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Autore: Erbacea    29/08/2013    1 recensioni
Specchiati dove puoi vedere il fondo. E se il fondo è troppo infangato dai segreti sprofonda una mano all’interno e tira fuori tutto il meglio del fiume.
Ed è proprio così che la gente dovrebbe trattare Jonny, ma nessuno si sofferma a sprofondare la mano all’interno dei suoi problemi perché si accorge che non ne ha. Forse dovrebbero specchiarsi meglio in quegli occhi, così luccicanti, così tristi.
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La doppia faccia di un adolescente

 
Il cupo inverno americano era sul punto di inghiottire anche la tropicale Florida. E Jonny, in famiglia, era l’unico ad amare l’inverno anche se i suoi genitori non avrebbero mai scommesso che il loro bambino – per i genitori anche se diventassi vecchio saresti sempre un neonato -  amasse tanto stare da solo.
Proprio lui, animale da festa. Non può essere. Mormorava spesso il padre.
Gustare una cioccolata calda osservando attraverso la finestra i fiocchi di neve cadere, secondo lui, era una sensazione splendida. I suoi genitori simpatizzavano per l’estate, il caldo, il mare. “D’estate sei tutto il giorno fuori casa, ti diverti. D’inverno invece passi la maggior parte del tuo tempo al computer con uno scalda cuore sulle gambe.” Dichiarò la madre.
Ed aveva ragione, in quelle circostanze. Jonny era un tipo molto solitario d’inverno. Perciò passare la maggior parte delle ore al computer, lontano dagli occhi lontano dal cuore lo trovava tranquillo e soprattutto normale.
Lui era così. Un semplice quindicenne ricco di carattere che faceva impazzire tutti e tutte. Diceva che nella sua scuola era meglio non familiarizzare con altri alunni ma non  riusciva mai a giustificare questo suo pensiero poiché era circondato da amici.
Preferiva stare lì, d’inverno, in camera sua. Almeno questo era ciò che vedeva la madre quando si trovava di passaggio davanti la porta della sua cameretta che non veniva mai chiusa.
Le sue spalle poggiate sullo schienale della poltroncina a rotelle: ecco l’apparenza. Se solo si fosse avvicinata di più a suo figlio avrebbe capito che ciò che stava utilizzando non era internet, ma un programma per scrivere testi.
E’ così, Jonny – il ragazzo amato da tutti per i suoi atteggiamenti bizzarri – scriveva testi, romanzi, canzoni. Chi l’avrebbe mai detto. Ma purtroppo il mondo è fatto così. Le persone pensano di avere una tazza da latte di fronte perché riescono a vederla da lontano. In effetti la tazza c’è, ma nessuno si sofferma a guardare cosa c’è al suo interno. Nessuno è così curioso da interessarsi di ciò che pensano, fanno o subiscono gli adolescenti. Devono sfogarsi con un computer, un game boy o qualcos’altro. Poi gli adulti si lamentano se i ragazzi non obbediscono o non ascoltano i consigli dei genitori. Prima di tutto dovrebbero essere loro a cominciare ad ascoltare. Probabilmente impareranno anche qualcosa dai propri figli. Impareranno a vivere la vita così come ce la donano, a godersi ogni giorno come se fosse l’ultimo; Impareranno ad essere soddisfatti di un tema fatto bene, uno da A+. Impareranno ad amare ogni cosa che vive, respira attorno sé stessi, a rispettare gli altri. Perché il razzismo, il terrorismo e l’incitamento all’odio verso i gay non sono supportati e portati avanti da bambini. Perché alle creature non importa di che colore è la pelle del vicino di banco. Almeno finché i genitori non gli mettono in testa che è diverso. Ai bambini non importa di giocare con un americano, un eschimese, un cinese, africano o afgano. Ai bambini importa divertirsi, in un modo o nell’altro, con Victoria, Sean, Antonio o Magda, Aman, Hakim o Juliet. E’ per questo che viviamo ancora. In ogni parte del mondo, fortunatamente nascono e crescono bambini che si amano tra loro, ed è solo grazie a loro se il razzismo si sta indebolendo. Ancora una volta punto a favore della fratellanza.
  
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