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Autore: hiccup    28/08/2013    5 recensioni
"Erano le undici del ventitré luglio e il sole splendeva alto nel cielo azzurro, nessuna nuvola all’orizzonte, gli uccellini cinguettavano felici sui rami e la città era quieta: una giornata perfetta,
una giornata ideale per sposarsi."
[Seblaine]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: hiccup
Titolo: Ventitrè luglio.
Personaggi: Sebastian Smythe, Blaine Anderson.
Rating: Arancione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Angst.
Avvertimenti: Slash, What if?
Beta: Irish Shamrock as usual
Note: Visto che è qualcosa come millenni che non pubblico più nulla tra libri, studio per i test di ammissione, Londra eccetera, ho deciso (insieme alla mia fedelissima e dolcissima beta <3) di decidermi a pubblicare una delle tre Seblaine che ancora sonnecchiano placidamente sul desktop del mio pc. E’ una storia senza un preciso filo logico, ho dovuto modificare un po’ i caratteri - visto che come al solito tendo a sbizzarrirmi con gli sghiribizzi e con colori e diversi caratteri ._. – Spero che sia comprensibile.
Volevo precisare che è stata scritta prima dell’uscita degli spoiler su “Sebastian che aiuta Blaine a chiedere la mano di Kurt”, non si sa mai.
Mi sembra di aver detto tutto ^^’’ Mi auguro che vi piaccia almeno un po’,
 
Buona lettura!
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

Ventitrè luglio.

 
 
 
 
 
 

Erano le undici del ventitré luglio e il sole splendeva alto nel cielo azzurro, nessuna nuvola all’orizzonte, gli uccellini cinguettavano felici sui rami e la città era quieta: una giornata perfetta,
una giornata ideale per sposarsi.
 

 
 
 
 
 
 
 
Sebastian fumava appoggiato alla balaustra dell’hotel, la camicia bianca sbottonata, i pantaloni del completo nuovo stropicciati e lo sguardo rivolto a quel cielo che faceva quasi male agli occhi da quanto era celeste.
 
“Non torni qui da me?” gli domandò il ragazzo moro, disteso mollemente sul letto, le gambe provocatoriamente aperte, i riccioli sulla fronte sudata e le labbra tumide piegate in un sorriso.
 
Sebastian non rispose, inspirò un’altra boccata avvertendo i polmoni bruciare violentemente ed espirò profondamente.
 
“E’ una bella giornata,” mormorò in un soffio.
 
“Dopo del sesso selvaggio fai come gli inglesi e inizi a parlare del tempo?” la voce divertita del giovane lo raggiunse, “certo che è una bella giornata: è il ventitré luglio, siamo in piena estate,” continuò e Sebastian picchiettò appena la sigaretta tra le dita e osservò la cenere cadere.
 
 
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
 
 
 
Sebastian ricordava ancora l’espressione di Blaine: era così affascinante, così confuso, così sorpreso. Bellissimo. Rivide i suoi occhi sgranarsi, le guance arrossarsi appena, gli incisivi tormentare il labbro inferiore in imbarazzo. Lo risentì inciampare sulle parole tanta era l’emozione che l’aveva sopraffatto.
 
 
 

Erano sulla Tour Eiffel, a Parigi, in Francia.
Era sempre stato il sogno di Blaine
e Sebastian lo sapeva, l’aveva sempre saputo.

 
 
 
E quando lui gliel’aveva chiesto Blaine per poco non era svenuto.
Perché tutto era dannatamente romantico, dannatamente da favola.
Ma la sua sorpresa non era ancora finita: mancavano ancora l’anello e la cena al lume di candela. Ogni cosa era stata preparata a regola d’arte, ogni secondo studiato nei minimi particolari, solo per la felicità di Blaine. Solo per il suo sorriso.
 
“Vuoi sposarmi?”
Sciocco pensare a come due semplici parole e un punto interrogativo alla fine possano avere così tanto significato nella vita di due persone. Forse perché sono promessa e confessione insieme? Certo, incutono un timore leggero, ma non è nulla in confronto al tumulto che esplode nel cuore.
 
 
 

 Blaine aveva un cuore grande
e Sebastian lo sapeva, l’aveva sempre saputo.
 

 
 
Ogni litigio era stato scordato, ogni incomprensione dimenticata, cancellata dal tempo e dalla memoria. C’erano solo loro, c’era solo lui.
E Blaine sorrideva, sorrideva e lo abbracciava, lo abbracciava e lo baciava tra le lacrime di gioia.
 
 
Sebastian non avrebbe mai scordato quel momento perché i suoi occhi avevano visto la vera felicità, era stato felice lui stesso.
Felice per la prima volta in vita sua probabilmente.
 
 
 

Si era ritrovato a piangere, Sebastian,
perché Blaine lo amava veramente.
E Sebastian lo sapeva, l’aveva sempre saputo.

 
 
 
Sebastian aveva promesso ogni cosa a Blaine, aveva dato la sua parola. Come un bravo boyscout, gli aveva fatto eco il giovane tra una risata e l’altra.
E le cose erano andate avanti, com’era naturale che fosse, tra invitati e fiori e preparativi.
 
 

Amava Blaine,
Sebastian lo sapeva, l’aveva sempre saputo.

 
 
 

E infine era il ventitré luglio: erano le undici del ventitré luglio e il sole splendeva alto nel cielo azzurro, nessuna nuvola all’orizzonte, gli uccellini cinguettavano felici sui rami e la città era quieta: una giornata perfetta,
una giornata ideale per sposarsi.

 
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
 
 
Sebastian portò la sigaretta tra le labbra, avvertendo il tepore del corpo dell’altro contro la sua schiena.
 
“E’ una giornata bellissima e fuori fa caldo. Fa troppo caldo, non credi?”
 
Le mani del giovane s’infilarono tra i suoi capelli, accarezzandoli gentilmente, mentre le labbra morbide gli sfiorarono il collo, le spalle per poi risalire e baciargli l’orecchio.
Le dita curiose scesero invece a punzecchiargli il torace, gli addominali scolpiti, le linee dell’inguine coperte dai pantaloni.
 
“Non hai caldo, tesoro?” sussurrò nel suo orecchio il ragazzo moro dal corpo statuario con voce maliziosa, mordendogli appena la pelle tenera del collo, “lascia perdere il tempo e dedicati un po’ a me,” aggiunse fronteggiandolo. Gli tolse la sigaretta di bocca e lo baciò con passione, gli prese le mani e le portò sulle sue cosce nude, lasciandosi scappare un gemito di piacere.
 
“Che cosa ne dici?” sussurrò tra un bacio e l’altro, guardandolo di sottecchi, con gli occhi scuri, “giochi con me?”
 
 
Sebastian lo lasciò fare per un po’, gli permise di trascinarlo sul letto, di farlo suo, di farlo gridare, poi ritornò alla finestra e si accese un’altra sigaretta.
 
 
Nhn si può sapere che ti prende?” domandò il ragazzo ancora ansimante tra le lenzuola.
 
“Ce l’hai un nome?”
 
“Cosa t’importa saperlo? Sono solo la puttana che hai scelto tu, Sebastian. Moro, riccio, corpo appena abbronzato… Non mi volevi forse così?”
 
 
 
E Sebastian, che credeva di non poter provare più nulla, avvertì le lacrime premere prepotentemente agli angoli degli occhi e si sentì morire di nuovo.
 
 
 
 

Per la felicità di Blaine lui era morto.

 
 
 

*

 
 
 
 
 

“Mi dispiace, Sebastian. Sappiamo entrambi che tra noi due non può funzionare”
“E’ per Kurt, vero?”
“E’ per Kurt”
“Lo ami così tanto?”
“Troverai anche tu l’uomo giusto, Sebastian, fidati di me”
 

 
Fottuto bugiardo. Io amavo te.
 
 
 
 

“Che diavolo vuoi, Faccia da Checca?”
“Voglio chiedere a Blaine di sposarmi”
“Bè che aspetti?”
“Voglio sia speciale. E tu sei il suo miglior amico, lo conosci meglio di me. Mi aiuterai?”
 
 

Tutto per Blaine, tutto quanto.
 
 
 

“Oh, Sebastian! Non puoi immaginare come me l’ha chiesto Kurt!”
 

 
Oh sì, invece. Perché c’ero io dietro alla Tour Eiffel e alla cena al lume di candela. Io non Kurt, dannazione.
 

 

“Sebastian mi farai da testimone, vero?”
“Certo Blaine”
“Me lo prometti?”
“Prometto come un bravo boyscout”
“Come un bravo boyscout”

 

 
Blaine era felice. Tremendamente felice.
 
 

“Dove sei?”
“Mi dispiace. Ho avuto un contrattempo”
“Un contrattempo? Sebastian, è il mio matrimonio!”
“Non posso venire, scusami. Non ci riesco”
“Come non riesci? Per l’amor del cielo! Sei il mio testimone di nozze. Fai il possibile per arrivare presto!”
“…”
“Sebastian?”
“…”
“Sebastian, rispondimi per favore”
“…”
Sebastian!
 

 
Al diavolo.
 
 
 
 

*

 
 
 
“Dolcezza, se non mi usi me ne vado. Ho altri clienti da soddisfare,” disse il ragazzo semplicemente, si rivestì e prese i soldi.
Gli schioccò un bacio sulla guancia bagnata e se ne andò, lasciandolo solo.
 
Sebastian teneva ancora la sigaretta ancora tra le labbra. La premeva forte contro le labbra per non piangere davanti all’ultimo messaggio di Blaine.
 

“Non farti più vedere”
 

 
 

*

 
 
 
 
Sebastian aveva pensato di riuscirci. Non era da lui essere sentimentale, lui era quello freddo, quello stronzo, quello da una botta e via.
E invece era caduto: si era innamorato di Blaine.
Aveva fatto di tutto per renderlo felice, l’aveva lasciato correre da Kurt, aveva provato a dimenticarlo, a non pensarci, ma si era innamorato.
E non era stato capace di sopportare l’idea di vederlo sull’altare con un uomo che non era lui. Aveva fallito.
 
 
 
 
 
 
 
 

Ed erano ancora le undici del ventitré luglio e il sole splendeva alto nel cielo azzurro, nessuna nuvola all’orizzonte, gli uccellini cinguettavano felici sui rami e la città era quieta: una giornata perfetta.
Proprio una giornata ideale per sposarsi.

 
 
 
 

 
 
 
 
 

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