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Autore: AstronautOnTheMoon    29/08/2013    2 recensioni
Non sei più vittima di bullismo e dentro di te lottano la voglia di vivere finalmente felice e l'ala minacciosa dei ricordi.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alba e il tramonto.
 

Finalmente l'alba è arrivata e si mangia la notte che per tanto mi hai perseguitata. Tutto ciò che era malvagio finalmente mi ha abbandonato, ora posso andare a scuola senza paura di essere picchiata, in primavera posso indossare maglie a maniche corte perché non avrò più lividi da coprire, posso sorridere senza riserve, senza paura che qualcuno si offenda per il mio sorriso ed abbia voglia di trasformarlo in lacrime.

 

Questi sono stati i miei pensieri, quando in prima superiore ho iniziato una scuola diversa da tutti i miei ex-nemici di classe e per una volta le mie previsioni erano esatte.

 

Dopo quel 7 giugno nessuno ha più toccato il mio corpo, nessuno mi ha più toccato, nessuno mi ha più spinto da dietro per farmi cadere in una pozza di fango sotto la pioggia fredda e sconsolante, nessuno.

 

Ma dopo certe esperienze tutto è difficile, cammini per strada, ma ti sembra che tutti ti giudichino, che sottolineino che c'è qualcosa che non va in te, sembra che tutti leggano sul tuo viso il tuo passato oscuro. Ci sono giorni in cui ti dici “Non me ne frega niente!” e cammini con la testa alta sorridendo a tutti; ma ce ne sono altri in cui non hai la forza di alzare la testa da terra, le tue mani sono chiuse a pugno e preghi che le persone non ti guardino. Tutti ridono di te, ti prendono in giro, riconoscono la tua stupidità e ne ridono. Senti la loro voce parlare mentre gli passi di fianco: “E' una sfigata!” dicono. Vorresti fermarti e gridare che non è vero, ma in fondo lo credi anche te e saresti solo un'ipocrita se ti fermassi a contraddirli, così confermando la tua stupidità.

 

I miei genitori non hanno mai saputo niente, non hanno mai visto niente, o non hanno mai voluto vedere niente. Gli insegnanti erano gli unici adulti a sapere tutto e a loro non interessava, come se non fosse loro compito evitare che alcune cose accadessero o peggio, come se fosse tutto normale.

 

Ma ora è finito, è tutto finito.

 

Il giorno lo passo anche allegramente in compagnia del sole, ma la notte è un problema.

 

Chiudo gli occhi e li vedo.

Vedo *** con la pancia gonfia e i due nei sulla guancia, mi guarda e grida, grida insulti, tante ingiurie, parole rapide, non le sento nemmeno.

Arriva *** la sua voce si confonde, vedo le folte sopracciglia incurvate, mi soffermo sulle labbra che si muovono poi vedo gli occhi, occhi piccoli e lucidi di rabbia.

La regina dell'incubo non si fa attendere, spero le persone più cattive sono proprio ragazze.

Vedo in lontananza il mio prode cavaliere che si avvicina per portarmi via da questo incubo, lui è più grande, ma non può niente contro di loro.

Diventano sei, dodici, ventiquattro, continuano a sdoppiarsi, il mio eroe prova a dire qualcosa, ma contro tanti non può niente, ci circondano, iniziano i calci e i pugni.

Sono a terra e sento i loro calci, ma non sento dolore, l'abitudine è così brutta!

Dal basso vedo il mio difensore lottare, tentare una difesa disperata, ma presto piega le ginocchia e così muoiono le mie ultime speranze.

 

Sempre incubi, mai col la stessa trama, ma sempre con il medesimo finale.

 

Mi sveglio di soprassalto e non riesco più a dormire, non voglio più dormire.

Vedo spesso l'alba rinascere, un altro giorno ricomincia e per altre dodici ore non avrò niente di brutto che mi perseguiti: oggi sarà un bel giorno!

 

Il passato ha lasciato segni permanenti dentro di me, mi causa sbalzi di umore non indifferenti e alcuni giorni mi provoca delle crisi di depressione.

 

Ma, sto imparando a superare il ricordo di giorni funesti, lentamente mi sto riabituando a vivere e sto scoprendo che la vita è bellissima. Sto imparando che l'unico modo per amare la vita è osservarla con occhi inesperti, rimanere sempre un po' stupiti difronte alla bellezza della natura.

 

Non riesco ancora a fidarmi delle persone, sono chiusa e timida. Non ho molti amici e sto tentando di migliorare. Sono sicura che nonostante tutto un giorno sarò una ragazza felice.

 

I giorni passano, i sorrisi intorno a me non sono mai sinceri, ma continuo per il mio cammino. Non mi sorprendo se le persone mi mentono o mi dicono qualcosa di cattivo.

 

Sono passati tre anni, ormai e da poco ho capito che parlare aiuta, aiuta più di una medicina, più di qualsiasi altra cosa.

 

Venerdì scorso ero al mare con il mio migliore amico, il mio eroe, l'unica persona che sa il mio passato, colui che ha sempre tentato di difendermi, il prode cavaliere dei miei sogni. Eravamo sdraiati su due lettini tentando di sonnecchiare un po'.

Eravamo così, immobile e tutto mi è tornato improvvisamente in mente, ogni singola parola era tornata chiara, ogni singola voce acuta e tagliente.

Avevo gli occhi chiusi, ero persa dentro di me, non trovavo l'uscita dal labirinto dei miei pensieri per tornare al presente.

Avevo paura, mi sentivo tremare nonostante il caldo.

“Ehy! Cosa hai fatto *** ?”

Spalancai gli occhi con la fronte corrugata. Lo guardai spaventata, lui era più terrorizzato di me.

Si sedette al mio fianco e mi abbracciò. Era il primo vero contatto fisico con una persona dopo tanti anni.

Non riuscivo a rispondere all'abbraccio e continuavo a tremare, ma ero felice di saperlo vicino, di essere consapevole che lui c'era, che non sarei mai stata sola, che non lo ero mai stata veramente.

Avevo bisogno di sentire il suo calore, avevo bisogno che sciogliesse il ghiaccio dentro di me.

Quando ci allontanammo lo ringraziai. Gli raccontai delle mie notti, gli dissi il motivo per cui spesso non mi sentiva per giorni interi e gli confidai anche della mia stupida paura di camminare per strada. Mi ascoltava, lui mi capiva!

Parlare fa bene.

Mi chiese perché avevo aspettato tre anni prima di parlargliene, non sapevo cosa rispondere e lui non mi diede nemmeno il tempo di pensare ad una risposta adeguata perché mi disse che comprendeva le ragioni del mio silenzio.

 

Sapete, oggi sono sei notti in cui riesco a dormire, il principe riesce a sconfiggere i nemici che non si sdoppiano più.

 

La cosa più assurda? Li ho perdonati. Nonostante le lacrime che mi hanno fatto versare e il dolore che mi hanno provocato li ho perdonati. Ho capito che il sentimento giusto per loro non è la rabbia, perché voglio dimenticarli, non averli sempre in testa.
 

AstronautOnTheMoon.

  
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