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Autore: Giechi    29/08/2013    1 recensioni
“Gli occhi sono lo specchio dell'anima.. Basta guardare una persona negli occhi per capire cosa prova.." spiegò Rachele.
"Io non credo nell'anima, come non credo in tutto quello che viene ritenuto spirituale.. Dio, per esempio. Non sono cose razionali e quindi per me non esistono"
“Come puoi non credere nell'anima? Non credi nemmeno nell'amore... Come fai a vivere così?”
“Per me è tutta chimica, sono reazioni che avvengono nel nostro corpo... L'anima, così come l'amore. Non c'è niente di spirituale.” disse con amarezza James, come se riconoscesse che il pensiero che stava esprimendo era triste e vuoto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Buonsalve (: 

Prima di iniziare con la storia, mi sembra giusto dare un senso a quello che scrivo.
Ho deciso di scrivere per mandare un messaggio a chi, come me, si trova in una situazione particolare. Questa situazione può riguardare: l'amore, il lavoro ma, soprattutto, piccole scelte che possono cambiare radicalmente la nostra vita. La vera ispirazione per le vicende che andrò a narrare, mi è giunta alla mente nell'estate del 2013, dove ho trascorso un periodo fantastico, le persone, i luoghi e l'ambiente sono esistiti ed esistono tutt'ora.  Per motivi di privacy, non citerò alcun luogo reale, se non la locazione geografica di dove avviene la vicenda;  vicenda che prende spunto da questi elementi, ma è una pura invenzione della mia mente.

Chiedo ai lettori comprensione, in quanto sono ancora giovane e ho tanto da imparare.


Prologo - Un discorso complicato.
 

Mancava poco al grande evento che si sarebbe tenuto nella piscina del villaggio, un rappresentante di una grande ditta, sotto le pressioni dell'imprenditore Natante, aveva deciso di tenere un convention su un loro nuovo prodotto. Rachele, curiosa di vedere di che cosa facessero e se l'iniziativa avesse avuto successo, si avvicinò alla piscina per cogliere quante più informazioni riuscisse ad ottenere. Fu sorpresa nel vedere James, il ragazzo con cui poche sere prima era uscita in compagnia della cugina, Alice e del fidanzato, Loris, appoggiato alla staccionata in pietra che divideva la piscina dal resto del villaggio, intento anche lui ad osservare invitati e ambienti.

Si avvicinò a lui, salutandolo.

“Ciao Rachele” la precedette lui “il tuo passo è inconfondibile” aggiunse ironico.

“Idiota, mi hai spaventata, pensavo mi spiassi” lo aggredì lei.

“Ahahahah, scusa dai" disse ridendo "Anche te qua per questi ricconi?” aggiunse con un sorriso.

“Sì, ero curiosa, volevo vedere chi c'era...” confessò lei.

“Tutta gente tristissima, piena di soldi, che non ha di meglio da fare che perdere tempo dove non sanno nemmeno di che parlano...” commentò James.

“Come fai a dirlo?” chiese Rachele curiosa.

“Guarda, quella signora” indicò una donna che indossava un vestito davvero molto bello, lungo nero fino ai piedi “Da qui forse non lo vedi, ma sotto quel vestito ha un costume, come quasi tutti qui dentro”

Rachele lo guardò strano, non capiva.

“Pensano quasi tutti che dopo permettano un bagno in piscina” disse lui “è evidente che sono stati ingannati dal titolo della convention” questa volta indicò l'insegna della piscina coperta da un cartello con scritto “Work&Fun, presentazione del Funniest!”.

“Sono tutti così idioti da non capire che quello è il nome dell'azienda e che presentano un prodotto nuovo?” chiese Rachele.

“Sono tutti così idioti perché cercano una scusa per giustificare un po' di divertimento, quando in realtà il divertirsi è bello perché non ha regole” spiegò James con naturalezza.

“Hai ragione, però io ho sempre pensato che per divertirsi bisogna essere felici, e come hai detto tu, quelle persone sono tristi..” commentò Rachele.

“Bella osservazione, la risposta che mi sono dato è che sono scontente di loro perché hanno troppo, manca il desiderio, condizione necessaria alla felicità” le rispose James.

“Perché pensi queste cose?” chiese Rachele colpita dalla riflessione.

“La domanda più adatta sarebbe: perché parli di queste cose” la corresse lui sorridendo“la verità è che tutti in questo mondo riflettono sulla vita, anche tu o non saresti qui ad ascoltare ciò che ho da dire”

Rachele non seppe cosa rispondere.

“Quando ci annoiamo, prima di andare a letto quando i ricordi della giornata tornano alla mente, sotto la doccia, quando si è soli con noi stessi... Quando ripensiamo a un complimento ricevuto, quando notiamo qualcosa in qualcun altro che rende questa persona speciale, unica, diversa rispetto a tutti gli altri... Prima che il prof ci consegni una verifica, oppure quando ce la riconsegna e sappiamo di non aver studiato abbastanza e diciamo a noi stessi “potevo prepararmi meglio, potevo impegnarmi di più” ma nonostante questo, quando torniamo a casa e decidiamo di mentire, o di dire la verità, ai nostri genitori su tutto, su quello che proviamo, va tutto a puttane... anche quando a scuola pensiamo a quali parole usare per farci comprendere dagli adulti, però poi rinunciamo senza un particolare motivo... Fino ancora una volta a quel momento in cui, soli con noi stessi, noi ci ritroviamo a dirci “potevo pensarci prima.. Perché non l'ho fatto?” Ed è il 'perché' di tutto che ci chiediamo, il perché di qualsiasi cosa non sappiamo spiegare... “Perché sono qua?” “Perché lo faccio?” Solo che le persone forse più stupide, forse più intelligenti, quando sono in compagnia si distraggono da ciò che veramente sembra contare. C'è chi trova conforto nella preghiera, chi negli amici, chi nell'amore.. Ma a volte non basta e serve una risposta che ci permetta di cambiare”

Rachele lo guardò era completamente presa e affascinata dalle parole di James, sembrava che descrivesse come si sentiva in certi momenti, quello che provava. In quel momento, però, constatò, guardandolo, che se fino a quel momento sembra annoiato e triste di ciò che gli accadeva intorno, ora i suoi occhi brillavano di quella luce che in poche persone aveva visto. Non le piaceva come persona, non le piaceva come ragazzo, ma trovava estremamente affascinante tutto ciò che diceva.

“Sembri felice..” commentò timidamente Rachele.

“Tu invece vorresti dire qualcosa, ma non trovi le parole..” disse ignorando completamente la sfera emotiva di Rachele che di tutto aveva bisogno tranne di un'altra previsione geniale che l'avrebbe ancora di più confusa.
“Ma come fai a capire sempre tutto?” gli chiese Rachele quasi a bocca aperta.

“Nello stesso modo in cui tu hai capito che ero felice” le rispose.

La loro conversazione fu interrotta da Alice, prima che Rachele potesse chiedere altre spiegazioni.

“Eccovi dov'eravate” disse urlando mentre correva verso di loro.

“E ti dirò, trovo che l'ingenuità e la semplicità mi aiutino a sentirmi quasi normale” disse a Rachele riferendosi ovviamente ad Alice.

Per una volta Rachele seguì il discorso del ragazzo; più volte aveva provato ad intraprendere un discorso serio sia con la cugina, che con Loris, ma con entrambi non aveva avuto successo.

Alice semplicemente diceva di non porsi quelle domande, mentre Loris le trovava noiose e prive di senso. Per la prima volte, con James aveva trovato qualcuno con cui discutere a pari merito, ma fino ad ora aveva solo colto parzialmente questo lato del ragazzo, focalizzandosi principalmente sul suo cinismo e la sua genialità che dava ai nervi... Al suo “essere idiota”. Dimenticandosi completamente che anche lui era una persona, che, come lei, si chiedeva spesso che cosa facesse in questo mondo, ma che, a differenza sua, lui le risposte le trovava.



Spero di non aver deluso nessuno, per il momento è tutto, al prossimo capitolo. Si tratterà della nascita di Rachele e dei giorni appena precedenti. 
Alla prossima (:

   
 
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