Vivere in quella casa era impossibile!
Aveva voluto sposare Rufy e si era ritrovata a crescere tre bambini capricciosi: suo figlio, il suo sposo e suo cognato!
Aveva sedato l’ennesima lite idiota dei due fratelli e si era accasciata stremata sul divano, con una mano sulla fronte.
“Ace, smettila di mangiare le cose cadute per terra.” Strillò, esasperata.
“Ma io ho fame.” Si lamentava proprio come un moccioso.
“È questione di poco: aspetta mezz’ora e la cena sarà pronta.”
“Ma io…” Ribattere con Nami era sempre inutile!
“Seduto, ho detto: a cuccia.”
Ace obbedì: si sedette sulla sedia, quando arrivò un Rufy gongolante con un sorriso a trentadue denti stampato sul volta.
“Ehi amore, lo prendiamo un cane?”
“No!”
“Perché no?”
Il ragazzo si grattò il sedere.
No, i bambini erano più maturi ed educati: Rufy ed Ace non erano fanciulli, loro erano…
“Perché non voglio altri animali, oltre voi due: intesi?”
Lo disse in un tono così minaccioso che i due non poterono fare altro che annuire con la coda tra le gambe.
Nami era fiera di sé: poteva fare l’addestratrice di belve feroci.


Che ispirazione improvvisa e proprizia: wow *-*
Carissima Ele questa è per te e per il tuo nuovo cane!
Non disperare, c’è chi è messa peggio di te. U_U
Sono scema come sempre, vero? xD
Bè, ma almeno sono simpatica, ahahahah.
Alla prossima mondo e buona notte! <3