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Autore: marsechelon    29/08/2013    0 recensioni
Questa storia parla di Marta, una ragazza scontrosa, asociale e con un profondo odio verso l'amore, ma grazie a Mark conoscerà una nuova se stessa e ricomincerà ad amare come un tempo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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- Ho deciso.
Mia madre mi guardò incuriosita e mio padre fece finta di non sentirmi.
- Prenderò lezioni di pianoforte
Avevo pensato di iniziare qualche mese fa, quando, parlando con mia mamma, lei mi disse che da piccola aveva sempre voluto prendere lezioni di pianoforte ma a causa dei suoi genitori non aveva potuto.
Volevo che mia mamma fosse fiera di me.
- Uff, va bene
-Allora andiamo a iscrivermi
- Ora?
- Si, ora.
Con mio padre bisognava essere così, dovevi fare le cose all’istante, se no cambiava idea.
Si preparò e mi portò alla scuola di musica che dirigeva il suo amico Alessandro.
Non era grandissima, ma non mi importava.
La segretaria era una bella donna e ci accolse con un sorriso:
- Avete bisgono?
- Si, vorrei iscrivermi a un corso di pianoforte
- Certo, controllo se c’è un posto libero……
Intanto mi guardai intorno, nella stanza c’era un buon profumo, metteva tranquillità;
C’erano due puf e un vaso di rose rosse, come posto mi piaceva.
- C’è un posto libero!
- Oh, grazie, quando posso iniziare?
- Beh, questo devi chiederlo al tuo insegnante, Mark, questo è il suo numero, puoi chiamarlo quando vuoi
- Grazie mille, a presto
- Arrivederci
Appena arrivai a casa provai a telefonare, ma non rispose..
Proverò domani.

Suonò la sveglia e fui costretta ad alzarmi, un’altra giornata scolastica stava per iniziare.
Guardai il cellulare, mi era arrivato un messaggio da Mark:
“Ciao! Sono Mark, Rebecca (che intuii fosse la segretaria) mi ha avvertito che avresti chiamato, avvertimi quando posso chiamarti così ti do tutte le informazioni per iniziare!”
Gli avrei risposto più tardi, ero in ritardo e se non mi sbrigavo avrei perso l’autobus.
A scuola non ascoltai nemmeno le lezioni, ero troppo presa a immaginarmi Mark.
Com’era? Alto? Basso? Oppure era vecchio?
Durante educazione fisica mi finsi ammalata, odiavo quella materia.
Ne approfittai per rispondere al mio nuovo insegnante di piano:
“Ehi.. Puoi chiamare appena finisco scuola.. Cioè per le 14 e 30!”
Guardai l’orologio, mancavano ancora 4 ore.
Alla ricreazione scesi in cortile per fumarmi una sigaretta quando il cellulare vibrò:
“Senti, posso chiamarti adesso?”
“Certo”

Non feci in tempo a rimettere il cellulare in tasca che iniziò a vibrare.
- Pronto?
- Ehi ciao, sono Mark
- L’avevo intuito, grazie
- Sei simpatica eh? Comunque, non ho molto tempo, quando ti andrebbe di iniziare?
- Quando vuoi, non ho problemi
- Beh, dimmi il giorno in cui non studi
- Tutti
- Ah. Ok, venerdì?
- Va benissimo, per che ora?
- Visto che non hai orari: dalle 15 alle 16
- Perfetto, ci sarò, ciao
- A venerdì
Iniziai a correre, la campanella era suonata da un pezzo.

Tornata a casa avvertì i miei genitori che venerdì avrei iniziato le lezioni di piano.
- E chi ti porta?
- Uno di voi due, o no?
- Ti porterà tua madre
- Va bene
In quel momento mi resi conto che era giovedì.
- OH MIO DIO.
- Che c’è?
- Venerdì è domani!
- Sei un genio.
Corsi in camera mia, in un istante avevo l’agitazione a mille.
La voce di Mark era molto bella, tranquilla.
Non vedevo l’ora di incontrarlo.
 
La mattina volò, stranamente, e appena tornai a casa iniziai a prepararmi, in fondo mancava solo mezzora dalla lezione.
Partii dopo nemmeno 5 minuti con mia mamma, durante il viaggio non riuscivo a parlar lare, e lei di certo non voleva iniziare un dialogo.
Arrivati davanti alla scuola la salutai e mi fiondai dentro.
- Oh ciao! Sei qui per la lezione di piano giusto?
- Giusto, ehm…
- Sali le scale e accomodati pure sul divanetto, Mark finirà con l’altro studente fra 10 minuti
- Grazie mille
Prima di salire uscii a fumarmi una sigaretta per scaricare l’ansia, ma non funzionò molto.
Entrai ed andai a sedermi sul divanetto.
Dopo nemmeno due minuti uscii un ragazzo piuttosto minuto e pensai “non può essere Mark!”, di fatti non mi calcolò nemmeno e scese le scale, subito dopo uscii il ragazzo più bello che io avessi mai visto:
Trasmetteva sicurezza da ogni poro.
Aveva un fisico slanciato, le braccia muscolose e le mani affusolate.
I capelli erano castani, con dei riccioli perfetti.
I suoi occhi erano color del miele.
E il suo sorriso avrebbe fatto invidia persino ad un angelo.
- Tu devi essere Marta. Io sono Mark, il tuo insegnante di pianoforte!
Ma cosa le stava succedendo? Era da anni che non notava un ragazzo, non ne voleva sapere di lui.
No, sarà l’agitazione, io non posso prendermi una cotta per il mio insegnante, l’amore non serve.
L’amore è per i deboli.
  
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