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Autore: Night_    29/08/2013    0 recensioni
Ti ricordi quando ti dissi che il nostro sarebbe stato un futuro perfetto? Cattura quel ricordo di me che nuotavo nella mia ingenuità, nella mia speranza che tanto volevo diffondere.
Nuota con me.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ricordi quando ti dissi che il nostro sarebbe stato un futuro perfetto? Cattura quel ricordo di me che nuotavo nella mia ingenuità, nella mia speranza che tanto volevo diffondere. Nuota con me.


 

Injustice

 

Non riesco a respirare. Non riesco a vedere. Sento solo roventi lacrime percorrermi le guance e venir asciugate subito a turno da quattro mani; di donna e di uomo.
Batto le palpebre fin quando non sono sicura di poterli aprire del tutto.
Lei è seduta su una sedia alla mia destra, mi tiene la mano e i capelli le si sono appiccicati sul viso per il sudore e le lacrime.
Lui è appoggiato al bordo del mio letto, alla mia sinistra, e piange, piange come se non ci fosse un domani.
«Ra... », biascico, la mia lingua scotta come lava. Mi costringo a tacere. Entrambi mi guardano, sul punto di cedere definitivamente.
E ancora non capisco per quale ragione, tutto questo. Muovo le dita della mano sinistra e l'uomo me le prende tra le sue, se le porta alle labbra e le bacia dolcemente.
Poi lascia che me le avvicini alla fronte e strofini, nel vano tentativo di potar via un po' di sudore. Sono madida di sudore, sono acqua.
Chiudo gli occhi. Mi sento male, sono stanca, mi pulsano gli occhi e sento il fuoco che mi divampa, furioso.
Ma voglio osservare quei due, che a loro volta non riescono a staccare il loro sguardo accorato da me; non dovrebbero farlo. Mi rende triste vederli così – non li conosco, eppure...
Delle persone in camice bianco entrano in silenzio; una di loro stringe tremando appena uno schedario. Un uomo con gli occhiali si avvicina a me e sorride.
Sorride anche all'uomo e la donna, e loro annuiscono. Hanno capito qualcosa, e le lacrime scorrono ancora più forte, impediscono a tutti di parlare, bagnano le loro labbra.
La donna china la testa verso di me e bacia la mia fronte, il mio naso, e cerca di abbracciarmi senza muovermi dal letto. Mi inumidisce il volto di lacrime ma non mi interessa in alcun modo; si allontana lentamente, provando a sorridermi tranquillamente – fallendo.
Tocca all'uomo, immagino.
In primo luogo non fa nulla, si limita a osservarmi con attenzione, pezzo dopo pezzo, capello dopo capello. Si passa il dorso della mano sugli occhi e, come ha fatto la donna – quella dolce donna – si abbassa verso di me.
E, cogliendomi di sorpresa, mi bacia sulle labbra.
Non riesco ad alzare le sopracciglia o a sgranare gli occhi, il mio è un corpo fatto di acqua e piombo, posso solo pensare.
Si allontana da me dopo un minuto; ricambio il suo sguardo – beh, forse il mio è un po' stranito o da ebete – e noto qualcosa nel suo stare in piedi di irrequieto. Vorrebbe fare qualcosa.
Ma si rende conto che non può, quindi scrolla la testa e mi scosta la frangetta dal viso.
E poi?
Poi non so.

***

Finalmente mi sento meglio. E visto che mi sento meglio, decido di uscire dal quel letto bianco e appiccicoso. Non c'è nessuno in questa stanza, per cui penso di poter uscire liberamente.
E la porta è aperta. Sarà appena uscito qualcuno?
Sorrido allegra, mentre saltello fuori. E' strano, nonostante indossi un sottile camice di pessimo gusto, non sento freddo. Alzo le spalle – mica mi interessa, no?.
A qualche metro di distanza, scorgo delle figure familiari. Ma certo! Sono l'uomo e la donna che erano prima con me. Bene, mi chiedevo giustappunto qualcosa su di loro.
Corro verso di loro, lasciando che i capelli librino; l'uomo è biondo, la donna mora.
Arrivo fin da loro in scivolata.
«Salve», dico piano – dopo la mia entrata in scena!.
Non avendo risposta, riprovo a voce più alta. «Ehm, salve!».
Mi danno le spalle mentre scrivono qualcosa su dei fogli, non capisco bene cosa, ma sembra piuttosto importante. Li sto infastidendo forse. Ma davvero ci vorrei parlare.
Dopo un paio di secondi, come se avessero sentito il mio desiderio, si voltano verso di me e camminano; un metro di distanza, troppo poco per darmi il tempo di spostarmi.
Chiudo gli occhi di scatto e mi irrigidisco.
«Torniamo a casa tua», sento dire dall'uomo, mentre mi passa attraverso.
I miei occhi si riempiono di lacrime. Eh... ?
Mi state lasciando. No, non mi lasciate, voi non...
Lui l'avvicina a sé, come due persone che non hanno più nulla.
«Andrà tutto bene».
Senza di me andrà tutto bene? 

Autrice


 
Finalmente riesco a scrivere una nota! */0\* Sono stata un po', come dire, occupata. 
Comunque, questa one-shot ho deciso di pubblicarla principalmente perché mi serviva postare un mio 
racconto in un forum per propormi come staff. Speriamo bene! *^*
Eh, è la tristezza questa shot. :V Me ne rendo conto, già, però so anche che è uscita piuttosto bene. Non so
se continuerò a tenerla su efp, dipende se qualcuno recensirà... detto questo! 
Ringrazio tutti coloro che sono entrati qui a dare un'occhiata, che a modo loro hanno lasciato una traccia,
e alle possibili future recensioni! 
 
 
Grazie ancora ~
  
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