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Autore: Addison88    28/08/2013    0 recensioni
Megan dopo l'incidente ha perso tutto, ha dovuto ricrearsi una nuova vita e una nuova identità. Dopo qualche anno di intenso studio e lavoro sta iniziando a ritrovare se stessa. Ha trovato un nuovo lavoro dopo aver perso quello da neurochirurgo, ora è un medico legale dove la fama la precede, ha perso anche la famiglia che si era creata. Troverà anche l'amore dopo il lavoro? Riuscirà ad essere più aperta verso il prossimo?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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I suoi occhi azzurri mi attiravano a se sensualmente, il suo sorriso era tentatore, sento il calore del suo corpo, le mie mani sfioravano il suo dorso nudo, dai pettorali scolpiti agli addominali, li guardavo per un istante e tra le sue braccia mi sentivo protetta, le sue labbra baciavano il mio collo mandandomi in estasi mentre le sue mani accarezzavano i miei seni, mi sfuggii un gemito leggero dalle labbra "Jack" con un filo di voce godendomi quel momento. Ci spogliavamo a vicenda rimanendo in intimo, le sue mani dai fianchi scendono sulle mie cosce, io mettevo una mano dietro il suo collo tirandolo a me "ti desidero" dissi prima di baciarlo. Le sue mani erano sul mio interno coscia e poi.. Mi sveglio di soprassalto, stavo facendo un sogno erotico con Jack, ed ero ancora eccitata, dai suoi occhi, dalle sue labbra "maledetto lui" dissi sbuffando. Aveva iniziato a rompere il mio stare bene, la mia tranquillità anche nei sogni. Di tutta quella situazione in quel momento tirai un sospiro di sollievo che era il week end e non lo avrei incontrato a lavoro. Mi sedetti nel letto con le spalle poggiate alla testiera, guardai l’ora e aprii il romanzo sul mio comodino iniziando a leggerlo. Era un romanzo rosa e verso la fine del libro i due protagonisti avevano un momento di pura passione, non scritto esplicitamente ma si capiva benissimo, mentre leggevo quelle righe Jack pervase i miei pensieri. Quegli occhioni azzurri che cercavano di leggere i miei pensieri, quella labbra morbide come seta sulle mie, scossi la testa leggermente chiudendo il libro. Non capivo cosa mi stesse succedendo sembravo una teenager innamorata. Cosa impossibile al momento perché non ero una teenager e non mi innamoravo. Mi alzai andandomi a fare una doccia fredda, era meglio se passassi la giornata fuori casa. Decisi cosi di prepararmi e uscire, presi il giornale e passai a prendere del caffè. Camminavo leggendo e sorseggiando il caffè nero bollente. Era una bella mattina soleggiata e mi piaceva camminare per il parco, all’improvviso andai a sbattere contro qualcuno che sicuramente stava facendo joging. Il caffè gli andò tutto addosso. Tolsi il giornale e vidi Jack con il suo cagnolino. Era ovunque. “Jack scusa … io… stavo leggendo e camminando insieme e non ti avevo visto!” mi scusai. Si alzò togliendosi la t-shirt “Brucia!” esclamò gettandola a terra. Guardai il suo dorso nudo, era proprio come lo avevo sognato, i flash del sogno passarono davanti ai miei occhi. Il cane mi abbaiò portandomi alla realtà. “Dicevo: come mai sola?” domandò sorridendo. “Con chi dovevo stare?” risposi con un’altra domanda. “Con il tuo uomo” disse in attesa di una risposta. “Ah, ehm sta lavorando” giustificai il mio camminare da sola. “Jack scusa per il caffè, come posso farmi perdonare?” quando mi resi conto di quello che avevo detto era troppo tardi, che stupida farmi distrarre dal suo dorso. “Venire a cena con me!” rispose sorridendo. Si passò la mano sul dorso distrattamente, e io guardavo prestando molta attenzione. “Hook, lasciala che mi serve questa” disse al suo Husky riprendendosi la maglietta. “Accidenti è anche strappata, dovrò darla a mia sorella per farla riparare” “Dalla a me, è colpa mia, te la riparo io” dissi allungando la mano per prendere la maglietta. “Tranquilla, non vorrei disturbarti” disse tenendo ancora la maglietta tra le sue mani. Iniziava a fare storie per una maglietta? Credeva che disturbava per una maglietta? Rimasi in attesa che mi desse la maglietta. “Ok!” esclamò passandomi la maglietta, le nostre mani si sfiorarono, stavo diventando davvero una teenager, tolsi velocemente la mano per mettere nella borsa la maglietta. “Posso offrirti un caffè?” chiese gentilmente. “Tanto dovevo fermarmi anche io, vero Hook?” aggiunse sorridendo al suo cane “Solo se offro io” risposi. Il cane era vicino a me ad annusarmi, voleva conoscermi, iniziò a scodinzolare ed ad abbaiare. “Hook sta buono è solo un’amica!” si abbassò per accarezzare il suo amico a quattro zampe. Sentii le mie labbra curvarsi per formare un sorriso, non era cambiato per niente, amore per il prossimo (in questo caso il cane) e spensieratezza. Si rialzò guardandomi sorrise a sua volta ma mi ricomposi velocemente. Jack era diventato come quel detto: “La lingua batte sul dente che duole” o qualcosa di simile. “Sai che non è da me far pagare le donne” La mia attenzione fu richiamata da due ragazze che si fermarono a qualche metro distante da me e Jack a squadrarlo e a commentare come fosse sexy, quella cosa mi dava fastidio. “Allora andiamo da me, cosi offro io e … offro io” lo invitai. “E Hook?” mi chiese indicando il cane. “Viene con noi” dissi dando per ovvia la cosa. Andammo a casa mia passeggiando, molte ragazze nel parco guardavano il suo fisico scolpito e lui sembrava non accorgersene. Camminavamo silenziosamente, io non avevo argomenti da trattare e forse lui aveva anche paura a farmi domande. “Mi dai la maglietta? Non fa niente che è sporca e rotta ma mi da fastidio che mi guardano tutte” disse allungando la mano. “Come mai ti da fastidio? Tutti gli uomini farebbero già i galletti… non ti mangiano mica se ti guardano?” anche a me dava fastidio ma non lo davo a vedere. Arrivammo a casa, misi a fare il caffè e in un piattino misi dell’acqua per il cagnolino che feci andare sul balcone mentre Jack era in bagno a lavarsi le mani. “Dov’è Hook?” chiese sedendosi vicino al tavolo. “Fuori a bere dell’acqua” risposi prendendo le tazze. “Quindi vivi con lui?” chiese guardando il suo telefono. “No, vivo sola ma spesso lui è qui” mentii, non c’era nessuno nella mia vita. “Capisco, e non hai foto di voi due insieme?” continuò con le sue domande. Iniziai a non rispondergli più quando mi chiedeva del mio ipotetico uomo. Quando il caffè fu pronto lo versai nelle tazze, misi lo zucchero e glielo porsi. Ormai quando eravamo soli i silenzi cadevano su noi come pioggia. “Megan ti prego dammi una change con te” disse guardandomi. “Vuoi che lasci il mio uomo per te? Jack ma se lo facessi a te?” “Megan allora fammelo conoscere e ti lascio in pace, promesso” “Insisti?” “Si, voglio essere io quello che ti prepara la cena quando torni a casa, che ti sussurra parole dolci sul divano mentre vediamo un film… quello che nei week end ti fa compagnia e quello che ti accarezza nei momenti intimi” Mi sedetti guardando la tazza del caffè. “Jack le cose stanno cosi, io non ho nessuno e non voglio nessuno che mi prepara la cena e che mi coccoli. Voglio stare sola, tranquilla e specialmente voglio stare bene! Ora sto bene non venir a rompere questo mio stato” “Ma io ti faccio stare bene, con me starai più che bene” rispose avvicinandosi a me. “No sto bene sola Jack rispetta la mia volontà se dici di amarmi lasciami stare” “Ti lascio solo se vedo che sei felice” Feci un sorriso a 32 denti “vedi, felicissima” “Non me la dai a bere… come non me la davi a bere sul tuo uomo fantasma” sorrise accarezzandomi la guancia. Il suo tocco era molto dolce, era come se volesse accarezzare la mia anima. I suoi occhi erano fissi su di me come se volesse scattarmi una foto da tenere nella sua testa. “Jack no” tolsi la sua mano, non demordeva. “Perché? Spiegami” disse mettendosi a braccia conserte “Te l’ho detto e non lo ripeto la seconda volta.” “Lasciati andare, io non ti ferirò lasciamelo dimostrare, dammi una possibilità… fidati di me” disse dolce e premuroso. “Oh per favore Jack!” “frequentiamoci come amici allora” Sospirai guardandolo. “Ok va bene ma solo come amici e niente di più!” Mi sorrise senza aggiungere niente, dopo qualche secondo di silenzio esordii: “Jack sarebbe troppo complicato!” “Sarebbe complicato se tu provassi qualcosa per me, ma non la provi vero?” sicuro di se si avvicina ancora a me. Mi volto da’’altra parte, forse dando anche troppo fiato alla bocca, “smettila di confondermi Jack”. “Ah allora ti confondo!” sorrise pieno di se. Ora ero nei guai, non avrebbe mollato sicuro.
   
 
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