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Autore: SylverTrinity    04/03/2008    0 recensioni
Vivere nella notte ricercando la Luce. Una Luce Artificiale e crudele che si bea delle sue mille ammiratrici. Danzare e Cantare per lei nella sola speranza che per un istante lei ricambi il tuo amore...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una falena dalle ali grigie, ma in quel grigio alla luce potrebbe brillare polvere d'argento, quella polvere che mi permette di volare. Vivo nella notte e cerco solo la luce. La luce che voglio non è il sole, non è la luna e non sono neanche le stelle. La luce che cerco è artificiale. Questo appare a chi mi guarda volare attorno a quella sfera di luce calda. Si spande morbida e rassicurante illuminando le panchine di freddo metallo di questo mero piazzale di nero asfalto. Ma io volo e sono qua, sul balcone, sul mio trampolino, il mio spazio di cielo lontano dalla terra soffocata. Tuc. Tuc. Tuc. Perchè questo pallido vetro mi separa dalla mia amata luce?
Ogni volta mi avvicino, supplico di aprire una via, ma quel vetro mi ostacola. La sua superficie che pare satinata splende della polvere delle mie ali sempre più grigie e meno preziose. Quando l'ultimo granello mi lascerà cadrò osservando la luce allontanarsi. La osserverò dal basso fin quando il mio cuore avrà vita, poi mi spegnerò, ma morirò osservando quella luce. Ne strapperò un frammento che brillerà nei miei ricordi per sempre.

So forse come si disegnerà la mia fine. Le mie ali grigie smetteranno di battere. Il loro argento verrà donato alla custodia della luce bramata. Il loro morbido grigio lo regalerò al vento che mi ha sostenuta nella lotta. Lo scheletro di vetro che ne resterà lo userò per ricordare al mondo che una falena ha lottato.
Le mie antenne sembrano piume senza peso. Sono le ali che mi fanno volare nell'universo dei sensi. Sono piume preziose che mi disegnano come una piccola regina di cenere. Non ho il volo elegante di una farfalla, non avrò mai la sua grazia e i fiori non mi faranno bere il loro nettare. Non sono così esile, le mie ali durano fatica per volare, sbattono frenetiche. Ma non vorrei mai essere una farfalla. Le farfalle hanno tutta la luce che vogliono e vivono di colori e profumi vasti, infiniti.

Tuc.Tuc. Mi poso sulla ringhiera del mio balcone e chiudo le ali. Non posso guardarle, ma sento il vento accarezzarmi da più vicino. Altra polvere è stata donata. Osserva il mio mondo che si tinge di nero, blu e grigio. Il profumo della notte sovrasta il mondo dormiente. Non ho bisogno del profumo delle rose quando la notte mi avvolge. Pulisco le antenne, mi pettino le zampe. Minuscoli granelli di me rimarranno su questo freddo metallo dipinto di azzurro. Accanto ai miei leggo la storia di altre falene che prima di me si sono posate a riposare le loro ali stanche. Ancora qualche istante, poi volerò ancora. Sopra di me brilla quella luce. Tuc. Tuc. Tuc. Altre falene cercano quella luce oltre il vetro.

Mi porto al bordo di questa ringhiera e mi tuffo nel silente vuoto della notte. Scivolo e poi mi rialzo sbattendo con foga le mie ali grigie. Danzo per te. Guardami. Guardami luce. Ampi cerchi attorno a quell'alone di luce tiepida. Traiettorie disegnate nel cielo, passi complessi e studiati che in pochi leggeranno, ma so che lei mi guarda. Non sono la più bella. Non sono la più grande. Le mie ali non brillano più di altre. Ma sono io e sono qui per te. Apri i tuoi cancelli, lasciami entrare nella tua luce. Lasciami piangere nel tuo calore e non lasciarmi più. Ogni notte tornerò a bussare a quei cancelli e oltre di essi manderò i miei araldi d'argento a chiederti di aprire. Non ho fretta, il mio tempo scorre come polvere in una clessidra. Polvere grigia e d'argento.

Ascolta il mio canto, non è solo ronzio il mio suono. La mia voce è solo tua. Mi capisci vero? Lo so che mi ascolti e mi osservi. Poi infine troverò il modo di raggiungerti. Troverò l'apertura nei tuoi cancelli e correrò da te disegnando riverberi d'argento da donarti. In te il mio sogno è realtà. Ti curerò, ti servirò, vivrò per sempre con te e per te mia luce. Non vedrò altro che caldo bianco davanti a me. Sono disposta a darti la mia vista pur di toccarti. Finalmente mi lasci avvicinare. Io. Io tra tante altre. Un istante ti potrò abbracciare, un istante eterno. Ti sfioro. Sei caldissima. Chiudo gli occhi. Piango. Sorrido. Mi sorridi vero? Non posso vederti, ma so che stai sorridendo. Non è così? Come sei calda. Bruci. Il mio argento si esaurisce in te. Il mio cuore si blocca per l'emozione. Emozione. La Gioia di toccarti. Il Dolore di vederti uccidermi.

Che amore crudele è il mio. Ma io ti amerò per sempre, mia luce. Ho varcato i tuoi cancelli. Mi hai sfiorato e ora mi lasci. Cado. Cado nel vuoto. Le mie ali hanno perso la magia dell'argento. Non mi vuoi salvare? Non mi vuoi sentire cantare ancora per te? E la mia danza? Tuc. Cado sulle rosse piastrelle di questo terrazzo. Non riesco a volare ancora da te. Mi vuoi? Riprendimi! Sono qui, ancora per te. E la tenda si gonfia alla carezza del vento. Se ne va. Ritorna. Ancora danzano e la loro ombra mi accarezza. Luce. Tenebra. Ora so. Mia luce, quante ballerine hai per te...Quanti canti ti vengono rivolti. Io sono una tra le tante. Non sono la più bella. Non sono la più grande. E le mie ali non brillano più.

Sono nata per te. Sto morendo per te. Ho vissuto ogni notte per te. Allungo le zampe. Più e più volte. Abbracciami ancora...ti prego. Il tuo alone sacro diminuisce, ti affievolisci? Piangi per me? No. Sono io che piango per te e ti vedo sempre più lontana dal mio cuore. Non posso arrendermi. Arranco. Guardami. Guardami mia luce. Se le ali non mi accompagneranno scalerò la ringhiera e ti raggiungerò. Che sogno ingenuo. Le mia zampe non possono dove falliscono le ali. Piangendo osservo le altre falene adularti. Le rifiuterai tutte mia luce? Forse qualcuna ti avvicinerà senza che tu la possa uccidere.

Sorrido. Sorrido Amaramente. Sospiro. Sospiro Amaramente. Non mi vuoi. Non mi hai mai voluta. Forse neanche mi hai guardata. Forse neanche mi hai ascoltata. Non mi ascolti. Mi fermo. Non posso più muovermi. Le ultime forze sono per te. Ascolta il mio ultimo canto. Il vento soffia e le mie ali non gli sono più amiche. Mi spazza lontano da te. La tenda mi accarezza trascinandomi sul marmo bianco dove l'ombra si allunga. Sento una canzone triste. Una canzone d'amore. Arranco verso l'ignoto.

Qualcosa mi tocca, ma non sei tu. Non è luce. Non è caldo. Mi solleva dal freddo marmo e vedo per un attimo una luce fredda e ampia. Sembra piatta. Mi avvicino. Tuc. Anche questa è protetta? Tuc. No. La sto toccando. Com'è tiepida. Sta cantando una canzone d'amore, triste e malinconia. Io ti ascolto luce. Ti posso abbracciare e tu mi abbracci senza bruciare. Piango. Piango di Gioia, mia luce. Sei tu colei che ha ascoltato il mio canto allora? Adesso ascolto il tuo. Non ti lascerò mai. Chiudo gli occhi. Cado. La luce mi abbraccia. Il mio Amore è ricambiato. La luce. Luce. Ti ho raggiunta.

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Forse è meglio aggiungere qualche parolina. Questa storia è nata una sera che osservavo le falene volare attorno al lampione del mio palazzo che è fermato proprio sul mio terrazzo di camera. Rientrata in camera poco dopo mi è arrivata una falena contro lo schermo del pc e qui poco dopo è morta cadendo tra le mie carte. Le ho voluto rendere onore con questa storia ^^

  
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