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Autore: StillIntoYou02    28/08/2013    3 recensioni
Tutti nascondono dei segreti, ma quando Clarissa verrà a sapere del segreto del re Alexander, cose pazzesche accadranno al castello...
Affrontate al fianco di Isabelle la battaglia contro la perfida regina. Chi vincerà?
La dedico a Sandra2001
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                   E' stato un piacere

In un luogo non troppo lontano, non troppo tempo fa, c'erano un re, una regina e i loro 5 splendidi figli. Due di loro erano femmine, gli altri tre maschi. Il primo a sposarsi fu il più piccolo dei ragazzi, che prese posto al trono. La donna che aveva sposato, Adelaide, però aveva una malattia incurabile, colpevole del fatto che non potesse avere figli. La stessa malattia fu la causa della sua morte. Il re, ancora giovane, dopo un anno decise di risposarsi. La sua seconda moglie era una donna meravigliosa: i lunghi capelli castani erano sempre raccolti in uno chignon, a cui non sfuggiva una sola ciocca; gli occhi dello stesso colore del ghiaccio, erano incorniciati dalle lunghe ciglia. Era sempre perfettamente truccata e vestita, sapeva comportarsi come una vera signora. L'unico difetto che aveva, per il re Alexander, era che non voleva assolutamente dei figli. Poco dopo il suo secondo matrimonio, l'uomo morì, lasciando tutto nelle mani della moglie. La regina governò serenamente per i seguenti anni, fino a quando alle porte del castello non bussò qualcuno...
Quando il maggiordomo, Felix aprì, non poteva credere ai suoi occhi. Davanti a lui c'era una meravigliosa ragazza, che somigliava in un modo impressionante al defunto re.
Allibito le chiese :-Buonasera signorina, come posso esserle utile?
-Salve signore, mi chiamo Isabelle. Non ho un lavoro né un posto dove stare,e mi chiedevo se qui al castello avete bisogno di una donna delle pulizie.
Aveva una voce soave, pensò Felix, oltre ad essere davvero bellissima. I capelli erano legati in una coda di cavallo, gli occhi erano color nocciola. Aveva il viso sudato: probabilmente aveva camminato a lungo, in cerca di un lavoro. Faceva quasi pena. Ma purtroppo il personale era al completo, l'uomo non poteva fare niente per lei. Stava per risponderle, quando pensò che magari la regina, incuriosita dalle somiglianze che sicuramente anche lei avrebbe notato, le avrebbe trovato un lavoro.
-Prego entrate- le rispose alla fine -Credo che la regina sarà felice di fare la vostra conoscenza-.
Dopo essersi chiusi il portone alle spalle, il maggiordomo, seguito dalla ragazza, camminava svelto -l'andatura, come pure la statura, a Isabelle ricordavano un pinguino- , lungo uno stretto corridoio.
Le pareti erano tinte di un triste colore verde mela e l'unica fonte di luce erano le poche torce appese al muro. 
"Un po' insulso per essere il più imponente castello dell'intero mondo, no?"
Pensava la ragazza, mentre cercava di mantenere il passo del maggiordomo. Appena la porta della camera della regina fu aperta però dovette ricredersi. Al centro della stanza c'era un enorme e meraviglioso letto a baldacchino, ricoperto da un piumone vellutato. Le pareti erano tappezzate con un motivo floreale. Al lato sinistro della stanza c'era un tavolino di legno su cui erano poggiati un vassoio, una tazzina di tè e una caffettiera di porcellana. Accanto c'erano due poltrone dall'aria comodissima ed uno splendido divano. All'altro lato della stanza c'era una specchiera. Davanti ad essa, la regina Clarissa si stava preparando per la cena.
-Maestà, volevo farvi conoscere la...la signorina Isabelle. Ecco, lei ha bisogno di un lavoro e magari, potreste trovarle...-
La donna si girò di scatto. Tra le mani aveva degli orecchini di perle che, alla vista della ragazza, fece cadere e rotolare vicino al letto.
-Oh!- esclamò sorpresa la regina Clarissa -Santo cielo, assomiglia in un modo esagerato a...
-Sì- si affettò a risponderle – L'ho notato anche io, Maestà. Ma il punto è....
-No, Felix. Il personale è al completo.- 
La regina stava pensando se la scelta giusta da fare fosse cacciare via Isabelle e fingere che niente fosse successo, oppure assumerla e scoprire in che modo potesse essere imparentata con il suo defunto marito. Dopo aver pensato a lungo, optò per la seconda scelta.
-Però, forse potrei trovarle un posticino come donna delle pulizie, o come aiuto cuoca. Isabelle, giusto? Puoi cominciare da domani, prima però datti una ripulita. Puoi fare un bagno caldo nella vasca del bagno di servizio. Starai nella camera degli ospiti, infondo al corridoio. Chiederò a Sophie -la nostra cameriera- di lasciarti sul letto una divisa pulita.-
Detto ciò il maggiordomo Felix ed Isabelle lasciarono la stanza.
Poco dopo, la ragazza si infilò nella vasca. Pensò alla fortuna che aveva avuto nel trovare lavoro al castello. Era stanchissima. Talmente stanca che si addormentò lì, cullata dai suoi pensieri e dalla piacevole sensazione dell'acqua calda e del sapone sulla sua pelle. Quando si risvegliò non era passato troppo tempo, non più di mezz'ora. Uscì dalla grande e lunga vasca, si asciugò velocemente e "indossò" un asciugamano. Si diresse poi verso la sua stanza. Ricordò le parole della regina.
La camera degli ospiti, infondo al corridoio.
Una volta entrata, non poteva credere ai suoi occhi. Non era una stanza grande e bella come quella della regina, ma certo era meglio di qualsiasi altro posto in cui avesse vissuto. C'era un letto singolo attaccato al muro, le pareti dello stesso verde mela del corridoio. Sul comodino, accanto al letto, c'era un abat-jour. Accanto alla piccola finestra c'era una scrivania -sulla quale c'erano una brocca d'acqua e dei bicchieri- ed una sedia. Come previsto, la cameriera Sophie aveva lasciato una divisa pulita sul letto. Isabelle se la infilò ed in quel momento la porta si aprì.
-Signorina Isabelle? Sono la cameriera, Sophie. Sua Maestà la regina ora si trova a cena, se vuole può anche dormire.-
Era una donna alta e slanciata. I capelli ricci e neri, erano fermati da un nastrino lilla con un fiocchetto sulla cima. 
-Sophie...puoi anche darmi del tu, se vuoi-
Sophie sorrise e annuì, poi uscì dalla stanza, lasciando Isabelle in balia dei suoi pensieri.
 
Passarono settimane dall'arrivo di Isabelle al castello, ma ogni giorno la ragazza non riusciva a sentirsi in dovere di ringraziare la regina per averle dato una possibilità di vivere.
Al castello tutti le volevano bene. Tutti adoravano il suo modo di cantare. Clarissa era convinta di aver fatto la scelta giusta, assumendola, dato che lavorava davvero in modo eccellente. Pur essendo felice della presenza della ragazza al castello, non aveva scoperto ancora niente sul suo conto, anche se sapeva che c'era qualcosa di marcio. Un segreto che doveva scoprire...
Un giorno, mentre stava andando nel bagno collegato alla sua camera da letto, la regina notò un asse del parquet leggermente sollevata. Per fortuna l'aveva notato prima di inciampare! Stava per chiamare Felix, quando notò un foglio di pergamena sotto il pavimento per metà sollevato.
Con sua grande sorpresa, notò che era una lettera del marito, il defunto re Alexander. La lettera diceva:
 
Cara Clarissa, 
quando leggerai questa lettera sarò già morto. Ci sono alcuni segreti che non ho mai avuto il coraggio di rivelarti. Come ben sai, la mia prima moglie non era in grado di fare figli, ma per quanto la amassi, non sopportavo l'idea di non poterne avere. Feci quindi qualcosa che non mi sono mai perdonato, ho tradito Adelaide. Ho avuto una figlia con un'altra donna. Finalmente avevo una figlia, ma il rimoso per aver compiuto quell'azione era troppo, per cui la abbandonai.
Voglio che tu la trovi, deve avere parte della mia eredità. Si chiama Isabelle.Dovrebbe avere circa 20 anni ora.
C'è un'altra cosa che devi sapere, Clarissa. Vedi, non sono morto per cause naturali, al contrario mi sono suicidato. La mia vita era troppo insulsa per continuare, ed io non ero degno di vivere. Sei stata una moglie perfetta e so che continuerai ad esserlo.
Saluti dall'aldilà, tuo marito Alexander.
 
La regina Clarissa non poteva crederci. Era infuriata e allo stesso tempo confusa. Davanti a i suoi occhi, come dei flash, vide delle immagini. Il volto di Isabelle, quello del marito, la loro incredibile somiglianza. Poi il buio, e svenne.
Quando si risvegliò era stesa sul suo grande letto, Isabelle e Felix erano in piedi davanti a lei. Non si era ancora accorta di avere un panno bagnato sulla fronte, in più non ricordava niente del giorno precedente. Prima che potesse aprire bocca e chiedere cosa fosse successo, il maggiordomo 
parlò:- Maestà, ieri vi abbiamo trovato svenuta a terra. Eravamo preoccupatissimi, vi abbiamo portata qui sul letto ad aspettare che vi risvegliaste. Ma ditemi, come state?-
D'improvviso ricordò tutto. L'asse del parquet sollevata, la lettera del marito, il suo suicidio e...sua figlia.
-Sto bene Felix, grazie per esserti interessato. Ora ti sarei grato se mi lasciassi sola con Isabelle, ho bisogno di parlare con lei.-
Il maggiordomo fece un inchino ed uscì dalla stanza. Una volta chiusa la porta, la regina bevve un sorso d'acqua. Poi rivolta a Isabelle chiese:- Isabelle...scusa se sono scortese, ma..i tuoi genitori sono...-
-Morti. Sì. Insomma, credo di sì.-
-Come sarebbe a dire "credo di sì"?-
-Vedete...mia madre è morta non molto tempo fa, mentre di mio padre non so niente. Mia madre, quando era ancora in vita, mi ha detto che lui aveva un'altra famiglia a cui badare, e che aveva abbandonato me quando avevo solo due anni.- 
-E quanti anni hai ora, Isabelle?
-Quasi ventuno. 
-Oh...ora non mi sento tanto bene. Per favore, potresti andare?-
-Oh, certo Maestà!-
La ragazza imitò il gesto del maggiordomo, anche se in modo più goffo, e uscì dalla stanza.
Clarissa non sapeva cosa fare. Era ovvio, ormai, che quella ragazzina era la figlia di suo marito. Pensò, nonostante fosse arrabbiatissima, di lasciare le decisioni al giorno dopo. Era meglio riposare prima, l'indomani sarebbe stata più lucida.
Il giorno dopo si ritrovò a camminare avanti e indietro per la stanza. Pensò e ripensò a cosa fosse successo i giorni precedenti. Tutta la notte non aveva dormito, perché questi pensieri la assalivano.
Non poteva permettere che tutto il denaro e le ricchezze appartenevano al marito andassero nelle mani di una stupida ragazza qualunque.
Ma lei non era una ragazza qualunque, era la figlia di Alexander.
Non importava, non si sarebbe privata della sua immensa ricchezza per il piacere di un morto. Non lo avrebbe fatto. La cosa più importante, ora, era eliminare qualsiasi foto o dipinto raffigurante il re. Nessun altro, all'infuori di Felix, doveva notare la somiglianza. Una volta fatto ciò avrebbe deciso cosa fare in seguito. Si mise subito al lavoro. Per prima cosa, nascose tutte le immagini del marito in un cassetto blindato da un lucchetto, la cui chiave gettò fuori della finestra. Visitò tutte le stanze del castello. Eliminò tutti i ritratti di Alexander dal salotto, dall'ingresso e dalla sua vecchia camera da letto. C'era un altro problema da risolvere, però. Come liberarsi della ragazza?. Si, perché non poteva fare altrimenti. Doveva scomparire dalla faccia della terra, doveva ucciderla. Non le importava più di niente. Lo avrebbe fatto.
Ora doveva mettere il piano in atto. Mandò la ragazza a dormire presto, in modo da poter agire subito. Una volta che la ragazza fu addormentata, andò in cucina e prese il più grande coltello che avevano. Stando attenta a non farsi vedere da nessuno, entrò silenziosamente nella camera degli ospiti. Esitò un instante, ma poi avanzò convinta verso il letto. La ragazza, a quanto pareva, aveva il sonno davvero leggero, perché si svegliò di colpo. Con uno scatto repentino, schivò il coltello e lanciò un urlo. Era convinta che l'avesse sentita tutta la contea, ma non le importava. Ora era in pericolo, doveva scappare. Corse fuori dalla porta della stanza e poi fuori dal portone. Corse fino allo sfinimento, senza guardarsi indietro. Si fermò solo dopo essersi assicurata di non essere seguita da nessuno. Dove si trovava?
Si ritrovò al buio in una foresta deserta, e non sapeva dove andare.
Le parve di aver vissuto in un sogno, ma di essersi svegliata d'improvviso. Dove sarebbe andata ora? Come avrebbe continuato a vivere? Ma sopratutto, perché la regina la voleva morta?
Dopo non troppo tempo, qualcuno la afferrò per un braccio. Ecco. La regina. Era la sua fine.
Con sua grande sorpresa non successe niente. Si voltò, era un ragazzo.
"Un bel ragazzo", pensò Isabelle.
In effetti, i suoi occhi grigi erano perfettamente abbinati ad i capelli biondi, ricci, lunghi fin sotto le orecchie. Le chiese gentilmente perché si trovava lì, con un sorriso che mostrava i bianchissimi denti.
-Era molto tempo che cercavo un lavoro, e finalmente ero diventata la donna delle pulizie al castello. Ma la regina ha tentato di uccidermi. Non so per quale motivo.- non sapeva perché si stava fidando di quel ragazzo, voleva solo sfogarsi.
"Ha una faccia affidabile"
-Io mi chiamo Mike. Tu sei...?-
-Isabelle- sussurrò.
-Isabelle- ripeté il ragazzo -mi dispiace per tutta questa faccenda con la regina, e se non hai un posto dove stare, pensavo che...-
-Pensavi cosa?-
-Io ho una "casa" qui nella foresta, e magari puoi stare lì con me. Non ti succederà niente, la regina non può trovarti.-
Come faceva ad essere sicura che il ragazzo era sincero? Non poteva esserne sicura, ma, per un motivo o per un altro, si fidò. 
Per un paio di giorni visse con Mike nella foresta, chiedendosi cosa stesse succedendo al castello...
 
Intanto al castello la regina Clarissa, si stava tormentando su come far fuori la ragazza. Non poteva uscire dal castello ed andare a cercarla, avrebbe suscitato la curiosità di troppe persone. La cosa migliore da fare era pagare qualcuno perché la cercasse e la uccidesse. Decise di comportarsi come la matrigna di Biancaneve, avrebbe chiamato un cacciatore. 
Il cacciatore che aveva scelto si recò al castello dopo poco. Andarono nella camera della regina per discutere.
-Devi uccidere una ragazza. Una stupida ragazzina impertinente che è scappata dal castello. Devi farla scomparire. Non voglio vederla mai più!-
-M-ma Maestà, come faccio a capire qual è la ragazza giusta?-
-E'...bionda, ha gli occhi castani e...non lo so! Quante ragazze si perdono nella foresta? La troverai!-
-P-perfetto. Agli ordini, Maestà-
Fred -così aveva detto di chiamarsi l'uomo- uscì dal castello, prese il sentiero che conduceva alla foresta. Passò parecchio tempo prima che potesse trovare la piccola abitazione dove si trovava la ragazza. Aspettò che facesse buio per entrare nell'umile casetta, la cui porta era ovviamente aperta. Appena entrato si ritrovò davanti ad una ragazza che dormiva. Stava per trafiggerla, ma sentì un rumore provenire da un'altra stanza. Davanti a lui comparve un ombra. Era un ragazzo, che si era accorto della presenza di un intruso in casa. Urlò, più sorpreso che spaventato, svegliando la ragazza. L'uomo era immobile con il coltello sospeso in aria. Mike afferrò l'arma con uno scattò, e, da un momento a l'altro, la situazione si capovolse. Il ragazzo colpì Fred ad una gamba, ed il suo fu un colpo mortale. 
Isabelle non aveva idea di cosa fosse successo, ma aveva visto il ragazzo di cui si era tanto fidata uccidere un uomo, e ora non poteva più fidarsi di lui. Aveva portato il corpo dell'uomo lontano dove nessuno lo avrebbe trovato. Stava scoppiando in lacrime. Prima che il ragazzo potesse dire qualcosa lo fermò.
Gli urlò qualcosa e scappò di corsa dalla foresta, ma ora dove poteva andare? Non poteva certo tornare al castello. O forse si?
Era notte fonda, sicuramente stavano dormendo tutti. Poteva entrare e nascondersi per un po' nelle segrete, il giorno dopo sarebbe andata in cerca di un altro lavoro, lasciandosi tutto alle spalle. Ma non era così facile, il primo ostacolo era il portone del castello. Probabilmente era chiuso, come sarebbe entrata?
Quando arrivò, sorpresa, notò che la porta era socchiusa. La regina aspettava qualcuno? Non aveva importanza. Sbirciò dentro, per vedere se c'era qualcuno. Fortunatamente erano tutti nelle loro camere, sarebbe stato facile arrivare alle segrete. Infondo al corridoio, la porta di fronte a quella della sua camera. Glielo aveva detto Sophie, quando le aveva chiesto cosa nascondesse quella piccola porta nera. Entrò in tutta fretta, per evitare che qualcuno la vedesse. Dentro era tutto completamente buio. Non c'erano finestre o torce, ma almeno aveva un posto dove dormire, per quella notte. Anche se un posto non del tutto sicuro. Cercò di sistemarsi in qualche modo, ma non vedeva niente. Cosa poteva fare in quello stato? Era spaventata e non vedeva neanche. Si sedette per terra, chiuse gli occhi e cominciò a viaggiare con la fantasia. Si vide a cinque anni, nel parchetto della minuscola cittadina in cui viveva, con sua madre. Si vide a dieci anni a correre per le per la sua nuova, ma pur sempre umile casa. E si vide a vent'anni, a piangere sulla tomba della madre. Si chiedeva perché tutto questo stesse succedendo a lei. Aveva dovuto sopportare la scomparsa della madre da sola, e ora c'era qualcuno che la voleva morta. Perché? Lei non era così forte, non poteva resistere a tutto ciò. Ma non le andava di pensare a questo, decise di provare a dormire un po'. Si stese in modo goffo sul pavimento. Non aveva alcun tipo di cuscino, le toccava stare con la testa per terra, e farsi male. Certo in quella stramba posizione non riusciva a dormire, passò la notte senza chiudere occhio. Il giorno seguente, era stanca morta. 
Ora il problema era uscire di lì. Non sapeva che ore fossero, ma sicuramente erano tutti svegli. Doveva riuscire a non essere vista da nessuno. Aprì leggermente la porta. Sembrava non ci fosse nessuno, così aprì la porta del tutto, molto lentamente. 
"In che situazione sono finita!?"
Uscì dalla stanza in punta di piedi. Era sollevata dal fatto che non ci fosse nessuno. Lentamente, molto lentamente, si diresse vero il portone. Chiunque sarebbe potuto saltare fuori da un momento all'altro, doveva essere attenta. La ragazza infatti non sapeva che nascosta dietro una parete c'era la regina, che la spiava. Senza aspettare un secondo, la donna aprì il cassetto nella sua camera. Su una fotografia della ragazza era poggiato il coltello con cui aveva tentato di uccidere Isabelle non troppo tempo prima. Era arrivato il momento, doveva metterla a tacere. 
Stava per aggredire la ragazza, ma lei si accorse della presenza della regina Clarissa. Si voltò e a stento soffocò un grido di terrore. Uscì di corsa dal portone. Cosa poteva fare?
Vide una piccola scala attaccata alle mura del castello: portava al tetto. Pensò che, con quell'ingombrante vestito la donna non sarebbe salita, o che almeno ci avrebbe messo più tempo di lei, ma si sbagliava, infatti la donna era molto agile. Dopo aver alzato l'enorme gonna, salì velocemente la scala, e dopo poco tempo, erano entrambe sulla cima del tetto.
In quel momento, questioni di coincidenze, passò di lì...Mike!
Il ragazzo che credeva un assassino si rivelò il suo principe azzurro, che l'avrebbe liberata dalle grinfie della regina. Infatti il ragazzo aveva visto la ragazza conosciuta pochi giorni prima – che tra l'altro era sparita nel nulla – sul tetto del castello, e, se non aveva creduto prima alla bizzarra storia che Isabelle aveva raccontato, ora era sicuro che aveva detto la verità. Quella che stava lottando con lei, era decisamente la regina Clarissa. Per quale motivo si trovavano lì? Perché mai la regina era così arrabbiata con quella povera ragazza? Magari non era tutto come gli aveva raccontato, magari era Isabelle che voleva uccidere la regina. Ma la domanda era la stessa. Per quale motivo? In quel momento non aveva importanza, non voleva che succedesse niente a nessuno. Salì per la scala e raggiunse le due.
Cercò di far cadere il coltello di mano alla regina, ma lei era particolarmente forte. Fece resistenza per un po' e poi si scrollò di dosso il ragazzo, raggiungendo Isabelle che era di fronte a lei, rischiando di scivolare. Erano distanti un millimetro l'una dall'altra, e Clarissa stava per scagliare l'arma contro l'origine di tutti i suoi problemi, ma quel ragazzo – non sapeva neanche perché si trovava lì quel tizio – si intromise, impedendole di dar fine a quello strazio. Fece cadere di mano il coltello della regina parecchio lontano da dove si trovavano, per recuperare tempo e poter parlare con la ragazza, per cui provava qualche sentimento, nonostante non la conoscesse quasi per niente.
- Come sei finita in questo guaio, me lo dici?-
- Il punto è che non lo so nemmeno io. Ha provato diverse volte ad eliminarmi- rispose la ragazza a Mike, dando uno sguardo alla regina che era corsa ringhiando a raccogliere l'arma al lato opposto del tetto. - e probabilmente adesso è arrivato il mio momento. Sai forse non è così male, raggiungerò mia madre...
No, io non lo permetterò.- aveva le lacrime agli occhi. Perché teneva così tanto a quella ragazza?
Nonostante avesse promesso alla ragazza che la regina non l'avrebbe uccisa, quest'ultima avanzava furiosa verso i due giovani. Isabelle non riuscì ad avvertire in tempo Mike del pericolo che incombeva dietro di lui, che la regina lo colpì con una pugnalata alla schiena. Il ragazzo cadde di colpo a terra, con gli occhi spalancati e la bocca contorta in una smorfia di dolore. Una chiazza di sangue si allargava sotto di lui, e la ragazza, che ricambiava i suoi sentimenti, nonostante non lo avesse mai dimostrato, cadde al suo fianco piangendo a dirotto. Delicatamente posò la sua mano sul volto di Mike e gli chiuse gli occhi :- Adesso è come se stessi dormendo. Il tuo sonno durerà a lungo, lo so, e mi dispiace tantissimo per questo. Mio Dio, perché? Perché è dovuto capitare a lui? Ero io che sarei dovuta morire. Ero io la sua preda. Mike, il destino è stato crudele con te. Eri un così giovane ragazzo...ma ho preso la mia decisione, sto per arrivare da te – si asciugò le lacrime e si rivolse alla regina :- Ecco!- e allargò ampiamente le braccia -Prendetemi! Uccidetemi! La mia vita nell'aldilà sarà decisamente migliore di questa vita miserabile, in cui tutte le persone che mi sono state a fianco mi hanno donato solo sofferenza. Raggiungerò mia madre, e Mike. A proposito, perché avete voluto fargli questo?-
- Stupida ragazzina insolente! Dovrò pure trovare una spiegazione della tua morte, mi inventerò che ti ha ucciso lui e che poi si è suicidato. E ora, principessina dei miei stivali, è arrivato anche il tuo momento.-
- P-principessa? Cosa intendete dire?-
- Oh mi dispiace non averti avvertita prima, ma ero troppo impegnata a cercare un modo di ucciderti. Si, sei la figlia del re Alexander. Aggiungi una persona alla tua lista di morti da raggiungere. E adesso vieni qui, perché non vedo l'ora di trafiggerti con questo bel coltello-
Senza dare possibilità ad Isabelle di replicare, cominciò ad agitare l'arma. Un espressione di terrore si leggeva sul viso della ragazza, mentre l'espressione di Clarissa mostrava solo viscerale odio. Dopo non troppo tempo anche l'espressione della ragazza si trasformò in odio. Quindi quel povero ragazzo era morto per...dei soldi? Non ci poteva credere, stava per rinunciare alla sua vita per una donna che non sopportava l'idea di dover dividere un'eredità. Una donna convinta che il denaro l'avrebbe aiutata a condurre una vita "felice". Non voleva sacrificarsi per un capriccio della regina, che aveva scoperto di avere una figliastra. Ma era troppo tardi, Clarissa stava per procedere con la sua mossa finale. Insomma, finale non per lei, ma per Isabelle.
-Vieni qui, piccola della mamma, non vorrai farmi arrabbiare!- e così dicendo, la regina prese per un braccio Isabelle e trascinò la ragazza davanti a sé. Fatto ciò, impugnò saldamente l'arma, e poi con un movimento fluido, colpì la ragazza dritta al cuore. Un lamento poi niente più. La donna estrasse l'arma dal corpo di Isabelle, che cadde accanto a quello di Mike.
Clarissa osservò i due ragazzi stesi per terra, insanguinati, Isabelle con gli occhi spalancati in un espressione di terrore.
-Sua Maestà, la principessa Isabelle- e fece un inchino rivolto al corpo della ragazza  -E' stato un piacere.-
Poi, per non essere vista lì, corse nel castello, per cambiarsi gli abiti sporchi di sangue, a godersi tutta la sua ricchezza.
  
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