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Autore: Persefone3    30/08/2013    2 recensioni
Salve a tutti, ho scoperto Lie to me per caso una sera che non riuscivo a dormire. Mi sono bevuta tutte e tre le serie in un mese e poi sono rimasta a bocca asciutta per la cancellazione del telefilm. Una sera mentre ascoltavo la canzone dei Muse, da cui è tratto il titolo, mi sono immaginata un finale diverso e cosa sarebbe potuto succedere. Ho creato un personaggio nuovo di nome Anna e l'ho buttato nella mischia. ho ripreso alcune situazioni e dialoghi della serie.
Spero vi piaccia
Persefone
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Emily Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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- Cerco la Dottoressa Foster, è in Ufficio?
Chiese la bella ragazza, una mattina al Lightman Group. Sara, la segretaria, non l’aveva mai vista prima,  ma non era una cliente. Non c’erano appuntamenti per quel giorno.

- La Dottoressa Foster non è in ufficio in questo momento, vuole parlare con il Dottor Lightman?
- No, no voglio solo la Dottoressa Foster. La posso aspettare qui?

Cosa cosa cosa??????? Da quando in qua qualcuno cercava Gillian e non batteva ciglio nel sentire il suo nome? Cal Lightman capì che doveva tenere in mente quella faccia.
Si incrociarono nel corridoio, la scrutò. La ragazza rispose al suo sguardo con altrettanta alterigia e si diresse nello studio della sua socia. Una volta seduta sulla poltrona gli accennò un sorriso come se lo conoscesse. Lui, invece non aveva la più pallida idea di chi lei fosse. Da quando in qua Gillian gli teneva nascosto qualcosa? Non era da lei. Anzi, era lui il cinico egoista che aveva un mucchio di segreti, anche se per non troppo tempo. Doveva sapere chi era quella ragazza e perché voleva parlare con Gillian.
Cal si diresse allora verso Sara.

- Chi è quella donna? – chiese alla segretaria con tono sornione e non curante, o almeno lo sperava.
- Non mi ha detto chi è, vuole parlare con la Dottoressa Foster. Non è una cliente comunque perché non ci sono appuntamenti in agenda.

Cal prese la strada del suo ufficio mentre rimuginava. Se quella donna non era una cliente, allora faceva parte della vita di Gillian: e lui non ne sapeva niente. Per la prima volta avvertì una strana sensazione. Che Foster avesse un segreto con lui, lo turbò stranamente. Perché? Non poteva ancora avercela con lui per la faccenda Whallosky……. Aveva fatto capire a Gill che non erano sullo stesso piano ……. O forse non era bastato? ….
Gillian stava tornando in ufficio. Da un po’ di tempo a questa parte non aveva molta voglia di andare a lavoro. Intendiamoci adorava il suo mestiere, ma l’atmosfera con il suo socio cominciava ad essere pesante. Troppa complicità ed intimità per essere semplici amici, ma non avevano ancora deciso di scavalcare gli steccati e gettare le maschere. Non che lei non volesse, ma lui si sottraeva distraendosi con la donna di turno, provocandole tanto di quel dolore che le sue scuse ormai non bastavano più. Evidentemente il suo destino era fare l’amica e mai l’amante. A questo pensava Foster mentre camminava, voleva parlare con qualcuno, sfogarsi, ma era troppo riservata per chiedere aiuto.
Appena varcò l’ingresso dell’ufficio fu intercettata da Sara.

- Dottoressa Foster, c’è una visita per lei, l’ho fatta accomodare nel suo ufficio.
- Grazie Sara, vado subito a riceverla.

E chi poteva essere? Non aspettava nessuno… mentre pensava queste cose Gill si diresse verso il suo ufficio, ma fu fermata anche da Cal.

- Tesoro tutto bene?
- Si Cal, grazie. Ho una persona che aspetta nel mio ufficio, se non ti dispiace vado a vedere perché è qui.

Cal inclinò leggermente la testa, questa volta sarebbe riuscito a leggerla, doveva riuscirci. Voleva sapere. Gillian capì immediatamente.

- Non so chi mi sta aspettando. Se avrai pazienza, dopo ti dirò tutto.
-Ah come vuoi tesoro, mi trovi nel mio ufficio.

Niente non ci era riuscito neanche questa volta, ma aveva letto in quei bellissimi occhi blu un moto di impazienza verso di lui. Non poteva essere, non la sua Gill.
Non appena la dottoressa Foster varcò la soglia della sua stanza non riuscì a credere ai propri occhi: Anna era lì.

- Anna, oh mio Dio! Che ci fai qui?! – le corse incontro e l’abbracciò forte.
- Gillian cara! Sono a DC di passaggio e sono venuta a trovarti!
- Hai fatto benissimo! Sono così contenta di vederti!

Anna era la sua migliore amica, una sorella in pratica. Era qualche anno più giovane di lei e si erano conosciute al campus universitario. Avevano legato subito. Oltre Cal era la persona di cui più si fidava. Il forte e saldo legame tra le due donne era stato forgiato non solo dalla complicità, ma anche dai dolori della vita. Gillian aveva avuto cura di Anna dopo che era tornata dalla Cecenia ed Anna era stata la prima a sapere di Alec e dei sentimenti che la sua amica provava per il suo socio.

- Ho incontrato l’uomo che ti rifiuti di legare a te. Capisco perché ci hai perso la testa…..
- Smettila ti prego, non voglio parlare di lui, è solo in pausa tra una fiamma ed un’altra… e neanche mi guarda…..
- Io non ne sarei così convinta……. Ci sta fissando, e per fortuna sono una donna. Se c’era un uomo ad aspettarti, cosa faceva, entrava con un uzi?

Le donne risero complici. Cal le fissava e non capiva. Perché Gill non era più così rilassata anche in sua compagnia? Chi era quella donna che era venuta a sconvolgere i loro equilibri? Di una cosa era sicuro, nascondeva qualcosa.

- Anna come stai? Vedo che ti sei ripresa bene e so che sei  tornata a lavorare! Ricevere le tue mail è sempre un grande conforto.
- Mi fa piacere…..ma…… hai un visetto che la dice lunga sul tuo stato. Sarcasmo a parte, stai soffrendo, te lo leggo in faccia, e non sono un’esperta di microespressioni! Einstein se ne è accorto, o fa finta di non -accorgersene? Lo conosco da un minuto ma se vuoi vado  lì e gliele suono di santa ragione!
- Be’ non posso dire di stare bene è vero, ma non ho voglia di parlarne qui.
- Ho capito qui serve una serata tra donne, confidenze e gelato, come ai vecchi tempi, che ne dici?
- Magari……
- Dimmi dove e quando allora!
- Anna, se ho capito bene, ti fermi qualche giorno, perché non vieni a stare da me? Ti mostro la mia nuova casa e così potremmo passare un po’ di tempo insieme.
- Se non disturbo accetto volentieri!
- Allora è andata! Ci vediamo stasera verso le 20:30?
- Benissimo, allora ci vediamo da te!
- Ecco il mio indirizzo, ciao!

Anna uscì dall’ufficio dell’amica e guardò il dottor Lightman dritto negli occhi, con uno sguardo di sfida. Non voleva più vedere la sua amica soffrire per quell’uomo! Per un periodo aveva tifato per lui, ma ora stava esagerando. Doveva decidersi così come Gill del resto.
Appena Foster rimase da sola, Cal entrò nell’ufficio della collega.

- Allora, ci sono problemi?
- No, assolutamente, era la mia amica Anna.
- Anna? Non me ne hai mai parlato… come mai?
- Insomma Cal!! Non sono tenuta a dirti tutto! Anna è la mia amica più cara, è sempre stata al mio fianco, anche…
- Anche….?
- Anche quando tu avevi la testa, chiamiamola così, occupata, dietro ad altre cose
- Tesoro, perché mi parli così?

Cal stentava a riconoscere la sua socia. Anna stava tentando di convincere Gill a lasciarlo, qualunque cosa volesse dire? E perché?

- Scusa, non volevo essere aggressiva. Comunque lasciala in pace!
- Da quanto vi conoscete?
- Dall’università, e poi mi sono occupata di lei quando è tornata dalla Cecenia.
- Cecenia? E che diavolo ci faceva?
- Anna segue delle missioni internazionali di pace, è una negoziatrice
- Oh una tipa tosta….. comunque ti nasconde qualcosa. L’ho visto!
- Si molto coraggiosa e smettila di scrutarla! Durante la missione in Cecenia, il suo fidanzato di allora è rimasto ucciso in un attentato e lei è stata coinvolta nel sequestro di una sede internazionale
- C’è dell’altro ti dico, quella donna nasconde qualcosa… non ti ha detto qualcosa!
- Cal smettila! Non è così!
- Va bene tesoro, ma non ti ha detto tutto!

Gillian lo guardò uscire con aria interrogativa. Qualcosa lo preoccupava. Decise di non farci caso.
 
  
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