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Autore: Carotina91    28/08/2013    0 recensioni
"Sai Tom credo che tu mi piaccia, ma non posso innamorarmi di te, come hai detto tu sei famoso e non vuoi una relazione duratura, rispetto la tua decisione, saremo buoni amici lo prometto. Il mio cuore è già stato spezzato troppe volte i cocci sono piccoli frammenti impossibili da rimettere insieme, non sono pronta per un'altra delusione per questo non voglio concedermi a te. Ti voglio bene, è tutto ciò che posso dirti.”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tom Und Hanna: Molto più che amici'
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Una cosa ho capito, che tutto in generale non è mai facile. Più cerchi di andare avanti, sperando di fare sempre la cosa giusta, e più ti accorgi che invece va tutto male, e che niente è mai come vorresti. I casi sono due, o fai ciò che vuoi fregandotene di tutti e vivi la vita come vorresti, oppure segui la massa adeguandoti senza fare domande, e vivere una noiosa e monotona esistenza. Mi chiedo perché proprio a me, Hanna Nardini,una semplice ma complicata ragazza italo tedesca, devono succedermi tutte queste complicazioni? Sono arrivata in Germania da pocchissimo, non so per quanto resterò, so solo che dovrei ricevere un educazione rigida con molte restrizioni e invece, conduco la stessa vita di sempre, mentendo e facendo ciò che mi pare senza preoccuparmi el parere di nessuno. Citando ora, una famosa frase di Vin Diesel, da uno dei suoi film: “Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta, non mi importa di nient’altro…per quei dieci secondi sono libero”. Mi ripeto spesso che domani è un altro giorno, non importa cosa farò oggi, so solo che domani sarà diverso.

“Mh…Bill, che ore sono?”

Ah dimenticavo, ieri sera è successo di tutto. A fine corsa si sono tutti spostati in una discoteca li vicino, e Tom mi ha trascinata con lui. Di Vera non ho saputo più niente fino in discoteca, ma scommetto che è nell’altra stanza e che non è da sola. Tom si è ubriacato come una spugna e la serata è finita da schifo. Lo guardo che dorme come un bimbo, ma è sudato e puzza, forse dovrei svegliarlo.
Scendo da letto scostando le tende in modo che la luce entri nella stanza. Tom fa dei versi strani coprendosi la testa con il lenzuolo. Siamo a casa di Vera, ho portato Tom nella stanza degli ospiti, di certo non avrebbe potuto dormire con me e Vera, e lei era impegnata in altro.
I suoi genitori non ci sono e forse è meglio così, insomma sapere che la loro bambina, ha portato in casa un ragazzo e dio solo sa cosa ci ha fatto, non è una bella cosa. E poi, vogliamo parlare di Tom?
Saltello fino al letto buttandomici sopra, il materasso balla un po’, scosto il lenzuolo da Tom guardandolo amorevolmente. Odio le sdolcinatezze, ma lui in un certo senso ispira tutto ciò.

Hanna: Buon giorno, bell’addormentato! –Dico ad un Tom mezzo addormentato e rincoglionito al massimo. Mi viene da ridere.-
Tom: Dio che mal di testa! –Apre piano gli occhi- Cos’è è successo?!
Hanna: Ti avevo detto di non bere così tanto, ma tu non mi ascolti mai.

È così semplicemente…bello. Scosto un rasta dal suo viso, sembra apprezzare. Appoggia la sua mano sulla mia, stringendo non troppo le dita.

Hanna: Ti ho portato il caffè, devi berlo perché non accetterò un no. E devi farti una lunga doccia, perché caro il mio rasta-man, puzzi come un cane.
Tom: -Offeso- Questo sarebbe un complimento?!
Hanna: No, è solo un modo carino per dirti di lavarti!
Tom: La facciamo insieme? –I suoi occhi trasudano maliziosità da tutti i pori- Non sono sicuro di riuscire a reggermi in piedi.
Hanna: No, caro kaulitz, sono sicura che provvederai da solo, anche perché c’è la vasca in bagno. Quindi non dovrò reggerti.

Rido, notando che anche lui sorride. Mi giro su un fianco, reggendomi la testa con una mano. Guardo i suoi vestiti sulla sedia ripensando a stanotte. L’ho praticamente trascinato in casa, in camera e poi non so come a ficcarlo a letto. Ero un po’ indecisa se spogliarlo o meno, ma alla fine ho deciso di lasciarlo in boxer.

Tom: Ehy! Mi spieghi una cosa?
Hanna: Del tipo?!
Tom: Perché sono in mutande?!
Hanna: -Gonfio le guance- Beh, perché fa caldo e ti ho svestito. Ma non preoccuparti, non ho guardato niente. Tom: Peccato, avresti visto un vero uomo!
Hanna: Se qui c’è ne fosse uno, me ne accorgerei.

Tom incrocia le braccia dandomi le spalle, sbuffo ma non sono seccata, anzi tutt’altro. Mi metto seduta sporgendomi un po’ oltre lui, senza accorgermene Tom mi prende la vita e in men che non si dica mi ritrovo sotto di lui. Posizione ambigua eh, Kaulitz? Faccio l’errore di aprire le gambe che lui subito ci si fionda. Non perde tempo a farmi i raggi-x. Indosso un top corallo con scollo a v e un paio di slip del medesimo colore. Giuro che non avevo intenzione di fare colpo su di lui, è Tom che è un maiale.

Tom: Qualcuno si è svegliato…-Disse poggiando le labbra sul mio collo-
Hanna: Beh, allora rimettilo a nanna.
Tom: Forse ha bisogno di un aiutino, e anche il papà gradirebbe molto.
Hanna: Tom…-Esasperata-
Tom: Lasciami fare! –Dice strofinando il suo nasino contro il mio-

Si rimpossessa del mio collo marchiandolo a suo piacimento. Lascia una scia di baci fino alla scollatura, risalendo lentamente verso il mento. Con le labbra mi accarezza la guancia, fino alle labbra. Sento i bordi della maglietta alzarsi pericolosamente fino al seno. Quando Tom sente che io non faccio niente per fermarlo, mi sfila il top scoprendo che sotto non ho nulla, sorride compiaciuto fiondandosi sui miei seni. Mi mordo il labbro gemendo di piacere, ci sa fare con quella dannata bocca.
Con una mano lo massaggia succhiando il capezzolo già turgido, e l’altra…sospiro quando le sue dita entrano in contatto con la mia femminilità. Non controllo più il mio corpo, non so cosa sto facendo, so solo che mi ritrovo a baciargli quegli addorminali perfetti, con lui che mi tiene la testa.

Non ci credo sto per farlo…sto davvero per fare sesso con Kaulitz! Mi scende una lacrima al solo pensiero di ciò che sta per succedere. Non che io non voglia farlo con lui, è che…è complicato.

Invertiamo le posizioni, Tom è sotto di me sento benissimo il suo pene duro, ha lo sguardo languido incitandomi a levargli i boxer. Mi abbasso catturando le sue labbra, mi abbraccia carezzandomi la schiena nuda. Sta per sfilarmi gli splip quando…

Hanna: Cosa c’è? –Dico piano mettendomi a sedere-
Tom: Credo…di stare per vomitare…
Hanna: Cazzo no!!

In fretta mi infilo il top, tiro Tom verso il bagno il più in fretta possibile, non ho voglia di raccogliere il suo vomito. Tom si tocca la testa dolorante, deve fargli molto male. La sbornia non è ancora del tutto passata. Colpa sua, con Bill hanno fatto a gara a chi bevesse più drink senza vomitare. Quello scemo di Bill gli ha dato corda, e ora eccolo qui il sex-gott che dopo una notte da leone, si risveglia da coglione. Stamattina sono buona e vederlo in questo stato mi fa un po’ pena, ma ringrazio questo momento perché se lui non avesse vomitato, a quest’ora saremmo impegnati a fare altro. Sono ancora scossa, devo farmi anche io una doccia.

Hanna: Tom fatti una doccia, ti aspetto di sotto.

Raggiungo l’altro bagno prima che lui possa dire o fare qualcosa. È stato uno sbaglio quello che è successo in camera, anche se non abbiamo raggiunto quel punto, è stato come se l’avessi fatto.
Mi spoglio infilandomi nella doccia, sento i brividi lungo tutto il corpo. Io non posso fare l’amore con Tom, non posso commettere di nuovo lo stesso errore. Credo che resterò single a vita.


[…]


Tom: Ehy, grazie per il caffè e…beh tutto il resto.
Hanna: Figurati, lo faccio sempre per gli amici –Credo che abbia appena sorriso- ma sia chiaro e ritieniti fortunato, non tutti passano nel mio letto senza aver fatto niente!
Tom: -Abbassa lo sguardo- Per quello che è successo prima io…
Hanna: Tranquillo! Tutto dimenticato, eri ubriaco ti capisco.
Tom: Già, ubriaco… -Disse con tono piatto-

Mi giro a guardarlo, mi fa tenerezza e quasi mi tocca il cuore.

Tom: Vuoi avvelenarmi con quelle omlette??
Hanna: Se non vuoi mangiare, non farlo. –Mi fingo dispiaciuta- Ma feriresti i miei sentimenti.
Tom: Oh, povera piccola –Si avvicina- Posso farmi perdonare in qualche modo?
Hanna: Si, che c’è!

Mi giro mettendogli le uova e il bacon a pochi centimetri dal viso. Lui deglutisce guardandomi con sguardo da cucciolo.

Tom: -Guarda il piatto- Vuoi proprio che mangi?
Hanna: Tua madre dovrebbe insegnarti l’educazione.
Tom: E la tua, di non portare ragazzi nel tuo letto!
Hanna: Non pensavo che ti dispiacesse così tanto. Se vuoi puoi dire hai tuoi amici che l’abbiamo fatto –Per un attimo mi ritornano in mente le immagini di noi due- solo che io poi negherei tutto!

Tom: Astuta la ragazzina! –Comincia a mangiare le uova- Commestibile.
Hanna: Ma dai.
Tom: Scusa, ma Bill?
Hanna: Oh, credo che lui invece, non sia andato in bianco!
Tom: Tom Kaulitz, non ha mai fatto cilecca!
Hanna: Mai dire mai, tesoro.

Mi avvio verso le scale superando Tom che mi fissa il culo coperto solo da mutandine un po’ strette dietro, e un top un po’ trasparente che lascia intravedere i capezzoli. L’avrò provocato? Ma cristo non era mia intenzione. Ridacchio un po’, guardando lui con una mano sul cavallo dei pantaloni.

Tom: Provocatrice!!
Hanna: Maniaco!
Tom: Ti faccio compagnia? –Sorride malizioso-
Hanna: Scordatelo, finisci il piatto piuttosto.
Tom: Si, mammina…
Hanna: Idiota!

Passo accanto alla camera da letto di Vera, c’è un silenzio tombale oltre la porta. Sarà meglio che vada a vestirmi, credo che tra non molto si sveglieranno quei due.

Vera: Ehy, ora puoi uscire –Attimo di silenzio- Bill, ci sei?!
Bill: -Un po’ impacciato- Ehm, si…i tuoi sono in casa?
Vera: No…almeno non credo…
Bill: Perfetto –Si guarda intorno- Senti io…
Vera: Non devi dire niente, ok? È tutto apposto!
Bill: No, non è tutto apposto…e lo sai!
Vera: Bill, le cose sono diverse da come erano… –Bill si avvicina circondandole i fianchi- prima!

Vera indietreggia fino a toccare il muro, sospira mordendosi l’angolo del labbro. Colpa di Bill, le sue mani si spostano su e giù sulla schiena della mora.

Bill: Non devi pensare nemmeno per un secondo che è stato uno sbaglio, ok?
Vera: Il pensiero di ciò non ha sfiorato, la mia mente.
Bill: -Sorride- Bene, perché come dice Tom…questa non sarà l’ultima volta!

La mora lo spinge via dandogli un innocente pugno sul braccio. Bill fa finta di sentire dolore, massaggiandosi la parte colpita.

Vera: Ora penso che tu debba andare! Disse spingendolo fuori dalla camera da letto. Bill ridacchia scendendo in salotto.
Bill: Mi stai cacciando?
Vera: Pensavo che non volessi farti vedere qui!
Bill: Mi sbagliavo…

All’improvviso i due sentono un tonfo in corridoio. Vera si affaccia e vede sua mamma avvolta nel tappeto che si massaggia il sedere. La aiuta ad alzarsi portandola sul divano in soggiorno.

Vera: Mamma tutto apposto?
Susan: Dobbiamo buttarlo quel tappeto, anche tuo padre ci inciampa spesso!
Vera: Io te lo dicevo spesso.

Vera si guarda intorno, di Bill nessuna traccia, quando però nota che il moro si è nascosto dietro una pianta, le viene da ridere. A volte Bill, sa essere così buffo.

Susan: Tesoro, forse sarà stata la botta…ma non ricordo di aver comprato quella pianta così strana.

Madre e figlia si guardano. Non si può più tornare indietro, per cui a Bill tocca uscire dal suo ambiguo nascondiglio. Susan felice di vedere che è Bill, si alza dal divano buttandosi letteralmente tra le sue braccia.

Susan: Bill!! –Prima lo stritola- Da quanto tempo tesoro mio –Lo squadra- mio dio, sei ventato un gran bel pezzo di giovanotto. –E infine gli da un buffetto sulla guancia- scommetto che molte ragazze vorrebbero saltarti addosso, vero?
Bill: Ehm…-In evidente imbarazzo- immagino di si!
Susan: Ho visto le news su internet, e quella che mi piace di più è il tuo look al party Nivea!
Bill: Ma dai…sul serio?!
Susan: Certo! Sai che non ti mentirei mai! Anche Tom era…sexy! A proposito dov’è?
Vera: Credo di averlo visto in cucina con Hanna, probabile che sia con lei!
Susan: Allora andiamo, non vedo l’ora di abbracciarlo!

Susan e Bill continuano a chiacchierare, Vera dietro di loro silenziosa li segue. L’ultima volta che il moro è entrato in casa loro, risale a poco prima del tour, e a qualche anno fa.

Susan: Bill, vero che ti fermi a cena?
Bill: Credo di dover tornare a casa, mamma sarà in pensiero!
Susan: No, Bill…dai la chiamiamo dopo…-Congiunge le mani a mo di preghiera- Ti prego, è da tantissimo tempo che non ti fermi qui.
Bill: Lo so, ma non credo sia il caso, ma grazie dell’invito.
Susan: Ok, se proprio non vuoi…

Susan abbassa di poco il capo, Bill sospira sa che non può resistere a quegli occhioni dolci di Susan. Anche sua figlia ha usato questo trucchetto con il moro, e Bill si addolcisce non potendo dire di no.

Bill: -Sbuffa, ma felice- Va bene, resto. Ma sia chiaro, sei tremenda con quello sguardo!

Susan batte le mani abbracciando contemporaneamente sia Bill che Vera. Intanto in cucina i tre trovano Tom e me, che battibecchiamo. Tom continua a insultare la mia cucina, eppure nonostante ciò, continua a mangiare tutto.

Hanna: Ehy, buongiorno –Guardo i tre sulla soglia della cucina- Su sedetevi, ci sono tante cose buone.
Tom: Non mangiate, -Disse con un risolino- potreste morire!
Hanna: Kaulitz, smettila!
Bill: Tom, non è educato…io voglio provare!
Hanna: Bill, ti voglio bene, tu si che sei un gentiluomo, in confronto a tuo fratello!
Tom: Se, se…Bill lo fa apposta, solo perché non vuole offenderti!
Bill: Tom, se non ti piace…perché continui a mangiare?
Tom: Ehm…?

Noi ridiamo mentre treccina arrossisce incrociando le braccia offeso, almeno credo.

Hanna: Oh, ma che carino…il Kaulitz tutto rosso!

Mi viene voglia di fargli cioppi, cioppi su quelle guanciotte.

Tom: Fottiti, stronza! –Sputò acido-
Susan: Tom, modera il linguaggio! –Disse rimproveralndolo-
Tom: Scusa, Susan.

Guardo Vera, è un po’ silenziosa e anche Bill è di poche chiacchiere. Guardo lei che a sua volta guarda me, lei mimo qualcosa guardando Bill. Lei subito arrossisce, e allora capisco lor,o hanno fatto sesso stanotte. Ed è palese che non hanno parlato di niente, o che forse non c’è stato il momento giusto per farlo.

Susan: Ragazzi, dovrei sapere qualcosa?
Vera: Di che tipo?
Susan: Beh, vi lascio andare ad una festa –Indica me e Vera- torno il giorno dopo, e mi ritrovo i gemelli in casa. Mi sa che qualcosa c’è stato tra voi, no?
Hanna: Non proprio, tra me e Tom non c’è stato niente!

Susan guarda la figlia, e anche lei capisce quando la vede abbassare gli occhi e evitare il suo sguardo.

Hanna: Tom allontanati da quelle frittelle, e andiamo in soggiorno.
Tom: -Contrariato- Non ho ancora finito.
Hanna: Finirai dopo…
Tom: Dopo si freddano! –Disse con ovvietà-

Mi tolgo il grembiule, prendo treccina sotto braccio trascinandolo con forza in soggiorno. Se Bill e Vera hanno fatto quello che penso, allora probabilmente hanno bisogno di parlarsi, e con noi intorno di certo non possono farlo.

Hanna: Susan, l’invito era anche per te! Non costringermi a venire li e prenderti!
Susan: Oh, come amo quella ragazza –Disse con gli occhi luccicosi- Arrivo!! –Urla dalla cucina-

Bill e Vera si guardano per un attimo ridacchiando. Restano soli, e il moro decise di fare la sua mossa, si avvicina alla ragazza prendendo una mano tra le sue.

Vera: Bill…
Bill: Non facciamo come Tom e Hanna.


*Tom Und Hanna*


Ho trascinato Susan e Tom in soggiorno, spero che quei due si diano una mossa e che concludano qualcosa. In cucina sembravano un po’ tesi.

Susan: Allora…Voi avete fatto…beh…Disse guardando entrambi.
Hanna: Tranquilla non è successo niente tra noi.

Mi sistemo meglio sul divano accanto a Tom.

Hanna: Eravamo tutti un po’ brilli da ieri sera, siamo venute qui con i ragazzi perché credevamo che passata la sbornia sarebbe stato tutto normale. Non era programmato…forse che Bill e Vera ci dessero dentro come conigli, ma…sono felice per lei.
Susan: E tu?
Hanna: Io cosa?
Susan: Non c’è proprio niente che vi lega?

Io e Tom ci guardiamo, non so cosa dire e lui non parla, ma noto che Susan sorride. Non è come pensi Susan.

Susan: Beh, di mia figlia e di Bill…sapevo che sarebbe successo prima o poi. Ho sempre sperato in una loro riconciliazione.
Tom: Bill è un romanticone, l’avrà sicuramente conquistata con qualche parolina dolce.
Hanna: Almeno lui non pensa sempre a scopare come fai tu.
Susan: Tom, credevo che crescendo un po’, fossi maturato. –Disse puntandogli l’indice contro-
Tom: Mi dispiace Susan –Faccetta d’angelo- Però lo sai come sono.

Sbuffo, è il solito stronzo. Mi fa incazzare il suo comportamente con il genere femminile. Non è gelosia la mia, non mi importa niente delle sue amate groupies, la cosa che mi fa arrabbiare è che lui è un menefreghista del cazzo.
Mi fa vomitare il fatto che io potrei essere una di quelle che gli corrono dietro. Una fan che non perderebbe tempo a strapparsi i capelli solo per un suo sguardo.

Hanna: Tom sei uno schifoso malato di figa!
Tom: Però ti attizzo bimba.
Susan: Non ti piace Tom?! –Guardando me-
Hanna: Che sia un bel ragazzo è palese –Noto lui che si pavoneggia- Se non provassi un minimo di attrazione probabilmente sarei tipo che so…lesbica o che so io…il problema è che non mi piace come si comporta!
Tom: Di sopra però ci stavamo divertendo! –Disse leccandosi il piercing-
Hanna: Fottiti Kaulitz!
Tom: Sarei felicissimo se fossi tu a farlo!

Ed ecco quello sguardo malizioso. Ora lo prendo a sberle. Sto per fiondarmi su di lui quando Susan ci divide. Prende una penna e un taqquino e si sdraia su una poltrona di fronte a noi.

Susan: Ragazzi, dobbiamo fare un discorsetto. Noi tre!
Tom: Tipo psicologo e paziente?!
Susan: In un certo senso Tom!
Tom: Interessante!

Mi guarda mordendosi il labbro. Se non gli tiro un ceffone va a finire che mi incazzerò seriamente, però…lo guardo di sfuggita, cazzo se è sexy. Ok, basta con pensieri osceni se non poi pensa che mi interessa.


*Bill Und Vera*


Vera: Bill guarda che se sei preoccupato per quello che è successo questa notte, non devi preoccuparti!
Bill: Che vuoi dire?!
Vera: So che è stato importante, ma so anche che non devo farmi illusioni.
Bill: Io ci tengo a te, lo sai vero?
Vera: Si, che lo so ed…è lo stesso per me.

Bill sorride, fa per avvicinarsi. Vera è appoggiata con la schiena al lavello, lui la intrappola al mobile impedendole ogni possibile via di fuga.

Vera: Cosa hai voluto dire prima?!
Bill: Prima quando…?
Vera: Quando hai detto, che non vuoi essere come Tom e Hanna!
Bill: Si, perché loro sono due stupidi orgogliosi. Io e te invece siamo diversi.
Vera: Bill tu credi?
Bill: Non lo credo, io lo so! Hanna e mio fratello, è chiaro come il sole che si piacciono, e che potrebbe nascere una storia tra loro. Ma sai anche che Tom è una testa di cazzo e che Hanna…probabilmente le sarà successo qualcosa, perciò magari non vuole impegnarsi con lui.
Vera: In effetti…
Bill: Non voglio mentirti, in tour ho avuto altre ragazze, non molte come Tom ma…
Vera: Bill, io non voglio saperlo! –O forse si?-
Bill: Te lo dirò lo stesso! –Prende fiato- Erano solo un passatempo, ma quello che c’è stato tra noi, è ben diverso. Non era sesso prima e non lo è stato stanotte.

La mora guarda altrove ma non lui. Non può credere alle sue orecchie.
Bill è innamorato di lei?
Vera ha paura, che un giorno ripartirà e dovranno “lasciarsi” ancora.
È giusto impegnarsi in qualcosa che prima o poi sai che potrà finire?

Vera: Io…non so cosa dire…
Bill: -Avvicina la bocca alle sue labbra- Non devi dire niente, devi solo fidarti di me.
Vera: …?
Bill: Non sarà come l’ultima volta. Questa volta sarà diverso. Tu mi piaci e so che anche io ti piaccio.
Vera: Questo è vero, sarei pazza se non mi piacessi. –Accennò un piccolo sorriso-
Bill: Allora? Che dici?
Vera: Cosa vuoi sentirmi dire Kaulitz?
Bill: Vuoi rischiare? Sei pronta per farlo?
Vera: Prontissima!

E in un attimo le loro labbra si congiungono in un lungo bacio. Vera stringe Bill che a sua volta stringe lei. La mora spera in cuor suo che Bill non la stia prendendo in giro. Sarebbe troppo da sopportare, parlare di amore è troppo presto ma sa che è Bill che vuole. E Bill, è lo stesso?


*Tom Und Hanna*


Susan: Costatato che non è odio quello che provate per l’altro –Guarda me- direi più che altro, anzi in realtà è attrazione fisica!
Tom: Nessuno può resistermi…
Hanna: Stai dicendo che mi sentirò meglio se io e lui scopassimo?! –Mi sto incazzando-
Susan: Non intendevo esattamente questo, hai travisato le mie parole.
Hanna: -Sbuffo incrociando le braccia- Io non odio Kaulitz, solo…non impazzisco per il suo modo di fare. Non lo approvo, tutto qui!
Susan: Cosa non ti piace di lui?
Hanna: Che tratta le donne come suoi tappetini personali, che una volta usati…-Lo fisso- li getta via, come spazzatura.
Tom: Io non faccio questo –Lo guardo scettica- Non è colpa mia se le ragazze vogliono saltarmi addosso!
Hanna: Ma non fai niente per evitarlo!
Tom: Quando diventerò gay, probabilmente forse lo farò!
Susan: -Sorride- Interessante!

Io e Tom sbuffiamo, che situazione imbarazzante. Sembra di stare in uno studio di uno psicologo, io e Tom sul divanetto e lei di fronte a noi con un paio di occhiali sul naso, che prende appunti su un taccuino. Mi viene da pensare, che sembriamo una coppia in crisi che è ricorsa ad una persona per risolvere i soliti problemi coniugali.

Hanna: Diagnosi?! –Dico con un risolino-
Susan: Il vostro problema si basa sul sesso!
Tom: Il mio pane quotidiano –Disse con una vena di maliziosità-
Hanna: Non scherzare Susan –Indico Tom- Poi potrebbe crederci!
Tom: Vuoi che ti rammenti che cosa stavamo per fare di sopra?
Hanna: Sono felice che tu ti sia fermato! –Aggiungo- Quello non è stato niente!
Tom: Se non avessi vomitato, a quest’ora dalla tua bocca sarebbero uscite tali parole “Oh, Tom…sii Tom, continua…mhh” -Sorrise-

Prendo un cuscino e lo lancio in faccia a treccina. Stronzo, odio che mi rinfaccia una cosa che per fortuna non è successa.

Susan: Hanna, perché non vuoi andare a letto con Tom?! –Disse di punto in bianco-

Questa domanda mi spiazza. Smetto di lanciare cose a Tom, rintanandomi in un misero angolino del divano. Entrambi notano la mia reazione. In realtà non so spiegare bene cosa mi blocca dal farlo con Tom, lui è bellissimo e sexy e in questi giorni, settimane mi sta quasi simpatico. Ma fare l’amore? Io ritengo che lo si debba fare quando ami davvero qualcuno, e non solo per scaricare i nervi. Ma qual è davvero il mio problema?!

Hanna: Io non posso fare sesso con Tom! –Dico sussurrando- Non voglio spiegarti il motivo, è una storia lunga e…ed è la mia vita, cerca di capire.

Nessuno dei due parla. È meglio così, il sesso complicherebbe solo di più le cose, come se non fossero già abbastanza disordinate. Tom tace abbassando di tanto in tanto la testa, Susan scrive non so cosa su quello stupido quadernino. Nota con la coda dell’occhio Bill e Vera che ridacchiano in cucina, loro si che sono felici, non come me. Un po’ li invidio, avrei voluto che la mia storia fosse stata sincera e pura, ma si sa desiderare la felicità è il desiderio più difficile da realizzare.


[…]


Hanna: Mi devi un favore!

Accompagno Tom alla porta, mamma Simone sarà preoccupata per lui, un po’ come Gabrielle suppongo. Immagino stia sclerando, ma spero comunque che non la faccia tanto tragica per un piccolo ritardo.

Tom: Per cosa?
Hanna: Per non averti lasciato al locale per prima cosa.
Tom: Ah, già…-cambiando discorso- Dimmi una cosa, non è il ragazzo che accompagna la ragazza alla porta?
Hanna: Si, ma ho deciso di invertire i ruoli.

Tom scoppia a ridere contagiando anche me. La sua mano mi sfiora la guancia, chiudo appena gli occhi beandomi di questo momento. Credo di essere stata un po’ troppo cattiva con lui.

Tom: A cosa pensi? –Dice con voce candida-
Hanna: Forse ti ho giudicato un po’ male…

Ora la sua mano si sposta sul mio fianco facendo compagnia all’altra, mi accarezzano entrambe, avvicinandoci.

Tom: Oh, davvero? E a cosa devo questo?
Hanna: Andiamo, sai cosa voglio dire!
Tom: Si, ma io voglio sentirlo da te! Devi dirmi “Scusami Tom, non volevo essere spregevole con te. Ti ho giudicato male e me ne pento. Come posso farmi perdonare?” –Fa la faccia da angioletto-
Hanna: Non pensi di star esagerando un po’?
Tom: Mi piaci, e ho smesso di pensare a te come oggetto sessuale da molto tempo!
Hanna: Tom! –Gli tiro una leggera sberla- Mi fa piacere sapere che per te sono un oggetto!

Mi allontano da lui uscendo in strada, Bill che mi guarda dalla finestra non capisce la mia “fuga” ma immagina sia colpa di suo fratello. Questa Kaulitz, non me la doveva proprio dire, e io scema che pensavo fosse una bella persona.

Tom: Dai aspetta –Mi tira il braccio- Non intendevo quello e lo sai, lasciami spiegare!
Hanna: Spiegare cosa?!

Mi giro, siamo in strada e non mi importa se urleremo, perché sto seriamente cominciando ad incazzarmi. Ci mancava poco che mi desse della puttana.

Hanna: Pensi di riuscire a parlare prima che faccia giorno?
Tom: Gattina scusami per prima –Sorride- Intendevo dire che dopo un attenta riflessione, non mi importa più di andare a letto con te – Lo guardo un po’ male- Insomma non ti farò pressioni, aspetterò che sia tu a chiedermelo!
Hanna: Ma davvero?! –Lui annuisce- Beh, Tom…vorrà dire, che aspetterai molto a lungo!
Tom: -Si avvicina- Meno di quanto credi bimba!
Hanna: Perché ci tieni tanto? Perché io?
Tom: Non lo so…all’inizio ammetto che eri solo una specie di sfida. Insomma nessuna ragazza mi ha mai detto di no, prima di te. Sei l’unica che non cede alle mie avance.
Hanna: Sono l’unica sana di mente.
Tom: -Il suo sorriso si allarga- per questo ho smesso di cercare di portarti a letto. Mi arrendo, ho capito che con te il mio fascino non funziona.
Hanna: Ti rendi conto di quello che hai appena detto?
Tom: Si, ma non dirlo a nessuno, altrimenti ti ammazzo. Ho la mia reputazione!
Hanna: Che paura che mi fai, Kaulitz!

Devo ricredermi su di lui. Ha appena ammesso la sua sconfitta.
Sarò matta però un po’ mi dispiace perché anche se è assillante, mi piaceva avere le sue attenzioni.
Lo so è un nonsense, ma cosa ci posso fare? Una volta che entri nell’universo Kaulitz non riesci più a trovare vie di fuga. A volte quasi lo odio e vorrei che sparisse e altre volte invece mi piace averlo intorno. Sentire quella sensazione di non essere soli, sapere che in un modo o nell’altro c’è. Mi scalda il cuore, mi sento a casa finalmente.

Hanna: Grazie Tom! -Ammicco intrecciando le mani dietro la schiena-
Tom: Per cosa? –Disse leggermente confuso, grattandosi un orecchio-
Hanna: Per esserci…credo!

In un primo momento non risponde, continua a grattarsi alzando di tanto un sopracciglio. Io più imbarazzata di lui, credo anche di essere arrossita. Ma sono contenta che sia notte, cosicché il rossore sulle mie guancie si noti pochissimo.

Hanna: Buona notte, Tom!
Tom: Ehy, non così in fretta, non puoi andartene –Si avvicina- non mi hai ancora dato il bacio della buona notte!
Hanna: Cos’è che hai detto prima?!
Tom: Dai… -Congiunge le mani a mo di preghiera- senza secondi fini, giuro! –Mano sul petto-

Lo guardo un po’ indecisa. Davvero è senza secondi fini? E poi, infondo è solo un bacino, no?

Tom: Sto aspettando!! –Dice tamburellando un dito sulle labbra-

Mi viene da ridere, mi avvicino lentamente, lui allarga le braccia come si fa quando si vuole abbracciare un bambino. Siamo fronte contro fronte. Le sue mani lente risalgono lungo la stoffa del vestito. Sento chiaramente, i calli duri provocarmi brividi in tutto il corpo. Le mie mani tenute fino a poco lungo i fianchi, vanno ad intrecciarsi dietro il collo di Tom accarezzandolo. I suoi meravigliosi occhi nocciola sono riflessi nei miei azzurri, come specchi. Devo ammetterlo 10, 100, 1000 volte se necessario, ma Tom è dannatamente affascinante. Non resisto a lungo, la sua mano mi accarezza i capelli, spingendomi ad accogliere le sue labbra. Appena si sfiorano sento come se avessi toccato la corrente, schiudo le labbra accogliendo la sua lingua. Ci gioco, prendo il piercing tra i denti tirandolo leggermente.
Mi ritrovo a succhiare e mordicchiare le labbra di Tom. Sono così invitanti e sexy, lui non fa una piega, anzi sembra apprezzare.
Ci spostiamo contro la sua macchina, sbatto contro una delle porte. Le mani di Tom, sono strette hai miei fianchi, lentamente tirano su i lembi del vestito.

Ma come succede quasi sempre, una suoneria disturba il nostro “momento pomicioso”…ma non doveva essere solo un bacino?
Appunto…sapevo di non dovermi fidare di Kaulitz!

Hanna: È Gabrielle… -Sussurro con le labbra rosse e gonfie-
Tom: È la mia mammina –ci guardiamo- se non entro subito, è capace di mettermi in punizione.

Ridacchio in fretta prendo le mie cose e mi affretto a raggiungere casa. Noto Tom ancora fermo sul vialetto di casa, sono scappata prima che si creasse un momento imbarazzante, fatto di un lungo silenzio. Nessuno dei due avrebbe spiaccicato mezza parola, e in poche parole ho evitato una situazione estremamente imbarazzante.


[...]


Zia: Alla buon ora!

Entro in casa cercando di fare il minimo rumore, quando la sua voce mi spaventa. Il soggiorno è illuminato solo da una lampada posta vicino al divano, Gabrielle è illuminata di poco. Sembra un serial killer pronto a farti fuori alla prima occasione.

Zia: Potevi avvisarmi che avresti ritardato! –Il suo tono è alterato- Ero preoccupata, non pensi minimamente a come mi sono sentita non vedendoti rientrare?
Hanna: Scusami, ti racconterò tutto domani. Sono un po’ stanca, e vorrei andare a dormire.
Zia: Non farlo più, non sapevo dov’eri…hanno inventato i cellulari e la prossima volta degnati di una chiamata, signorina!

Il suo tono è troppo calmo, se voleva farmi una strigliata, non ci è riuscita. Mi nasconde qualcosa, lo so per certo, lo sento più che altro. Cosa vuoi dirmi, eh Gabrielle?

Zia: Alla fine del mese viene a trovarti tua madre!

Faccio per salire le scale, ma sentendo quelle parole mi blocco. Sgrano gli occhi, credo che se non mi fossi retta al corrimano, probabilmente mi ritroverei distesa sul pavimento.

Hanna: Perché viene?! –Dico quasi urlando- Gli hai detto tu di venire?!
Zia: Non aggredirmi, certo che no. È una sua iniziativa!
Hanna: Deve esserci un motivo, non si è mai preoccupata per me.
Zia: Ha solo detto che vuole vedere il posto in cui vivi.
Hanna: Ah, ma bene, quindi non posso fare niente, giusto?
Zia: Cosa vuoi che ti dica? –Si alza venendomi incontro- Non sono io che decido della tua vita. Posso insegnarti cosa è giusto e cosa è sbagliato, il resto resta a te. Per ora è lei che decide.
Hanna: Ancora per poco!
Zia: Che vuoi dire?!
Hanna: Che ancora per poco può comandarmi come vuole!
Zia: Non odiarla…è pur sempre la tua mamma! –Un velo di tristezza la colpì-
Hanna: Io non la sento mia, scusa Gabrielle ma non sento niente per lei. –Ha lo sguardo basso- Non so spiegarlo bene, ma si dovrebbe avere un bel rapporto con la propria mamma, si dovrebbe essere come amiche. Invece io e lei, non siamo questo, non riesco a sentire niente che possa unirci.
Zia: Mi dispiace che pensi questo…in realtà… -Si morde nervosa la bocca-
Hanna: Tu mi nascondi qualcosa –La guardo- e non è per l’arrivo di tua sorella, parla Gabrielle!!
Zia: Non posso Hanna, un giorno capirai –Fa per andare in camera- Non è compito mio dirtelo!

Ma dirmi cosa? Gabrielle perché scappi via come se fossi colpevole di qualcosa? Non riesco ad interpretare la sua espressione di poco fa, sembrava turbata da qualcosa. In più l’arrivo di mia madre complica le cose, io non la voglio qui…non sono pronta a vederla. So già che saranno giorni di inferno, perché proprio quando sembra di aver trovato la pace lei deve trasformare il mio paradiso in un inferno?! Con questi pensieri mi addormento, spero che domani andrà meglio.

  
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