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Autore: Ridh    29/08/2013    1 recensioni
Aveva labbra fresche Tommy. Labbra giovani, appena incurvate nell'ombra di un sorriso da finto angioletto.
Mi rendevo conto che tutto era così semplice da sembrare quasi irreale. Ma era così bello.
Vivere veramente solo attimo per attimo, e al domani ci penseremo poi.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una breve storia senza pretese e decisamente su toni meno onirici rispetto al solito. Spaccati di vita. Un "qualcosa" di vagamente romantico. Poi sono tutti dettagli, come direi io, o Tommy.







 


Assemblare un mobile può sembrare un'azione di nessuna importanza. Pezzi di legno laminato ovunque, viti, bulloni. C'è da andare fuori di testa.

Il foglio delle istruzioni, dov'é? Ah, si, eccolo.

La finestra aperta lascia passare l'aria fresca della sera, una sera di inizio autunno tersa e invitante.

Perchè cazzo questo pezzo non combacia? Manca una vite, porca puttana! Il foglio, il foglio, dio!

La testa di Tommy spunta dall'altra parte della sponda del letto per metà montato. Ha lo stesso sorriso di sempre, appena accennato, malizioso e ingenuo. Che mi fa impazzire. Da riempire di morsi.

Lui ridacchia. Si diverte un mondo a vedermi arrabbiata. Me la prendo con tutti, ma con lui è impossibile: il semplice modo in cui mi guarda mi fa dimenticare tutto. Neanche mi ricordo come è iniziato tutto tra di noi, ma è probabile che io fossi nervosa e intrattabile e lui paziente e divertito. Lo fisso, spettinata e meravigliata:

- Che c'è? -

Il sorriso si allarga, mentre lui poggia un cacciavite e si rimbocca le maniche della camicia.

- Mi piace quando ti arrabbi. -

Io sollevo gli occhi al cielo.

- Se non hai notato c'è il letto ancora mezzo smontato, sai? E io non voglio dormire su un tappeto! -

Tommy si schiarisce la gola ironicamente, osservandomi di sottecchi con uno sguardo timidamente divertito. Sento le convinzioni incrinarsi. Ha gli occhi di un adorabile ragazzino. Occhi adulti eppure bambini.

- Possiamo sempre mettere su il materasso... -

Lo guardo stancamente. Sì, ecco che il materasso è posizionato. Eppure non posso fare a meno di ripensare con dolcezza al significato che ha per noi costruire il nostro “rifugio”. Il letto soprattutto. Lenzuoli che scivolano, mani che si sfiorano. Un pensiero che mi fa barcollare.

- Fammi vedere... -

Mi giro con l'intenzione di studiare meglio le istruzioni e non farmi condizionare dagli sguardi di Tommy ma non posso fare a meno di guardare fuori.

Un uccello passa veloce davanti al riquadro della finestra che dà su un canale vicino a delle colline. Un refolo di vento si introduce nella stanza solleticandomi la pelle.

Ma non è solo quello. Avverto distrattamete il rumore attutito di oggetti che vengono appoggiati. Passi di piedi nudi sul legno.

Mi chiedo cosa mi riserverà il futuro. Cosa ci riserverà. Il nostro futuro. Poi sento il suo respiro sulla nuca e un brivido mi percorre la schiena.

Forse è quello il futuro. Forse tutto sta in quelle braccia che si serrano da dietro intorno alla sua vita. In quelle mani che le accarezzano dolcemente il ventre. Nel viso affondato nella corva del collo. Piego la testa all'indietro inspirando il suo profumo. Tommy mi volta lentamente, tenendomi saldamente per i fianchi. Lo guardo e mi sento innaturalmente pronta per la resa. Essere sua é una delle cose che mi vengono meglio. Non penso niente di particolare. Mi limito a guardarlo, aspettando.

Con quanta lentezza sollevò una mano per afferrarmi languidamente la nuca e attrarmi a sé.

Aveva labbra fresche Tommy. Labbra giovani, appena incurvate nell'ombra di un sorriso da finto angioletto.

Mi rendevo conto che tutto era così semplice da sembrare quasi irreale. Ma era così bello.

Vivere veramente solo attimo per attimo, e al domani ci penseremo poi.

Gli accarezzo la guancia, lasciando che le mie dita filtrino poi nei suoi capelli. Sento la pressione farsi più viva e mi viene naturale socchiudere appena un po' di più le labbra per lasciare che le nostre lingue si intreccino.

Senza fretta.

Non so bene quale sia il vero, profondo, legame tra noi due. Ma la verità è che forse la nostra intesa si basa sulla percezione degli sguardi, sulle pose che assumiamo e che hanno un significato solo per noi, nelle piccole cose quotidiane, come montare un letto, spalancare una finestra, incazzarti con le istruzioni, persino esasperarti con Tommy, e ce ne vuole.

Il suo abbraccio mi avvolge; premo il mio corpo contro il suo e lui comincia a tirarmi indietro, camminando, facendo attenzione a dove mettiamo i piedi. Sorrido quando, con le punte dei nasi che si sfiorano, urtiamo contro quella che dovrebbe essere con ogni probabilità la testata del letto.

Un attimo prima di cadere abbracciati sul letto Tommy rallenta e guida le mie mani verso i bottoni della camicia.

Mi piace sfilarli, lasciar scivolare i palmi sulla stoffa che fascia così bene il suo corpo, mentre le labbra di lui finiscono invariabilmente per spostarsi lungo la linea della mascella, e giù, lungo il collo lasciano una scia di piccoli baci leggeri come fiocchi di neve.

Di nuovo ricompare il suo sorriso quando mi siedo sul letto, aspettando, guardandolo dal basso. Ha un ciuffo ribelle, capelli scuri che come una nuvola temporalesca gli offuscano lo sguardo, creano ombre sempre differenti sulla sua fronte.

Ma quando si abbassa, per poi avanzare verso di me, dimentico tutto. Il freddo che entra dalla finestra, il materasso che sì, cigola un po', ma che reggerà, l'odore di menta che entra dal mondo fuori da quella stanza, l'aroma di un cappuccino troppo liquido abbandonato su un tavolo distante, e i nostri respiri, che vicinissimi iniziano a sovrapporsi, a imparare il ritmo dell'altro, a percorsi tracciati sulla pelle che ormai conosciamo.

Il sorriso di Tommy è il riassunto perfetto di tutto.

Quell'esatto modo di stringere gli occhi quando ride, o di arricciare il naso e storcere la bocca quando fa le sue smorfie.

Piccoli dettagli.

Sono i dettagli che scandiscono le nostre giornate.

Quella luce negli occhi.

Che il mondo fuori di qua se la veda da solo, è il mio ultimo pensiero.

  
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