King of the Stage

 

Dedicata ai ragazzi del teatro di Luino,

che sabato mi hanno regalato una serata meravigliosa.

In particolare, questo racconto è per Erica,

bravissima attrice e “ascoltatrice di prim’ordine.

E poi per te, che forse sai che esisto o forse no,

ma che sei ciò che io, per ora,

posso solo sperare di diventare su quel palco.

Temperance

 

Un teatro è un luogo strano, con una sua atmosfera tutta particolare che non si trova da nessun’altra parte.

È magico, in un certo senso, stare qui a suonare, mentre sulle mie note i personaggi nascono, muoiono, odiano, amano, vivono grazie al talento di voi, persone straordinarie chiamate attori, che con semplici gesti e parole sapete compiere qualcosa di eccezionalmente simile alla creazione.

 

Persone come te.

Te, che del palcoscenico sei il re.

 

Buffo.

Potrei scriverci una canzone.

Il punto è che, anche se il teatro è già di per sé speciale, chi davvero lo rende magico sei tu.

Tu, con l’azzurro di quegli occhi che risplendono sul palco, illuminandolo più di qualsiasi riflettore.

Tu, con la forza della tua passione che infiamma la scena, togliendo il respiro a chi ti guarda, me compresa.

 

Tu, che hai occhi solo per lei, dolce, perfetta Gabriella, che nemmeno ti vede.

Risponde alle tue battute, certo, scherza, ride, gioca con te, ma non ti vede come io ti vedo.

Per lei sei un amico, niente più di tanti altri.

 

Per me sei tu.

Solo, unico, insostituibile tu, re del teatro, re della mia musica, dei miei sogni, del mio cuore.

 

Ed ecco, lo spettacolo finisce, le luci si accendono ed è tempo di inchini e applausi.

Gabriella mi prende per mano, mi trascina tra voi ma tu sei lontano, allegro e sorridente, sicuro come sempre.

 

Irraggiungibile.

 

Così diverso da me.

Forse troppo diverso per starmi vicino, anche se solo su un palco dove tutto è finzione