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Autore: giuliav93    28/08/2013    2 recensioni
Storia ambientata al termine dell'ottava stagione, che vede protagonisti Dean e Castiel (ormai umano) in una magica "danza" sotto la pioggia...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione
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FEELING ALIVE

La pioggia cadeva copiosa e rumorosa e copriva qualsiasi rumore, ma i due continuavano a correre in sincronia, come se riuscissero ad udire il battito dei loro cuori e ne seguissero il ritmo: le scarpe colpivano con noncuranza le pozzanghere e il terreno fangoso, calpestando foglie secche, i passi diventavano sempre più rapidi come per tentare invano di sfuggire dall’esposizione alle gocce, i capelli sventolavano all’aria e i vestiti si facevano sempre più pesanti per l’acqua assorbita; al caotico crepitio delle gocce che toccavano terra si sovrappose il suono armonioso del mix di voci di Dean e Castiel, che, completamente bagnati, ridevano e volteggiavano sotto al diluvio, come danzatori incuranti di ogni fattore esterno. Dean teneva il braccio di Cass, percependo tra le dita la sensazione di freddo e umido del suo trench, e lo tirava avanti verso sé esortandolo “Dai Cass, corri! Non fermarti!”, incoraggiandolo a smettere di indugiare e a non perdere il ritmo di quella loro specie di danza, e a godere di quelle sensazioni così concrete, così umane, così terrene, “Forza! Continua a correre! Lo senti? Lo senti Cass?” e lui lo sentiva: il viso solcato dalle gocce e il vento settembrino che si infrangeva fresco sulla pelle bagnata, ed era tutto così reale, così strano ma così dannatamente piacevole e semplice, come se l’avesse sperimentato per tutta la vita; “Lo sento! Lo sento!” rispose il moro e le risate tornarono a mescolarsi, in un perfetto e armonioso equilibrio, al punto che il buio e la pioggia non riuscirono a rendere tetro nemmeno per un istante quel parco così scuro e desolato. E continuarono: Dean con un balzo saltò sulla panchina, che emanava il forte odore del legno bagnato, e continuando a tenere la mano di Cass lo tirò su portandolo a sé, in un gesto rapido e quasi brutale per l’euforia del momento, ma pieno di dolcezza: “Dai Cass! Lasciati andare! E’ tutto tuo!” e in effetti era così: in tutta la sua esistenza da angelo non si era mai sentito in possesso di qualcosa; certo, l’amore per Dio lo sentiva dentro sè, eppure era inevitabile rendersi conto di quanto esso dovesse essere condiviso con tante altre creature, terrene e ultraterrene, mentre quelle percezioni, quelle emozioni, quelle sensazioni, di cui ora si sentiva incredibilmente ricco, gli parevano completamente sue, come inesplorabili da parte di chiunque altro, al punto che forse sarebbe stato lui a volerle condividere spontaneamente con Dean, pur consapevole che ciò non fosse del tutto possibile, poiché nella loro purezza sarebbero rimaste solo ed esclusivamente SUE. Era umano già da qualche giorno, ma fu quello il momento in cui si rese conto di esserlo davvero: si liberò dalla presa del compagno, che, quasi accecato dall’acqua che grondava dai biondi capelli, lo guardò sbigottito, chiedendosi se avesse ecceduto nel modo di approcciare Cass al mondo terreno; l’ormai ex angelo notò l’aria interrogativa del partner e, prima di fargli aprir bocca, fu lui ad afferrare il giubbotto di pelle gocciolante del cacciatore con fare intraprendente, e a trascinarlo con sé giù dalla panchina, esortandolo “Ora vieni tu con me!”. I due tornarono così a danzare nel buio, stavolta seguendo la ritmica andatura del moro, che sembrava aver imparato i passi e condurre il gioco, e sfrecciarono tra gli scrosci come in un’inutile corsa ad ostacoli, finchè, in prossimità della fontana centrale, così eccentrica con il clima sereno, ma così camuffata in quell’acquazzone, Castiel pose una mano sul petto di Dean, invitandolo ad arrestarsi li davanti, come un direttore d’orchestra che abbassa la bacchetta per far fermare i musicisti. Dean lo assecondò, pose un braccio attorno alla vita del compagno, e con l’altra mano afferrò delicatamente la sua zuppa cravatta tirandola a sé, avvicinando il viso di Castiel al suo: “Hai imparato a giocare” gli sussurrò Dean all’orecchio; “Sono veloce ad apprendere” rispose Cass, sentendo il respiro caldo e affannato dell’altro che gli sfiorava la pelle, e aggiunse “Ma non è tutto qui il divertimento vero?” ; e Dean non potè che annuire, iniziando a sbottonargli l’impermeabile fradicio. Cass spostò delicatamente la mano del partner dal suo petto, rassicurandolo con uno sguardo affinchè non si offendesse, ed iniziò invece a toccare lui la camicia del cacciatore, sentendone la freschezza e l’umidità al contatto, e fece passare la propria mano al di sotto di essa, appoggiandola sulla pelle fredda e leggermente bagnata, facendola poi scorrere verso il petto villoso e possente quanto mai aveva notato, sentendo l’aderenza a ciascuna cellula di quel perfetto corpo, e rendendosi conto di come realmente stesse iniziando a fare i conti con l’incredibile meraviglia dell’essere umani. Dean lo assecondò per un po’, lasciandogli godere i suoi primi approcci ai cinque sensi, poi lo bloccò, gli sussurrò “Non vorrai fare il prepotente?!”, e, come fosse il gesto più naturale del mondo, lo sollevò per la vita facendolo sedere sul bordo della fontana; Cass, continuando a stupirsi come un bimbo per ogni nuova sensazione, con il gelo che penetrava nei pantaloni al contatto con il marmo glaciale, comprese che il compagno lo stava stuzzicando e rimase al gioco: “E se anche fosse?! Non accetti le sfide?!” disse; e Dean ribattè “Solo quelle leali! Tu usi un’arma di troppo…”, e Castiel portando le sue labbra gocciolanti a contatto con la pelle del collo del partner chiese retoricamente “Quale? Questa?”. Dean, sorridendo e lasciandosi baciare, riportò le mani attorno al bacino del moro, cingendolo e sollevandolo nuovamente, stavolta posando il suo lieve corpo sul terreno fangoso e, quando furono a terra faccia a faccia, gli sussurrò dolcemente “Senti la terra…la pioggia addosso…e gli odori intensi?”; e Cass non ebbe neppure bisogno di rispondere, perché in quel momento non c’era dettaglio che gli sfuggisse, non c’era sensazione che non riuscisse a percepire, e comprese quanto lui e Dean fisicamente non avessero mai fatto veramente l’amore, per quanto inebriante e meraviglioso potesse essere il contatto tra le loro anime, e così, continuando ad accarezzare il compagno, e a passargli la mano tra i capelli zuppi,  non potè che rimediare, voltandosi con perfetta naturalezza, e lasciando che il compagno penetrasse in lui, fondendo le loro anime e i loro corpi in un’unica perfetta completezza.

  
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