Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: Gracedanger    30/08/2013    0 recensioni
L'ho modificata in seguito al ritrovamento di una vecchia intervista di Kevin nella quale diceva che se avesse avuto una bambina l'avrebbe chiamata Madison Grace Jonas e io l'ho trovato perfetto per la mia storia.
(Our little princess is coming soon.)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Erano quasi le cinque del mattino.
La ragazza si trascinò su per le scale, entrò nell’appartamento.
Non riusciva più a sentire le gambe, quel turno all’ospedale era stato un inferno.
Era stata una notte stancante e triste, l’unica cosa che voleva era sprofondare nel letto e dimenticare.
Non accese la luce, camminò per la stanza guidandosi solo grazie alla fioca luce dell’alba che pian piano riempiva la stanza. All’improvviso lei intravide uno strano bagliore con la coda dell’occhio. Qualcosa aveva luccicato sul tavolo. Si fermò e vi si avvicinò. Un minuscolo sonaglino d’argento giaceva sopra un biglietto. Un biglietto dai tondeggianti caratteri argentati.
La ragazza cominciò a leggere e le mancò il fiato.
 


“Si vede la testa.”
“Un ultimo sforzo, Danielle, è l’ultimo. Forza.”

Un urlo di donna riempii il corridoio della clinica, seguito da un lungo stridulo vagito.
Joe alzò lo sguardo dal pavimento bianco e incontrò quello del fratello e finalmente si aprirono un sorriso dopo tutta l’ansia delle precedenti due ore.
Era tutto perfetto.
Danielle aveva partorito.
Prima che Joe e Nick potessero parlarsi, una ragazza con le mani nelle tasche del lungo camice bianco uscì dalla sala parto aprendo completamente la porta lasciando intravedere l’esile figura di una donna stesa sul letto con i lunghi capelli neri che si disperdevano sul cuscino, che cercava di riprendere fiato.
“Beh, è andato tutto meravigliosamente liscio, Danielle sta bene e a chi devo fare le congratulazioni?” esordì la donna.
I due fratelli si lanciarono uno sguardo allarmato.
Era andato tutto bene.
Tutto era perfetto, mancava solo.. il padre.
“Ha detto che andava in bagno.” Mormorò Joe.
Stavano entrambi per andare cercarlo se non fosse che una voce dall’interno della stanza fece girare tutti e tre i ragazzi.
 “Kevin?” sua moglie lo stava chiamando.
Nick lanciò un fulmineo sguardo a Joe ma un attimo prima che i due cominciassero a correre a perdifiato per i corridoi dell’ospedale per ritrovare Kevin e ricordargli che era appena diventato padre, una voce inaspettata li fece girare di scatto.
“Vado io a cercarlo.”
I ragazzi la guardarono sorpresi.
La dottoressa sorrise gentile e cominciò ad allontanarsi camminando a passo svelto per il corridoio, si voltò dopo pochi secondi e vide i due fratelli ancora fermi sull’uscio della porta.
“Che aspettate? Andate da Danielle, subito!” disse e entrambi eseguirono l’ordine alla svelta.
Il solito temporale da mese di Marzo infuriava fuori riempendo i corridoi di un suono cupo e ovattato attraverso le pareti.
La ragazza stava cercando da dieci minuti ormai, ma del padre nessuna traccia.
A un certo punto il rumore di un vetro rotto la fece sobbalzare.
La stanza del medico di guardia aveva la porta socchiusa.
La aprii lentamente.
La stanza completamente buia fu illuminata da uno spiraglio di luce artificiale.
Anche una figura maschile che era accartocciata su se stessa in un angolo della stanza fu illuminata.
Lei entrò in punta di piedi nella stanza, ma calpestò una scatola di medicinali e il rumore spezzò il silenzio.
L’uomo alzò la testa lentamente e vide l’esile figura di una ragazza che lo guardava ammutolita.
Nessuno dei due disse una parola.
La ragazza si inginocchio sul pavimento e si avvicinò all’uomo con la scatola dei medicinali in mano.
“Signor Jonas? Che ha preso? Che pillole ha preso?” gli disse scandendo le parole.
“Ant...press..” mormorò lui singhiozzando.
“Cosa?” replicò lei sempre più allarmata.
“Antidepressivi.”
La ragazza prese la lucetta dal taschino e gli aprì dolcemente le palpebre e guardò gli occhi arrossati dal pianto.
Tirò un leggero sospiro di sollievo osservando che non c’era nulla di preoccupante, tranne il pianto.
Lasciò andare la palpebra ma rimase pochi secondi con le dita sulle sopracciglia del ragazzo per poi farle scivolare lentamente sulla guancia e ritrarre la mano.
“Ma non sono riuscito a prenderli.” disse con la voce rotta.
La ragazza si levò gli occhiali dal viso come se stesse cercando di avere più confidenza con quell’uomo e lo guardò come se gli stesse dicendo “Andiamo, dimmi che succede?”.
Lui non riusciva a guardarla.
Non riusciva a guardare nemmeno se stesso.
Inaspettatamente la ragazza gli prese la mano e gliela strinse.
Lui finalmente la guardò con i suoi grandi occhi verdi e stravolti.
“Le posso dare del tu, Kevin?”
L’uomo annuì debolmente.
“E’ andato tutto benissimo, perché sei qui?”
“Come si fa?”
“A fare cosa?”
“A essere genitori. E’ una cosa grossa, è impegnativa, è piena di difficoltà. Come si fa a essere così felici e allo stesso tempo così terrorizzati?”
“E’ normale avere paura, Kevin.”
“La mia non è paura. E’ panico. Completo e irrimediabile.”
“Anche il panico è normale, come l’ansia e il terrore di non essere bravi genitori, ma ascoltami, nell’altra stanza c’è la donna che ami che è appena diventata madre e la sua principale preoccupazione ora è sapere dove ti trovi.”
“Oh Dio Dani..” disse continuando a piangere “non posso, farò solo terribili errori.”
“Che tipo di terribili errori?” disse sfoderando un dolce sorriso nonostante il clima che regnava nella stanza buia.
“Potrei essere troppo severo o cattivo, potrei viziarlo troppo e se una sera io e Danielle litigassimo e lei ci vedesse? Ne rimarrebbe traumatizzato. E se non mi ascoltasse? Neanche una volta? Se fosse testardo o troppo obbediente? Se non si godesse a pieno la vita? E se la sprecasse? Sarebbe colpa mia, solo colpa mia..”
“Sono sicura che sarai un ottimo padre e non farai nessun terribile errore.” Sussurrò lei.
“Tu hai figli?” chiese Kevin singhiozzando.
“Qui non si parla di me.” Disse mantenendo a fatica il suo sorriso per la prima volta.
“Dimmi, avanti, hai figli? Quanti?” insistette lui ormai in preda al panico.
“Zero!” urlò la ragazza con la voce strozzata.
 “Stavo per averlo, ma l’ho perso.” sussurrò abbassando lo sguardo.
Kevin smise di piangere e la guardò con la bocca serrata.
“S-sono stato uno stupido, mi dispiace.” Riuscì a balbettare per scusarsi.
La ragazza rialzò gli occhi lucidi verso di lui, tirò leggermente su col naso e il suo viso si riaprì nel suo dolce sorriso.
Kevin si sentì incredibilmente sollevato e fortunato.
“Vieni con me?” gli chiese a voce bassa, lui annuì.
Gli prese entrambe le mani e insieme si alzarono.
La ragazza si affacciò fuori dalla stanza del medico di guardia per controllare se il corridoio fosse libero.
“Non farti vedere da nessuno.” sussurrò ridendo.
Si asciugò le lacrime con la manica del maglione e appena tolse il braccio la ragazza notò un sorrisetto abbozzato sul suo volto.
“Via!” sussurrò e lo trascinò fuori dalla porta.
Corsero in punta di piedi per il corridoio.
Dopo due minuti la ragazza si fermò bruscamente e si girò verso una grande vetrata.
Kevin la guardò confusa e alla fine si girò anche lui.
Stava guardando un vero e proprio miracolo.
Una ventina di culle piene di neonati che piangevano dormivano o si guardavano intorno spaesati si estendeva davanti ai suoi occhi.
“Signor Kevin Jonas, è per me un piacere presentarle sua figlia.” disse la dottoressa con un dolce sorriso, appoggiando l’indice sulla vetrata.
Il cuore di Kevin si riempì di una gioia indescrivibile, nel vedere avvolta, tra calde lenzuola rosa, la creatura più bella che avesse mai visto. Guance rosee, bocca a cuoricino, naso leggermente a punta e due grandi occhi verdi. I suoi occhi. Tutta la perfezione del mondo era lì a pochi centimetri da lui.
Le lacrime cominciarono a scorrere sulle sue guance.
“Scusa se piango ancora ma..” disse lui.
“Lo so.” Gli sorrise lei “ Lacrime da neo-papà.”
La guardò. Non riusciva ad esprimere tutta la gratitudine che provava per quella sconosciuta. Gli aveva davvero salvato la vita, gli aveva fatto capire di essere stato benedetto, gli aveva fatto capire che nonostante tutti i terribili errori che avrebbe potuto mai fare, tutto gli sarebbe stato perdonato, tutto sarebbe stato aggiustato e sarebbe andato tutto bene.
Scoppiò ancora di più a piangere e la abbracciò. Lei rise stringendolo tra le braccia.
Tornarono alla stanza di Danielle.
Poco prima di entrare Kevin si girò verso di lei come se avesse appena avuto una brillante idea.
“Ehi ma..come ti chiami?”
“Grace. Grace Evans.”
Annuì e le gettò un ultimo sguardo pieno di gratitudine.
Lei gli fece un ultimo grande e dolce sorriso.
Nick e Joe circondarono Kevin evidentemente pieni di domande.
“Ero a fare un giro.” Disse semplicemente lui guardando con gli occhi lucidi la sua famiglia e la sua bellissima consorte.
I due fratelli si guardarono e insieme lo travolsero in un abbraccio dimenticandosi di prediche e domande.
Kevin si avvicinò a Danielle e le stampò un leggero bacio sulle labbra.
“L’ho vista…è, è meravigliosa.” Le sussurrò.
Grace rimase a guardare la scena appena fuori dalla porta con un sorrisetto commosso.
“Grazie di cuore per avercelo riportato.”
La voce di Joe la distrasse dai suoi pensieri.
“E’ stato un piacere.” gli rispose con la voce rotta dall'emozione.
“E’ una famiglia meravigliosa, auguri” disse a voce alta in modo che tutti nella stanza potessero sentire.
Lanciò un ultimo sguardo ai loro volti felici e si allontanò sorridendo per il corridoio asciugandosi con il dito una lacrima dall’occhio prima di farla scivolare sulla guancia.
 
“Gentile Miss Evans,
Kevin Paul Jonas II e Danielle Deleasa Jonas sono lieti di invitarla alla cerimonia del Santo Battesimo della loro figlia, Madison Grace Jonas che si terrà il giorno 28 Aprile 2014 nella chiesa evangelica di S. Joseph in Dallas, Texas. Si prega di comunicare la presenza.
Cordiali saluti,
la famiglia Kevin Jonas.”

 
Madison Grace Jonas.
Kevin aveva dato a sua figlia il nome della dottoressa.
Grace fece scivolare il biglietto dalle mani che tremavano.
Era sempre stato il suo lavoro, consolare i neo papà e le neo mamme, aiutarli a superare tutto, dirgli che sarebbe andato tutto bene, quando guardava i genitori prendere tra le braccia il neonato ogni volta Grace perdeva un pezzo del suo cuore.
Ma quella famiglia, quel padre così terrorizzato di non farcela, quell’uomo che per la prima volta le aveva fatto raccontare la sua storia, quella bambina che ora portava il suo stesso nome, erano entrati tutti nel suo cuore.
Forse era proprio quello che serviva a Grace, per la quale guardare la felicità altrui ormai era diventato parte integrante del suo lavoro, un compito difficile ed esasperante, se non si ha nemmeno un po’ di felicità per se stessi. Grace aveva bisogno di quell’incontro e non l’avrebbe mai dimenticato perché la famiglia Jonas le aveva ridonato quello che aveva perso: la speranza nella vita.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Gracedanger