui il suo profumo, misto a quello della sua pelle, mi sfiora le narici, la belva che c’è in me emerge nuovamente. Affondo i denti nella sua soffice pelle diafana e bevo, prima con foga, ingorda come non mai, poi rallento e la sento gemere per il dolore. Lentamente mi abbevero e sento le forze abbandonare il suo corpo. Questa volta bevo fino all’ultimo goccio, troppo affamata  e troppo accecata da questa strana sensazione che non mi permette di pensare ad altro, se non al sangue.
Mi sento forte, invincibile e mi godo questo momento.
Per essere un sogno è strano, a tratti spaventoso, ma è divertente essere un vampiro per una notte, motivo per cui i crimini efferati che ho commesso non mi sfiorano, quasi come se non mi rendessi conto di ciò che ho fatto.
Con lei decido di essere più gentile, così l’adagio al suolo e, solo quando mi accingo a portarle le mani verso il petto, mi accorgo della sporgenza sotto la maglia.
Le parole che mi erano sembrate un farfugliare frenetico ed incomprensibile, improvvisamente si fanno chiare nella mia mente.
“Il mio bambino no, ti prego, sono incinta.”
La violenza di ciò che ho fatto questa volta mi colpisce, come un sonoro ceffone.
Mi inginocchio sotto il peso del disprezzo che provo per me stessa e del dolore che sto sentendo.
E’ dilaniante, credo che potrebbe squarciarmi il cuore a metà.
Ripenso, per un solo momento, al fatto che è un sogno e che presto questa sofferenza finirà.
Ma il tempo passa, il dolore aumenta e la fame, nonostante tutto, si ripresenta.
Prego Dio di svegliarmi prima di uccidere qualcun altro.
E, nel momento in cui mi trovo ad inseguire un altro umano, un’altra vittima della mia insaziabile sete, solo allora inizia a sfiorarmi il dubbio che non si sia trattato di un sogno.
Che sia la fine del mondo, del mio mondo?



*Storia che partecipa all'inizitiva "Promptiamo", indetta sulla pagine FB " Io scrivo su EFP" Se trovate forzato l'utilizzo di alcune parole, di seguito trovate il prompt, obbligatorio XD Giallo- fine del mondo- scopa di saggina- panorama onirico - rumore di tuoni Io scrivo su EFP
   
 
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