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Autore: JadesRainbows    29/08/2013    8 recensioni
“Al diavolo, stasera farò il pazzo” pensa il moro nella sua mente.
La paura di quella bellissima ed estranea sensazione c’è ancora, ma ora la ignora, perché la paura non gli permetterebbe di godersi appieno quel momento. Per quella sera vuole rischiare. Dopotutto, lui è uno che con il rischio ci cammina a braccetto in piazza.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gareki, Yogi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Gareki, devi leggere ancora per molto?-, chiede Nai.
-Si, perché?-.
-Non riesco ad addormentarmi con la luce accesa-.
-Provaci-, risponde il moro, senza accennare a muoversi dal suo letto.
Seguono alcuni minuti dove gli unici suoni padroni della stanza sono: il rumore delle pagine che vengono sfogliate e lo scrosciare della pioggia al di fuori della Nave.
-Gareki…-, si lamenta Nai.
-Ok, ho capito-, replica il più gande alzandosi dal letto e chiudendo il libro.
Si incammina verso la porta e sta per uscire, ma il “buona notte” del ragazzino lo blocca sulla soglia.
Gareki non risponde, si limita ad annuire col capo. Poi spegne la luce ed esce.

Percorre i corridoi con tranquillità, senza curarsi di non farsi sentire, tanto è già molto silenzioso di suo.
Arriva in una specie di soggiorno, dove c’è un comodo divano a tre posti. Si siede su di esso e riapre il libro a pagina 276.
Dopo aver fatto correre l’occhio lungo la facciata ritrova il punto dove si era fermato e riprende a leggere.
Non fa in tempo a finire due capitoli che sente dei passi entrare nella stanza.
Non si gira. Non gli serve sapere chi è, perché lo sa già.
Si sta già preparando psicologicamente ad un abbraccio stritolante o chissà cos’altro, ma questo tarda ad arrivare.
Strano.
Il biondo si siede dal lato opposto del divano senza dire una parola.
Stasera è molto strano. Non ha ancora detto una nulla. Non si è lanciato addosso a Gareki in uno dei suoi abbracci.
“Chissà cosa gli prende…” si chiede distrattamente il ragazzo dai capelli corvini e lo sguardo di ghiaccio.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Yogi dice:-Sai, la pioggia mi fa sentire solo…-.
-Mh-mh-, risponde Gareki, immerso nella sua lettura. Francamente, non gli interessa delle seghe mentali di Yogi.
-A te no?-, chiede l’ospite indesiderato.
-Sinceramente non mi fa né caldo né freddo-, risponde l’altro, infastidito. Possibile che su quella benedetta Nave non si possa leggere in pace?
-Gareki-kun, che ci fai qui? Perché non sei in camera tua a dormire?-, chiede curioso Yogi.
-Perché non ho sonno e Nai non riesce a dormire con la luce accesa. E tu perché sei qui a rompere?-.
-Perché Gareki-kun è sempre così cattivo con me?-, domanda imbronciato il biondo.
È esasperante ed irritante il modo in cui può cambiare le sue emozioni in pochi nanosecondi.
-Ti ho fatto una domanda-, replica Gareki, freddo come il suo sguardo.
-Io non ho sonno e poi i tuoni mi tengono sveglio-.
-E devi venire a rompere le palle proprio a me?-, chiede il moro sbuffando e alzando un attimo gli occhi dal libro.
-Si, perché in camera mi sentivo solo…-, risponde il maggiore torturandosi nervosamente le mani.
Gareki si accorge del suo nervosismo e, anche se ha abbastanza voglia di sfondargli la faccia con un pugno per essere arrivato a dargli fastidio anche in quel momento, prova una sensazione strana. Sente come se il suo cuore fluttuasse, lo sente vivo e pulsante nel petto.
Non ci può credere. Tenerezza? No. Impossibile. Non può essere.
-E che differenza fa? Tanto anche la pioggia in sé ti fa sentire solo-, replica superficialmente.
Ha un brivido. Beh, è gennaio e fa molto freddo. Poi lui è vestito solo con un paio di pantaloni e una canottiera nera. Non si è preoccupato di coprirsi a modo dal freddo, perché uscire dalla stanza da letto non era nei suoi piani.
-Si… ma se sono con te è diverso… è vero che mi tratti male, mi ignori spesso e probabilmente mi odi, ma è diverso-.
-Se, ok-, annuisce col capo per rispondere a Yogi, ma soprattutto per camuffare i suoi brividi di freddo. Odia davvero Yogi? No, probabilmente no, ma non si può dire che ci vada d’accordo. Lui non va d’accordo con gli idioti.
Rimangono in silenzio, mentre Gareki si immerge di nuovo nel suo libro e il biondo rimane a guardarlo.
“Non guardarmi così, cretino!” grida il moro nella sua mente, perché non vuole farsi vedere rabbrividire di freddo. E soprattutto non da lui. Chiunque non ci farebbe caso, ma si da il caso che Yogi non sia chiunque. Yogi si preoccuperebbe anche al minimo movimento anomalo. Il freddo: una cosa così stupida.
-Gareki-kun, hai freddo?-, domanda Yogi appoggiando le mani sul cuscino centrale e avvicinandosi al corvino.
-No-, risponde quest’ultimo. In realtà non è vero, tutto in quella stanza gli pare freddo. A parte Yogi. Lui è come un’anomala fonte di calore, pronta a scongelare tutto quanto con la sua gentilezza e il suo amore.
Amore. Che cosa sdolcinata e del tutto… inutile.
-Ma stai tremando!-, esclama il biondo. –Senti, io vado a preparare della cioccolata calda, torno subito-, dice poi alzandosi e sorridendo.
-Se se, vai pure-, risponde Gareki alzando per un nanosecondo gli occhi dal libro. Giusto per immortalare il sorriso di Yogi.
Il maggiore trotterella fino alla cucina, mentre il moro sorride scuotendo la testa. In fondo, ma molto in fondo all’anima, lo invidia un po’. È sempre così solare e gentile con tutti. Ma ad essere come lui si finisce per soffrire sempre. Sì, insomma, è un idiota, ma gli piacerebbe sapere cosa si prova ad essere almeno un po’ contenti. Dopotutto lui non lo è da quando ha otto anni. Lì ha allontanato tutti i sentimenti positivi dalla sua vita. Anche se non può negare di aver voluto almeno un po’ bene a Tsubaki, Tsubame e, perché no, anche a Yotaka, anche se non sembrava per niente.
Scaccia quei tre dalla sua mente e riprende a leggere, cullato dal rumore della pioggia al di fuori della Nave.

Circa dieci minuti dopo Yogi è di ritorno con due tazze di cioccolata calda e una coperta.
-Sono tornato!-, esclama con un sorrisone.
Un sorriso che Gareki trova un po’ irritante. Ma dopotutto cosa non trova irritante?
-Chiudi quel libro, dannazione!-, lo ammonisce il biondo dopo esser stato diversi minuti in piedi davanti a Gareki, il quale, sbuffando, chiude il volume e lo appoggia sul tavolino davanti al divano.
Yogi, soddisfatto, appoggia le tazze accanto al libro e apre la coperta. Fissa un attimo il moro, che capisce e si alza un attimo.
Il maggiore, con un gesto abile, stende la coperta sullo schienale del divano, così Gareki si risiede e si avvolge nella calda coperta.
Tutto questo calore avrebbe sciolto le sue barriere di ghiaccio, ma ormai non può fare altrimenti, non si può tornare indietro.
Yogi si siede accanto al corvino e, dopo essersi coperto per bene, gli porge una tazza di ceramica bianca piena di cioccolata fumante. In seguito, prende la seconda tazza e dopo aver soffiato un po’ sulla bevanda ne prende un sorso lentamente.
Gareki fa lo stesso, non curandosi delle scottature alla lingua.
Rimangono entrambi in silenzio a contemplare le gocce di pioggia che scivolano sul vetro della finestra davanti a loro. Ogni tanto un lampo squarcia la notte.
Con la coda dell’occhio Gareki nota che Yogi lo sta osservando.
Prova a non farci caso, ma si sente osservato.
Continua a provare ad ignorarlo, ma non ci riesce, così si gira verso di lui.
-Beh, che c’è?-, gli chiede,
il biondo si mette a ridacchiare.
-Che c’è?!-, gli domanda di nuovo Gareki, stavolta più irritato di prima.
-Sei tutto sporco sopra il labbro!-, risponde Yogi trattenendo le risate.
-Se è per questo anche tu…-, lo informa il moro, con uno sguardo tagliente.
Yogi si accosta ancora di più a Gareki.  Avvicina il suo volto a quello del moro, che sorpreso si tira indietro, ma di poco, dato che è al limite del divano. Sente le guance diventare calde e, anche se ogni atomo del suo corpo lo nega, lui sa bene di essere arrossito.
Il biondo, sempre sorridendo, con l’indice della mano destra toglie la striscia di cioccolata da sopra il labbro di Gareki, poi si mette il dito in bocca e con gli occhi al cielo si concentra sul sapore che ha.
-Mmh, sa di me, di te e di cioccolata. È un buon sapore-, afferma tutto contento.
Il minore non può far altro se non sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Poi pensa tra sé e sé “tanto peggio di così non può andare”. Perché in fondo in fondo, una piccola parte di lui sa di voler bene a Yogi, anche se è così irritante, stupido, idiota e più forte di lui.
Ecco, questa cosa non gli è mai andata a genio. Un bambinone come Yogi più forte di lui. Lo invidia per questo. Anche lui vuole essere forte come il biondo, e anche di più. Odia quando lo prende in braccio per volare. Odia soprattutto quando cerca di proteggerlo davanti a un Varuga. Non sopporta tutto questo. Non sopporta che qualcuno si preoccupi per lui. Non sopporta che debbano occuparsi di lui perché non lo ritengono forte come loro.
Gareki beve un altro lungo sorso di cioccolata, che nel frattempo ha raggiunto una temperatura accettabile.
-Ancora!-, ride Yogi.
E in quel momento, anche se fino a poco fa lo stava odiando, il moro pensa per la prima volta che gli piace quando Yogi ride.
Rimane a guardarlo alcuni attimi, mentre il gelo dei suoi occhi si scioglie un po’.
Appena si accorge di quello che ha appena fatto, distoglie immediatamente lo sguardo e gli viene voglia di prendersi a schiaffi. “Che idiota che sono! A forza di stare con questo stupido mi sto rammollendo anche io!” si maledice da solo.
Poi sente di nuovo il dito di Yogi al di sopra del labbro e i suoi occhi ritrovano quelli viola del biondo.
La scena è la stessa di prima, solo che stavolta Yogi non dice niente, sembra quasi in attesa.
-Fammi provare-, dice il corvino. Con i denti si sfila i guanti neri e li lancia sul tavolino, poi ripete l’operazione già fatta dal biondo.
-Sì, è buono!-, conclude.
“Al diavolo, stasera farò il pazzo” pensa il moro nella sua mente.
Lui e Yogi bevono ancora un po’ di cioccolata, poi si divertono a pulirsi a vicenda con le dita.
Il biondo, che ha già finito la sua, appoggia la tazza sul tavolino e osserva Gareki che beve quel che resta della cioccolata.
Appena il minore appoggia la sua tazza sul tavolo, un tuono fa sobbalzare Yogi, che si aggrappa subito al petto del ragazzo di fianco a lui.
-Oh, santo cielo, non me l’aspettavo!-, esclama. Emette un sospiro per lo spavento.
-O-okay, ma adesso staccati-, dice Gareki, che intanto è ritornato rosso in volto.
-No-, protesta il biondo, che alza lo sguardo verso di lui e gli sorride.
Ma invece di restare in quella posizione si siede meglio di fianco al minore e lo abbraccia come solo lui sa fare.
Anche se il moro si divincola, Yogi rimane attaccato a lui, con la testa appoggiata nell’incavo del suo collo.
Quando si stacca è solo per dire –Hai ancora la cioccolata sopra al labbro-.
Gareki grugnisce irritato e fa per togliersela col dorso della mano, ma il maggiore gli afferra il polso. –No, faccio io-, dice.
Il moro alza li occhi al cielo, ma così facendo non si accorge che il biondo si è avvicinato pericolosamente a lui.
Il più piccolo non fa in tempo a capire tutta quella situazione che quello che doveva succedere è già successo.
Le labbra di Yogi sono morbide e calde e sanno di cioccolata. Tutto ciò che Gareki riesce a sentire è il suo cuore che sobbalza.
Il corvino rimane ad occhi sbarrati, mentre davanti a sé vede il volto angelico del biondo, con gli occhi chiusi e le guance arrossate. La sinistra, coperta in parte dal cerotto bianco.
“Tutto ciò non ha senso, tutto ciò è fottutamente sbagliato, queste cose non si fanno tra maschi. È sbagliato!” inizia a pensare Gareki.
Ma poi le mani di Yogi che si infilano delicate tra i suoi capelli e la sua lingua che percorre il contorno del suo labbro superiore per pulirlo dalla cioccolata gli mandano il cervello a quel paese.
“Questo non è il momento di pensare, vero vecchio mio?”, dice a se stesso il moro, sempre nella sua mente.
Il suo primo bacio dato ad un ragazzo. Comico. Sì, comico, ma bellissimo. La sensazione che prova gli piace un sacco. Gli piace così tanto che ne è quasi spaventato.
Il problema è che non sa bene cosa fare ora.
Per adesso i due hanno solo le labbra appoggiate le une su quelle dell’altro e, finché Gareki non fa qualcosa, rimarranno così.
Allora chiude gli occhi, prende coraggio e  bacia il labbro inferiore di Yogi.
Dopo questo suo gesto lo sente sorridere sulle sue labbra, azione che, inaspettatamente, fa sorridere anche lui.
E quindi il bacio si approfondisce. Ora l’uno assapora le labbra dell’altro, ancora impregnate del sapore della cioccolata.
Yogi ha iniziato ad accarezzare i capelli di Gareki con una mano, mentre con l’altra si sorregge, dato che lo sta spingendo sempre più giù, verso il divano.
Il moro costringe il biondo a staccarsi da lui, così, si sposta verso sinistra sul divano, spingendo in là anche il maggiore, e si sdraia su di esso.
Yogi con un sorriso si mette a cavalcioni sul cattivo ragazzo di strada e riprende a baciarlo con passione, tenendosi sollevato da lui con le braccia.
Intanto entrambe le mani di Gareki, in qualche modo, sono scivolate nei capelli del biondo e li scompigliano, godendosi tutta la loro morbidezza.
La lingua del maggiore passa lentamente sul labbro inferiore del moro, che capisce. È una richiesta d’accesso. Accesso che il corvino non nega.
E così le loro lingue si incontrano, giocando, danzando, rincorrendosi, fino a far restare entrambi senza fiato.
Si staccano per quei pochi secondi che bastano, poi si incollano come prima.
Gareki, dal canto suo, sente il cuore che batte forte nel petto, più forte del normale, come dopo una corsa. L’unica differenza è che non è stanco. Anzi, più tempo sta attaccato a quelle labbra e più ha voglia di non staccarsi mai più. La paura di quella bellissima ed estranea sensazione c’è ancora, ma ora la ignora, perché la paura non gli permetterebbe di godersi appieno quel momento. Per quella sera vuole rischiare. Dopotutto lui è uno che con il rischio ci cammina a braccetto in piazza.
Il cuore di Yogi, intanto, è impazzito, come quello di Gareki, solo che Yogi non paragona quella sensazione a quella di una corsa. Yogi sa che in quel momento il suo cuore sta pompando felicità al posto del sangue.
La mano destra di Gareki, lentamente, lascia i capelli, ormai spettinati, del biondo, per andare a esplorare la sua schiena.
Proprio in quel momento Yogi apre gli occhi, per ammirare il volto del suo Gareki. L’espressione serena e concentrata, le guance rosse e intanto la sensazione della sua mano tiepida che corre lungo la sua schiena.
Tuto ciò è troppo. E in poco tempo il biondo sente il sangue defluire dal cervello per andare a concentrarsi più in basso.
Allora richiude gli occhi e cerca di controllarsi. Si concentra solo sul bacio e cerca di non pensare a quanto sia bello e invitante Gareki in quel momento.
Mentre le loro lingue si inseguono e la mano destra continua a sostenere il peso di Yogi, la sinistra parte ad accarezzare i capelli neri del ragazzo dagli occhi color ghiaccio, poi scivola giù, lungo la guancia. Scende ancora, percorre lentamente il collo con le unghie, ma senza graffiarlo. Poi ancora più giù, accarezza delicatamente la clavicola. Trova la stoffa nera della canottiera e la stringe.
Per il tempo in cui la mano di Yogi compiva il suo percorso, il ginocchio destro di Gareki si piegava e i denti mordevano il labbro inferiore del biondo.
Un gemito esce per caso dalla bocca del moro.
Il maggiore è ancora concentrato per mantenere la calma, ma dopo quel gemito, il calore al bassoventre e la strana sensazione delle ali di farfalla che solleticano le viscere, si fanno sentire. E sente la testa leggera e il corpo pesante. Si appoggia sugli avambracci e sente la mano di Gareki aumentare la presa sui suoi capelli.
La sensazione è simile a quella che provava durante i suoi primi voli. Ovvero, indescrivibile. Sente il petto gonfiarsi di felicità e la gola chiudersi. Gli viene quasi voglia di ridere, così, di punto in bianco.
Gareki, intanto, inizia a sentire uno strano calore nella zona del ventre. Non è stupido, intuisce in fretta di cosa si tratti in realtà. Non vuole che Yogi si accorga del suo “problemino” in crescita, così gli stringe i capelli, ma non in modo da fargli provare dolore. Gli ha già fatto male svariate volte e in diversi modi, ma quello non è il momento.
Proprio in quel momento il biondo si avvicina ancora, poggiandosi sugli avambracci. E anche se ha almeno ottanta chili sopra di lui, a Gareki sembra di fluttuare nel vuoto. E se prima ha provato a trattenersi, col petto di Yogi accostato al suo, è molto più difficile farlo. Sente il cuore del maggiore ruggire nel petto, sembra quasi che voglia sfondare la cassa toracica. Anche se per lui è difficile ammetterlo, gli piace sapersi capace di far provare certe sensazioni ad una persona. Ma quel che non gli piace altrettanto sapere, è che la data persona riesca a controllare in quel modo la sua mente, il suo corpo e il suo cuore.
Perché anche se il suo cuore è fatto di ghiaccio e di pietra, non è invincibile. Dentro di lui, in fondo a quell’animo lacerato e sofferente, c’è ancora una parte viva, calda, capace di amare. Solo ora se ne accorge. E, pensandoci meglio, è probabile che quella piccola parte di lui non appassisca mai. Non sa se vorrebbe o meno che accadesse, ma almeno ora sa che c’è ancora. Anche dopo aver perso due volte la sua famiglia, ha scoperto di essere ancora vivo, di non essere del tutto da buttare. Anche se tutto ciò gli brucia.
Poi pensa che anche lui è umano. E, che lo vogliano o meno, negli umani ci sarà sempre anche una minima parte di buono. Una minima parte capace di provare sentimenti positivi. Ecco il difetto delle macchine che sono gli umani: quella piccola, buona e calda parte d’anima.
Sente le mani di Yogi spostarsi. Entrambe si posano sulle sua guance. Fanno un po’ di pressione sul suo viso e lo avvicinano ancora a quello del biondo.
Dopo un ultimo, lento, bacio, il maggiore si costringe a staccarsi dal moro.
Gattonando in retromarcia sul divano, si mette a sedere sul terzo cuscino. Intanto, Gareki alza il petto e si puntella sui gomiti, col respiro abbastanza affannoso.
-Pedofilo-, riesce a formulare dopo alcune manciate di secondi.
-Potevi fermarmi. Già, avresti potuto, ma non l’hai fatto-, gli risponde Yogi, con un sorriso beffardo, quasi ridendo divertito.
-Yogi, io ti ammazzo-, lo minaccia il moro, lanciandogli addosso un cuscino con violenza.
-Certo, certo, Gareki-kun-, dice il biondo dopo aver preso il cuscino, con un enorme sorriso disegnato sulle labbra. Poi si alza, prende le tazze dal tavolino e sparisce in cucina.
Gareki non l’ha mai visto sorridere così. E deve dire che quello è il sorriso più bello che abbia mai visto.
Riprende i guanti dal tavolo, se li infila, poi si preme la mano sinistra sulla faccia e scuote il capo.
-Come mi sono ridotto…-, dice fra sé e sé. –Giuro che lo uccido-, continua, ma senza troppa convinzione nemmeno da parte sua, dato che, immerso nel guanto, sta sorridendo.
Con un sospiro, rilassa l’arto e lo lascia cadere lungo il suo corpo, si appoggia ai cuscini dello schienale del divano e, in pochi minuti, si addormenta.

Quando Yogi è di ritorno la scena che gli si para davanti gli strappa un languido sorriso.
Si avvicina silenziosamente al divano e rimane incantato a guardare la meraviglia a pochi centimetri da lui.
Poche volte ha avuto la fortuna di vederlo dormire. “È bellissimo” pensa. Quell’espressione serena è quasi anomala sul suo volto sempre padroneggiato da uno sguardo freddo e tagliente.
Delicatamente, lo prende in braccio e lo porta nella sua stanza da letto.
Lo posa sul materasso e, dopo averlo coperto per bene, si siede sui talloni, arrivando abbastanza in basso da raggiungere il suo viso con facilità.
-Buonanotte, Gareki-kun-, sussurra prima di lasciargli un leggero bacio sulla tempia.
Si rialza e rimane a guardare il moro, per quello che la poca luce gli permette.
“E io che pensavo che mi odiasse… no, c’è ancora del buono il lui, l’ho sempre saputo. Anche se so che quello che abbiamo fatto stasera lo rifarebbe all’infinito, una cosa è certa: domani mi ammazza” pensa il biondo, sorridendo felice.
Dopodiché, con passo felpato, si incammina verso la porta e, prima di uscire, sussurra un ultimo “buonanotte” al ragazzo che quella sera gli ha fatto battere il cuore come non è mai successo.




 


Hey there! :)

EBBENE SI’, SONO VIVA!
Lettori (ammesso che ne abbia ancora): “ooooh, davvero? Cazzo, non era morta? :O”
PORCA MERDA, QUANTO TEMPO E’ PASSATO? Boh, troppo.
Vabbè, oggi arrivo con questa follia alla Yuno Gasai (so che Yuno non c’entra una pippa con Karneval, ma volevo citarla hahahah) su un nuovo fandom, ovvero quello di Karneval. Fandom, saluta Jade :D
Fandom: “CIAAAOOO JADEEEE!”
Jade: “Ciao Fandom :3”
Scommetto di non aver sorpreso affatto chi mi segue da un po’, uscendomene con questa shonen-ai. Dopotutto, chi non sa che io a scrivere Het proprio non ce la faccio? Lol.
Ok, la smetto. Beh, come avrete verificato, sono ancora io, non sono cambiata. Sono sempre la cogliona di una volta e questo mi rincuora, spero rincuori anche voi c;
Ora, però, ho qualcosina di serio da dirvi. Come avrete potuto dedurre (ma solo se siete geniali come L) ho avuto, e ho ancora, un enorme blocco. Io ci sto provando ad andare avanti, ma non mi viene niente. Cioè, le idee le ho, ma non riesco a scriverle. E’ già un miracolo che io abbia pubblicato questa OS. Con le long non so come andrà a finire, non riesco più ad andare avanti. Posso provare con AWTGIMB perché è decisamente più fattibile, ma con DHTYHLYWYLEI non credo di riuscire a produrre, quindi probabilmente la darò per conclusa anche se in realtà così non lo è. Scusatemi tantissimo, se potessi la manderei avanti, ma per motivi di forza maggiore (ovvero il sopracitato blocco) non posso. Non voglio cancellarla… però… ho bisogno del vostro parere: secondo voi cos’è meglio fare? Cancellarla, darla per conclusa e riprenderla più avanti o tenerla in sospeso finche non mi torna la mano da scrittrice? Io spero di uscire presto da questa situazione, sapete, non è divertente non riuscire più a scrivere…
Detto questo mi dileguo.
kisses,
Lady Blue
 
 
  
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