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Autore: thesefiveboys    27/08/2013    8 recensioni
E se Harry non ha mai detto a Louis come si sentiva veramente? E se Louis sposò Eleanor? E se gli One Direction si fossero sciolti?
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E se gli fosse stata data questa possibilità? La possibilità di tornare indietro nel tempo e prendere i rimpianti che portava con lui da 20 anni.
E se Harry poteva tornare da dove hanno iniziato?
IT'S LARRY
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Salve popolo!
Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno voluto cominciare a leggere questa storia (I just wanna say a massive thank you to all my fans..ok,basta)
Premetto che la storia NON è mia,è stata postata da un'americana sul suo tumblr 
http://darbygirl30fanfic.tumblr.com/page/178 (qui potrete trovare anche delle fanfiction su Niam)
Mi sono incuriosita,l'ho letta e mi è piaciuta tantissimo,ma dal momento che molte persone non hanno voglia di leggere in inglese o non sanno bene la lingua,ho pensato di tradurla e postarla qui.
Che altro dire...ehm,boh lol vi auguro una buona lettura e se trovate qualche errore grammaticale fatemelo sapere,visto che non ho avuto molto tempo per correggerla.
Come ultima cosa vorrei ringraziare @liamsoath per il banner :)

 
 
E se Harry non ha mai detto a  Louis come si sentiva veramente? E se Louis sposò Eleanor? E se gli One Direction si fossero sciolti?

 
13 dicembre 2033

Il vento gelido sferzava piccoli cristalli di ghiaccio sul viso pallido di Harry,provocandogli brividi lungo tutta la spina dorsale.
Camminava svelto,seguito come al solito dai bodyguard che impedivano ai fans di assalire il cantante,ma l’unica cosa che voleva il riccio era bloccarsi sul posto e tornare indietro.  
Doveva andare a quello stupido reunion,aveva pregato con tutto se stesso di non presentarsi ma fu tutto inutile.
Doveva rivedere i suo vecchi compagni di band e questo per lui fu un grave colpo. L’ultima volta che li aveva visti era stato al matrimonio di Louis e Eleanor,vent’anni prima,nel quale era scappato nel bel mezzo della cerimonia.
“Harry,vorresti essere il mio testimone di nozze?” aveva detto  un Louis tutto sorridente.
In quel momento il mondo gli crollò addosso. Tutti i progetti che aveva in mente per loro, tutte le illusioni che si era fatto da quando lo aveva conosciuto si erano sgretolate come una foglia secca.
Quelle parole,così pure e allo stesso tempo taglienti erano state dette proprio dal ragazzo che amava.
Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e a stento riuscì a reprimere le lacrime che minacciavano di uscire copiose dai suoi occhi smeraldini.
Non era giusto. Quello che stava succedendo era fottutamente sbagliato.
Lo sapevano tutti che Eleanor era una squattrinata che stava con Louis solo per potersi permettere le borse firmate e griffate. Era stronza,eccome se lo era,ma a quanto pare il suo migliore amico era così accecato dalla sua bellezza e carisma da non aver notato questo piccolo particolare.
Ovviamente il riccio non poteva di certo dirgli che il castano si era fidanzato con un’essere vomitevole e mitomane che pensava solo a farsi fotografare,avrebbero solo finito per litigare.
Sforzò un sorriso e l’unica cosa che riuscì a dire senza crollare in lacrime fu un flebile “Si.”
Ma aveva immaginato che non ce l’avrebbe fatta e proprio quando Eleanor pronunciava le sue promesse,Harry cominciò a piangere e corse lontano,via da quell’inferno.
Lui doveva essere su quell’altare.
Lui doveva pronunciare le promesse per il suo sposo.
Lui doveva diventare il signor Tomlinson.

 
*                                                                                      *                                                                                         *

Scacciò via quel pensiero e si diresse all’interno di un grande edificio bianco.
-Signor Styles?-  il riccio venne richiamato dalla voce gracchiante della segretaria.
Lui annuì stancamente e la donna dall’altra parte dello sportello indicò con un cenno del capo la sua destra.
-I suoi ex colleghi,il signor Payne,Malik,Tomlinson e Horan la stanno aspettando. Li trova nell’ultima stanza là in fondo.-
I miei colleghi si ripetè nella mente. Ormai non li poteva neanche chiamare amici.
È dal giorno delle nozze di Louis e Eleanor che non li rivede; li aveva sentiti qualche volta per telefono,tutti escluso Louis,e sapeva che lo avevano perdonato e che sarebbero stati felici di rivederlo,ma lui aveva sempre la scusa pronta. Si vergognava,in colpa con il mondo e con sé stesso per non  essere stato onesto con i suoi migliori amici.
Si ritrovò a pensare come diversa potrebbe essere stata la sua vita se solo non fosse stato così codardo da nascondere al mondo il suo amore per Louis.
 
E se gli fosse stata data questa possibilità? La possibilità di tornare indietro nel tempo e prendere i rimpianti che portava con lui da 20 anni.
E se Harry poteva tornare da dove hanno iniziato?
 
*                                                                                      *                                                                                         *
 
Harry non aveva idea di dove stesse andando, sentiva  solo il rumore ovattato dai suoi passi soffocati dal morbido tappeto e poteva sentire le chiamate disperate del suo nome dalla voce che per vent'anni non era più riuscito a udire.
 
Era stato facile affrontare gli amici che lo avevano immediatamente perdonato, ma quando vide Louis, lui non ebbe il coraggio, anche dopo tutto il tempo passato, per ricongiungersi con il ragazzo che ancora amava tanto quanto il giorno che si era allontanato dalla band.
 
Continuò a correre senza mai voltarsi,anche se il suo inseguitore sembrava essersi volatilizzato nel nulla.
Quando finalmente Harry rallentò,con il petto ansante,il cuore che sembrava volesse uscire dalla cassa toracica e con l'adrenalina che s’insinuava nel suo essere,si rese conto di quanto davvero Louis gli fosse mancato in quei due decenni.
E sarebbe stato un punto di rottura di Harry, sapeva che non sarebbe mai stato in grado di vedere i suoi vecchi amici di nuovo, senza dover affrontare la verità, qualcosa che sapeva che non avrebbe mai potuto fare.
 
"Maledizione, Harry ..." si rimproverò mentalmente, stringendosi le dita affusolate tra i suoi morbidi ricci.
 
Se in quel momento avrebbe potuto avere la possibilità di scomparire e scacciare tutti i problemi,non avrebbe esitato un secondo a farsi risucchiare della Terra,lui con tutti i suoi rimpianti.
 
Trascinò i suoi piedi fino all’ascensore che lo avrebbe riportato indietro quando i suoi occhi si posarono su una stanza con la porta più piccola; al primo impatto sembrava più vecchia delle altre camere,il legno della porta era scheggiato e con qualche buco provocato dai tarli.
Non si era accorto di quanto si fosse allontanato dalla segreteria,tutto a un tratto gli sembrava di essere capitato in tutt’altro posto. E così la sua voglia infantile di scoprire le cose nuove portò Harry a porsi una domanda: cosa ci sarà all’interno?
Ogni neurone del suo cervello sapeva che non doveva entrare e che avrebbe violato la privacy,ma la curiosità di sapere cosa nascondesse quella porta era talmente forte che Harry ebbe l’impulso improvviso di girare il pomello di ferro arrugginito e dare una sbirciatina dentro.
La stanza risultò quasi completamente vuota,ad eccezione di un enorme specchio rettangolare appoggiato alla parete e qualche sedia malconcia e sciupata dal tempo. In quel momento tutti i suoi grattacapi sembravano aver lasciato la mente del riccio lasciando spazio a una calma e a benessere silenzioso.
Quella stanza gli ricordava vagamente “Le cronache di Narnia”,misteriosa e leggermente inquietante,coperta dal velo invisibile del tempo.  Si avvicinò a grandi falcate al grande specchio davanti a lui e fissò il suo riflesso come se fosse il suo peggiore incubo.
Aveva le rughe di espressione che gli spuntavano sulla fronte quando aggrottava le sopracciglia,una barbetta poco curata che stava appena crescendo sulle guance e i suoi grandi occhi verdi cerchiati da profonde borse.
Sbuffò sonoramente scompigliandosi i ricci ribelli e notò con la coda dell’occhio una persona appoggiata allo stipite della porta,ansante.  
Non gli ci volle molto a capire chi fosse.
Quegli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio gli riportarono alla mente i ricordi più belli della sua vita,nonché quelli trascorsi con i suoi ex compagni di band.
Allarmato, si voltò per vedere Louis avvicinarsi lentamente a lui e con una mano sul petto cercando in un vano tentativo di regolarizzare il suo battito cardiaco.
 
"Harry, ti prego, perché sei corso via? Che ti ho fatto? Parliamone,dimmi dove ho sbagliato." Implorò il castano,trattenendo a stento le lacrime. "Non..Non puoi lasciarmi di nuovo."
"Devo." Scattò Harry, frustrato per la persistenza di Louis.
Voleva solo essere lasciato in santa pace e dimenticare,almeno per qualche ora,tutto il dolore e la rabbia che stava provando in quel momento.
 Si,vedere Louis gli provocava una rabbia e un odio infinito verso se stesso,per essere stato così stupido e impulsivo da averlo abbandonato.
"No, non devi." Obiettò Louis, avvicinandosi pericolosamente al punto in cui Harry è rimasto congelato a terra.
"Qualunque cosa è successo allora, non ha più importanza. Siamo qui oggi, insieme. Possiamo solo dimenticare tutto questo, va bene? " il tono di Louis poteva sembrare rassicurante,se la sua voce non si fosse incrinata alle ultime parole.
"Non posso dimenticarlo." Sbottò Harry, stringendo le mani a pugno fino a far sbiancare le nocche.
 "Questo è esattamente il motivo per cui sto ancora scappando da te."
Il viso di Louis si contorse in uno sguardo di colpa assoluta. "Da me?"
 
"Oh Dio, Lou, non intendevo quello. Mi dispiace, questo è esattamente il motivo per cui non posso restare. Non posso farti più del male." Disse tutto d’un fiato, indietreggiando ancora da Louis.
 
"Mi farai più male se te ne andrai, non lo vedi?" protestò Louis, avanzando a grandi falcate verso il corpo del più piccolo.
"Tu non capisci." Rispose Harry, il suo sguardo cadde a terra prima di sussultare al tocco di Louis sulla sua guancia.
Il castano notò la reazione fisica e lasciò scivolare la sua mano lungo il fianco.
"Fammi capire, tutto quello che voglio fare adesso è capire."
"Ho dovuto lasciare ..." cominciò il riccio torturandosi le mani dalla preoccupazione di dire la cosa sbagliata.
"Perché ho avuto un segreto, qualcosa che non avrei mai potuto dire a nessuno e ancora non è possibile, perché non sarebbe giusto per nessuno di noi. Ho cercato di far finta di niente, ho cercato di ignorarlo completamente, ma semplicemente non ci riuscivo, così sono dovuto andare via. "
 
"Che cosa vuoi dire?" domandò Louis aggrottando la fronte. “Quale segreto? Haz, puoi fidarti di me. Siamo migliori amici. "
 
Siamo migliori amici
Tutto il corpo di Harry si mise in allarme e si allontanò bruscamente dal più grande.
"Ma è proprio questo! Posso fidarmi di te, ma se sapessi ... Dio, se tu sapessi ... Lou,ho paura della tua reazione. Non posso dirti niente,mi dispiace. "
"Harry, non importa quello che dici." Lo rassicurò Louis, "Niente cambierà, mi fiderò sempre di te. Non cambierà nulla, voglio solo aiutarti ".
"Sono stanco di essere il problema." sbottò Harry, incapace di trattenersi. "E non posso essere aiutato. Non voglio essere aiutato. "
"Sei ridicolo." sbuffò Louis,alquanto seccato dalla situazione, "Tutto quello che voglio è farti sentire di nuovo a casa. Io e i ragazzi ti vogliamo bene,perché ti ostini a stare lontano da noi? "
"Io…io." balbettò Harry mentre un nodo allo stomaco gli bloccava ogni tentativo di formulare una frase di senso compiuto.
Aveva immaginato il suo migliore amico dirglielo molte volte, ma mai in modo generale e platonico.
Si sapeva che Harry voleva bene a Liam, Niall e Zayn come fratelli, ma con Louis era diverso, lo è sempre stato e sempre lo sarà, amava Louis più di quanto avesse mai amato nessuno in vita sua.
Il più piccolo sbarrò gli occhi,colto da un’improvvisa paura,spintonò il castano fuori dalla camera e chiuse a chiave la porta.
"Harry, ti prego!" gridò Louis battendo ripetutamente i pugni contro la porta. "Non mi puoi  lasciare di nuovo, non è possibile!" gemette,in tono sempre più disperato e rotto dal pianto.
Ma il più piccolo non lo stava più ascoltando. Si accasciò sul pavimento e cominciò a piangere di nuovo e a tirarsi dolorosamente i ricci dalla tenera cute. Aveva rovinato tutto un’altra volta. Come ha potuto essere così idiota? Perché sapeva far solo del male alle persone? Forse il suicidio avrebbe messo a  tacere tutte le voci nella sua testa che gli urlavano di quanto fosse stato stronzo e codardo. E fu in quel momento che cominciò a pensare alla morte più veloce e indolore che potesse esistere. Forse il cianuro? O un colpo di pistola sulla nuca? O un’impiccagione?
Le persone dicono che il suicidio è solo uno stupido modo per scappare dai problemi,ma mai come in quel momento Harry avrebbe voluto porre fine alla sua esistenza,con Louis dall’altra parte della porta a gridargli contro. Ma Styles è sempre stato un vigliacco,non è mai riuscito a confessare il suo amore per Louis e non riuscirà nemmeno a uccidersi. Ha troppa paura.
Quando Harry era più giovane, aveva l'abitudine di sognare dita di Louis che si intrecciavano nei capelli di Eleanor. Era un atto masochistico,ma cosa poteva farci?  Ormai si era fatto così tanti pensieri su lui stesso e Louis che si era stancato,solo per il fatto che era cosciente che questi pensieri non si sarebbero mai avverati.
Ma non si sentiva stupido,forse realista. Era stato per troppo tempo uno sciocco sognatore e ora ne pagava le conseguenze. In fondo,gli stava bene.
"Harry,ti prego,aprimi.” La voce distrutta di Louis fece risvegliare il riccio dal suo stato di trance.
I colpi sulla porta cessarono e Harry sentì dei singhiozzi provenire dall’altra parte e in quel momento volle ardentemente morire. Lo aveva fatto piangere.
Si alzò a fatica,fece un respiro profondo e girò la chiave nella toppa. Si aspettava di trovare un Louis paonazzo di rabbia,odio,rancore,ma mai un uomo distrutto e con gli occhi rossi dal pianto.
Per un nano secondo Harry ebbe l’impulso di abbracciarlo,stringerlo a sé e sussurrargli le frasi più dolci e mielose che gli potessero passare in testa,ma,grazie a dio,ciò non successe.
"Mi hai ignorato per 20 anni, ma ho rispettato questa tua decisione". cominciò il più grande. "A volte mi chiedevo se tu fossi morto.” tirò sul naso e riprese il discorso,facendo leggermente tremare la voce.
“ Sai,ho ascoltato alcuni pezzi dei tuoi dischi e non sono affatto male,te lo giuro. Ero ossessivo da Borderline,e quando l’ascoltavo mi chiedevo: ‘Chissà cosa starà facendo Harry in questo momento?’, 'Scommetto che Harry ha scritto questa canzone per una persona. Mi piacerebbe conoscerla', 'Sarà cambiato il sorriso di Harry? '. Io non so cosa ho sbagliato tanti anni fa, Haz, ma tu almeno mi devi una risposta. "
Harry strinse i pugni per assicurarsi che non avrebbe più pianto. Trattene le lacrime è stata una sfida, soprattutto quando gracchiò fuori: "Va bene. Chiedi. "
Louis si morse il labbro inferiore per un secondo il suo sguardo era puntato sulle sue scarpe nuove di Giorgio Armani  prima di guardare di nuovo Harry.
Louis sembrava lacerato dal tempo e annegato in un decennio di vecchie domande e autoironia. A quella vista il cuore di Harry perse un battito,colpevole di tutto quel degrado.
E si sentì ancora più colpevole pensando a quanto aveva fatto soffrire il suo migliore amico solo per uno stupido capriccio.
Era stato un atto parzialmente egoistico,Harry lo sapeva. Avrebbe potuto fingere per sempre, magari col tempo avrebbe potuto lasciarsi alle spalle quel suo amore tormentato.
Avrebbe dovuto essere lì per Louis ed i ragazzi, che non sarebbe dovuto scappare. È stato codardo,ma non poteva tornare indietro nel tempo per aggiustare le cose e ora doveva assumersi le sue responsabilità.
Gli occhi azzurri di Louis brillavano di lacrime mentre si preparava a fare la domanda di Harry.
Non voleva fare ipotesi e lui non voleva mettere Harry a disagio, ma una teoria covava dentro di lui da tanto tempo,che gli corrodeva l’anima e il cervello,rischiando di farlo impazzire.
Trasse un lungo respiro, chiudendo gli occhi prima di porre la domanda: "Perché  sei contrario a Eleanor e il mio matrimonio?"
"Io .... Io ..... "a Harry sembrava di aver ottenuto un pugno in pieno stomaco,e per qualche secondo smise improvvisamente di respirare,colto alla sprovvista dalla domanda dell’amico.
Aveva dimenticato quanto perspicace potesse essere Louis.
Cazzo cazzo cazzo cazzo. E ora che gli dico?
Colto nuovamente da un’attacco di panico,fece la prima cosa che poteva trattenere la discussione tra lui e Louis:richiuse di scatto la porta e vacillò all’interno della stanza.
Odiava scappare dai problemi,anche se ormai era diventata un’abitudine,la sua, ma lui semplicemente non poteva rispondere alla domanda di Louis.
Louis aprì gli occhi quando sentì uno scricchiolio e fu scioccato nel vedere che Harry si era rintanato di nuovo in quella sottospecie di sgabuzzino.
Inarcò le sopracciglia e sbuffò scocciato per l’ennesima volta. "Harry. Per favore, non fare il bambino e rispondi a questa domanda.Ho il diritto di sapere "
Ma Harry non lo ascoltava, i suoi occhi erano concentrati sullo specchio che sembrava contenere una sorta di miscela grigiastra all'interno del vetro sottile. Allungò la mano per toccare la superficie che automaticamente s’increspò sotto le sue dita.
Inarcò un sopracciglio e studiò attentamente ogni minimo particolare di quello specchio come se fosse un animale feroce.
Ripensò nuovamente a Narnia,a come Lucy Pevensie era riuscita a scoprire quel reame magico solamente entrando in un vecchio armadio.
Che quello specchio potesse portarlo in un altro posto? Magari nel Paese delle Meraviglie o in una galassia dove gli esseri umani sono sottomessi a un popolo di ciclopi e chissà quante altre specie mostruose?
Prima che potesse fantasticare ancora su quello strano aggeggio udì la voce flebile di Louis irrompere nella sua testa come un uragano.
 
"Harry,se rispondi alla mia domanda ti lascerò in pace,giuro. Voglio solo sapere la verità. Ti prego." implorò Louis battendo leggermente le nocche sulla porta,come a far percpire al riccio la sua presenza.
 
Con le lacrime agli occhi, Harry fece un passo verso lo specchio e mormorò:  “Sì, Louis, ho voluto. Ho voluto obiettare perché fa un male cane per me vedere l'uomo che amo essere sposato con qualcun altro.
Sono stato egoista e so che è sbagliato, ma era quello che sentivo. Non potevo sopportare di rovinare la giornata a tutti a causa mia, così ho fatto finta che tutto andava bene, mentre sono morto dentro.
Dopo di che ho mollato tutto. Ho dovuto lasciare te e i ragazzi e non pensare che non mi dispiaccia. Per me è stata una scelta dolorosa quanto una pugnalata al cuore. Ho fatto tutto questo perché ti amo e che so che non potrai mai ricambiare i miei sentimenti,me ne sono fatto una ragione,e non è giusto farti soffrire ancora, quindi devo fare la cosa giusta. Addio Lou .... "
Nonostante le obiezioni di Louis, Harry fece un passo avanti attraverso lo specchio, intimorito di dove lo avrebbe portato, ma volendo essere altrove,lontano da quella vita fatta di incubi,bugie e di promesse infrante.
  
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