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Autore: Calipso__    30/08/2013    1 recensioni
E' passato tanto tempo dall'ultima volta che Magnus ha vissuto un'avventura, così come dall'ultima volta che si è veramente innamorato. Sono gli anni 50, e l'incontro con una strega affascinante e stravagante tanto quanto lui, lo porterà ad intraprendere un viaggio alla ricerca della felicità e alla ricerca dell'Amore... se per degli stregoni l'Amore esiste veramente.
-SPOILER CPSS-
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un amore anni 50

U
n amore anni 50

1 REGOLA.
Carpe diem: vivi il momento.

Giappone. Dolce Giappone. Terra fuori dal mondo. Terra di tradizioni.
Per questo motivo non dovrebbe piacere a Magnus: tradizione è sinonimo di monotonia.
Ma quella tradizione rispetto agli altri posti era sempre così... fuori dal mondo. Un po' come Magnus.
Per questo motivo almeno una volta ogni cent'anni amava andarci.
Era l'anno 1955 e Magnus si trovava per le vie di Kyoto durante l'Hanami, il periodo dei ciliegi in fiore. Con la guerra alle spalle da ormai dieci anni, si sentiva più tranquillo a tornare in quel tanto amato paradiso. Camminare per i sentieri e vedere il contrasto dei fiori rosa, dell'erba verde spendente e il loro riflesso nei laghetti... era come immergesi in pura poesia. Gli edifici poi... niente a che fare con quella rigidità europea e americana di cui Magnus era sempre troppo abituato. Erano armonici. Erano arte. Un po' come quelle ragazze che camminavano compresse nei loro stupendi kimono. Senza dare troppo nell'occhio, iniziò a seguirle. Certo, Magnus si era reso conto da veramente troppo tempo che preferiva il sesso maschile a quello femminile... ma le donne giapponesi lo incantavano. Avevano una tale grazia, un tale portamento... erano la personificazione della Bellezza. Senza rendersene conto, Magnus si era addentrato per le vie di Gion, uno dei quartieri di geishe più rinomati ed esclusivi dell'intero Giappone. I suoi occhi felini seguivavano senza sosta una ragazza: era la tipica giapponese dai lineamenti delicati e dai movimenti fluttuanti, ma c'era qualcosa di strano in lei. Indossava un grazioso kimono color cipria, dai motivi floreali che richiamavano gli alberi in fiore attorno a lei, con tanto di obi a vita bassa, geta e colletto tirato all'indietro, così da mostrare la nuca, simbolo di erotismo in Giappone. Beh, per essere bella di certo lo era... ma i suoi occhi la tradivano. Nonostante il trucco perfetto e i capelli neri lucidi agghindati con tanto di kanzashi hana abbinato al vestito e all'atmosfera, i suoi occhi la tradivano. La ragazza si voltò all'improvviso verso Magnus con un volto adirato, parlandogli in fluento giapponese, ancor prima che lui potesse essere in grado di decidere cosa fare.
- Mi dispiace, signorina ma, sebbene possa vantarmi di conoscere tante lingue, il giapponese non è una di queste. - disse Magnus in inglese, nascondendo la sorpresa a quella reazione e abbassando la testa in segno di riverenza.
La donna si lasciò sfuggire un sorrisetto.
- Dovevo aspettarmelo che fosse uno straniero a stalkerare le giovani donne giapponesi... - disse con vago compiacimento.
- Mi rammarrico di doverle fare notare che lei è giapponese tanto quanto io sono peruviano, ed è tutto dire, mi creda... - le fece notare Magnus.
- Come...?! - fece la donna sorpresa e senza parole.
- Potete pure usare tutto il trucco e le magie del mondo, ma non riesce ad ingannare un altro stregone. - le spiegò Magnus.
La donna si rilassò e tornò a sorridere alla notizia di trovarsi di fronte a uno stregone.
- Che sgarbato, quasi dimenticavo di presentarmi... - disse Magnus facendosi avanti ed esibendosi in un perfetto baciamano occidentale. - Io sono Magnus Bane. -
- Leila Snare. - si presentò la donna visibilmente lusingata di tale gesto.
"Oh, dopo aver passato la fine del secolo scorso tra Shadowhunters, ammetto che mi mancava avere a che fare con cognomi così corti e suadenti!" pensò Magnus ricambiando il sorriso della donna.
- Che ne dice di andare a bere un the insieme, signor Bane? - propose Leila visibilmente rilassata. - Così potrà dirmi come ha fatto a capire che non fossi giapponese. -
- Ne sarei lusingato! - rispose Magnus mettendosi di fianco a Leila pronto ad accompagnarla da vero gentiluomo. - Così invece lei potrà dirmi per quale motivo si spaccia per una geisha giapponese. -
- Oh, non c'è un motivo particolare... - disse la donna ridacchiando e portandosi elegantemente la mano di fronte alle labbra. - Sa, la nostra vita è così monotona... era un modo come un altro per spezzare la routine; e quale modo migliore se non farlo con eleganza? -
Questa donna gli piaceva sempre di più.
Una volta arrivati alla casa da the, i due si sedettero e subito Leila domandò: - Cosa mi ha tradita? -
- E' difficile usare la magia per cambiare la forma degli occhi, anche se si vede che ci ha provato... - fece notare Magnus alzando le spalle per non dare troppo peso a quest'errore.
- Lei sembra intendersene... - disse Leila guardando Magnus negli occhi. - Ed è un peccato che abbia tentato di utilizzare la magia per cambiare i suoi occhi: sono veramente affascinanti... -
Epoche fa era l'uomo a dover riempire di complimenti la donna. Ora era il contrario. I tempi stavano proprio cambiando, ma Magnus non poteva che sentirsi lusingato.
- Oh, la ringrazio... il vostro tratto distintivo invece qual'è? - le domandò Magnus. Niente pelle verde, niente orecchie a punta o caratteristiche particolarmente fuori dall'ordinario... e ogni stregone ne aveva uno.
La donna si tolse la parrucca con un sospiro, e una folta chioma di capelli platino ricadde fino al pavimento. Ora che poteva vederla senza parrucca, Magnus si rese conto che il pallore della donna non era trucco da geisha, ma era il suo vero colore di pelle; Leila aveva un'aura quasi eterea: degli occhi di un'azzurro grigiastro trasparenti come l'acqua, la pelle candida e del tutto innaturale e i suoi lunghi capelli cerei sembravano anch'essi una parrucca. Se non avesse avuto un sorriso sincero e l'aria un po' spossata sul volto, l'avrebbe certamente scambiata per un vampiro. A quel pensiero la mente di Magnus vagò a Camille Belcourt, il suo ultimo vero amore con una donna, finito aimè male; ma Leila era diversa: nel suo pallore sprizzava di vita e di allegria oltre che di un'innata e meravigliosa bellezza.
- Quanto pesa questa parrucca...! - commentò Leila massaggiandosi la testa e lisciandosi i lunghi capelli.
- L'hanno mai scambiata per Raperonzolo? - fece Magnus in un complimento a dir poco adulatorio.
La strega arrossì dando colore a quel suo volto candido.
- Mi hanno scambiata per un vampiro, altre volte per un fantasma... ma mai mi avevano detto di assomigliare a Raperonzolo! - dopo però aggiunse: - Spero sia un complimento... -
- Certo che lo è...! - si affrettò a chiarire Magnus bevendo un po' del suo the.
- Allora, signor Bane... cosa ci fa per il Giappone? Ha qualche programma in mente? - gli domandò Leila gentilmente.
- Oh, sa bene che noi stregoni non facciamo programmi: viviamo e basta. - le rispose Magnus.
- Questa è una delle regole che mi pongo per trovare la felicità. - commentò Leila.
- Ha una lista di regole al riguardo? - chiese Magnus con una risata cristallina.
- Ovviamente! - esclamò Leila con un sorriso divertito. - Vuole saperle? -
Una lista di regole per la felicità? Dopo aver assistito al dolore del povero Carstairs nel secolo successivo, al dolore delle due guerre e alla disperazione di Tessa per la morte di Will Herondale nel 37, un po' di felicità non poteva fargli altro che bene.
- Perchè no? - commentò Magnus. - Sarà certamente interessante. -
- Allora per scoprirlo dovremo iniziare cambiando meta e passando un bel po' di tempo insieme... - disse Leila alzandosi elegantemente da terra dopo aver finito di bere il suo the.
Magnus si alzò, pulendosi con le mani i suoi pantaloni attillati di un nero brillantinato.
- Visto che passeremo molto tempo insieme, può iniziare a chiamarmi per nome, se vuole... - fece notare Magnus.
Leila si voltò verso di lui, piacevolmente sorpresa, e disse: - Certamente! Anche tu puoi chiamarmi Leila se vuoi! -
Leila prese Magnus per mano e aprì la porta dello sgabuzzino, mostrando un portale. La sua mano era soffice e lei profumava di rose appena colte: un profumo inebriante.
- Pronto ad addentrarti alla ricerca della felicità, Magnus? - gli domandò Leila. Pronunciò il suo nome in modo seducente, con le labbra di un rosso fuoco che facevano intravedere un sorriso sincero. Era allegra, raggiante, semplice ma non scontata. Era pronta all'avventura con uno sconosciuto. Era praticamente la fotocopia di Magnus, quella persona che lui cercava da secoli.
- Prontissimo e il non avere idea di dove siamo diretti rende il tutto ancora più entusiasmante. - commentò Magnus.
- Diciamo solo che stiamo per andare nella mia madre patria... - disse Leila enigmatica. - Le proprie origini sono sempre il primo passo per la felicità ma, rischiando di peccare di modestia, la città da dove vengo è ultimamente più interessante del solito... - concluse con un occhiolino; dopo di che, senza lasciare la sua mano, Magnus la seguì nel portale, chiedendosi quale strana avventura avrebbe vissuto di lì a poco.
  
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