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Autore: ucheoma    30/08/2013    5 recensioni
Ci abbracciammo senza dirci niente fino a quando un pacificatore non aprì la porta, dandomi appena il tempo di sfiorare le sue labbra con le mie.
Ma dentro di me una voce continua imperterrita a parlare, a dirmi che Glimmer non è così, io non sono così.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash | Personaggi: Altri, Lux , Marvel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ero pronta. L’avrei fatto per lei, per i miei genitori, per dimostrare a tutto il distretto 1 che Glimmer non era una strana, diversa, bensì forte e coraggiosa.
Nessuno era stupito di vedermi su quel palco, alla mietitura, praticamente tutto il distretto sapeva che mi sarei offerta. Di certo Celya Simmod, quella a cui avevo soffiato il posto, non era contenta di vedermi al posto suo, lei era una ragazza forte, grossa il doppio di me, ce l’avrebbe potuta fare. Angee Pendark, con la sua voce acuta e veloce, non era affatto sorpresa di dove ripetere la stessa frase di ogni anno, “abbiamo una volontaria qui!”,  prima di chiamarmi sul palco accanto a lei. Diedi solo un’occhiata veloce all’altro tributo, Marvel. Avrei avuto tutto il tempo di conoscerlo dopo.
Dentro il palazzo di giustizia, ricevetti le visite che mi aspettavo: i miei genitori, con mia madre in lacrime e mio padre serio e distaccato come sempre, e ovviamente lei, Dhana non poteva mancare. Ci abbracciammo senza dirci niente fino a quando un pacificatore non aprì la porta, dandomi appena il tempo di sfiorare le sue labbra con le mie.
Quel bacio mi rimase impresso sulle labbra fino a Capitol City, continuavo a toccarmele con le punte delle dita, cercando ti tenere saldo dentro di me quel bellissimo ricordo, e ignorando completamente i mentori e Marvel. La strategia d’altronde non era difficile da immaginare: venendo dall’1, eravamo dei favoriti, dunque ci saremmo alleati con i tributi del 2 e del 4 fino ad arrivare al bagno di sangue finale. Il ragazzo sembrava piuttosto ansioso di cominciare, come se avesse sete, fame, voglia di uccidere. O forse voleva solo essere pronto per riuscire a tornare a casa, dalle persone che ama. A quel pensiero il mio giudizio su di lui cambiò: provavamo la stessa sensazione.
Capitol City si presentava sfarzosa, moderna, pulita e brillante, ma guardarla con la consapevolezza che poteva essere l’ultima, non la rendeva attraente. L’unico vero divertimento in tutto ciò? Le interviste. O almeno pensavo, perché il mio stilista, del quale non mi ero nemmeno curata di conoscere il nome, voleva che io recitassi la parte della ragazzina sciocca e bella, per attirare sponsor, facendo diventare l’intervista una grande orribile farsa.
E così, alla mia intervista ho dovuto fare la parte della bella scema.
E se voglio salvarmi la pelle, dovrò continuare per tutti i giochi. Ma dentro di me una voce continua imperterrita a parlare, a dirmi che Glimmer non è così, io non sono così, lei non può vedermi così.
Ma ora sono sul piedistallo, mancano cinque secondi, quattro, tre. Non ho tempo per pensare. Mi guardo intorno, tra questi ragazzi che dovrò uccidere. Ma non mi interessa, io tornerò a casa, da lei. Ora tra me e l’inizio dei giochi c’è solo un secondo. Amore, Dhana, perdonami. E’ per te. Ti amo.
  
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