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Autore: reila_guren    30/08/2013    3 recensioni
"Quando perdiamo qualcuno che amiamo ci sembra che parte della nostra vita se ne sia andata con quella persona".
E' così che si sente Yuu dopo la morte di Kouyou: chiuso in sé stesso e ancorato al ricordo del suo unico amore...riuscirà un ragazzo appena conosciuto a ridare luce alla sua vita?
[Aoi/Kazuki]
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Aoi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Just the though of another day
How did we end up this way?
What did we do wrong, God?
Always weighing on my shoulders a time like no others
it all changed on that day sadness and so much pain
You can touch the sorrow here
I don't know what to blame
I just watch and watch again...
 
 
Piccole gocce di pioggia si infransero contro il vetro, creando rivoli d'acqua che scorsero lungo la finestra. Quel giorno anche il cielo piangeva quelle lacrime che io non riuscivo a versare.
Fissai con sguardo assente la mia immagine, riflessa sulla superficie trasparente dei vetri bagnati e sospirai, tornando ad occuparmi del nodo della cravatta. Non ho mai capito come annodarla correttamente, di solito lo faceva lui per me.
-Yuu, è quasi ora.- mia madre fece capolino nella stanza, avvolta nel suo kimono bianco: il colore del lutto qui da noi.
-Sono pronto.- risposi, e gettai per terra la cravatta con rabbia. Perché diavolo dovevo preoccuparmi di rendermi elegante in un momento del genere? Avevo già fin troppe cose per la testa...
Mia madre mi rivolse un espressione addolorata e mi si avvicinò, raccogliendo la mia cravatta e passandomela attorno al collo.
-Kouyou non avrebbe voluto vederti così.- disse, mentre con gesti esperti faceva un nodo perfetto.
Aveva anni di pratica alle spalle: ogni mattina annodava quella di mio padre. Come me, anche lui, non ha mai imparato a farlo.
-Non dire il suo nome ti prego.- risposi guadando il pavimento. Non ce la facevo a pensare a lui, eppure non riuscivo a togliermelo dalla mente un solo istante. Eravamo stati insieme per quasi dieci anni e poi, nel giro di pochi mesi, un cancro al fegato me l'aveva portato via.
Mia madre lasciò andare la mia cravatta, ora perfettamente annodata, e mi abbracciò.
-Mi dispiace così tanto Yuu.- disse stringendomi tra le sue braccia, come faceva quando ero bambino. -So quanto lo amavi, e so quanto lui amava te, per questo so che non vorrebbe vederti così.-
-Non ce la faccio, mamma. Non posso stare senza di lui.- la strinsi a mia volta, in cerca di un po' di conforto. Non mi importava di sembrare patetico a piangere tra le braccia della mamma alla mia età, stavo troppo male che badarci.
-Kou...- singhiozzai disperato e sentii qualcosa di umido bagnarmi il collo, e la schiena di mia madre tremare leggermente.
Era molto affezionata a Kouyou, l'aveva accolto come un figlio fin da subito. Quando a 16 anni avevo rivelato ai miei genitori di essere gay, la sua prima preoccupazione era stata che non riuscissi a trovare la persona giusta e che quindi passassi la vita da solo. Era stata dunque molto felice quando, un paio di anni dopo, portai a casa Kouyou presentandolo come il mio ragazzo e con il passare del tempo aveva imparato a volergli bene.
Mia madre si staccò dolcemente da me, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto, e disse:
-È ora di andare Yuu. Vai a salutare Kouyou.-
Varcammo le porte del tempio e percorremmo il lungo viale d'ingresso. Aveva smesso di piovere, ma il cielo era ancora coperto da nuvole nere, facendo prevedere che era solo una breve tregua.
Davanti a me la famiglia di Kouyou procedeva in silenzio, tutti troppo distrutti per poter dire qualcosa, e attorno a me i miei amici cercavano di darmi conforto.
Entrammo nella piccola saletta allestita per le cerimonie funebri e vidi i monaci intonare i sutra attorno alla semplice bara di legno chiaro. L'odore dell'incenso mi arrivò alle narici dandomi la nausea.
Rimasi in disparte, mentre la famiglia di Kouyou andava a salutarlo per l'ultima volta e distolsi lo sguardo, fissando le candele che erano state poste nella stanza per il rito. Lasciai che la fiamma tremolante mi distraesse per un po', portandomi lontano, in un posto in cui andava tutto bene e in cui il mio ragazzo era ancora con me.
Solo quando qualcuno mi toccò delicatamente la spalla mi riscossi dal mio stato di torpore. Mi guardai attorno e vidi che i genitori e le sorelle di Kouyou si erano spostati un angolo, tutti con il viso rigato di lacrime.
Feci un respiro profondo e lentamente mi avvicinai alla bara. Sentii un nodo stringermi la gola, quando posai gli occhi sul suo volto sereno: non c'era più traccia della sofferenza che aveva passato durante i mesi di malattia, sembrava essere finalmente libero e in pace, bello come non l'avevo mai visto.
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e le lacrime iniziarono a sgorgare di nuovo. Non provai nemmeno a trattenerle, non ne avevo la forza. Mi inginocchiai accanto a lui e sfiorai il suo viso: era gelido, ma riuscì comunque ad infiammarmi. Posai un leggero bacio sulle sue labbra fredde e quando iniziai a singhiozzare sentii mia madre prendermi per un braccio e farmi allontanare.
-Dobbiamo andare Yuu, mi dispiace.- disse con sguardo triste.
Era arrivata l'ora della cremazione, ma io non ce la facevo.
-Andate voi, io non ci riesco- dissi tra le lacrime, mentre la bara veniva chiusa.
-Ma...-
-Per favore. Voglio stare solo.- dissi.
Mia madre annuì e mi abbracciò, prima di seguire tutti gli altri verso il carro funebre. Guardai la bara che veniva caricata sull'auto e la mia famiglia, quella di Kouyou e i nostri amici che si recavano alle rispettive macchine per raggiungere il luogo in cui si sarebbe tenuta la cremazione. Quando se ne furono andati, rimasi solo nel tempio, quindi attraversai il cortile interno e raggiunsi la struttura dedicata alla preghiera. Mi lavai le mani nell'apposita fontana e accesi un bastoncino d'incenso, poi battei le mani due volte, per annunciare la mia presenza agli Dei. Chiusi gli occhi e lasciai che il fumo dell'incenso portasse via con se le mie preghiere.
  
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