28/08/2013
4 recensioni-Troppo presto-
C'era una volta una fata strabica, seduta su una pesca, su una fragola.
Disegnava ogni giorno la stessa favola ed ogni giorno lo stesso lupo veniva ammazzato.
E ogni volta la principessa, e ogni volta il soldato.
E ogni volta ci rincontravamo.
Eravamo disegnati nell'angolo in basso a destra del foglio.
Ti parlavo di quanto l'Universo fosse grande, delle galassie.
Eravamo nell'angolo di un mondo ampio.
Ti parlavo del foglio bianco, dello sfondo illuminato.
Chissà se ricordi quando ti parlavo dell'Universo.
Ti parlavo di quanto lo spazio fosse grande e di quanto, nonostante questo, non ci saremmo mai persi.
Poi ho guardato lontano, come se mi avessero obbligato.
Ho scelto, come se avessi un fucile puntato, come se avessi tutto il tempo contato.
Ma era troppo presto per scegliere e a volte i sogni cambiano.
Succede mentre nemmeno guardi, o mentre guardi altro.
Mentre guardi in alto.
Abbassi un attimo la guardia e arriva il soldato.
Ma era troppo presto per cambiare e a volte i sogni muoiono.
Succede mentre sei distratto, mentre non te ne stai nemmeno curando.
Succede ad un caso su mille, ma succede ogni tanto.
Abbassi un attimo la guardia e ti spara il soldato.
Ma era troppo presto per morire e certe volte i sogni sbagliano.
Succede così, per caso, mentre parli d'altro.
Ti parlavo di quanto l'Universo fosse grande e di quanto, nonostante questo, non ci saremmo mai persi.
Adesso siamo qui, su differenti pianeti, differenti mondi, e forse, differenti universi.
Mi dispiace tanto che siamo stati disegnati su fogli diversi.
E non sai nemmeno quanto.
Ma il proiettile che mi ha mancato ha colpito la fata.
Perciò non ci incontreremo più, non verremo più disegnati.