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Autore: orl_virginia    28/08/2013    1 recensioni
un incontro casuale, avvenuto nelle prime ore del mattino, in un posto davvero non adatto per un angelo come lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi ero appena svegliata: erano le 5:15 di mattina ed io me ne stavo accovacciata in un angolino di quell'immensa sala, nonostante fossero almeno 25 gradi li fuori, stavo congelando.
Il mio volo aveva ritardato di due ore, davanti a me c'era una fila interminabile di persone che aspettava con ansia di salire su quell'aereo per partire e non tornare mai più: anch'io facevo parte di una di quelle. Mi stropicciai gli occhi e mi guardai attorno: persone che andavano e venivano; perfetti sconosciuti che camminavano in fretta, quasi correndo, e mi chiedevo dove trovassero tutta quell'energia a quest'ora del mattino; risuonava il suono dei tacchi delle donne che passavano di li: hostess, ragazze, signore con bambini, tizie mai viste ma tutte così uguali in quella circostanza; forse era stato proprio quel suono, quasi frastuono, a svegliarmi.
Tra tutte quelle persone che c'erano lì, la mia attenzione cadde su un uomo che stava litigando con qualcuno per un motivo apparentemente sconosciuto ai miei occhi, gesticolava e parlava svelto, ma era buffo il modo in cui il suo viso passava da divertito a nervoso in meno di un secondo, era come se stesse prendendo in giro l'altro ma era comunque incazzato per quello che gli era successo; continuai a fissare quella scena per una manciata di minuti.
Provai ad alzarmi senza risultare troppo goffa, ma il mio tentativo falli miseramente per colpa delle mie gambe indolenzite che non ne volevano sapere di tenermi in piedi. Così, con la speranza che nessuno avesse notato il mio mal riuscito tentativo di restare in piedi per più di due secondi come una persona normale, decisi di sedermi di nuovo ed aspettare il mio turno per la fila, da li.
Ero stanca, e chiunque avrebbe potuto leggermelo in viso, se solo qualcuno si fosse soffermato. ma chi vogliamo prendere in giro? Nessuno si fermerebbe, in un aereoporto, a chiedere ad una perfetta sconosciuta se si sentiva bene o se le serviva qualcosa. Ma la verità è che io ci speravo lo stesso, perché avevo un disperato bisogno di avere qualcuno, di sentirmi parte di qualcuno, di essere apprezzata.
Ero il perfetto stereotipo di una diciassettenne sola e disprezzata da tutti, solamente perché mi piaceva starmene a casa con i miei amati libri piuttosto che uscire ed andare alle feste, per poi tornare a casa ubriaca e vomitare anche l'anima nel cesso di casa mia.
"Questa vacanza mi farà bene", mi ripetevo questa frase da quando mi ero chiusa la porta di casa dietro le spalle, come un mantra. Effettivamente, avevo davvero bisogno di staccarmi da tutto e tutti, non riuscivo più a rimanere in quel posto ed essere giudicata, parlata alle spalle, ogni volta che uscivo di casa; sentire le persone che cominciavano a bisbigliare subito dopo essere passata davanti a loro, nel corridoio della scuola; le risa di ragazze ovviamente molto più carine di me, dopo essere uscita dai bagni; gli insulti che a volte mi urlavano in faccia, le prese in giro: no, quel posto non faceva decisamente per me.
Così avevo deciso di andarmene, prendermi una pausa, ed andare nella città più caotica del mondo, la città che non dorme mai: New York. Fin da bambina sognavo di mettere piede in un posto come quello, ma i miei genitori non erano ricchi, non eravamo una famiglia benestante e i nostri risparmi non ci permettevano di fare un viaggio che sembrava essere così costoso all'epoca.
Poi mio padre ebbe un colpo di fortuna; Mark, un suo amico, gli trovò lavoro in un'azienda dove lui ne era a capo. prima era un semplice impiegato, ma man mano che passavano i mesi, scalava di ruolo fino a che un giorno: Mark, dato che aveva almeno una decina di anni più di mio padre, dopo qualche anno decise di andare in pensione e pensare alla sua famiglia, e nominò nuovo direttore dell'azienda mio padre. Non dico che grazie a quel lavoro siamo milionari ma possiamo finalmente permetterci una casa abbastanza grande piuttosto che un appartamentino in periferia; andare dei ristoranti di lusso, piuttosto che scendere sotto per una pizza e viaggiare.
Comunque la mia fila per il check-in stava diminuendo ed era quasi arrivato il mio turno, mi alzai nuovamente ma senza inciampare nei miei stessi piedi meravigliandomi della grazia con cui presi la mia borsa e mi avvicinai. Dopodiché mi recai al bar per mangiare un boccone prima di partire, erano due giorni che non toccavo cibo e diciamo che era quasi evidente data la mia debolezza nelle gambe. Non ero grassa, e non digiunavo per dimagrire, ma semplicemente non sentivo il bisogno di mangiare, tutto qui.
Dopo aver ingerito, quasi contro voglia, un cornetto vuoto e bevuto una tazza di latte, mi stavo recando al mio gate a passo svelto dato che, come al solito, ero in ritardo; quando ad un certo punto, distratta come sono, andai a sbattere ad un ragazzo, facendo cadere la mia e la sua roba. chiesi scusa mille volte senza guardarlo in faccia per il troppo imbarazzo. Ma dopo aver raccolto le nostre cose, lui prese il mio mento tra l'indice e il pollice, mi costrinse ad alzare la testa e fissarlo dritto in quegli occhi verdi che sembravano aver visto troppo dolore. mi sorrise, e notai quelle meravigliose fossette che mi fecero venir voglia affondarci le dita dentro, ma dovetti trattenermi, dopo tutto non lo conoscevo. Imbarazzata per l'accaduto e perché, probabilmente, ero diventata rossa come un pomodoro, chiesi scusa di nuovo e me ne scappai.

Quello scontro mi aveva turbata ma non riuscivo bene a capirne il motivo: non lo conoscevo, e non lo avrei mai conosciuto quel ragazzo dagli occhi verdi.








                                                                                                                                               

se qualcuno ha twitter e vuole chiedermi qualcosa mi chiamo @backf0rhaz, altrimenti recensite qui sotto, per qualunque cosa vi risponderò. grazie per aver letto, spero vi abbia incuriosito almeno un po', anche se si capisce molto bene chi sia il protagonista di questa storia, ma spero comunque che vi abbia indotto a continuare a seguirla. -virginia.
  
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