Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    28/08/2013    0 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Sahandhakara

“ È  l’ora notturna in cui affascinano le malie,  quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno soffia il suo contagio sul mondo.
Ora potrei bere sangue caldo.” 
-Shakespeare “Hamlet”-


Le gambe forti e scattanti di Notte superavano ad una velocità straordinaria le distese di sabbia rossa, allontanandoci sempre più dalle possenti mura del Pandemonio.
Il cielo, da quando sei anni fa avevo deciso di rimanere per sempre con Satan, era pieno di stelle e che illuminavano le curve sinuose delle dune e giocavano con il mantello lucido di Notte. Erano le costellazioni del mondo umano, con la differenza che quella del “Drago”, passante in mezzo alle due orse, era la più luminosa e vicina.
- Notte, rallenta, non sei nelle condizioni adatte per correre, tra poco avrai un puledro! - la rimproverai tirando le redini e spostando il peso del busto all’indietro. Le diedi un buffetto sul collo scuro, che lei non parve gradire.
Scosse la criniera d’ebano e mi si rivolse con la sua voce cavernosa e sprezzante.
- Noi Destrieri delle Tenebre non siamo come i ronzini che avete nel mondo umano! Possiamo correre per mesi alla velocità del vento senza mai fermarci e siamo le uniche creature a conoscere l’esatta collocazione delle città-castello infernali -
- Mi vuoi dire che nemmeno Satan sa dove si trova esattamente il Pandemonio?- chiesi decisamente poco propensa a crederci.
- Esattamente: l’unico modo per un demone di raggiungere una fortezza è chiedere al signore del castello d’inviare il proprio destriero. E’ un modo per evitare gli attacchi -
- Non lo sapevo … -
- Non mi stupisce marmocchia umana -
- Ma sta zitta vecchia bistecca parlante! -
All’improvviso Notte scartò bruscamente, ed io che non me lo aspettavo, le finii sul collo e per non cadere le afferrai la criniera.
 - Volevi farmi finire con la faccia per terra, non è così!? - le ringhiai tirandomi su.
- Decisamente, ma non è per questo che mi sono fermata. Dobbiamo tornare indietro, siamo troppo vicine allo Stige -
- Vicino al territorio di Baal?-
- Sì, è meglio se ci allontaniamo - e così dicendo si volta e comincia a trottare nella direzione opposta.
Ad un certo punto però una sorta di miagolio disperato trapassa l’aria e vedo le orecchie nere di Notte girare all’indietro, là dove il suono proveniva.
- Mi è sembrato qualcuno ferito … -
- Non sono affari nostri - dice la cavalla continuando a trottare - Se è ferito se lo mangeranno le furie -
- Cosa!? Non possiamo lasciarlo - dico tirando una redine affinché girasse - Almeno andiamo a vedere -
La cavalla sbuffò contrariata, tanto che vidi del fumo uscire dalle sue narici, ma comunque si voltò e trottò in direzione del suono che intanto si faceva sempre più alto e straziante.
Spronai Notte ad andare più veloce stringendo le gambe e lei partì al galoppo leggero.
Salimmo su una duna di sabbia abbastanza alta e da lì vidi chi stava emettendo quel suono: nell’altra sponda dello Stige vi era una piccola creatura pelosa biancastra, molto simile ad un gatto, che si lagnava e piangeva. Guardando meglio vidi che si trascinava le zampe posteriori ed era completamente sporco di sangue.
- Notte, riusciresti ad attraversare il fiume con un balzo?- dissi fissando le acqua nere e impetuose delle Stige, le quali erano impossibile d’attraversare con un imbarcazione, anche perché erano estremamente corrosive e se per disgrazia qualcuno ci finisse dentro in pochi secondi di lui non ne sarebbero rimaste neppure le ossa. In più Satan mi aveva detto che pullulava di sirene e altri demoni marini che erano noti per la loro grande passione per la carne umana.
- Ho attraversato lo stretto di Gibilterra, quello di Panama e il Gran Chenion senza problemi -
- Perfetto, allora vedi di spicciarti quel gatto sta morendo -
- Il mio signore mi ammazzerà se scopre che ti ho portata dall’altra parte dello Stige - mi dice con tono irremovibile.
- Ti giuro che non glielo dirò - la rassicuro io.
- Potrebbe essere una trappola - ripete lei sbattendo nervosamente uno zoccolo per terra.
- Andiamo Notte, sei il cavallo più veloce che esista, riesci a superare gli aerei in volo e hai paura di non riuscire a fuggire se un gatto t’insegue? - la punzecchio io. Se c’è una cosa che ho capito in tutti questi anni con Satan è che i demoni sono dei malati d’orgoglio e qualsiasi ingerenza sulle loro capacità o diritti acquisiti li mandano fuori di testa, quasi quanto le lusinghe e le lodi.
- Non ho paura di non riuscire a seminare un gatto!- dice lei irata con un suono che è a metà fra un nitrito e un ruggito.
- Siamo proprio sicure?-
Ed ecco che sento un potente vuoto d’aria. Notte spicca un volo impossibile per qualsiasi creatura priva di ali, attraversando il fiume, il cui letto è largo circa una settantina di metri.
Lancio un grido terrorizzato e mi tengo stretta al suo collo.
Quando atterra tremo talmente forte che non riesco a lasciarla andare.
- Porca troia … - è l’unica cosa che riesco a dire.
- Sì, lo so - risponde lei scuotendo la criniera con fare civettuolo e sollevando la coda come una bandiera.
Scesi dalla sella che stavo ancora tremando e mi diressi piano verso il gatto.
Come mi vide miagolò spaventato e soffiò per mandarmi via.
- Stai tranquillo, non ti faccio nulla - dissi accarezzandogli la testolina bianca mentre lui lasciava da parte l’ostilità mi faceva le fusa.
Lo presi in braccio e all'inizio sembrava non pesasse più di due chili. Fu troppo tardi quando mi resi conto che il suo peso aumentava sempre più e che si stava trasformando tra le mie braccia.
Divenne sempre più grande. Il suo pelo biancastro scomparve divenendo una pelle chiarissima. La coda scomparve, gli artigli si allungarono e da quadrupede divenne bipede.
Caddi a terra sotto il suo peso. Quando mi girai nuovamente a guardarlo vidi un uomo dai capelli nerissimi, gli occhi completamente bianchi eccetto la pupilla nera, insondabili e spaventosamente malvagi e un viso angelico sulle cui labbra era dipinto un sorriso diabolico.
- Ma guarda un po’ cosa abbiamo qua: la donna umana che vive nel palazzo dell’Imperatore delle Tenebre. In tutto l’inferno non si parla d’altro che di te …- disse scrutandomi con i suoi occhi privi di anima e tenendomi i polsi inchiodati a terra.
- Se ti togli di dosso ti faccio l’autografo - gli dissi io sorridendo sprezzante, mentre tentavo di divincolarmi da sotto di lui.
Rise e rovesciò la testa all'indietro. Aveva una risata sensuale e malvagia, molto simile a quella di Satan.
- Sei anche spiritosa - disse lui continuando a sorridere. Il suo volto era talmente vicino al mio che ne sentivo il fiato ardente - Illuminami ragazzina: Satan non ti ha detto di non oltrepassare i confini del suo territorio? - chiese alzandosi da terra e permettendomi finalmente di fare altrettanto.
- Appunto per questo è meglio che me ne vada … insomma, ho visto che tu stai abbastanza bene quindi … ciao! - e così dicendo gli voltai le spalle e scuotendomi la sabbia di dosso mi diressi là dove avevo lasciato Notte.
- Non così in fretta, tesoro - disse afferrandomi con una stretta d’acciaio il polso - Sei entrata nel mio territorio senza il mio permesso, devi pagarla per questo - disse con voce strascicata e maliziosa tirandomi a sé.
- M-mi dispiace di essere entrata nel tuo territorio … giuro che appena tornerò al Pandemonio farò cenno a Satan della mia intrusione e gli dirò di risarcirti per il … disagio subito …- Ero certa che stesse fiutando la mia paura e proprio per questo cercai di calmarmi: non c’è niente che eccitasse un demone più di una preda spaventata che tenta di scappare.
- L’unica cosa che potrà risarcirmi per tutti questi anni passati nell’ombra ed eseguire i suoi ordini ed seguire le sue regole è il trono su cui siede. Qui all’inferno non importano i legami di sangue: il più forte comanda sui più deboli e lui ha sempre avuto un cuore debole, non è mai riuscito a lasciarsi alle spalle il suo passato da angelo. Ho visto che saresti venuta, che ti saresti allontanata da lui ed io ero qui ad aspettarti. Questa è la volta buona che venga finalmente deposto e tu sarai il mezzo perfetto affinché ciò avvenga -
A quelle parole mi si congelò il sangue nelle vene.
- T-tu sei Baal … -
- Non sei molto perspicace, credevo che l’avessi capito già da molto prima -
-Non osare toccarla! - nitrì minacciosa Notte caricando a testa bassa Baal ad un galoppo furioso, mentre una colonna di fuoco esplodeva tra le sue fauci e la inviava contro il principe infernale che con un solo gesto la deviò.
Lo sentii ringhiare dei suoni articolati sotto voce e nello stesso momento le gambe anteriori di Notte si troncarono producendo il suono di un ramo che ci spezza, e la cavalla finì distesa sulla sabbia in una pozza di sangue scuro. Poi una sfera oscura fluttuò contro di lei, ma prima che la toccasse alzai uno scudo che l’assorbì.
- Sai usare la magia … notevole per un’umana. Peccato che non basterà per salvarti -
Un’improvvisa corrente d’energia mi sbalzò in aria, facendomi fare un volo di tre metri e finendo addosso alla cavalla che nitrì debolmente.
 Mi alzai a sedere e prima di venir nuovamente presa di mira sussurrai alcune parole in lingua angelica. Immediatamente le gambe della cavalla si risaldarono e seppure malmessa, riuscì a rialzarsi.
- Vai via Notte! Corri fino al Pandemonio ed avvisa Satan!- sussurrai nel suo orecchio affinché Baal non mi sentisse.
- Non ti posso lasciare qui - sentenziò la cavalla.
- Non oserà uccidermi, gli servo da esca ed un’esca morta non è di alcuna utilità -
Notte non mi ascoltò, si piazzò davanti a me facendomi scudo con il suo grande corpo nero. Appena Baal fece cenno di avvicinarsi lei lanciò un nitrito tremendo e s’impennò in tutta la sua altezza, esponendo agli attacchi il suo ventre rigonfio.
- Notte, devi andare via! Se non vuoi farlo per me almeno fallo per il tuo puledro! -
Le mie parole parvero produrre l’effetto desiderato perché la cavalla si voltò e mi guardò intensamente con i suoi occhi di fuoco, grandi e nobili.
- Vai - le ordinai e prima che riuscisse ad aggiungere altro le diedi una forte pacca sulla groppa e lei di riflesso schizzò via ed io la guardai allontanarsi. In meno di cinque secondi era già scomparsa.
Mi voltai verso Baal. Strinsi i pugni e sollevai il mento, tentando di ostentare una sicurezza che non avevo. Cercai di tenere una voce ferma, imitando il più possibile il tono minaccioso e imperioso di Satan.
- Sei già morto -
 

.•ºº•.

 
Un nitrito sconquassò l’aria come un tuono e i massici e grandiosi portali della sala del trono vennero spalancati come se fossero stati presi a cannonate.
Notte, il cui mantello lucido era sporco di sangue rappreso, fece irruzione all’interno, travolgendo e calpestando qualunque demone sul suo cammino.
Satan era seduto sul trono immobile come una statua, solo i suoi occhi rossi che si muovevano per la sala come due tigri in cerca di una vittima da terrorizzare facevano capire che era un essere vivo.
Quando vide il destriero però si alzò all’istante e seppure la cavalla non avesse ancora detto nulla, lui aveva già capito.
- Dov’è lei? - ruggì.
- Mio Signore, ho cercato di dissuaderla, ma non mi ha voluta ascoltare. Baal l’ha attirata nel suo territorio con l’inganno -
Si levò un ruggito poderoso e sembrò che i pavimenti di pietra tremassero come foglie.
Un attimo dopo 50 000 legioni di demoni erano schierate fuori dalle mura, oltre il fossato di lava ed attendevano il loro comandante.
Satan attraversò ad una velocità inumana la sala del trono per raggiungere le sue truppe, seguito subito da Malpass che gli svolazzava accanto.
- Devo portare qualche messaggio ai principi, mio Signore? -
- Sì, digli che la guerra è già iniziata e che se non si presenteranno alla svelta alle porte di Sahandhakara* ammazzerò pure loro dopo che avrò finito con Baal - ruggì con un ira glaciale mentre le iridi sataniche mandavano lampi infernali.
 

.•ºº•.

 
La prima volta che arrivai all’inferno rimasi piacevolmente stupita dell’eleganza e la raffinatezza del Pandemonio e diedi per scontato che anche le altre città-palazzo infernali dovessero essere così.
Immaginate il mio terrore quando mi ritrovai di fronte ad un’immensa carcassa di un rettile alato, neanche lontanamente paragonabile alla bellezza del drago nero di cui Satan riusciva a prendere le sembianze, e le cui mura difensive erano formate dai corpi dei nemici cuciti insieme.
Ero stata rinchiusa in una stretta gabbia fatta di femori di qualche essere enorme. Era buio la sotto; ormai non c’ero più abituata: dopo l’ultimo patto stretto con Satan, l’intero Pandemonio era stato, seppure fiocamente, illuminato dopo essermi rotta l’ennesimo dito del piede per essermi aggirata nella mia camera senza una pila.
C’era un odore disgustoso di carne in putrefazione intorno a me ed infatti, quando finalmente le mie pupille riuscirono ad adattarsi all’oscurità, vidi che ero circondata da corpi mutilati, scuoiati, decapitati e saldati insieme per creare deformi creature.
Tentai di coprirmi il naso con la manica della maglietta per non sentire il tanfo e chiusi gli occhi per non guardare, ma poi mi salì il rigurgito su per l’esofago e vomitai abbondantemente in un angolo della gabbia.
- Che c’è? Non ti piace il mio palazzo o forse non ti garba la compagnia? - chiese Baal con voce strascicata indicando i cadaveri sparsi per le segrete.
- Liberami … - mormorai debolmente riuscendo a ricacciare un coniato di vomito e respirando con la bocca.
- Perché, ti senti oppressa? Quella è la gabbia che uso quando catturo qualche bestia demoniaca -
- Fammi tornare al Pandemonio -
- Non posso farlo, sei l’esca perfetta per attirare Satan. Assediare un castello non è mai una scelta intelligente e lui quindi si troverà in svantaggio -
- Cos’è? Hai paura di affrontarlo in campo aperto, non è così? Sei solo subdolo e codardo! - ringhiai tenendomi la pancia per non vomitare nuovamente.
- Subdolo ? - disse fissandomi in maniera glaciale. Vedendo quello sguardo crudele su di me mi sarei aspettata che mi attaccasse, invece rovesciò indietro la testa e rise in maniera agghiacciante - Non ti rendi conto che queste sono parole di lode?- disse smettendo di ridere all’improvviso - Ad ogni modo, non mi sembra di averti detto che potevi parlare -
Ero troppo presa dalla nausea per reagire in tempo. Un fulmine nero mi prese in pieno petto e mi scaraventò contro le sbarre. Il sangue aveva iniziato a scorrere a fiotti e dopo poco la maglietta da gialla divenne di un rosso intenso e la vista mi si annebbiò.
- Che c’è, non riesci più ad alzare il tuo scudo? Beh, dopotutto sei solamente un’umana, nel tuo sangue scorre ben poca magia. Non riesco proprio a comprendere perché mai Satan abbia fatto tanto baccano per te, insomma, anche se molte meno in questi tempi, di vergini umane ne si trovano in abbondanza e per di più tu non lo sei già da tempo … -
Continuava a fissarmi come se fossi una puledra ad una fiera equestre. Non sbatteva neppure le ciglia come se non volesse perdersi neppure un istante delle mie possibili reazioni.
Io rimasi lì, ferita e tremante, sperando come un grillo aggrappato ad uno stelo di grano che Satan arrivasse al più presto.
Avanzò velocemente verso me. Aprì le sbarre come se fossero fatte di burro e non d’ossa. Nella mia mente si delineava l’immagine di un grosso gatto che giocava con la sua preda prima di divorarla.
Cercai di alzarmi, di fronteggiarlo, ma appena puntai un ginocchio venni sollevata in aria da una forza inarrestabile e fatta cadere di nuovo pesantemente a terra su un braccio. Urlai mentre un dolore lancinante mi fece capire che si era appena spezzato l’omero.
- Non ti muovere - sobillò. Nei suoi occhi si rifletteva la crudeltà e il piacere nel provocare dolore.
- E tu non t’avvicinare! - ringhiai tenendomi il braccio rotto con una mano e cercando di cacciare indietro le lacrime. Fu come parlare al muro perché di fatto non si fermò e continuò ad avanzare.
Quando fu a meno di un metro da me chiusi gli occhi credendo che ormai fosse arrivata la mia fine, invece sentii solo il suo dito posarsi sul graffio sanguinante che avevo sulla guancia e portarselo alle labbra.
“Disgustoso”pensai vedendolo passare la lingua biforcuta per tutta la lunghezza del dito.
Mi sarei aspettata di tutto, tranne quella reazione: appena assaporò la goccia di sangue arretrò guardandomi esterrefatto. Per un istante credetti di vedere la paura attraversare i suoi occhi, ma sparì subito rimpiazzata dal disgusto e dalla sorpresa.
- Credevo che questa linea di sangue si fosse estinta - sobillò fissandomi.
- Sì, lo so, sono un bel miscuglio: papà finlandese, madre giapponese … credo che mio nonno materno fosse tunisino e mia nonna paterna canadese -
- Non è di questo che sto parlando, idiota! - ruggì facendomi rizzare i capelli sulla testa.
- Idiota lo dici a tua sorella … - borbottai sommessamente, decisamente troppo terrorizzata per dirglielo chiaramente.
- Mi vuoi dire  che Satan non te lo ha detto? Non sai da chi discendi? -
Feci cenno di no con la testa. Credetti sul serio che stesse per avere una crisi dei nervi e vidi i suoi occhi riempirsi di tantissime venuzze rosse, rendendo il suo sguardo ancora più spaventosi ed inumano.
- Tu sei forse l’ultima appartenente alla stirpe di Davide -
- Bene … quindi? -
- Hai idea dei poteri che ti scorrono nelle vene? Appartieni alla “divina stirpe”. Ecco perché Satan è tanto interessato a te … -
All’improvviso mi tornò in mente tutta quello che avevo studiato negli ultimi anni d’Università sulla “divina stirpe”.
- Ti sbagli. Non posso appartenere alla stirpe divina, Cristo non ha mai avuto figli - dichiarai.
- Cristo no, ma i suoi fratelli sì - rispose. Rimasi interdetta non capendo a quali fratelli si riferisse.
- Pochi lo sanno, ma San Giuseppe, il padre adottivo di Gesù, prima di sposare Maria ebbe un’altra moglie da cui ebbe quattro figli maschi. Tu devi discendere da uno di questi quattro -
Non sapevo cosa dire. Certo ero sorpresa, ma non capivo cosa ci fosse di tanto eccezionale in ciò, dopotutto questo non cambiava niente. Più volte Satan mi avevo detto che possedevo una padronanza delle arti magiche al di sopra della media ed ero in grado di abbattere la maggior parte dei demoni minori, ma non ci trovavo nulla di così speciale.
- Credevo che tu fossi una semplice esca per attirare Satan, ma ti stai rivelando molto più di questo… -
Il modo in cui avanzò, il suo sguardo glaciale mi fece comprendere che qualsiasi cosa avesse in mente non era niente di buono.
Sentii il suo sguardo farsi più pesante. La maglietta gialla si lacerò in più punti, i jeans si fecero a brandelli come se gli avessero usati per giocare un branco di lupi.
Capii cosa aveva in mente e la cosa mi terrorizzò.
- Non osare! - ringhiai cercando di alzarmi aiutandomi con il braccio buono. Avevo già perso molto sangue e dovetti tenermi ad un osso della gabbia per poter rimanere in posizione eretta. Crollai un istante dopo praticamente ai suoi piedi.
Si chinò su di me. Credetti che mi volesse accarezzare la pelle nuda della schiena ma poi sentii i suoi artigli freddi lacerarmi le carni. Urlai, tentai di allontanarmi ma mi bloccò salendomi sopra.
I suoi artigli continuarono a tagliare la pelle e quel che rimaneva dei vestiti ed a nulla valevano i miei tentativi di difesa.
Lo guardavo mentre lambiva con lo sguardo e le dita il mio corpo e sentii le dita ossute della morte incombere su di me ed iniziarmi a privare della speranza.
Poi un suono mostruoso fece tremare la terra accompagnato da altre grida, ruggiti ed suono di ali che sbattevano e che sapevano di battaglia.
Per quanto terribile, non ricordo di aver mai udito suono più dolce in vita mia.

 

 

 
*nome inventato da me mischiando la parola città (Śahara) e tenebra (Andhakāra) in hindi per formare il nome della città-palazzo di Baal, dato che non ho trovato su wikipedia qualche altra presunta città infernale oltre al Pandemonio. Prendetevela con wikipedia!

 

Buonasera signori
Ecco a voi il secondo capitolo speciale. A parer mio non è un granché ma comunque credo ci dia un importante insegnamento: mai avvicinarsi a un gatto moribondo soprattutto se si trova dall’altra parte di un fiume satanico.
Bene, sono contenta che tutti voi mi continuate a seguire ma per favore ragazzi, lo so che c’è caldo, so anche che molti di voi non abbiano voglia di scrivere un’emerita minchia, ma volevo sapere se questi capitoli vi piacciono o se lo trovate noiosi, almeno so come regolarmi!
Un bacio a tutti!
Piccola Pirata

  
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