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Autore: Nemainn    28/08/2013    7 recensioni
Risvegliare il Drago, aprire le porte del potere, aprire le porte agli Dei. Ecco cosa accade a questa Ban-Dru.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Il drago..?- Le persone fecero un passo indietro, spaventate da quello che vedevano. -Sta svegliando il drago?-

Quelle parole viaggiavano lievi, sussurrate, tra la gente. Come filamenti di nebbia, insinuanti e fredde rimanevano sospese nell'aria.
Gli occhi di uomini e donne erano puntati sullo spettacolo che si svolgeva davanti a loro, nella piccola piazza del paese.
La donna al centro era silenziosa, nessuno era accanto a lei, tutti avevano fatto un passo indietro.
Tutti la guardavano senza il coraggio d'incontrare quello sguardo per più di un secondo.
Quegli occhi pieni di fuoco di chi stava risvegliando il drago.
Iridi di un azzurro talmente chiaro da ricordare le montagne di ghiaccio che galleggiavano nel mare del lontano nord. Quegli occhi erano lame affilate, impietose, fisse sull'uomo in piedi davanti a lei.
Egli era l'unico che sembrava non capire quello che stava accadendo: il drago si stava svegliando e lui ne era la causa e la vittima.
L'abito bianco della donna, immacolato, sembrava far risplendere la sua figura dritta nel crepuscolo.
I contorni di ciò che si trovava attorno a lei sembravano sfuocarsi nella crescente oscurità, mentre un altro passo di distanza si creava tra lei e quelle persone.
Ma non tra lei e l'uomo.
Tra loro due non si creava nessuna distanza, si fronteggiavano, immobili.
Lui non capiva, lui era cieco.

-Te lo dico ancora una volta. Vattene. Non sei desiderato.-

Ma l'uomo non capiva.
E il drago ormai era la donna, e la donna era il drago.
Il risveglio era avvenuto, la porta era stata aperta.
La furia selvaggia, la potenza incontrollabile, l'energia distruttiva si muoveva sotto la pelle di lei.
Cantava nel suo sangue.
Gli occhi divennero ancora più duri, più taglienti, più spietati.

-Non me ne vado! Lei è mia! L'ho sposata, è mia moglie!-

-Non ti vuole, non è tua! Appartiene solo a se stessa, sciocco! Vattene, ho detto! Vattene!-

-Mi minacci, donna? Non ho paura di te, non sono come questi stupidi che si spostano per farti passare!-
Il volto freddo della donna si incupì, divenne distante, e poi un sorriso vi apparve: era folle e gelido, di una bellezza inumana e impareggiabile, tale da imprigionare gli occhi di lui.
Quella magnificenza era l'ultima cosa che molti uomini avevano visto.
-Io non ti minaccio, sciocco, io ti sto avvisando! Sei nella mia terra, tra la mia gente, abbi cara la tua vita se una sola scintilla di acume è rimasta in te!-
L'uomo gonfiò il petto, aggressivo. L'altra donna, rannicchiata e terrorizzata, era sua moglie; era di sua proprietà, la aveva comprata!

-Lei è mia e tu non hai diritti su di lei! Non fa parte della tua gente! La rivoglio!-

La sposa dell'uomo, una donna bionda, con il viso sbiancato dalla paura, era nascosta nell'ombra della donna vestita di bianco. Immobile, tremante, congelata dalla sua stessa debolezza.

-Mi ha domandato asilo, e chiunque mi chieda aiuto e protezione con cuore sincero lo avrà. Appartiene solo a se stessa, tu non hai diritti su di lei! Vattene!-

-L'ho comprata! Mi sono comprato una moglie e l'ho pagata a suo padre con monete sonanti e bestiame! E quella sgualdrina se n'è scappata e ora la rivoglio!-

No, l'uomo non capiva.
Non comprendeva la paura e la soggezione negli occhi delle persone che lo circondavano.
La donna sembrò diventare sempre più alta, quasi luminosa, nel crepuscolo. Ma doveva essere la sua immaginazione, pensò lui, quella era solo una donna.
Il sorriso di lei però era spaventoso: era folle ora, e crudele. Era lo sguardo di un predatore a cui fossero venuti a mancare i limiti.
E la donna alzò le braccia al cielo gettando all'indietro il capo dalla lunga chioma, ridendo.

-Nemain! Badb Chatha! Macha! -

La parole riempirono il cielo, ora screziato di vermiglio e del cupo viola degli iris, sempre più fosco. Rimbombarono tra le case, nella piccola piazzetta, sfiorarono il bosco e investirono l'uomo.
Fece un passo indietro, spontaneo e incontrollato, ora anche lui livido.
Chi era quella donna? Che stregoneria era mai quella?
La risata della donna tornò a colmare l'aria e un vento freddo si levò agitando i lunghi capelli sciolti di lei che, neri come la più cupa delle notti, si muovevano, vivi, nell'aria.
Alta, potente e forte, la risata divenne sempre più simile all'ululato di lupi crudeli e le gambe dell'uomo cedettero, la paura ora lo aveva in pugno.
Aveva cominciato a capire le parole dei paesani.
Aveva cominciato a capire cosa era il drago di cui parlavano.
Un improvviso volare di corvi sopra di loro, punti neri nell'ultima luce, un funesto frullare d'ali di pece.
La risata si spense di colpo e l'uomo incapace di parlare, in ginocchio, guardava la donna.
Le braccia di lei non erano più levate al cielo, ora, i capelli sciolti nel vento, sembravano del colore del sangue versato. Gli occhi polle di oscurità senza fondo, immensi e potenti.

-Tre volte ti abbiamo detto di andartene, tre volte hai rifiutato! Stolto! -

L'uomo tremava, incapace di alzarsi, di scappare, poteva solo guardare la donna e improvvisamente lacrime di puro terrore gli sgorgarono dagli occhi
Quella voce era unica eppure corale.
La voce di tre che sono una.
Il vento sempre più violento sembrava voler strappare di dosso gli abiti, sradicare i tetti, ma nessuno si allontanava, tutti guardavano quella che era stata solo una donna e che ora era Dea in mezzo a loro.
Ora vedeva. Ora capiva. Ora era troppo tardi.
Aveva svegliato il drago, il potere della donna, aveva ignorato i suoi avvertimenti.
Aveva giudicato sciocche le parole di chi si trovava attorno a lui.
Aveva pensato di aver davanti solo una donna, una debole creatura.
Aveva dimenticato le antiche storie e quello era il prezzo.
La Dea incarnata si avvicinò, il sorriso folle e sanguinario sul volto di una bellezza che trascendeva tale umano concetto.
La spietatezza del campo di battaglia, la sensualità della spada che affonda nel corpo dell'avversario, la folle sete di sangue che porta a confondere amici e nemici, la forza senza pari della Dea non era cosa che occhi mortali potessero contemplare.
Con un urlo di dolore e angoscia l'uomo si portò le mani agli occhi, ora bianchi e privi della vista.
Il vento era al suo culmine quando la figura vestita di bianco, luminosa in quel buio innaturale, si fermò davanti all'uomo, a meno di un passo da lui.

-Tre volte ti abbiamo avvisato, tre volte ti sei rifiutato di inchinarti a noi.-

La risata scaturì di nuovo dalle labbra, talmente folle e ululante da sovrastare il vento, cavalcandolo in un crescendo tale da costringere tutti i presenti a coprirsi le orecchie.
Poi, improvvisamente, il vento si placò e tornò il silenzio.
L'uomo era riverso al suolo, il viso contratto in una smorfia di terrore, gli occhi spalancati, vuoti, fissi, senza vita.
La donna lentamente piegò le spalle.
Esausta, si voltò verso la donna bionda che ancora rannicchiata nello stesso punto la guardava tremando, lo sguardo reso folle dal terrore.

-La sua morte pesa sulle tue spalle. Quando vi reincontrerete, ricordalo: solo le tue scelte hanno portato a questo. Perché tu hai voluto essere debole. Ogni scelta ha un costo, questo è il prezzo della tua.-

Il passo della donna era stanco ma sicuro quando passò attraverso la folla che si aprì per farla passare. I capelli erano di nuovo neri, tra di essi si scorgevano ora abbondanti fili bianchi.
Il viso era di nuovo umano, non più trasfigurato dalla presenza divina, e gli occhi erano di nuovo gelidi ghiacciai.

La lasciarono passare, inchinandosi a lei con rispetto, omaggiando la Ban-Drui.*

 

 

*Ban-Drui sono le donne druido
Grazie a tutti quelli che hanno letto la storia, se vi piace fatemelo sapere, fa bene alla mia autostima!
Inoltre, se la ritenete abbastanza bella, metterla tra le preferite ne aiuta la visibilità!


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