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Autore: MakieyoMela    30/08/2013    0 recensioni
Partendo dal principio; Taemin era un idiota. Uno di quelli incoerenti, i peggiori! Quelli che dicono una cosa e poi si ritrovano col farne un'altra. Una di quelle persone che si prenderebbe a sprangate da solo sulle gengive ma si trattiene dal farlo solo per paura di sentire dolore.
Genere: Erotico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Onew, Taemin
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Secondo capitolo;
Non avevo capito niente.

 
Sinceramente la storia del "Pensavo fossi l'uomo della mia vita" aveva molto scombussolato i pensieri del giovane che, quella mattina, tra sospiri brevi e disegnini sul banco di scuola, di cui aveva iniziato a prendere qualche corso per affinare il suo giapponese, se ne stava a pensare a tutta quella faccenda successa, si e no, poche settimane fa, se non una. Aveva completamente perso la cognizione del tempo e non che ne gliene fregasse tanto, ormai tutto gli sembrava strano.  Non riusciva nemmeno più a riconoscere i propri pensieri.
Sentì vibrare il cellulare nei suoi jeans larghi e vissuti e, senza farsi vedere dalla professoressa in fondo alla classe che blaterava un chissà che cosa di un libro sconosciuto a tutti, prese quest'ultimo e dopo aver letto il nome del mittente, sbuffò e ripose il cellulare al suo posto.
Inutile dire che evitava completamente Kibum, anche dopo tutte quelle parole dolci che era stato costretto dalla propria mente a dire, solo per aggiustare la situazione. Ormai tutti sapevano tutto e non ci teneva a passare ancora per lo stronzo di turno che faceva soffrire le persone.
Anche se non lo dava a vedere, Taemin ci teneva davvero tanto alle considerazioni che le persone prendevano di lui. Si era sempre interessato ai pareri di tutti e a cosa pensassero quando lo vedevano per strada. Era fatto così. Tanto strafottente quanto sensibile ed emotivo.
Pure quelle ore di studio finirono, dopo un breve saluto dei suoi amici, si mise lo zaino nero semplice in spalla e a piccoli passi camminava verso il viale di casa sua, non molto distante dalla scuola. E pensava.
Erano ben nove giorni che non sentiva Jonghyun, e gli mancava maledettamente il modo in cui si sentisse quando era con lui. Emozioni che però era costretto a rimettere dentro al suo cuore, andando avanti per quella strada che aveva scelto. Ma nulla era più squallido di avere un ragazzo che sta con te che in apparenza vorrebbe darti tanto amore e poi si fa drogare e ubriacare solo per un po' di sesso. Perché Kibum c'era quasi riuscito a portaselo a letto, il piccolo. E le immagini del maggiore che cercava di  tutto per far uscire fuori di testa Taemin erano impresse nella sua mente. Per non parlare di quelle foto che gli mandava tramite messaggi; orribili. Taemin odiava la tecnologia quando veniva usata in modo così sconsiderato.
Si fermò al parco dove tutti, il pomeriggio, se ne stavano lì, sdraiati sull'erba con una canna in mano e qualche birra in lattina, fissando gli altri che giocavano a basket a poco dalla loro postazione.
Buttò lo zaino vicino un albero e si mise steso di fianco ai suoi amici, alzano la mano per farsi passare la canna. Lui non era entrato in quel circolo vizioso. Taemin aveva il vizio di fumare solo quando la sua vita andava uno schifo e non parlo solo per quelle inutili questioni sentimentali che lo affliggevano. Strinse di poco la canna tra le dita e se la portò alle labbra secche e carnose, inspirando il più possibile di quella robaccia che riusciva a tirarlo almeno un po' su di morale.
-Allora?- Borbottò Kai, appiccicato alla sua nuova ragazza, per la quale quasi non chiamava più Taemin per uscire o altro. -Tra poco tu e il signorino dalle foto porno fate un mese, gli regali qualcosa?- Sorrise in modo malizioso, tant'è che Taemin non gli diede nemmeno conto. Gli occhi rossi del suo amici dicevano già abbastanza.
Dopo una serie di tiri abbastanza pesanti, passò la canna al prossimo, mettendosi a guardare il cielo poco nuvoloso, buttando fuori l'ultimo tiro di quella roba. Chiuse gli occhi e storse il naso, come di solito faceva, quando gli desse fastidio qualcosa, cioè in quel momento lo sbaciucchiare del suo migliore amico con la tipa.
-Senti, Kai, questo parco è stato fatto apposta per le coppiette che vogliono scopare allegramente come voi.. Ma non quando ci sono io davanti. Quindi sei pregato di alzare il culo con la tua bellissima nuova fiamma e andarvene dietro quegli'alberelli che vi aspettano, lì dietro.- Acidità pura. Taemin non era mai stato così con gli amici, tanto meno col suo migliore amico.
E quando si rese conto del tono che aveva usato, aprì gli occhi per guardare Kai in modo dispiaciuto. Sguardo ricambiato con uno molto più perplesso e scazzato al tempo stesso. Il ragazzo si alzò dal suo posto con la ragazza e, annunciando a tutti che si sarebbero fatti un giro, sparirono tra gli alberi.
Sinceramente Taemin non sapeva se era quel periodo, che stava bruciando i suoi neuroni uno ad uno, o la alta quantità di roba che stava assumendo in quel periodo. Tra sigarette, fumo e erba non ci capiva più nulla e i soldi stavano volando via come uccelli.
Ritornò a casa quando ormai il sole era calato, i genitori a casa come sempre non c'erano e si era buttato a giocare ai videogames come tutte le sere, notti,mattine e pomeriggio insomma. Un gioco violento, mentre la tua testa era piena di sostanze chimiche, andava alla perfezione in certi momenti. Ma proprio in quel momento, mentre stava per premere il tasto Start, il suo cellulare inizia a vibrare ripetutamente sul tavolino basso che in genere stanno nei salotti. Messaggi a raffica. Con uno sbuffo potente, prende il cellulare, tenendo il joystick con una mano sola, e sbarra gli occhi a vedere di chi fossero tali messaggi. Lascia cadere il joystick sul divano, posto accanto al suo, e nota che era stato inserito in una chat di gruppo. Gruppo formato da lui, Kai e.. Jonghyun, con precedenti messaggi privati da parti di Kai.
 
-So perché hai reagito così oggi, ma non posso che dire di esserci rimasto male.
So che stai male per Jonghyun.. Gli parlavo oggi e ha insistito tanto per fare questa chat.
Non prenderla con me, anche se so pure che non può che farti piacere. Ora divertiamoci.

 
Con un sorriso abbastanza largo sulle labbra, non può far altro che rispondere a quei precedenti messaggi stupidi che Jonghyun e Kai si erano scambiati prima che li visualizzasse.
 
Jong: -Il signorino Lee è morto, penso.
Kai: -Yah! Dagli il tempo di visualizzare, scimmia che non sei altro.
Jong: -Non offendere chi è più grande di te, piccoletto. Piuttosto, siete usciti oggi? C'era qualcuno?
 
Soliti messaggi che si scambiano tra amici. Messaggi che, anche se sei col morale sotto terra, ti possono far sorridere come un ebete e rispondere come un idiota. Soprattutto se quei messaggi sono stati mandati da una delle persone che per te in quel momento significano davvero tanto.
E iniziò così tutto. Jong rubò il numero di cellulare di Taemin e gli messaggiava di tanto in tanto. (E per "tanto in tanto", intendo ogni mattina, pomeriggio  e sera). E la cosa non poteva che andargli bene. Fu così che i rapporti ritornarono alla normalità tra di loro, da semplici amici che non si permettevano di dire ciò che realmente provassero o di darsi appuntamenti nascosti.
Solo un semplice "Ti va di prendere una birra insieme, stasera?" - "Certo, perché no!".  Ma a quanto pare a Kibum non andava per niente bene. Anche se a Taemin sembrava abbastanza giusto. Per strada gli degnava di qualche sguardo solo quando Jonghyun non era nei paraggi. Ma Taemin era fatto così, si sentiva di dover fare tale cosa? E la faceva senza pensare a conseguenze e cose varie.
 
Un sabato sera, tra un sorriso e dei simpatici pizzichi che Taemin e Jonghyun si davano per prendersi in giro, sparirono dalla vista di tutti per andarsi a prendere un birra al bar dietro le panchine, liquidando Kibum con un "Torno subito.".
-A te prendo una birra più leggera, sei troppo piccolo per bere qualcosa di pesante, come quelle che bevo io.- Fece per quasi vantarsi il maggiore, dandogli una birra sui quattro gradi, con la faccia di disappunto del più piccolo. Ma dopotutto Jonghyun aveva già pagato, che altro poteva fare se non stare in silenzio, col broncio, e godersela?
Si misero seduti fuori ad un portone di qualche vecchia casa del posto, su uno scalino, sorseggiando la loro birra lentamente, come se volessero che quel momento non finisse mai. Qualche occhiatina sfuggente e una scusa banalissima per rimanere altri pochi minuti lì.
-Mi faccio una sigaretta e poi andiamo, okay?- Taemin annuì solamente. Entrambi sapevano che sia lui che Jonghyun avessero le sigarette vere e proprie, ma nessuno disse nulla e entrambi sapevano perché. Jonghyun prese dalla sua tasca il tabacco, i filtri e le cartine e con lentezza assurda si fece il suo drummino.
Rimasero lì a guardare e a parlare di tutto e niente per almeno una ventina di minuti, e ogni volta che qualcuno di loro due chiedeva "Non pensi sia il momento di tornare di là? Ci aspettano.. ", entrambi si limitavano a scuotere la testa e ritornare a parlare delle cose che avevano in comune.. E credetemi, erano davvero tante.
Jonghyun riusciva sempre a strappare un sorriso dalle sue labbra, con qualsiasi cosa dicesse. Jonghyun l'aveva salvato in un modo così strano e differente da come cercavano di fare gli altri.
Jonghyun l'aveva salvato continuando ad essere se stesso, senza sforzi. Non si era messo in testa il dover far felice Taemin. Solamente.. Si era messo in testa una frase, tipo: Sono così. D'ora in poi mi prenderò solo ciò che è disposto a essere mio. Se gli vado bene, stronzo come sono, okay, altrimenti si va avanti. Taemin non era altro che d'accordo, come sempre dopotutto.
 
Passò un mese così. Taemin e Jonghyun passavano le giornate intere al telefono, si vedevano ogni sera, si aiutavano col scegliere i vestiti da mettersi la sera, si prendevano in giro, a volte litigavano pure per poi fare pace e riprendersi a picchiare come farebbero due amici. Erano così. Un attimo prima di odiavano e quello dopo no.
Ma Kibum? .. Era questo il problema. Taemin e Kibum litigavano così tanto che a volte, il più piccolo, era costretto a spegnere il cellulare per non subirsi le sue lamentele che poco dopo si trasformavano in qualcosa di schifoso. Perché Taemin l'aveva capito ormai che Kibum aveva iniziato  a stare con lui solo per quelle cose lì. Ma allora perché non riusciva a lasciarlo?
Ad esempio, quando Jonghyun non poteva uscire e allora Taemin era costretto a stare con Kibum, in un modo o nell'altro, il maggiore cercava sempre di fare le cose più schifose che ci potessero mai essere sulla faccia della terra. Ma Taemin si sentiva come obbligato a non dire nulla, assecondarlo delle volte e poi far finta che non sia successo nulla. Perché forse sapeva che questo era il modo di dimostrare affetto per testa di Kibum.
Ma era stanco di quelle cose.
Cosicché il loro secondo mesiversario non fu dei migliori. Taemin, come sempre, lo evitò e rimase a casa, quella sera, a giocare ai videogiochi mentre se ne stava al telefono con Jonghyun che cercava di fargli cambiare idea. Perché di quella storia lui era rimasto l'unico più umile e sincero con tutti e tutto.
Quante volte aveva chiesto a Taemin "Pensaci due volte; io e te possiamo rimanere amici, ma non farlo soffrire, non se lo merita. Perché non ci provi a stare veramente con lui?" e quante volte aveva detto cose che non voleva per far pensare Taemin che la scelta che stava facendo era sbagliata? Ma nulla da fare, Taemin era di testa dura.
Quante volte Jonghyun si era ritrovato a parlare con Kibum che, ormai, lo odiava più di qualsiasi altra cosa al mondo, tant'è che il più grande, una volta abbastanza scazzato gli disse..
 
Perché dai la colpa a me se il tuo ragazzo non ti vuole più?!
  
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