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Autore: sku    03/03/2008    5 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Titolo: Nelle pieghe della memoria
Fandom: Shannara
Genere: Fantasy, avventura
Rating: Giallo (più per prudenza)
Disclaimer: I personaggi e i luoghi (esclusi quelli di mia invenzione) sono di proprietà di Terry Brooks e sono usati senza fine di lucro.
Note: Le parti in corsivo indicano dei flashback. Questa storia si colloca circa vent'anni dopo "La spada di Shannara", ci sono diversi personaggi di mia invenzione, per quelli di Terry Brooks spero di essere stata abbastanza IC.


***
Aveva quattro anni quando era rimasta orfana. Era accaduto tanto tempo prima e non le capitava spesso di pensarci, aveva altre preoccupazioni ormai. Ma ogni tanto, quando meno se l'aspettava, quel dolore ricompariva e la spiazzava. Era cambiato con il tempo, non era più lacerante come all'inizio ma non per questo faceva meno male, soprattutto adesso che era unito al senso di colpa per aver dimenticato i visi dei suoi genitori. L'uomo che l'accompagnava le aveva detto che al momento giusto li avrebbe ricordati. "E' sempre una questione di momenti giusti con lui... come fa a decidere qual'è il momento giusto per gli altri?"
Leian sbuffò per quei pensieri che avevano deciso di tormentarla  proprio quel giorno. Per distrarsi guardò l'alto compagno al suo fianco avvolto fino ai piedi in un mantello nero, le mani nascoste tra le sue pieghe e il profilo affilato che si intravedeva appena dal cappuccio.
"Deve avere almeno sessant'anni. Strano come non mi sia mai chiesta quanti anni possa avere, fino ad oggi. Non è più un ragazzino comunque. Ma come fa ad avere tutte queste energie? Io sono distrutta!" L'uomo non diede segno di essersi accorto dell'occhiata. "Meglio così, anche se sa sempre tutto e niente gli sfugge! Starà semplicemente facendo finta di niente."
La ragazza riportò lo sguardo sulla strada illuminata dai bagliori del tramonto. "Non c'è già più nessuno in giro, che tristezza. Varfleet è sempre stata una città così vitale, cosa le sta succedendo?" Era una domanda retorica, lei era una delle poche a sapere cosa stava accadendo non solo a Varfleet ma in tutte le Quattro Terre. Il suo sguardo si indurì, mentre mille ricordi le affollavano la mente facendo crescere dentro di lei la rabbia.
- Smetti di pensarci. Per oggi abbiamo avuto anche troppe brutte notizie. - La voce di Allanon la sorprese.
"Il druido sa sempre tutto." si ripeté mentalmente Leian. Si sistemò meglio il cappuccio per nascondere il suo viso quando incrociarono un passante che li guardò sospettoso; aveva imparato a sue spese che la curiosità della gente può uccidere. Era per quello che nonostante l'afa indossavano i mantelli, anche se lei sospettava che attirassero più sguardi di quanti ne risparmiassero.
- Siamo arrivati. - la avvisò improvvisamente il druido mentre si fermava davanti ad una porta malconcia. Bussò piano tre volte e aspettò. L'attesa si protrasse per qualche minuto, poi, come se avesse ricevuto un segnale misterioso, la condusse sul retro della casa attraverso uno stretto vicolo dove li aspettava una donna che si stava asciugando le mani in un grembiule. Era una donna robusta, con le mani callose e le guance rosse, i capelli grigi le sfuggivano in mille ciocche dall'elaborata acconciatura. Li squadrò da capo a piedi e Leian sentì un'istintiva simpatia per la donna. "Ha lo stesso modo di fare di Saraia."
- Vi sembra l'ora di arrivare? E non ti sembra di essere incosciente a trascinare con te quel ragazzino, druido? - li accusò la donna.
Leian trattenne il fiato, nessun si rivolgeva così ad Allanon. Nessuno sano di mente per lo meno. Con sua grande sorpresa il druido non si scompose.
- Arriviamo quando ci è concesso, e trascino con me chi mi pare, madonna Mailin. Adesso che ho risposto alle tue impertinenti domande, possiamo alloggiare presso di voi? - la schernì l'uomo con un tono ironicamente formale.
La donna scoppiò in una sonora risata. - Non cambierai mai, druido. Entrate pure, toglietevi gli stivali e i mantelli. Immagino preferiate lavarvi prima di cena. - disse loro voltandosi ed entrando nella stanza buia. La seguirono e le narici della ragazza furono invase dal profumo di arrosto con patate. "Da quanto tempo non faccio un pasto decente? "
- Ragazzino, segui mio figlio che ti aiuterà per il bagno. - le disse indicando un ragazzo con i capelli scuri e la stessa corporatura della madre che stava fermo sulla soglia della porta. Leian arrossì e non si mosse al che la donna la guardò incuriosita.
La ragazza non sapeva cosa fare, per la sua incolumità viaggiava facendosi passare per un ragazzo, aveva tagliato i suoi bei capelli castani, aveva fasciato il suo seno ed indossava abiti un po' più larghi per nascondere i fianchi. "Adesso cosa faccio?"  si chiese. Allanon le aveva detto di parlare il meno possibile per non tradire il suo segreto e anche se l'uomo sembrava in confidenza con la donna non sapeva fino a che punto poteva fidarsi di lei.
Allanon decise di andarle in aiuto. - E' meglio se tuo figlio si occupa di me, mentre tu la aiuti. - Anche se Leian non lo credeva possibile sembrava che l'uomo si stesse divertendo. "Allanon non sa cosa sia il divertimento!"
Mailin la guardò più attentamente. - Allora è vero che ti accompagni ad una giovane donna. Non volevo credere a mio marito quando me l'ha detto. -
- Spero che non l'abbia detto ad altri, oltre a te. - La donna gli lanciò un'occhiata significativa e il druido annuì.
- Seguimi allora, ragazzina. - disse poi rivolta a lei.

Leian era distesa ad occhi chiusi nella vasca piena di acqua calda e lasciava che quel bagno tanto atteso portasse via le sue inquietudini e la stanchezza che pervadeva il suo corpo. Accarezzò la superficie liscia dell'acqua e sentì una sensazione di potere pervaderla, aumentava sempre più e cercava di prendere il sopravvento su di lei.
"Lascia che vinca e tutta la tua sofferenza avrà fine." Era un pensiero consolante e spaventoso al tempo stesso. La sensazione continuava a crescere, quando sentì un forte dolore ai polsi e si riscosse, mettendosi seduta di scatto. Ansimava come se avesse corso a lungo.
"Sta succedendo di nuovo, non posso abbassare la guardia." Si guardò i polsi dove due braccialetti scintillavano. Erano lucidi, argentei e riflettevano la luce del lume posato sulla mensola. Non c'era segno di alcuna chiusura, mentre si scorgevano chiaramente alcune lettere dell'antica lingua elfica. Conosceva il significato di quella frase incisa ed era anche a conoscenza dello scopo di quei monili.
Si massaggiò i polsi e ripensò a quando Allanon glieli aveva spiegati molto tempo prima.


- Cosa significa la scritta? - Aveva sei anni quando aveva trovato il coraggio di chiederlo al burbero druido.
- E' elfico. Dice "A protezione e difesa. " -
- Perché non posso toglierli? - La bambina era perplessa, da quando aveva quattro anni non li aveva mai tolti.
- Non ti piacciono? Li ho fusi apposta per te, sono di un metallo speciale.-
- No no, mi piacciono. - si era affrettata a rassicurarlo timorosa di averlo offeso. - Ma quelli delle altre bambine si aprono mentre i miei no. Mi dicono sempre che se non li tolgo mi stritoleranno i polsi e mi cadranno le mani. - Era seriamente preoccupata per quell'eventualità ma aveva aspettato che il druido fosse tornato a farle visita per farne parola.
- Non succederà niente di simile. Quando verrà il momento li toglierò. Servono a proteggerti. -
- Da cosa? -
Il druido l'aveva guardata in modo strano, come se stesse valutando la sua capacità di accettare le verità scomode. Doveva aver deciso che era troppo bassa perché le aveva risposto: - Quando verrà il momento lo saprai. -


Erano passati alcuni anni prima che glielo spiegasse. Ancora adesso dovevano proteggerla, ancora adesso era troppo piccola per farne a meno; o almeno era quello che credeva.
"Devo avvisarlo di quello che mi sta succedendo, devo dirgli di aumentare l'addestramento o non sarò mai pronta per il mio compito."
Si ridistese lasciando che l'acqua ricoprisse il suo corpo martoriato dalla lunga camminata che li aveva portati nella città di frontiera.
"Non mi ha spiegato perché abbiamo deviato per venire qui. A parte che non mi spiega mai nulla, con lui tutto dev'essere sempre così misterioso in modo che  solo lui abbia il controllo della situazione." Conosceva il druido da sempre, era stata una delle poche figure stabili della sua vita, da quando i suoi genitori erano...
"E' destino che oggi debba continuare a pensare a loro."
Uscì dalla vasca e si asciugò velocemente rabbrividendo leggermente nell'aria fresca della sera. Indossò gli abiti che le aveva procurato Mailin. - Sono abiti vecchi di mio figlio, dovrebbero andarti bene. Sono un po' usati ma almeno sono puliti. - le aveva spiegato consegnandoglieli. L'aveva ringraziata di cuore, era tanto che qualcuno non aveva quelle piccole preoccupazioni nei suoi confronti. Allanon si preoccupava solamente che sopravvivesse e che si preparasse. Ma sentiva la mancanza delle attenzioni di una madre, la sua l'aveva persa da piccola e Saraia... "Saraia sono stata costretta ad abbandonarla." Dopo essersi vestita si fasciò con cura i polsi nascondendo così i bracciali.
Uscì nel cortile posteriore della casa e rimase ad osservare il giovane che si stava allenando con la spada. "Niente male, sarà un buon combattente. Suo padre sarà fiero di lui." Il giovane si voltò rapidamente roteando l'arma nell'aria e rimase sorpreso quando la vide; si bloccò, improvvisamente impacciato.
- Non volevo disturbare il tuo allenamento. - si scusò lei. - Sei molto abile. -
- Mi ha insegnato mio padre. - Non la guardava negli occhi essendo molto interessato ad un sasso che si trovava vicino alla punta del suo piede destro.
- Dov'è adesso? -
Il giovane si strinse nelle spalle. - Non lo sappiamo. E' via da due settimane. - Il sasso esercitava su di lui un'attrazione magnetica.
Improvvisamente Leian capì il perché di quella sosta nella piccola città di frontiera. - Tuo padre è una guida, vero? - mormorò avvicinandosi a lui. Era molto giovane. "Non avrà più di quindici anni ma mi sorpassa già di tutta la testa. Non che la cosa mi stupisca poi molto, io sono oscenamente bassa."  
Il ragazzo annuì senza togliere gli occhi dal sassolino. Il figlio di una guida, destinato sicuramente a seguire le orme del padre. "Vivrà nell'incertezza di non sapere se rivedrà il padre."  - E' partito da solo? - indagò. Lui scosse la testa. "Allora è una spedizione. Forse dovremo aspettare il loro ritorno. Allanon non mi aveva avvisato che ci sarebbe stato questo ritardo. Ma già, dev'esserci sempre un po' di mistero."
Decise di lasciarlo solo a continuare l'allenamento, ma aveva fatto solo un paio di passi in direzione della porta quando la voce del figlio di Mailin la fece fermare.
- Sei tu quella che mio padre aspetta? -

***
Grazie a chiunque voglia lasciare un commento.
A presto,
sku.
  
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